E' passata una settimana dall'incontro a Palazzo Chigi.
Il dipendente Prodi ha sicuramente avuto modo di leggere le proposte nate dalle Primarie dei Cittadini. Il nostro massimo dipendente infonde fiducia, sorride, annuisce, approva, medita, gorgoglia ed emette borbottii di condivisione. Di fronte a una catastrofe è sempre sereno. E noi, rassicurati, pensiamo ad altro.
Ma una settimana di miele è già finita e tanto rassicurato non sono più. Non che metta in discussione i fioretti di Prodi, peró...
Peró un numero di sottosegretari e ministri come noi non li ha neppure tutto il parlamento europeo.
Peró molti ministri non sanno di cosa parlano, ma parlano tutti i giorni.
Peró ricevere i vertici di Abertis e di Autostrade a Palazzo Chigi un giorno si e l'altro pure non si fa durante una trattativa in corso.
Peró l'amnistia.
Peró la legge sul conflitto di interessi di cui nessuno parla più, fatto strano in un governo di parolai.
Peró la riforma della legge elettorale che era urgente ed ora forse.
Peró il ritiro dall'Iraq che si poteva fare in una settimana e invece non si vuole offendere Bush.
Peró la riforma dell'assetto radiotelevisivo che andava fatta subito e forse non si farà più.
Caro dipendente Prodi, dopo una sola settimana che ci siamo visti non mi sembra il caso di avviare alcun tipo di sanzione disciplinare, ma sono, devo dirlo, un po' deluso.
Ma forse è un problema solo mio.
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No Beppe, è un problema di tutti gli italiani con QI superiore ad un vaso di gerani.