io ho più o meno l'età che avevi tu quando ti sei iscritto ed il sesso devo ammettere che non è mai stato il motore della mia vita, casomai una cosa molto bella o un elemento culturalmente interessante. Non ne sono mai stato veramente schiavo, e all'interno del sesso secondo me l'orgasmo non è la cosa più bella, ma tutto il contorno. Ad esempio a me piace connettere sesso e sarcasmo (ed ironia) perché per me il sesso è una cosa presa con esagerata seriosità, manco fossimo in chiesa (quella stessa chiesa che lo rende un tabù). Cos'è davvero la trasgressione? Forse la trasgressione reale è affrontare quei tabù che rendono trasgressive cose banali come tirare fuori il cazzo in un luogo pubblico. Ma qua la faccenda si complica, e a deridere chi scrive col cazzo in mano si rischia di prendersi in faccia del "fuoco amico"...cicciuzzo ha scritto: ↑10/06/2025, 11:10Invecchiare porta saggezza ma anche pesantezza
Non ti crucciare per il forum. È già un miracolo che esista. Mi sono iscritto che ero attorno ai 40 ed il sesso era un motore della mia vita. Oggi lo è ma molto meno. Decisamente meno. Su Facebook mica scrivo (più) di politica, per diverse ragioni. Qui alla fine leggi le cazzate altrui e a tua volta ne aggiungi altre. La maggior parte dei forumisti comunque non sono cattivi, a parte un paio che sono stronzi e disonesti. Ecco, magari mai mi sognerei di andare a bere con loro in un pub. Ma devo dire che non vado in un pub con nessuno e manco ne ho intenzione
racconti erotici: fantasia e realtà
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
Pane, bestemmie e fantasia
Sulla lapide di Natasha, un vandalo aveva scritto un epitaffio beffardo:"A Natascia piasce la piscia". Era vero. Natasha era un grande estimatrice della pratica del pissing, pratica che, come disse Natasha in punto di morte, le aveva allungato la vita. Natasha era stata una zoccola di tutto rispetto: aveva fatto godere tutti gli uomini e le donne del proprio quartiere, e solo in seguito si era dedicata agli orgasmi degli stranieri. Aveva un forte senso di appartenenza e avrebbe ritenuto ingiusto concedersi all'esterno prima di essersi concessa a tutte le persone del proprio quartiere.
Natasha, come molte protagoniste dei miei racconti, era prevalentemente lesbica ma in realtà non disdegnava neanche il cazzo, specialmente poi quando sapeva ancora di figa.
Su Natasha potremmo dire molte cose, ne diremmo invece poche per ragioni di brevità, il pubblico medio di Superzeta è impaziente e con una capacità di concentrazione che non può essere sollecitata con letture troppo lunghe. Quindi andiamo al sodo e parliamo di un solo aneddoto, ma pregno di significato.
Un giorno, Natasha entrò nella casa di Mafalda, una vecchia bisbetica. Mafalda aveva superato i 90 anni e quel che offriva in bruttezza almeno lo compensava in porcaggine e cattiveria. Quando seppe che Natasha era molto religiosa pretese che bestemmiasse in modo creativo.
Per volere di Mafalda, Natasha produsse bestemmie molto articolate, nelle quali apparivano Dio, la Madonna e Gesù Cristo, e tutti i santi del calendario. In breve tempo, bestemmie divennero così articolate da diventare veri e propri racconti. Questo stesso racconto, infatti, è stato scritto da Natasha; e in effetti, lei in realtà era la Madonna, Mafalda era sua madre e gli abitanti del quartiere erano Gesù Cristo e i suoi apostoli.
Sulla lapide di Natasha, un vandalo aveva scritto un epitaffio beffardo:"A Natascia piasce la piscia". Era vero. Natasha era un grande estimatrice della pratica del pissing, pratica che, come disse Natasha in punto di morte, le aveva allungato la vita. Natasha era stata una zoccola di tutto rispetto: aveva fatto godere tutti gli uomini e le donne del proprio quartiere, e solo in seguito si era dedicata agli orgasmi degli stranieri. Aveva un forte senso di appartenenza e avrebbe ritenuto ingiusto concedersi all'esterno prima di essersi concessa a tutte le persone del proprio quartiere.
Natasha, come molte protagoniste dei miei racconti, era prevalentemente lesbica ma in realtà non disdegnava neanche il cazzo, specialmente poi quando sapeva ancora di figa.
Su Natasha potremmo dire molte cose, ne diremmo invece poche per ragioni di brevità, il pubblico medio di Superzeta è impaziente e con una capacità di concentrazione che non può essere sollecitata con letture troppo lunghe. Quindi andiamo al sodo e parliamo di un solo aneddoto, ma pregno di significato.
Un giorno, Natasha entrò nella casa di Mafalda, una vecchia bisbetica. Mafalda aveva superato i 90 anni e quel che offriva in bruttezza almeno lo compensava in porcaggine e cattiveria. Quando seppe che Natasha era molto religiosa pretese che bestemmiasse in modo creativo.
Per volere di Mafalda, Natasha produsse bestemmie molto articolate, nelle quali apparivano Dio, la Madonna e Gesù Cristo, e tutti i santi del calendario. In breve tempo, bestemmie divennero così articolate da diventare veri e propri racconti. Questo stesso racconto, infatti, è stato scritto da Natasha; e in effetti, lei in realtà era la Madonna, Mafalda era sua madre e gli abitanti del quartiere erano Gesù Cristo e i suoi apostoli.
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
motore a scoppio, elettrico o ibrido? Sono in (eco)ansia.
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
Ime "appassionati di BDSM = grandissimi segaioli". Se poi fissati pure col vestiario in latex peggio mi sento.Gargarozzo ha scritto: ↑10/06/2025, 11:00Le cose interessanti ultimamente le leggo nei gruppi estremi, di BDSM soprattutto. Una galassia che ho sempre trovato respingente perché poco interessante e un po' patetica.
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
ma sicuramente c'è del vero in quello che dici, ma è una galassia molto vasta. Francamente, trovo che le donne (almeno, quelle che leggo) sono molto più ironiche e distaccate, e più interessanti. Dal mio punto di vista, maschi super alfa sono i più ridicoli, gli piscerei io in testa a quei dementi. Gli schiavi invece generalmente hanno il candore nell'animo, anche se sono insistenti e sporchi di merda.hermafroditos ha scritto: ↑10/06/2025, 19:06Ime "appassionati di BDSM = grandissimi segaioli". Se poi fissati pure col vestiario in latex peggio mi sento.Gargarozzo ha scritto: ↑10/06/2025, 11:00Le cose interessanti ultimamente le leggo nei gruppi estremi, di BDSM soprattutto. Una galassia che ho sempre trovato respingente perché poco interessante e un po' patetica.
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
Brutto da dire
Così iniziava l'enciclica del nuovo papa:
"Brutto da dire, ma buongiorno. Brutto da dire, ma sono il nuovo papa. Pace e bene, per quanto sia brutto da dire.
Brutto da dire, ma non sono bello. Sono brutto (da dire). Ma piaccio.
Brutto da dire, ma sono pedofilo. Come voi.
Brutto da dire, ma ieri ho limonato con un cane che oltretutto era mio parente. Avrei voluto che fosse lui, il cane, a parlare al mio posto. Ma è troppo brutto da dire, e per fortuna, almeno lui non può farlo.
Brutto da dire, ma il forum superzeta è pieno di rincoglioniti. Brutto da dire, ma li saluto. Mi vergogno di farlo, ma lo faccio lo stesso.
Brutto da dire, ma sotto alla tonaca papale, bianca, ho i calzini neri. Brutto da dire, ma ho le mutande sporche, e la fumata bianca l'ho fatta io scoreggiando borotalco.
Brutto da dire, ma sono un porco, e mi sono insediato come papa per diventare il più grande porco di tutti.
Brutto da dire, ma rivendico il diritto di scoparmi tutti gli esseri senzienti di casa vostra.
Brutto da dire, ma ho anche dei difetti. Mi scaccolo con gli spigoli del soglio pontificio, ci sfrego la cappella, sborro che è un piacere.
Brutto da dire, ma il mio obiettivo politico e farvi pippare tutti mentre infilate un dito nel culo al vostro parente più stretto (ma il buco del culo può anche essere largo).
Brutto da dire, ma scelgo gli amici in base alle loro mogli o fidanzate. Brutto da dire, ma ci provo con loro senza alcuna vergogna. Brutto da dire, ma io stupro la chiesa cattolica e la faccio inculare da tutti i miei amici.
Brutto da dire, ma io sono il mostro di Firenze.
Brutto da dire, ma sono juventino.
Brutto da dire, ma sono vostro padre.
Brutto da dire, ma mi restano 10 secondi di vita..."
Passati 10 secondi, il papa esplose.
Per festeggiare, sotto a San Pietro partì un'orgia con cui venne deciso il nuovo papa, che appena insediato ci vendette tutti alla redazione di Libero e ci fece scrivere questo breve resoconto.
Così iniziava l'enciclica del nuovo papa:
"Brutto da dire, ma buongiorno. Brutto da dire, ma sono il nuovo papa. Pace e bene, per quanto sia brutto da dire.
Brutto da dire, ma non sono bello. Sono brutto (da dire). Ma piaccio.
Brutto da dire, ma sono pedofilo. Come voi.
Brutto da dire, ma ieri ho limonato con un cane che oltretutto era mio parente. Avrei voluto che fosse lui, il cane, a parlare al mio posto. Ma è troppo brutto da dire, e per fortuna, almeno lui non può farlo.
Brutto da dire, ma il forum superzeta è pieno di rincoglioniti. Brutto da dire, ma li saluto. Mi vergogno di farlo, ma lo faccio lo stesso.
Brutto da dire, ma sotto alla tonaca papale, bianca, ho i calzini neri. Brutto da dire, ma ho le mutande sporche, e la fumata bianca l'ho fatta io scoreggiando borotalco.
Brutto da dire, ma sono un porco, e mi sono insediato come papa per diventare il più grande porco di tutti.
Brutto da dire, ma rivendico il diritto di scoparmi tutti gli esseri senzienti di casa vostra.
Brutto da dire, ma ho anche dei difetti. Mi scaccolo con gli spigoli del soglio pontificio, ci sfrego la cappella, sborro che è un piacere.
Brutto da dire, ma il mio obiettivo politico e farvi pippare tutti mentre infilate un dito nel culo al vostro parente più stretto (ma il buco del culo può anche essere largo).
Brutto da dire, ma scelgo gli amici in base alle loro mogli o fidanzate. Brutto da dire, ma ci provo con loro senza alcuna vergogna. Brutto da dire, ma io stupro la chiesa cattolica e la faccio inculare da tutti i miei amici.
Brutto da dire, ma io sono il mostro di Firenze.
Brutto da dire, ma sono juventino.
Brutto da dire, ma sono vostro padre.
Brutto da dire, ma mi restano 10 secondi di vita..."
Passati 10 secondi, il papa esplose.
Per festeggiare, sotto a San Pietro partì un'orgia con cui venne deciso il nuovo papa, che appena insediato ci vendette tutti alla redazione di Libero e ci fece scrivere questo breve resoconto.
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
La coniugazione del verbo "Stuprare"
L'insegnante di grammatica italiana arrivò a scuola senza mutande, erano tutti maggiorenni e quindi chiese loro di coniugare il verbo "stuprare":
Iniziò la vecchia nonna Alfreda:
"Sono pronta, professoressa Calcomandi, da cosa inizio?"
"Dal presente indicativo. Forza, vecchia troia!"
"Va bene, professoressa: io stupro, tu stupri, lui stupra..."
"EGLI!!! NON LUI, STA STUPRANDO L'ITALIANO CAZZO"
"Mi scusi. Egli stupra, Noi stupriamo, Voi stuprate, Loro..."
"ESSI, PORCO DEMONIO!"
"Sì, porti pazienza, ho 85 anni"
"85 anni passati a fare le seghe negli scantinati! Finisca e poi vada a fare in culo"
"Subito, professoressa. Dicevamo: Voi stuprate, Essi stuprano!"
"BRAVA!!!", partì l'applauso dei compagni.
"Stupriamola!", ordinò la professoressa agli altri studenti.
L'insegnante di grammatica italiana arrivò a scuola senza mutande, erano tutti maggiorenni e quindi chiese loro di coniugare il verbo "stuprare":
Iniziò la vecchia nonna Alfreda:
"Sono pronta, professoressa Calcomandi, da cosa inizio?"
"Dal presente indicativo. Forza, vecchia troia!"
"Va bene, professoressa: io stupro, tu stupri, lui stupra..."
"EGLI!!! NON LUI, STA STUPRANDO L'ITALIANO CAZZO"
"Mi scusi. Egli stupra, Noi stupriamo, Voi stuprate, Loro..."
"ESSI, PORCO DEMONIO!"
"Sì, porti pazienza, ho 85 anni"
"85 anni passati a fare le seghe negli scantinati! Finisca e poi vada a fare in culo"
"Subito, professoressa. Dicevamo: Voi stuprate, Essi stuprano!"
"BRAVA!!!", partì l'applauso dei compagni.
"Stupriamola!", ordinò la professoressa agli altri studenti.
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
Faccia da Aborto
Faccia da Aborto era una brava bambina, ed un giorno andò a trovare la sua anziana nonnina.
Lungo la stradina trovò una lumachina, ma questa era una lumachina magica: non appena se la posò nella fighettina, Faccia da Aborto divenne una superfiga di 25 anni e quindi da adesso in poi possiamo parlare di lei in modo porcello senza scandalizzare i perbenistini di questo forumino.
Faccia da Aborto era una brava ragazza, le piaceva sia la fregna che la mazza. Quando arrivò dalla sua nonnina, le portò un cestino pieno di gratta e vinci. La nonnina aveva la scabbia e usò i gratta e vinci per grattarsi. Faccia da Aborto andò della cantina della casettina della nonnina, trovò il pupazzetto Zelenskij e se lo posò sulla figa a fare compagnia alla lumachina magica. La lumachina iniziò a secernere bave come la lingua di un vecchio che tifa Atalanta. Alla giovane Faccia da Aborto quella delicata bavettina fece bagnare la bernarda, e per accrescere il proprio piacere iniziò a sfregarsi con forza il pupazzetto Zelenskij sul proprio varco inguinale.
"Babbo Natale, voglio un cazzo!", gridò, ma era ancora estate, e non poteva aspettare 5 mesi per trovare il cazzo tanto desiderato sotto all'albero di Natale.
La lumachina magica morì e questo le provocò l'orgasmo.
"Sborro, sborrooooo" gridò Faccia da Aborto, inondando il suo pupazzetto preferito. La nonnina aveva ascoltato e visto tutto, ed era fiera della propria nipote: una donna che dice "sborro" quando viene è una donna dal sicuro avvenire.
Faccia da Aborto era una brava bambina, ed un giorno andò a trovare la sua anziana nonnina.
Lungo la stradina trovò una lumachina, ma questa era una lumachina magica: non appena se la posò nella fighettina, Faccia da Aborto divenne una superfiga di 25 anni e quindi da adesso in poi possiamo parlare di lei in modo porcello senza scandalizzare i perbenistini di questo forumino.
Faccia da Aborto era una brava ragazza, le piaceva sia la fregna che la mazza. Quando arrivò dalla sua nonnina, le portò un cestino pieno di gratta e vinci. La nonnina aveva la scabbia e usò i gratta e vinci per grattarsi. Faccia da Aborto andò della cantina della casettina della nonnina, trovò il pupazzetto Zelenskij e se lo posò sulla figa a fare compagnia alla lumachina magica. La lumachina iniziò a secernere bave come la lingua di un vecchio che tifa Atalanta. Alla giovane Faccia da Aborto quella delicata bavettina fece bagnare la bernarda, e per accrescere il proprio piacere iniziò a sfregarsi con forza il pupazzetto Zelenskij sul proprio varco inguinale.
"Babbo Natale, voglio un cazzo!", gridò, ma era ancora estate, e non poteva aspettare 5 mesi per trovare il cazzo tanto desiderato sotto all'albero di Natale.
La lumachina magica morì e questo le provocò l'orgasmo.
"Sborro, sborrooooo" gridò Faccia da Aborto, inondando il suo pupazzetto preferito. La nonnina aveva ascoltato e visto tutto, ed era fiera della propria nipote: una donna che dice "sborro" quando viene è una donna dal sicuro avvenire.
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
Chissà se Consuelo ha il pelo
Jacob e Michael, coppia di omosessuali etiopico-irlandesi, facevano spesso da supporto psicologico a Jean Claude, belloccio italiano di madre francese, con la speranza di convertirlo ai piaceri del cazzo.
Ma lui era ingenuo ed egocentrico e parlava solo dei suoi amori adolescenziali.
"Chissà se Consuelo ha il pelo...", chiedeva al sole, al vento, alle nubi del cielo.
Rispondeva Jacob:"probabilmente no, le ragazzine di oggi sono stereotipate, ma non è colpa loro se non hanno il cazzo"
Controbatteva Michael, più finemente:"magari la striscetta, e qualche lieve ma fastidiosa malattia venerea."
Consuelo in effetti non aveva il pelo, e Jean Claude aveva un neo sul cazzo. Stufo di aspettare Consuelo, andò da Mirella, una bellissima e gentile bagascia di 40 anni. Jean Claude era un coglione ma era proprio bello, e Mirella piaceva quella carne fresca, al punto di essere gelosa della figlia 18enne che li spiava da dietro la porta. Per contrastare le attenzioni della figlia Jessica, iniziò a fare cose sempre più porche, ma Jean Claude pur essendo un coglione (un bel coglione) era però romantico, e alle porcate avrebbe preferito un gesto d'affetto.
Rinunciando al proprio orgoglio, Mirella lo capì e concesse l'accesso al proprio letto anche alla figlia Jessica, che appena vide il cazzo di Jean Claude esclamò:"adoro i nei sul cazzo!"
Jacob e Michael, coppia di omosessuali etiopico-irlandesi, facevano spesso da supporto psicologico a Jean Claude, belloccio italiano di madre francese, con la speranza di convertirlo ai piaceri del cazzo.
Ma lui era ingenuo ed egocentrico e parlava solo dei suoi amori adolescenziali.
"Chissà se Consuelo ha il pelo...", chiedeva al sole, al vento, alle nubi del cielo.
Rispondeva Jacob:"probabilmente no, le ragazzine di oggi sono stereotipate, ma non è colpa loro se non hanno il cazzo"
Controbatteva Michael, più finemente:"magari la striscetta, e qualche lieve ma fastidiosa malattia venerea."
Consuelo in effetti non aveva il pelo, e Jean Claude aveva un neo sul cazzo. Stufo di aspettare Consuelo, andò da Mirella, una bellissima e gentile bagascia di 40 anni. Jean Claude era un coglione ma era proprio bello, e Mirella piaceva quella carne fresca, al punto di essere gelosa della figlia 18enne che li spiava da dietro la porta. Per contrastare le attenzioni della figlia Jessica, iniziò a fare cose sempre più porche, ma Jean Claude pur essendo un coglione (un bel coglione) era però romantico, e alle porcate avrebbe preferito un gesto d'affetto.
Rinunciando al proprio orgoglio, Mirella lo capì e concesse l'accesso al proprio letto anche alla figlia Jessica, che appena vide il cazzo di Jean Claude esclamò:"adoro i nei sul cazzo!"
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
Lil1ana Segre è una puttana?
Questa domanda appariva all'entrata di un bordello, ed attirava bigotti e poliziotti. Si tentò inutilmente di farla togliere, ma era una domanda e non un'affermazione, quindi venne ritenuto non diffamatoria.
Lil1ana stessa, un giorno entrò dentro a quel bordello per protestare, poi restò là dentro a lungo, non ci è dato sapere a fare cosa.
In quel bordello, quando non si aveva tempo per collegarsi da remoto e a scrivere post su superzeta, si facevano cose meno interessanti come pippare e fare orge di gruppo. Era l'unico bordello non a pagamento di cui io sappia, perché un magnate filantropo decise di offrire trasgressione, sesso facile e bamba a tutta l'umanità, per essere ricordato con affetto.
Con l'affermarsi di un governo poco affidabile, il magnate e padrone del bordello decise che quella domanda che dà il titolo al racconto poteva essere un problema, ma anziché cancellare la domanda aggiunse la risposta: NO.
Lil1ana morì in pace ma i suoi parenti continuarono a frequentare il bordello per varie ragioni. Le loro frequentazioni fecero scalpore ma i giornalisti non sapevano cosa scrivere pur di scrivere qualcosa di politicamente conveniente. Timidamente, qualcuno di loro fece capolino dentro al bordello. Una giornalista di estremo centro che tifava Inter ed era vegana per 6 mesi all'anno entrò vestita da sciampista e nel giro di 5 minuti era già seduta sul divano con in bocca un cazzo, mentre nelle mani ne teneva altri come se fossero mazzi di asparagi.
Quel bordello, venne detto da alcuni invidiosi, faceva sparire l'umanità, faceva regredire allo stato animale. Venne tirata dentro l'AI, che non ha corpo, per ripristinare il rancore per il corpo che era stato ferocemente inculcato per secoli dalla chiesa cattolica e quella protestante. L'AI agisce solo sul mentale, per ora, e quindi dovette umilmente ammettere la propria inadeguatezza.
Dopo 10 anni dalla morte di Lil1ana, per una sua precisa volontà espressa nel testamento, vennero elargite enormi somme a vantaggio del bordello. Il magnate, ormai 90enne, ne spese un po' per sè com'è giusto che sia e un po' per replicare capillarmente quell'idea innovativa di bordello. Alcuni politici di una nota parte politica gli proposero di allargare il discorso "ai giovani", ma il magnate si rifiutò fermamente. "Quelle cose, fatele in Danimarca, bastardi", replicò senza peli sulla lingua, tranne quelli vaginali perché amava la fregna folta.
Pochi anni dopo, la zombificazione sessuale e sociale della società era stata in parte combattuta con questa nuova società parallela basata sul sesso mercenario gratuito. La droga era una scelta più per scandalizzare che per produrre drogati, come se non fossero già tutti drogati di qualcosa. Ma si presentò un altro tipo di zombificazione, quella concreta, testimoniata profeticamente dai film di Romero (non l'ex presidente del Toro). Tra gli zombi che si risvegliarono, ovviamente, c'era anche la Segre.
Purtroppo, ci furono reazioni non sempre pacifiche verso questi zombi e verso la morte risvegliata che essi portarono. Bisogna però ammettere che erano pur sempre in putrefazione e quello sì che era disturbante. La puzza di carne morta non è certo un buon biglietto da visita. Ma tra loro, la Segre, tra i pochi zombi con un po' di coscienza residua, chiese pietà per i suoi fratelli e le sue sorelle. Memori delle sue buone azioni, gli eredi del buon magnate di bordelli la ospitarono e promossero un'opera di tolleranza ma anche di cura per gli zombi. Nel giro di pochi anni, essi poterono accedere a cure che ripristinassero la freschezza delle carni e che potessero curare i danni cognitivi. Nel breve, erano indistinguibili dai cosiddetti normali, dei quali un buon 50% era comunque irrimediabilmente rincoglionito dall'abuso di supporti tecnologici, dalla ludopatia e dalla frequentazione dei topic politici del forum superzeta. Anche in questo, Lil1ana si dimostrò una gran donna zombi: eresse sanatori per curare la demenza e favorì il ripristino dei tempi babilonesi alla dea-puttana Ishtar, precedente alle tradizioni monoteiste. Questo, per dire che essere puttane NON è affatto un insulto, ma un'opera sociale e per alcune tradizioni millenarie che andrebbero recuperate, forse addirittura un ruolo sacro.
Quindi, per tornare alla domanda iniziale: Lil1ana Segre è una puttana? Risposta: forse! Non so...
Questa domanda appariva all'entrata di un bordello, ed attirava bigotti e poliziotti. Si tentò inutilmente di farla togliere, ma era una domanda e non un'affermazione, quindi venne ritenuto non diffamatoria.
Lil1ana stessa, un giorno entrò dentro a quel bordello per protestare, poi restò là dentro a lungo, non ci è dato sapere a fare cosa.
In quel bordello, quando non si aveva tempo per collegarsi da remoto e a scrivere post su superzeta, si facevano cose meno interessanti come pippare e fare orge di gruppo. Era l'unico bordello non a pagamento di cui io sappia, perché un magnate filantropo decise di offrire trasgressione, sesso facile e bamba a tutta l'umanità, per essere ricordato con affetto.
Con l'affermarsi di un governo poco affidabile, il magnate e padrone del bordello decise che quella domanda che dà il titolo al racconto poteva essere un problema, ma anziché cancellare la domanda aggiunse la risposta: NO.
Lil1ana morì in pace ma i suoi parenti continuarono a frequentare il bordello per varie ragioni. Le loro frequentazioni fecero scalpore ma i giornalisti non sapevano cosa scrivere pur di scrivere qualcosa di politicamente conveniente. Timidamente, qualcuno di loro fece capolino dentro al bordello. Una giornalista di estremo centro che tifava Inter ed era vegana per 6 mesi all'anno entrò vestita da sciampista e nel giro di 5 minuti era già seduta sul divano con in bocca un cazzo, mentre nelle mani ne teneva altri come se fossero mazzi di asparagi.
Quel bordello, venne detto da alcuni invidiosi, faceva sparire l'umanità, faceva regredire allo stato animale. Venne tirata dentro l'AI, che non ha corpo, per ripristinare il rancore per il corpo che era stato ferocemente inculcato per secoli dalla chiesa cattolica e quella protestante. L'AI agisce solo sul mentale, per ora, e quindi dovette umilmente ammettere la propria inadeguatezza.
Dopo 10 anni dalla morte di Lil1ana, per una sua precisa volontà espressa nel testamento, vennero elargite enormi somme a vantaggio del bordello. Il magnate, ormai 90enne, ne spese un po' per sè com'è giusto che sia e un po' per replicare capillarmente quell'idea innovativa di bordello. Alcuni politici di una nota parte politica gli proposero di allargare il discorso "ai giovani", ma il magnate si rifiutò fermamente. "Quelle cose, fatele in Danimarca, bastardi", replicò senza peli sulla lingua, tranne quelli vaginali perché amava la fregna folta.
Pochi anni dopo, la zombificazione sessuale e sociale della società era stata in parte combattuta con questa nuova società parallela basata sul sesso mercenario gratuito. La droga era una scelta più per scandalizzare che per produrre drogati, come se non fossero già tutti drogati di qualcosa. Ma si presentò un altro tipo di zombificazione, quella concreta, testimoniata profeticamente dai film di Romero (non l'ex presidente del Toro). Tra gli zombi che si risvegliarono, ovviamente, c'era anche la Segre.
Purtroppo, ci furono reazioni non sempre pacifiche verso questi zombi e verso la morte risvegliata che essi portarono. Bisogna però ammettere che erano pur sempre in putrefazione e quello sì che era disturbante. La puzza di carne morta non è certo un buon biglietto da visita. Ma tra loro, la Segre, tra i pochi zombi con un po' di coscienza residua, chiese pietà per i suoi fratelli e le sue sorelle. Memori delle sue buone azioni, gli eredi del buon magnate di bordelli la ospitarono e promossero un'opera di tolleranza ma anche di cura per gli zombi. Nel giro di pochi anni, essi poterono accedere a cure che ripristinassero la freschezza delle carni e che potessero curare i danni cognitivi. Nel breve, erano indistinguibili dai cosiddetti normali, dei quali un buon 50% era comunque irrimediabilmente rincoglionito dall'abuso di supporti tecnologici, dalla ludopatia e dalla frequentazione dei topic politici del forum superzeta. Anche in questo, Lil1ana si dimostrò una gran donna zombi: eresse sanatori per curare la demenza e favorì il ripristino dei tempi babilonesi alla dea-puttana Ishtar, precedente alle tradizioni monoteiste. Questo, per dire che essere puttane NON è affatto un insulto, ma un'opera sociale e per alcune tradizioni millenarie che andrebbero recuperate, forse addirittura un ruolo sacro.
Quindi, per tornare alla domanda iniziale: Lil1ana Segre è una puttana? Risposta: forse! Non so...
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
Il prossimo racconto (ora devo andare a pisciare il cane, non ho tempo!), si intitolerà:
Il segreto delle due sorelle
Quale sarà il segreto delle due sorelle? Quale attinenza erotica avrà? In che modo Gargarozzo rovinerà le aspettative? Qualche coglione leggerà? Qualche disperato commenterà? Domani il mistero verrà svelato!
Alla modica cifra di zero euro, ci scusiamo per questo, domani potrete leggere le vaccate che purtroppo non raggiungono le sublimi vette dei topic di politica e di scienza applicata
Nel frattempo, avete il permesso dell'autore di andarvelo a prendere nel culo
Il segreto delle due sorelle
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
Io sono curioso, daiGargarozzo ha scritto: ↑17/06/2025, 14:03Il prossimo racconto (ora devo andare a pisciare il cane, non ho tempo!), si intitolerà:
Il segreto delle due sorelle
Quale sarà il segreto delle due sorelle? Quale attinenza erotica avrà? In che modo Gargarozzo rovinerà le aspettative? Qualche coglione leggerà? Qualche disperato commenterà? Domani il mistero verrà svelato!
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E attendo ancora quello su Putin e Zelensky
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
Il segreto delle due sorelle
Il segreto delle due sorelle (nate Immaganza) era che andavano a letto e che si leccavano la figa, generalmente nella posizione del 69.
Come spesso accade, i segreti hanno una struttura labirintica e contraddittoria. Infatti, il piccolo paesino in cui le due incestuose vivevano era un paese dove la depravazione e il retro pensiero la facevano da padrone, e insinuare porcate sulla vita degli altri era una regola: era un modo per scherzare e per far sentire accettate le persone.
Quindi, a loro stesse veniva insinuato detto mille volte che erano incestuose: vivevano sole... Ma era, appunto, una diceria canzonatoria che valeva quella per cui alla signora Scalvenzi veniva imputato di fare i pompini ai cani e di ingoiarne avidamente tutta la copiosa sborra animalesca mentre gli accarezza i coglioni, al figlio down e focomelico della signora Bibotulli veniva detto di stuprare i preti con un sistema di leve e carrucole, alla vedova greca Piergiannis veniva affibbiato invece il nomignolo affettuoso di "lecca il culo ai morti", al barbone del paese (il nobile decaduto De Pampiliis) veniva scherzosamente detto che brutalizzava il culo delle ragazzine per poi venderne a caro prezzo la verginità risparmiata.
Beh, il segreto delle due sorelle Immaganza era che la diceria era vera, e la diceria era il lucchetto al loro segreto. Le dicerie erano talmente diffuse su tutti che nessuno immaginava che qualcuna di esse potesse avere un fondo di verità. Nel loro caso, la verità superava l'immaginazione. Erano le classiche depravate da film porno, si infilavano utensili di ogni sorta negli acquitrini brodosi che avevano al posto della fregna, gallerie paludose dove transitavano i falli posticci di ogni dimensione e consistenza. Il segreto delle sorelle Immaganza era coperto dall'ignoranza, e dunque continuarono a leccarsi le fighe condendole con ogni tipo di marmellata, di miele, di nutella, di salsa, di liquido. A volte si dice:"ne è passata di acqua sotto ai ponti!", per loro si può dire:"ne son passate di salse, in quelle fighe!", ma non ci passò mai la sborra. La loro psicosi, che non sfociò mai in amore vero e proprio, era consumarsi negli anni in atti lesbici estenuanti ed estremi.
Un giorno il segreto venne scoperto, perché il prete del paese, stufo delle balle che venivano dette da tutti e su tutti (e che contribuiva da sempre a rafforzare), iniziò a fare il guardone per ristabilire un po' di verità in quel cazzo di paesello.
Don Martuffolo, questo il suo nome, scoprì il loro segreto nascondendosi sotto al letto, e fu scoperto. Le due tribadi non sapevano come continuare i propri giochi e come gestire la situazione. Decisero che dopotutto, la soluzione più logica sarebbe stata quella di ammazzarlo, ma prima vollero provare il frutto proibito dell'eterosessualità non incestuosa.
Il sacerdote - di evidendi tendenze omosessuali - fu stuprato avidamente dalle due sorelle, che dopo averlo legato al letto matrimoniale iniziarono un pompino a due lingue con due dita nel culo, dopo la sua prima sborrata gli presero in bocca le palle mentre l'altra sorella gli pisciò in faccia, arrivando quasi ad affogarlo. Dopo averlo fatto eiaculare qualche volta, gli asciugarono le lacrime e una delle due iniziò a limonare con lui mentre l'altra gli strappò i coglioni con un falcetto per l'orto. Don Martuffolo gridò in preda al dolore, la seconda sorella gli strappò la gola con un morso, poi gli piantarono un paletto di frassino nel cuore, temendo che fosse un vampiro. Dopo aver tagliato a pezzi il suo cadavere, divisero le parti del suo corpo in apposite scatolette e le inserirono nel surgelatore, per poterne mangiare le carni anziane ma gustose. Prima di mangiarne i pezzi, recitavano sempre e con devozione il padrenostro.
In un paesino come San Lungagnolo, la sparizione di don Martuffolo non fu un evento che passò inosservatolo. I carabinieri di altri paesi indagarono a lungo, ma poi si stufarono perché non erano abituati a ricevere dicerie. Pochi anni dopo, le sorelle Immaganza arrivarono decime a Sanremo.
Il segreto delle due sorelle (nate Immaganza) era che andavano a letto e che si leccavano la figa, generalmente nella posizione del 69.
Come spesso accade, i segreti hanno una struttura labirintica e contraddittoria. Infatti, il piccolo paesino in cui le due incestuose vivevano era un paese dove la depravazione e il retro pensiero la facevano da padrone, e insinuare porcate sulla vita degli altri era una regola: era un modo per scherzare e per far sentire accettate le persone.
Quindi, a loro stesse veniva insinuato detto mille volte che erano incestuose: vivevano sole... Ma era, appunto, una diceria canzonatoria che valeva quella per cui alla signora Scalvenzi veniva imputato di fare i pompini ai cani e di ingoiarne avidamente tutta la copiosa sborra animalesca mentre gli accarezza i coglioni, al figlio down e focomelico della signora Bibotulli veniva detto di stuprare i preti con un sistema di leve e carrucole, alla vedova greca Piergiannis veniva affibbiato invece il nomignolo affettuoso di "lecca il culo ai morti", al barbone del paese (il nobile decaduto De Pampiliis) veniva scherzosamente detto che brutalizzava il culo delle ragazzine per poi venderne a caro prezzo la verginità risparmiata.
Beh, il segreto delle due sorelle Immaganza era che la diceria era vera, e la diceria era il lucchetto al loro segreto. Le dicerie erano talmente diffuse su tutti che nessuno immaginava che qualcuna di esse potesse avere un fondo di verità. Nel loro caso, la verità superava l'immaginazione. Erano le classiche depravate da film porno, si infilavano utensili di ogni sorta negli acquitrini brodosi che avevano al posto della fregna, gallerie paludose dove transitavano i falli posticci di ogni dimensione e consistenza. Il segreto delle sorelle Immaganza era coperto dall'ignoranza, e dunque continuarono a leccarsi le fighe condendole con ogni tipo di marmellata, di miele, di nutella, di salsa, di liquido. A volte si dice:"ne è passata di acqua sotto ai ponti!", per loro si può dire:"ne son passate di salse, in quelle fighe!", ma non ci passò mai la sborra. La loro psicosi, che non sfociò mai in amore vero e proprio, era consumarsi negli anni in atti lesbici estenuanti ed estremi.
Un giorno il segreto venne scoperto, perché il prete del paese, stufo delle balle che venivano dette da tutti e su tutti (e che contribuiva da sempre a rafforzare), iniziò a fare il guardone per ristabilire un po' di verità in quel cazzo di paesello.
Don Martuffolo, questo il suo nome, scoprì il loro segreto nascondendosi sotto al letto, e fu scoperto. Le due tribadi non sapevano come continuare i propri giochi e come gestire la situazione. Decisero che dopotutto, la soluzione più logica sarebbe stata quella di ammazzarlo, ma prima vollero provare il frutto proibito dell'eterosessualità non incestuosa.
Il sacerdote - di evidendi tendenze omosessuali - fu stuprato avidamente dalle due sorelle, che dopo averlo legato al letto matrimoniale iniziarono un pompino a due lingue con due dita nel culo, dopo la sua prima sborrata gli presero in bocca le palle mentre l'altra sorella gli pisciò in faccia, arrivando quasi ad affogarlo. Dopo averlo fatto eiaculare qualche volta, gli asciugarono le lacrime e una delle due iniziò a limonare con lui mentre l'altra gli strappò i coglioni con un falcetto per l'orto. Don Martuffolo gridò in preda al dolore, la seconda sorella gli strappò la gola con un morso, poi gli piantarono un paletto di frassino nel cuore, temendo che fosse un vampiro. Dopo aver tagliato a pezzi il suo cadavere, divisero le parti del suo corpo in apposite scatolette e le inserirono nel surgelatore, per poterne mangiare le carni anziane ma gustose. Prima di mangiarne i pezzi, recitavano sempre e con devozione il padrenostro.
In un paesino come San Lungagnolo, la sparizione di don Martuffolo non fu un evento che passò inosservatolo. I carabinieri di altri paesi indagarono a lungo, ma poi si stufarono perché non erano abituati a ricevere dicerie. Pochi anni dopo, le sorelle Immaganza arrivarono decime a Sanremo.
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
Vabbè, capolavoro. Davvero ti sei superato.Gargarozzo ha scritto: ↑18/06/2025, 9:25[Scopri]SpoilerIl segreto delle due sorelle
Il segreto delle due sorelle (nate Immaganza) era che andavano a letto e che si leccavano la figa, generalmente nella posizione del 69.
Come spesso accade, i segreti hanno una struttura labirintica e contraddittoria. Infatti, il piccolo paesino in cui le due incestuose vivevano era un paese dove la depravazione e il retro pensiero la facevano da padrone, e insinuare porcate sulla vita degli altri era una regola: era un modo per scherzare e per far sentire accettate le persone.
Quindi, a loro stesse veniva insinuato detto mille volte che erano incestuose: vivevano sole... Ma era, appunto, una diceria canzonatoria che valeva quella per cui alla signora Scalvenzi veniva imputato di fare i pompini ai cani e di ingoiarne avidamente tutta la copiosa sborra animalesca mentre gli accarezza i coglioni, al figlio down e focomelico della signora Bibotulli veniva detto di stuprare i preti con un sistema di leve e carrucole, alla vedova greca Piergiannis veniva affibbiato invece il nomignolo affettuoso di "lecca il culo ai morti", al barbone del paese (il nobile decaduto De Pampiliis) veniva scherzosamente detto che brutalizzava il culo delle ragazzine per poi venderne a caro prezzo la verginità risparmiata.
Beh, il segreto delle due sorelle Immaganza era che la diceria era vera, e la diceria era il lucchetto al loro segreto. Le dicerie erano talmente diffuse su tutti che nessuno immaginava che qualcuna di esse potesse avere un fondo di verità. Nel loro caso, la verità superava l'immaginazione. Erano le classiche depravate da film porno, si infilavano utensili di ogni sorta negli acquitrini brodosi che avevano al posto della fregna, gallerie paludose dove transitavano i falli posticci di ogni dimensione e consistenza. Il segreto delle sorelle Immaganza era coperto dall'ignoranza, e dunque continuarono a leccarsi le fighe condendole con ogni tipo di marmellata, di miele, di nutella, di salsa, di liquido. A volte si dice:"ne è passata di acqua sotto ai ponti!", per loro si può dire:"ne son passate di salse, in quelle fighe!", ma non ci passò mai la sborra. La loro psicosi, che non sfociò mai in amore vero e proprio, era consumarsi negli anni in atti lesbici estenuanti ed estremi.
Un giorno il segreto venne scoperto, perché il prete del paese, stufo delle balle che venivano dette da tutti e su tutti (e che contribuiva da sempre a rafforzare), iniziò a fare il guardone per ristabilire un po' di verità in quel cazzo di paesello.
Don Martuffolo, questo il suo nome, scoprì il loro segreto nascondendosi sotto al letto, e fu scoperto. Le due tribadi non sapevano come continuare i propri giochi e come gestire la situazione. Decisero che dopotutto, la soluzione più logica sarebbe stata quella di ammazzarlo, ma prima vollero provare il frutto proibito dell'eterosessualità non incestuosa.
Il sacerdote - di evidendi tendenze omosessuali - fu stuprato avidamente dalle due sorelle, che dopo averlo legato al letto matrimoniale iniziarono un pompino a due lingue con due dita nel culo, dopo la sua prima sborrata gli presero in bocca le palle mentre l'altra sorella gli pisciò in faccia, arrivando quasi ad affogarlo. Dopo averlo fatto eiaculare qualche volta, gli asciugarono le lacrime e una delle due iniziò a limonare con lui mentre l'altra gli strappò i coglioni con un falcetto per l'orto. Don Martuffolo gridò in preda al dolore, la seconda sorella gli strappò la gola con un morso, poi gli piantarono un paletto di frassino nel cuore, temendo che fosse un vampiro. Dopo aver tagliato a pezzi il suo cadavere, divisero le parti del suo corpo in apposite scatolette e le inserirono nel surgelatore, per poterne mangiare le carni anziane ma gustose. Prima di mangiarne i pezzi, recitavano sempre e con devozione il padrenostro.
In un paesino come San Lungagnolo, la sparizione di don Martuffolo non fu un evento che passò inosservatolo. I carabinieri di altri paesi indagarono a lungo, ma poi si stufarono perché non erano abituati a ricevere dicerie. Pochi anni dopo, le sorelle Immaganza arrivarono decime a Sanremo.
Tra questo racconto e la storia delle mutandine esplosive [cfr. topic sulla guerra] la giornata è iniziata col botto.
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Re: racconti erotici: fantasia e realtà
grazie, fa piacere essere letti al di là dell'apprezzamento.hermafroditos ha scritto: ↑18/06/2025, 9:34Vabbè, capolavoro. Davvero ti sei superato.
Tra questo racconto e la storia delle mutandine esplosive [cfr. topic sulla guerra] la giornata è iniziata col botto.
20 anni fa scrivevo racconti, ricevevo molte letture per un unico motivo, credo: mi firmavo con un nome femminile. Qua forse sarebbe la stessa cosa.
Naturalmente ebbi dei problemi, perché poi alle persone interessavano i racconti perché scritti in apparenza da una donna, ma poi alla fine interessava la donna che stava dietro ai racconti. Divennero pressanti e rompicoglioni, quasi tutti. Allora feci una cosa molto vigliacca, finsi di stare male (molto male) e me ne andai. Benché si trattasse di segaioli, mi vergogno ancora adesso di essermi smarcato in quel modo ignobile, e con molta fatica ho rivelato tutto e chiesto scusa alle poche persone che vedevano la persona oltre le barriere che ai tempi ponevo tra me e gli altri.
Una volta non avrei parlato con questa leggerezza di queste cose del passato in un luogo pubblico, ma sono passati 20 anni e non ho fatto nomi. E qua comunque leggono quattro gatti, generalmente non interessati a queste cose, si preferisce parlare di politica con la verità in tasca
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