I pasticci nelle carte: tutti gli errori...
25/06/2006
Da Borrelli a Palazzi, passando per le intercettazioni dei Carabinieri di Roma, nel gioco del telefono senza fili qualcosa passa, qualcos'altro si perde, la confusione è tanta, specie quando si ha fretta. «Che questa fretta non sia cattiva consigliera - diceva l'altro ieri a Roma Diego Della Valle commentando il deferimento della Fiorentina - fare le cose con poca ponderazione non giova nè alla difesa nè all'accusa». I legali della Fiorentina sono quasi "spaventati" dall'approssimazione con la quale sono stati costretti a lavorare l'Ufficio Indagini prima e la procura federale di Stefano Palazzi poi. E pensare che i due non sembrano neppure andare d'accordo nel disegnare i contorni dello scandalo, Borrelli aveva dipinto un doppio sistema, quello juventino e quello milanista, stemperando le posizioni delle altre due coinvolte. Palazzi ribalta tutto, "salva" il Milan e inguaia ancor di più la Fiorentina. In entrambe le relazioni si notano incongruenze, qui pro quo, pesanti inesattezze, persino qualche strafalcione: come l'errata ragione sociale della società gigliata, chiamata Ac Fiorentina nell'incipit della relazione di Palazzi. Oppure l'errore di data in una delle telefonate intercettate (6 maggio e non 5 come è scritto). O, infine, lo scambio di persona tra Diego e Andrea Della Valle in un incontro con Carraro. Sempre nelle carte scritte dal Procuratore federale, si parla di Bologna-Fiorentina con la squadra felsinea definita "una diretta concorrente dei viola per la salvezza". Il pareggio, combinato secondo l'accusa, sarebbe stato pilotato per poi favorire la Fiorentina in caso di arrivo a pari punti e classifica avulsa. Palazzi riprende tout court la versione confezionata sull'informativa dei Carabinieri, scordando, come avevano fatto i Carabinieri, che il Bologna allora era in tutt'altra posizione di classifica rispetto alla zona salvezza: sei punti in più dei viola e, dopo la gara, 40 punti per il Bologna, undicesimo, e 34 per la Fiorentina. Ne è una conferma la cronaca dell'epoca: "un pareggio che non serve ai viola" titolarono i quotidiani sportivi e non. Persino Borrelli sembra essersi convinto dell'estraneità di quella partita rispetto al teorema accusatorio, infatti ne salta a piè pari la menzione. Per il Capo Ufficio Indagini quella gara fu quindi regolare. Altro marchiano errore di Palazzi parlando di Lecce-Parma, la "madre di tutte le combine" come qualcuno l'ha definita. «La gara tra Lecce e Parma - scrive Palazzi nel documento del deferimento - è insidiosa per la causa viola perchè il Lecce, già salvo, non ha più nulla da chiedere alla classifica». Il Lecce in realtà doveva fare un punto per essere tranquillo ai fini della classifica, l'avrebbe comunque salvato anche una sconfitta, se la Fiorentina avesse vinto con il Brescia. Ma quel giorno, sul terreno del Franchi, stava maturando il secco 3 a 0 dei viola con il terzo gol segnato da Riganó al 21' della ripresa. Per questo i calciatori leccesi a 20' dalla fine, smisero di premere sull'acceleratore. Cagionando il furore purista di Zeman che pretendeva massimo impegno dai suoi anche una volta raggiunto l'obiettivo salvezza. E c'è sbaglio anche nell'enumerazione dei sanzionati: Palazzi giudica Morfeo espulso, ma era stato soltanto ammonito. E cosa dire di quel Claudio Nassi "vicino agli ambienti della Fiorentina"? Con questo ragionamento lo sono anche Eugenio Bersellini e Sven Goran Eriksson. Il Procuratore nota che Vignaroli fu espulso "addirittura dopo la conclusione della gara". E sarebbe questa la prova che De Santis volesse aiutare la Fiorentina? Magari gli conveniva farlo a gara in corso. O no? E del fatto che per la salvezza dei viola fosse necessaria anche la mancata vittoria del Bologna con la Samp? Silenzio totale. E come mai De Santis, cardine della Cupola, sfavorì la Fiorentina nella gara contro il Milan? Palazzi ignora la vicenda, come del resto l'informativa dei Carabinieri, che si limitano a osservare che a fine aprile l'arbitro di Tivoli era più vicino al sistema rossonero. Proprio un'organizzazione perfetta: si riduce all'ultima giornata per salvare una squadra, si dimentica di aggiustare sia Fiorentina-Brescia, tanto che spedisce Collina a dirigerla, che Bologna-Sampdoria, dove manda Paparesta, e porta De Santis a Lecce, che fino a un mese prima era considerato essersi allontanato dal sistema Moggi. Arriviamo alla partita più ingarbugliata, Lazio-Fiorentina 1-1. Anche la Lazio viene data per «salva» dal procuratore federale, in realtà i biancocelesti, classifiche alla mano, non saranno certi della A neanche dopo il pari con la Fiorentina, ma solo dopo gli esiti dell'ultima giornata. Palazzi sembra evidentemente convinto della combine, tanto da affermare che il «pareggio previsto da Luciano Moggi diventa- ma non ci sono evidenze che lo confermano neppure nei verbali dei Carabinieri- una manovra per consegnare ai gigliati la vittoria». Per provarlo ecco l'accusa inedita all'arbitro Roberto Rosetti, attualmente impegnato nelle direzioni di gara di Germania 2006 e unico rappresentante italiano dell'Aia. Rosetti non figura nell'elenco degli indagati dalla Procura di Napoli eppure, per Palazzi, «lo svolgimento di Lazio-Fiorentina e lo stesso risultato fanno desumere in modo inequivoco di essere stati condizionati dall'intervento di un arbitro amico», Rosetti, conclude Palazzi, dovrà essere quindi interrogato sui fatti. Quando? Forse dopo il processo, visto che i mondiali finiscono il 9 luglio e la sentenza della Caf è prevista un paio di giorni prima. Poi l'ormai nota "proposta da bandito" di Diego Della Valle a Lotito. Sul tema Lotito si è avvalso della facoltà di non rispondere dinanzi ai giudici di Napoli. Un'accortezza lungimirante visto che le versioni del "contatto" variano sulla relazione di Borrelli e su quella di Palazzi, difficile persino intendere se la conversazione sia avvenuta al telefono o de visu. Tra le ipotesi anche quella che non sia mai avvenuta. Comunque, in base alle intercettazioni, Lotito avrebbe ricevuto la proposta il 21 aprile; un mese prima di Lazio-Fiorentina, che si disputó il 22 maggio. C'erano ancora quattro gare da giocare. Come poteva sapere Della Valle che la Fiorentina avrebbe avuto bisogno di punti? E come poteva sapere che la Lazio non ne avrebbe avuto bisogno? Davanti a Borrelli, il presidente della Lazio ha spiegato la proposta: "Preciso che Della Valle voleva che io facessi l'accordo con la sua cordata per i diritti tv. Proposta che io ho ritenuto inaccettabile". E il Capo Ufficio Indagini giudica la risposta insoddisfacente, dicendo che l'elezione di Galliani a presidente della Lega era avvenuta il 22 marzo. Ma Lotito non ha mica parlato del voto. La chiosa spetta di diritto alle deduzioni fatte sulla telefonata intercettata, e riportata nella relazione di Borrelli, tra Mazzini e Mencucci dopo l'avvenuto sorteggio di Dondarini per Chievo-Fiorentina. «Bel lavoro... ho visto» dice il dirigente viola al vicepresidente Figc, gli accusatori la intendono come la prova dell'avvenuto maneggio delle griglie, la Fiorentina sarebbe quindi contenta di vedersi assegnato l'arbitro che in Samp-Fiorentina cacció dal campo due giocatori viola nei primi minuti, che fece dire a Zoff di avere "cattivi pensieri" e che fece prendere un'inibizione fino al 30 giugno all'allora direttore generale Fabrizio Lucchesi, entrato negli spogliatoi per insultare l'arbitro e uscitone bestemmiando solo dopo aver rotto un piatto contro il muro. Per fiorentini e toscani il senso dell'espressione non dovrebbe essere oscuro, la stessa frase sembra calzare a pennello commentando le decine e decine di pagine che costituiscono l'accusa nei confronti della Fiorentina. Bel lavoro, abbiamo visto!
Stefano Prizio
Deferimento Viola: analisi del mostro giuridico
26/06/2006
Il deferimento operato da Palazzi, nominato nel suo ruolo dal deferito Carraro, è un testo di rara rozzezza da cui emerge con chiarezza l'assoluta ignoranza degli eventi agonistici oggetto degli stessi deferimenti nonchè la recente storia del calcio italiano. Discorso a parte merita l'inciviltà giuridica che traspare dalle stesse pagine. La duplice corsa a cronometro fatta da Borrelli, per "completare le indagini", e dallo stesso Palazzi per depositare gli annunciati deferimenti è servita solo ad accecare di giustizialismo l'opinione pubblica – operazione a cui ha pensato bene di partecipare la neo ministra dello sport Melandri ... La fonte del deferimento è rappresentata dalle informative del Nucleo operativo di Roma dei Carabinieri (anche se manca quella del 21 gennaio 2006), nessun elemento aggiuntivo è stato aggiunto – escluso, forse, il sentito dire del giudice Ferri che "ha avuto notizia certa" (?) da Lotito dell'"offerta da bandito" avanzatagli da Diego Della Valle – frase che il presidente della Lazio riferisce alla questione dei diritti televisivi.
Dalle informative si capisce:
a) la volontà dell'Arma dei carabinieri, e dei magistrati di Napoli, di non intervenire per ristabilire la legalità , a fronte di serie violazioni della stessa che mettevano a rischio l'intero campionato 2004-2005. Il 7 novembre 2004 dovevano già intervenire (all'indomani dell'episodio Paparesta), dallo stesso mese di novembre dovevano intervenire anche per garantire che l'elezione del presidente di Lega avvenisse in un clima scevro di ricatti nei confronti delle società minori;
b) la costruzione di un teorema da parte dell'Arma che ne ha indirizzato le indagini, evitando d'indagare in altre direzioni. Ad esempio non si indaga sulle partite che "bisogna far perdere" alla Fiorentina, ne s'indaga sull'arbitro Nucini pur palesando che Fiorentina – Messina 1-1 fu segnata dall'avversione alla squadra viola. In virtù di questo teorema ("la cupola", il "sistema Moggi"), non si mette sotto indagine il vero "tesoro" del mondo del pallone: la spartizione dei diritti televisivi. Si rivolge incessante attenzione alle pressioni di Moggi su Baldas per le moviole a LA7 e nessuna attenzione sull" "indipendenza" di giudizio delle varie moviole Mediaset. Più in generale appare chiaro che l'interesse dei vari protagonisti (dirigenti federali ed arbitrali) era il mantenimento della propria posizione all'interno del sistema calcio dominato dal duopolio Milan-Juventus.
c) Non c'è nessuna seria analisi degli schieramenti in Lega, addirittura si equivoca la battaglia condotta da Della Valle in Lega che viene così spiegata: la creazione di "un altro polo di analoga rilevanza e peso economico" (?!).
Palazzi ripercorre pedissequamente le spiegazioni date dai carabinieri alle telefonate, elemento che non puó, per propria intrinseca natura, andare al di là del "cumulo indiziario". Il magistrato nominato da Carraro elude i riscontri oggettivi necessari, (per intendersi, la valigetta di Preziosi che ha portato il Genoa in C1) definendo le intercettazioni "una serie di elementi probatori consistenti".
A conferma di questo giochetto di prestigio è esemplare questo passaggio: ci sono [alle conversazioni telefoniche] riscontri logici e fattuali "attribuendo ad esse valenza probatoria piena". Riscontri logici e fattuali, intendendo per "fattuale" il "circostanziale", non le "prove". Un passo indietro, per comprendere meglio il profilo giuridico delle intercettazioni. L'art. 268 del codice di procedura penale dispone che le intercettazioni telefoniche devono essere trascritte in appositi verbali. I verbali vanno immediatamente trasmessi, insieme alle registrazioni, al pubblico ministero. Ci sono stati dei casi clamorosi, negli ultimi anni, di inchieste costruite sulla base delle intercettazioni e poi clamorosamente sgonfiatesi. Un caso poco noto, ma giuridicamente rilevante: nel maggio del 2001 sono arrestati 8 militanti del gruppo romano "Iniziativa comunista" con l'accusa di appartenere alle BR. Saranno assolti nel settembre 2004 perchè il fatto non sussiste. Le intercettazioni erano state malamente interpretate dai carabinieri. Questo è uno dei problemi dell'intera vicenda: le intercettazioni di questi mesi sono state sentite solo dai carabinieri che le hanno trascritte. Torniamo al tifoso partenopeo Palazzi. E' clamorosa la disinvoltura con cui le stesse intercettazioni vengono piegate a significati diversi. Assumono valore di assoluta verità perchè gli intercettati "sono ignari di essere oggetto delle intercettazioni". Hanno il significato contrario, come nel caso dell'incontro a pranzo di Della Valle con Bergamo, per evitare le "temute intercettazioni".
Schizofrenia giuridica? O che altro? Palazzi si spinge oltre, affermando che delle intercettazioni non puó essere contrastata la "chiave di lettura ermeneutica". Il termine ermeneutica ha questi significati: filologicamente, interpretazione di testi antichi, specialmente sacri, in ambito filosofico e linguistico teoria dell'interpretazione.
L'obiettivo di Palazzi è quello di escludere a prescindere ogni possibile, e plausibile, interpretazione alternativa.
Il contesto agonistico, già oggetto di un efficace articolo di Salvatore Napolitano sull'analisi delle partite "indiziate", è clamoroso. Si parte da un Bologna – Fiorentina in cui per i carabinieri, Borrelli, Palazzi è un pareggio che avvantaggia la Fiorentina nella classifica avulsa nei confronti di una diretta concorrente alla salvezza. Nessuno di questi investigatori si è preso la briga di controllare l'andamento del campionato. Al momento della partita il Bologna "non era una diretta concorrente alla salvezza" (ricordatevi gli striscioni esposti dai loro tifosi che ci prefiguravano un campionato di B con i relativi kilometraggi "da Catania a Trieste").
Si prosegue con la vittoria in casa del Chievo, a cui Dondarini (non indagato per il Sampdoria – Fiorentina che fece scandalo) non mise nessun sigillo, per arrivare ad una comica ricostruzione della partita con la Lazio. In mezzo c'è il pareggio interno con l'Atalanta dove il promesso aiuto veniva vanificato dalla squadra – eppure Rodomonti poteva concedere un rigore dubbio a favore dei viola, o, decretare il 3 a 0 a tavolino in applicazione del decreto Pisanu per il ritardo alla gara causato dal putiferio scatenato dai tifosi bergamaschi.
Comica ricostruzione, intanto perchè la Lazio non era salva come viene detto. Nel deferimento il pareggio (risultato preconizzato da Moggi in una telefonata) diventa una "prova" a carico della Fiorentina. Successivamente, nelle pagine che seguono, per spiegare un'altra conversazione telefonica si dice che lo stesso risultato era una "delusione" per chi "pilotava"! E l'arbitro Rosetti non è tra i deferiti... c'era il pilota automatico?
Proviamo a riepilogare la situazione della Fiorentina rispetto alla giustizia sportiva:
- la Fiorentina non ha mai contattato, ne direttamente ne indirettamente, arbitri, o guardalinee. La telefonata, ed il pranzo, con Bergamo ha ben poco valore:Bergamo stesso ha pubblicamente sostenuto di aver intrattenuto rapporti continui con le dirigenze di tutte le squadre di calcio (uno per tutti Facchetti).
- si imputa ai Della Valle di essersi messi nelle mane della cupola con "la richiesta di aiuto ... univocamente confermato da tutte le risultanze probatorie", poichè "le capacità sportive non avrebbe potuto scongiurarlo [la retrocessione n.d.r]" . Di conseguenze la cupola si è adoperata alla "difficilissima operazione di salvataggio della Fiorentina che poteva essere conseguita nell'ultima giornata solo mediante un risultato predeterminato nella gara Lecce- Parma". Anche in questo caso, ne Borrelli ne Palazzi si prendono la briga di capire con quali risultati di quel match la Fiorentina si sarebbe salvata. Per farla breve: con la vittoria del Lecce retrocessione del Parma, con il pari spareggio Bologna-Parma, con la vittoria del Parma spareggio Fiorentina – Bologna. Quindi, la cupola "nel momento storico in cui si voleva ottenere la salvezza di quella società " ha ottenuto il 3-3 di Lecce – Parma, che non ha nessuna particolare rilevanza per i viola. Non c'è dubbio veramente "un capolavoro"!
- il piegarsi alla cupola dei Della Valle è supportato dalle parole pronunciate dall'amministratore delegato Mencucci "patto d'onore", "farsi gli affari propri". Questo rappresenta, nel deferimento, una crescita di potere per la cupola in forza "dell'appoggio economicamente rilevante garantita dai Della Valle". Il fatto clamoroso e che non c'è traccia dei rapporti tra Della Valle e i componenti della cupola: non si menziona la vicenda delle comproprietà con la Juventus, che rappresenta l'opposto di quanto sostenuto da Palazzi, ne viene citato nessun altro elemento d'indagine successiva. Bastava ipotizzarlo il rapporto, evidentemente, nessun bisogno di indagare.
- Omissione di denuncia. Come si fa ad indagare su una cosa così complessa e a non rendersi conto dei numerosi atti d'accusa nel confronto del sistema calcio, lanciati dalla Fiorentina durante il campionato 2004-2005? Erano Carraro e i altri vertici federali a dover vigilare...
Leggendo il deferimento la conclusione non puó essere che una: la montagna, di atti giudiziari, ha partorito il topolino. Nessun problema? Tutt'altro. Questo processo è già stato condotto sui media, gli stessi che sostenevano la brillante capacità di Moggi, hanno tracciato le sentenze. Al coro si sono uniti politici e magistrati. Hanno bisogno di capri espiatori, del rituale del sacrificio perchè lo show business possa continuare con i medesimi principi. L'icona di tangentopoli Borrelli è stata presa apposta come "logo" dell'operazione. Il tutto in una triviale confusione di atti e termini, tanto da chiamare quest'inchiesta "calciopoli" (città del calcio) che non è esattamente quel significato da cronaca nera ricercato dai media quando hanno coniato questo neologismo.
La verità è che in questo una crepa aperta nel sistema calcio viene subito richiusa, dando la sensazione che tutto cambi per non cambiare nulla. Eppure, sarebbe così facile uscire da 20 anni di illeciti "strutturali" con interventi semplici e capaci di garantire un futuro al gioco del calcio...
Per questo il silenzio di chi aspetta che il vestitino sia interamente cucito addosso alla Fiorentina è un silenzio complice di chi è alla ricerca di capri espiatori: diamoci una smossa!
Levante