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Dai i nazzisti sono la pupilla dei loro occhi dal 1945 sino a quando non servono più,allora li scaricano

3. Gli Stati Uniti e il golpe
22 Memorandum of conversation, The National Front and the Italian Political Situation, 26 gennaio 1970 (...)
10Borghese non si preoccupava soltanto di avere l’appoggio dei gruppi di destra e di apparati militari italiani ma aveva cercato un contatto con gli ambienti dei servizi segreti statunitensi e con l’ambasciata americana a Roma. Si recò personalmente il 26 gennaio 1970 all’ambasciata statunitense ma venne ricevuto solamente dal secondo segretario Charles Stout22.
11L’accoglienza fu abbastanza fredda, pertanto Borghese e il suo entourage cercarono altre vie per ottenere almeno un silenzio-assenso all’iniziativa del colpo di stato da parte delle autorità di Washington. Il medico di Rieti Adriano Monti, appartenente ad Avanguardia Nazionale, secondo la sua testimonianza si mise in contatto, per conto del Principe, con Hugh Fenwich, ingegnere della Selenia e legale rappresentante del Partito Repubblicano statunitense in Italia. Costui si impegnò a parlare con Herbert Klein, l’assistente dell’allora Segretario di Stato Henry Kissinger, e di aggiornarlo in seguito sul colloquio.
23 MONTI, Adriano, Il “Golpe Borghese”. Un golpe virtuale all’italiana, Bologna, Lo Scarabeo, 2006, p. (...)
24 Ibidem, p. 69.
12Le opinioni di Klein si riassumevano in quattro punti: non dovevano essere impegnati civili e militari americani; all’operazione dovevano partecipare Carabinieri, Esercito, Marina, Aeronautica; si auspicava la costituzione di un Governo presieduto da un politico appartenente alla DC che godesse della fiducia degli USA; dovevano essere indette elezioni entro l’anno escludendo le liste comuniste23. Borghese, ascoltate le richieste di Klein, invitò Monti a ricontattare Fenwich affinché il governo americano indicasse una terna di nomi di gradimento per il futuro Presidente della Giunta militare. Il nome trasmesso fu uno solo: quello di Giulio Andreotti24.
25 Telegram from the Embassy in Italy to the Department of State, Planning for possible coup attempt w (...)
26 Ibidem.
13Una conferma parziale del racconto di Monti, ma con significative divergenze, ci arriva dai documenti pubblicati dei Foreign relations of the United States. Nei primi giorni dell’agosto 1970 sia l’ambasciata che la centrale CIA di Roma vennero allertate a causa di un possibile tentativo di colpo di stato che avrebbe dovuto avere luogo la settimana del 10 agosto. L’ambasciatore Graham Martin inviò al Dipartimento di Stato un telegramma urgente da passare alla Casa Bianca25. Parlare di possibilità di colpo di stato in Italia era una cosa normale, spiegava l’ambasciatore, nel periodo di crisi di governo. Questo tentativo, tuttavia, non era così velleitario perché al contrario dei precedenti c’erano le prove di un coinvolgimento da parte di elementi politici e militari26. Un eminente uomo d’affari americano (Fenwich) era stato approcciato da uno dei golpisti (Monti) il quale aveva affermato che il colpo di stato sarebbe stato supportato da elementi militari, della Confindustria e dei Carabinieri.
27 Costruttore romano e numero due del Fronte.
28 Telegram August, 7, 1970.
The American businessman was asked to ascertain whether the US would recognize such a regime if it came to power and whether he would see another member of the group [Remo Orlandini] for more details27. I asked him to do so […]. He was told that:
(1) The organization involved is called Fronte Nazionale.
(2) The head of the organization is Valerio Junio Borghese.
(3) It is made up primarily of retired military personnel allegedly with broadly based contacts throughout Italian society (industrialists, labor unions and active military personnel), is not tied to any political party, is not monarchist in bent and has a para-military substructure.
(4) Its motivation is nationalistic, anti-Communist and pro-American.
(5) It has been meeting and organizing throughout Italy with the intent of having a coup d’état which will be assisted by the armed forces but once installed the military would be subordinated to civilian authority. Its state of readiness is such that it can be activated in six hours. Ten to fifteen days from now was estimated for effecting the coup. […].
(7) They desire the U.S. Government to be informed and to recognize the group once they are installed in power. They ask no specific help and only request that their plans be kept secret and they not be exposed. […].
(9) It was said specifically that operations would be mounted with or without US support28.
14Martin si dimostrò contrario alla svolta autoritaria nel nostro Paese, ritenendo inoltre estremamente pericoloso il tentativo, anche se fosse fallito, poiché avrebbe potuto causare uno spostamento verso sinistra degli equilibri politici.
29 Ibidem.
I am therefore conveying to Prince Borghese the message that we do not believe recourse to such measures are appropriate in present circumstances, and that our estimate is that, if attempted, they will not succeed. Therefore, he might be wise to emulate his collateral relative, Napoleon, and choose as his current code word the phrase “not tonight, Josephine”29.
30 Telegram from the Department of State to the Embassy in Italy, Possible coup attempt, August 10, 19 (...)
31 Telegram August, 7, 1970.
15Il Segretario di Stato Rogers rispose al telegramma comunicando il suo scetticismo sull’effettiva possibilità di riuscita del colpo di stato e concordando con il diplomatico sul comportamento da tenere nei confronti di Borghese. Scrisse di aver allertato l’intelligence a Washington affinché fornisse all’ambasciatore informazioni non appena disponibili. Richiese inoltre il parere del diplomatico sull’opportunità di avvertire il presidente Saragat o il presidente del Consiglio Colombo30. Il giorno successivo Martin rispose al Segretario di Stato di aver avvisato il capo del SID Henke sulle manovre del Fronte, il quale aveva riferito al Ministro della Difesa Tanassi e a sua volta al Presidente Saragat31.
32 Memorandum to the Ambassador from Army Attaché, Current Italian political situation, 1 September 19 (...)
16Martin, grazie all’aiuto del colonnello James Clavio, attaché militare dell’Ambasciata, continuò a seguire da vicino le trame golpiste. Nel mese di settembre il miliare americano avviò un’intensa attività informativa mirata ad acquisire informazioni sui gruppi della destra extraparlamentare, con la collaborazione di fonti introdotte nell’ambiente militare italiano. Dai suoi memorandum emerge come il Fronte fosse un’organizzazione da non sottovalutare dato che, se al momento non presentava le capacità di attuare un colpo di stato, avrebbe potuto acquisirle in un futuro non lontano32. Un pericolo che però il capo del SID Henke non sembrava aver preso in gran considerazione. Per una delle fonti contattate da Clavio, qualsiasi tentativo portato avanti da Borghese avrebbe avuto un effetto negativo sulle forze democratiche e avrebbe potuto suscitare l’effetto opposto di avvantaggiare i comunisti. Un’organizzazione come il Fronte, secondo la fonte, avrebbe dovuto essere controllata e utilizzata solamente quando le circostanze lo avrebbero permesso33. Il gruppo di Borghese poteva contare infatti su 5 mila attivisti e sui contatti con tutte le organizzazioni di destra. Costoro tuttavia diffidavano di Borghese in particolare per il suo legame con il servizio segreto inglese, dal quale il Comandante era, a loro dire, influenzato34. Anche in ambito militare Borghese aveva ottenuto scarsi consensi, tranne forse nell’ambiente della Marina. Per le fonti, il Principe aveva comunque ricevuto finanziamenti da industriali e uomini d’affari come «COSTA, ex-President of Confindustria; FASSIO, a ship owner; MONTI, an oil man; and a DI FAINA»35.
17I documenti statunitensi finora disponibili tuttavia non ci chiariscono le dinamiche dei mesi immediatamente precedenti al golpe, così come è evidentemente incongruente l’atteggiamento degli ambienti americani testimoniato da Monti, tutt’altro che restii ad appoggiare il golpe seppure a certe condizioni. Ciò che risulta chiaro, invece, è ancora una volta la dimostrazione che servizi di sicurezza, forze dell’ordine e finanche politici di spicco italiani, conoscevano l’esistenza e la pericolosità del piano di Borghese molti mesi prima della sua attuazione.