Visto, ancora più romantico! Proverò a recuperarliGargarozzo ha scritto: ↑10/10/2023, 10:07[Scopri]SpoilerSì lo lessi oltre vent'anni fa, dello stesso disegnatore può piacerti Crying Freeman.hermafroditos ha scritto: ↑10/10/2023, 10:05Interessante, a proposito di fumetti e critica sociale, conoscevi/conoscevate questo?Gargarozzo ha scritto: ↑09/10/2023, 4:34[Scopri]SpoilerNon l'avevo mai letto, non male
https://e-hentai.org/g/2697723/cc3fece19f/
non particolarmente impegnativo, è un classico fumetto sudamericano che mischia avventura, fantascienza, erotismo e critica sociale.
L'eroina mi sembra un'alter- wonderwoman, vendicatrice destinata a vedere morire la gente attorno a sè (è molto sudamericano, questo). Lo schematismo del suo personaggio è la cosa che mi piace di meno, il resto pur nella sua semplicità ha equilibrio e capacità di toccare corde interessanti.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Sanctuary_(manga)
Mi domando come abbia fatto a vivere senza in tutti questi anni.
fumetti
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Re: fumetti
Re: fumetti
M'è venuta la curiosità di controllare, leggendo un commento in un altro topic relativo a ben altro tema:
Fonti:
https://www.giornalepop.it/quante-copie ... i-fumetti/
https://nuvoledifumetto.wordpress.com/2 ... i-fumetti/
Ecco che:...ha disegnato Ken parker e disegnato e scritto alcune storie di Dylan Dog , quello degli anni 90 , non quello inutile di oggi, e soprattutto è stato...
Dati di vendita
Dopo un periodo iniziale di assestamento, Dylan Dog iniziò ad aumentare le vendite tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta, arrivando nel 1990 alla tiratura di 185.000 copie con l'albo n. 43 aumentata a 200.000 per il n. 45 e a superare, nel 1992, le 300.000 copie.[104] A metà del decennio la serie regolare arrivò a vendere mezzo milione di copie al mese e le ristampe e le raccolte centinaia di migliaia[2]. Dopo gli anni 2000, periodo di relativa stabilità, le vendite iniziarono a calare, scendendo a 120.000 copie all'inizio degli anni 2010 e rimanendo il secondo fumetto Bonelli per numero di copie vendute dopo Tex
Dylan Dog giunge a settecentomila copie, negli anni ’90, adesso (2020) si avvicina alle settantamila.
i dati che forniva Sergio Bonelli in persona nella rubrica della posta nel lontano 1991: Tex 350.000 copie; Dylan Dog 240.000; Zagor 90.000; Martin Mystère 60.000; Mister No 55.000; Nick Raider 42.000; TuttoTex 110.000; Dylan Dog Ristampa 90.000; TuttoZagor 40.000; TuttoMark 35.000; TuttoMystère 35.000; TuttoMisterNo 25.000.
Fonti:
https://www.giornalepop.it/quante-copie ... i-fumetti/
https://nuvoledifumetto.wordpress.com/2 ... i-fumetti/
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Re: fumetti
E credo che dal '16 al '23 ci siano state nuove discese
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Re: fumetti
Barbara è un classico del fumetto sudamericano fine anni 70. Barreiro è un ottimo sceneggiatore e Zanotto uno dei migliori disegnatori, le sue eroine superano a mio avviso la sensualità di Manara e Serpieri (guarda se ti capita Orizzonti perduti e Falka dove il disegno è già più moderno).Gargarozzo ha scritto: ↑09/10/2023, 4:34Non l'avevo mai letto, non male
https://e-hentai.org/g/2697723/cc3fece19f/
non particolarmente impegnativo, è un classico fumetto sudamericano che mischia avventura, fantascienza, erotismo e critica sociale.
L'eroina mi sembra un'alter- wonderwoman, vendicatrice destinata a vedere morire la gente attorno a sè (è molto sudamericano, questo). Lo schematismo del suo personaggio è la cosa che mi piace di meno, il resto pur nella sua semplicità ha equilibrio e capacità di toccare corde interessanti.
Certo se lo guardi con gli occhi di oggi appare un po' datato, non troppo strutturato, così come i disegni, ma per quegli anni erano già storie abbastanza evolute, a cui si sono ispirati molti successivi sceneggiatori. Già l'eroina donna ancora era poco comune. Consiglio comunque di non fermarsi al primo episodio, ma di leggere tutta la saga, a me piacqua al tempo.
Forse sono un po' di parte, sai che amo il fumetto sudamericano (vedi le discussioni su Dago).
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Re: fumetti
Assolutamente sì e grazie, anche io adoro il fumetto sudamericano, che spesso ha creato miscele bellissime di disegni stupendi, sceneggiature interessanti, dialoghi ben fatti, sesso, violenza, riflessioni, umorismo...
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Re: fumetti
ci sono anch'io , eccomi , siamo già in 3 , potremmo fondare un partito!
Re: fumetti
Sicuramente, se poi ci mettiamo la politica Bonelliana di fare uscire più collane dello stesso fumetto secondo me fa diminuire le vendite del fumetto principale, senza contare che i fumetti sono un retaggio delle vecchie generazioni, i miei pronipoti manco sanno cosa sia un fumetto.
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Re: fumetti
è quello il problema i ragazzi non leggono fumetti , sono pochissimi quelli hanno questa passione e di solito si fermano ai manga
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Re: fumetti
Fanno schifo al cazzo, hanno portato al declino in tanti modi una situazione che con una gestione diversa, secondo me, poteva ancora dare della qualità nelle ristrettezze.Trez ha scritto: ↑03/11/2023, 18:20Sicuramente, se poi ci mettiamo la politica Bonelliana di fare uscire più collane dello stesso fumetto secondo me fa diminuire le vendite del fumetto principale, senza contare che i fumetti sono un retaggio delle vecchie generazioni, i miei pronipoti manco sanno cosa sia un fumetto.
È facile parlare (ovviamente), ma le gestioni varie (soprattutto, dal mio punto di vista, quella del curatore Recchioni) hanno fatto più danni che lo sperma nella minestra.
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Re: fumetti
ma c'è qualcuno al mondo a cui piace Recchioni?
Re: fumetti
Condivido pienamente, la bellezza di un fumetto è nella cristallizzazione dei suoi personaggi principali, e lo stravolgimento operato su DD é da bruciare al rogo lui e tutti i recchioni...ops battuta politically scorrect....Gargarozzo ha scritto: ↑03/11/2023, 18:24Fanno schifo al cazzo, hanno portato al declino in tanti modi una situazione che con una gestione diversa, secondo me, poteva ancora dare della qualità nelle ristrettezze.Trez ha scritto: ↑03/11/2023, 18:20Sicuramente, se poi ci mettiamo la politica Bonelliana di fare uscire più collane dello stesso fumetto secondo me fa diminuire le vendite del fumetto principale, senza contare che i fumetti sono un retaggio delle vecchie generazioni, i miei pronipoti manco sanno cosa sia un fumetto.
È facile parlare (ovviamente), ma le gestioni varie (soprattutto, dal mio punto di vista, quella del curatore Recchioni) hanno fatto più danni che lo sperma nella minestra.
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Re: fumetti
eh, però ora sono io a non essere d'accordo al 100%.Trez ha scritto: ↑03/11/2023, 19:05Condivido pienamente, la bellezza di un fumetto è nella cristallizzazione dei suoi personaggi principali, e lo stravolgimento operato su DD é da bruciare al rogo lui e tutti i recchioni...ops battuta politically scorrect....Gargarozzo ha scritto: ↑03/11/2023, 18:24Fanno schifo al cazzo, hanno portato al declino in tanti modi una situazione che con una gestione diversa, secondo me, poteva ancora dare della qualità nelle ristrettezze.Trez ha scritto: ↑03/11/2023, 18:20Sicuramente, se poi ci mettiamo la politica Bonelliana di fare uscire più collane dello stesso fumetto secondo me fa diminuire le vendite del fumetto principale, senza contare che i fumetti sono un retaggio delle vecchie generazioni, i miei pronipoti manco sanno cosa sia un fumetto.
È facile parlare (ovviamente), ma le gestioni varie (soprattutto, dal mio punto di vista, quella del curatore Recchioni) hanno fatto più danni che lo sperma nella minestra.
Sono d'accordo nel caso di Dylan Dog, dove tra le altre cose, hanno fatto dei cambiamenti ma il vero problema è la gestione dei cambiamenti, a mio avviso ridicola.
Per dirla diversamente, per me avrebbero anche potuto fare di cambiamenti, con la storia del multiverso ecc ecc, ma li hanno gestiti male e poi se li sono anche rimangiati in una maniera ridicola (come sempre hanno fatto, in verità... e come fanno anche i Marvel, ad esempio).
Il punto è avere gente molto brava a disegnare (e quella c'è anche, mediamente lo stile grafico è molto alto) e gente molto brava a scrivere, cosa che non avviene.
Su Sclavi posso aprire un discorso che non credo condividerai.
Sclavi a mio avviso non era un genio assoluto, ma un insieme di fattori hanno creato Dylan Dog: intanto l'atmosfera gotica degli anni 80 e 90, in ambito cinematografico, musicale, sociale. E' la stessa atmosfera che ha consentito il successo della serie tv X Files e tanta altra produzione horror-mistery-fantascienza-fantasy di quegli anni. La vasta produzione di film e di libri ha ispirato molte delle storie di Dylan Dog: dalle storie più splatter (oggi lo splatter è un genere praticamente scomparso), a quelle più horror, quelle più gialle, quelle più oniriche, quelle più romantiche.
Dylan Dog è un figlio degli anni '80 e in parte degli anni '90, poi:
- Sclavi ha iniziato ad avere la crisi della pagina bianca, che si aggiungeva all'alcolismo
- i film "da cui ispirarsi" iniziavano a finire. Quelli belli, intento.
- le idee veramente originali di Sclavi sono state poche, a mio avviso: ha saputo mettere assieme cose che stavano benissimo alla grande, ossia il volto di Rupert Everett assieme ad un nerdismo a tratti reazionario verso la tecnologia, una spalla comica veramente azzeccata, diversi personaggi minori iconici, anche se tutti ispirati a qualcosa di già esistente, e in modo anche evidente. Le idee principali di Sclavi, al netto di tutto il sapiente collage, avevano a che vedere con il delirio alcoolico. Le storie meno ascrivibili ad un'ispirazione evidente, storie come Morgana!, Storia di Nessuno ed altre ancora, sono opere visionarie ma molto vicine al delirio. Se tutte le storie fossero state così, evidentemente Dylan Dog non sarebbe durato a lungo, e la produzione romanzesca di Sclavi dimostra che la sua vena principale è il paradossale, il delirio, il grottesco, il surreale, che in Dylan Dog trapela in alcune scelte compositive, non ultima la figura centrale di Groucho, che è surreale sotto tanti punti di vista.
- detto questo, Sclavi ha per molti anni cavalcato in mondo eccellente il trend positivo, grazie anche ad una politica accorta di Sergio Bonelli e ad un periodo economico sempre in declino ma non ancora come sarebbe avvenuto anni dopo, e con una situazione sociale in cui si respirava il declino in un modo ancora un po' arrabbiato e vitale, nulla a che vedere col progressivo "essere in perenne depressione" che è diventato un marchio fondante non solo di una percezione collettiva, ma anche di una produzione creativa (cinematografica, musicale) e che ha rafforzato il processo.
- Dylan Dog è sempre stato dalla parte degli ultimi, in questo raccoglieva anche una parte del pubblico che preferiva quello che restava un anti eroe (vertigini, paura degli insetti, non infallibile come Tex...) ma dalla grande sensibilità verso le ingiustizie. Verso l'avvicinarsi del numero 100 l'hanno a volte trasformato quasi in un moralizzatore, uno che diceva cosa è giusto e cosa è sbagliato eticamente. Era un segnale di confusione e di rincorsa alle mode del momento, e di una deriva che presto sarebbe arrivata.
- Dylan Dog nasceva come un personaggio violento e dai modi spicci, tendenza che è stata persa quasi da subito. Nel n.5 provoca un massacro nell'ultima pagina, di assassini d'accordo, è una delle pochissime cose che anni dopo Recchioni dimostrerà di aver capito del personaggio.
- Dylan Dog e le sue storie sono sempre state ironiche, e questo passaggio per me è interessante: c'era il livello comico di Groucho, e quello ironico di Dylan, e le storie spesso avevano un finale beffardo, Chiaverotti addirittura ne faceva una regola, nelle sue storie c'era SEMPRE un colpo di scena finale. Non mi dispiaceva il Chiave (chissà se chiavava), l'ho pure conosciuto, poi è stato messo alla porta come un cane malato e lui giustamente ha iniziato altri progetti suoi.
- la forza di Dylan Dog era non la genialità, ma l'istinto e il paraculismo letterario di Sclavi. Non era un pianificatore, si inventava possibili passati che poi non combaciavano, non sapevi se era vero che Xabaras era il padre, Morgana la donna o la madre (Perchéèèè???), se questa linea temporale poteva essere compatibile col passato rivelato nel n.39 (Il signore del Silenzio) e nel n.74 (Il lungo addio). Questa incongruenza non è spiegabile coi multiversi, teoria razionalmente molto efficace in un fumetto, ma attraverso una mancanza di programmazione. Dylan Dog era un delirio e le sue storie, in cui LUI STESSO rimane uno "scettico" anche dopo aver visto centinaia di eventi soprannaturali, dubita della realtà che percepisce, è in questo un alter ego di Sclavi che era un alcoolizzato ma anche un membro del CICAP.
Il delirio delle storie di Dylan Dog, interno ad alcune storie, complessivo all'arco narrativo, in qualche maniera funzionava. Poi qualche fuoco si è spento, secondo alcuni (tra cui me) molto presto, poco prima del 100, e il 100 è stato una delle storie che meno ho digerito.
Recchioni è un figlio degli anni del disincanto, della depressione e della noia: è una persona che non ho mai sopportato, soprattutto il suo personaggio ma ad un certo punto anche la persona. Recchioni non è un creativo, ha fatto del "citazionismo" un suo mantra ma mentre Sclavi lo faceva istintivamente e con un materiale decisamente migliore, Recchioni lo fa con la goffaggine del dilettante e con la spocchia della star. La sua fortuna sono stati anni di anonimato (per Dylan, la gestione Gualdoni fu da brividi purtroppo non per l'horror), la sua capacità di fare il Maneskin del fumetto italiano e la disponibilità di tanti deficienti a farsi suggestione dal "personaggio sopra le righe" che esibisce sui social, la sua capacità di suscitare compassione in Sergio Bonelli per una malattia di cui stando alle sue lagnanze avrebbe dovuto morire almeno 15 anni fa, la sua capacità di fare poche storie "buone" (su tutte: Mater Morbi, che traduceva in fumetto l'innegabile sofferenza da malato che ha comunque vissuto) e di farle passare per Capolavori assoluti, la sua capacità di impressionare anche quell'uomo stanco che è Tiziano Sclavi, e di farsi dare le chiavi di Dylan Dog da Marcheselli, uno che faceva il camionista ed ha fatto strada grazie alla diplomazia ma anche alla bravura.
Nel frattempo Sergio Bonelli ha lasciato questa valle di lacrime e la sua casa editrice ha subito i danni tipici del passaggio generazionale a chi quella cosa non l'ha voluta e sudata, ma ereditata. Recchioni per anni ha gettato fumo accusando gli altri dei suoi peccati, poi se ne è andato nel suo stile, passando da vittima, da progressista non capito. "Si è voluto tornare a soluzioni più casalinghe". Ha voluto morto Wells perché ha deciso che era un vecchio bianco, ricco e razzista, un reazionario: Lord Wells era anche altro, era surreale e ironico, stravagante e avventuriero, puttaniere e ipocrita forse (esattamente come Dylan Dog, benché molti hanno voluto credere alla cazzata dell'uomo "che si innamora sempre di tutte quelle che tromba"), beh per certificare la sua antipatia per un personaggio amato da quasi tutto il pubblico, prima l'ha reso un assassino, poi l'ha fatto morire, infine ha rafforzato la scelta con la rivelazione irrilevante per cui a Sclavi quel personaggio stava sul cazzo. Per dirne una, Sclavi avrebbe voluto scrivere un giallo e rendere Dylan Dog un Nero Wolf, poi Sergio Bonelli gli raddrizzò il tiro e poi la fortuna del pubblico premiaò la scelta del vecchio editore.
Nel rimangiarsi il mondo non meno traballante di quello sclaviano ma non supportato dall'atmosfera degli anni '90, dal delirio sclaviano, dalle influenze culturali dei film e della musica degli anni 90, Recchioni non è neanche riuscito a provocare tristezza per i personaggi da lui introdotti: prima lo sclaviano Gnaghi (preso da Dellamorte Dellamore), poi gli insignificanti personaggi inclusivi di Rania e coso (non mi ricordo neanche il nome). Per essere chiari: mi va bene l'inclusività, poi dipende COME la rendi. Erano personaggi dimenticabilissimi, pretestuosi, inutili, neanche simpatici, neanche carismatici. Personaggi abbozzati degni di un curatore mediocre e sceneggiatore altalenante. La presunzione secondo me ha impedito a Recchioni di crescere e l''ha portato a scegliere collaboratori non sempre per logiche di merito.
Per tanti motivi ritengo che il processo di Dylan Dog sia simile a quello di alcuni partiti di sinistra, irreversibile e curabile solo attraverso profonde trasformazioni. Trasformazioni però ad opera di persona lungimiranti, talentuose, capaci di valorizzare al meglio le qualità di altri sceneggiatori: Recchioni ha fatto finta di esserlo finché è riuscito, ci è riuscito per molti anni grazie alla stupidità di molti (editori, colleghi, lettori) e grazie alla sua capacità di scatenare gli haters per trarne una spinta propulsiva. Farsi detestare fino alla noia: c'è riuscito, lui che ha sempre detestato Dylan Dog provando a trasformarlo in un alter ego molto meno sincero di quello che era stato per l'ideatore Sclavi. Recchioni ha fatto di Dylan Dog la replica dell'immagine che intendeva dare di se stesso: e dopo aver espresso attraverso Dylan chi pensava di essere, è rimasto lì come autore nella speranza di vedere fallire anche chi è arrivato dopo di lui. Fallimento che avverrà, per troppe ragioni.
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Re: fumetti
Ellamadonna, che pamphlet!
Da parte mia posso solo dire che le storie di Sclavi sono state quelle che mi sono sempre piaciute di meno, pur essendo lui l'inventore del personaggio.
Poi, dopo un centinaio di numeri mi aveva un po' stancato e ho staccato. Recuperati in seguito gli albi fino al 200, ma ancora li devo leggere.
E da quanto leggo quì non credo di essermi perso niente.
Da parte mia posso solo dire che le storie di Sclavi sono state quelle che mi sono sempre piaciute di meno, pur essendo lui l'inventore del personaggio.
Poi, dopo un centinaio di numeri mi aveva un po' stancato e ho staccato. Recuperati in seguito gli albi fino al 200, ma ancora li devo leggere.
E da quanto leggo quì non credo di essermi perso niente.
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