non ci vuole molto
n un momento di apparente stallo diplomatico, la Russia ha messo in campo una nuova mossa. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha presentato al Segretario di Stato americano, durante un colloquio riservato a margine del vertice Asean, una proposta inedita per la risoluzione del conflitto in Ucraina. “Una nuova idea”, come l’ha definita Lavrov stesso, discussa in via confidenziale con il rappresentante Usa e destinata ora ad arrivare al presidente Donald Trump. Nessun dettaglio ufficiale è stato diffuso, ma fonti diplomatiche riferiscono che la proposta conterrebbe un elemento “interessante” dal punto di vista strategico, tanto da indurre Washington a prendere tempo per esaminarla.
Lavrov a sorpresa: “Una nuova idea” per la guerra, ora tocca a Trump
Il tono usato dal Dipartimento di Stato per descrivere l’interazione tra i due diplomatici ha sorpreso diversi osservatori. “C’è una tendenza verso relazioni più positive”, ha dichiarato una fonte di alto livello a Mosca, sottolineando che gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di riaprire alcuni canali stabili di dialogo con il Cremlino. Il contesto è reso ancora più fluido dal ritorno di Trump alla Casa Bianca e dalla sua volontà, già più volte espressa, di porre fine rapidamente al conflitto con una “soluzione negoziale”. La nuova proposta russa potrebbe inserirsi proprio in questo scenario e offrire a Trump un’occasione per costruire la sua immagine di pacificatore globale.
In agenda anche l’incontro con Wang Yi
Il Segretario di Stato Usa si prepara a un’altra tappa diplomatica cruciale: il bilaterale con l’omologo cinese Wang Yi, sempre nell’ambito del vertice dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Asean). I colloqui tra Stati Uniti e Cina si concentreranno sulla gestione del dossier ucraino, ma anche sulle tensioni commerciali nel Pacifico e sulla situazione di Taiwan. Non è escluso che gli Stati Uniti possano sondare l’eventuale disponibilità di Pechino a sostenere un’iniziativa diplomatica multilaterale sul modello delle vecchie “conferenze di Ginevra”, con la presenza sia di Paesi occidentali che di attori non allineati.