
Seguendo il suggerimento datomi da linebacker sulla discussione dell’NFL ormai più di un anno fa, mi sono deciso finalmente ad aprirne una dedicata ad un altro degli sport americani per eccellenza, ma sarebbe meglio dire nordamericani considerandone la natura: l’hockey su ghiaccio.
In particolare il soggetto di questo topic riguarderà l’hockey che si gioca nella massima lega professionistica di questo sport, ovverosia la National Hockey League, conosciuta più semplicemente con l’acronimo di NHL.
In Canada, da dove ha avuto origine, l’hockey su ghiaccio è senza alcun dubbio lo sport nazionale, mentre negli USA, dove si è diffuso in seguito.
In termini generali di ricavi, la NFL per il football americano, la MLB per il baseball e la NBA per il basket (nel seguente ordine) sono classificate come le tre leghe sportive più ricche al mondo. Al quarto posto troviamo la prima lega sportiva europea: la Premier League inglese. Il quinto posto è occupato dalla NHL.
Da cosa nasce questo mio interesse per l’hockey? Devo dire che essendo io un tipo tendenzialmente anticonformista, ho sempre ricercato un’alternativa al noioso calcio nostrano, nonostante ci sia stato un periodo in cui tifavo regolarmente per il Milan a partire da quello leggendario di Sacchi e Capello con gli olandesi, proseguito poi con interesse declinante fino agli ultimi successi europei di fine anni Duemila.
Nel frattempo ho cominciato ad interessarmi all’NFL, scegliendo malauguratamente di tifare per i New York Jets (che è un po’ come tifare per il Toro) e allo stesso tempo, con maggiore entusiasmo, per l’atletica leggera che tutt’ora seguo assiduamente.
La passione per l’hockey è storia più recente: già avvezzo al grande dinamismo di uno sport spettacolare e di contatto come il football NFL, rimanevo affascinato, le volte che mi capitava di soffermarmi su una rara partita, dai ritmi forsennati e molto fisici espressi da questa disciplina, se vogliamo ancora più violenta del football americano.
La difficoltà iniziale, che ha rallentato nel mio caso l’esplosione dell’interesse, è sicuramente quella di riuscire a seguire non solo le azioni in sé, ma anche il movimento del disco, talmente rapido da sfuggire ad un occhio più che attento. Ma lì sta anche il bello, perché non appena l’occhio diventa sufficientemente allenato da riuscire a catturare lo svolgimento di un’azione nella sua interezza, allora può scattare anche la magia che ti fa innamorare di questo sport.
Piccolo excursus: forse ad avermi anche un po’ (anche più di un po’) influenzato nell’avvicinarmi all’hockey su ghiaccio è il fatto di avere enormemente apprezzato la visione di un film cult distopico del lontano 1975 diretto da Norman Jewison che credo dovrebbe essere familiare ai più. Sto parlando di Rollerball, in cui il protagonista interpretato da James Caan era il campione di un violentissimo e spesso e volentieri mortale sport del futuro in cui due squadre di giocatori bardati di tutto punto come nel football e sfreccianti su pattini a rotelle, coadiuvati anche da motociclisti (!) lottavano su un circuito ovale per depositare una sfera d’acciaio in una sorta di canestro metallico appartenente alla squadra avversaria. Sport fittizio ma se dovessi nominarne uno reale che gli si avvicini il più possibile ecco che allora la scelta non potrebbe ricadere che sull’hockey su ghiaccio praticato in America.