
LA GERMANIA SI FA LA SUA NUOVA MEGAFABBRICA DI CHIP. E NOI RESTIAMO A GUARDARE – INAUGURATO A DRESDA IL QUARTO SITO PRODUTTIVO DEL COLOSSO TEDESCO “INFINEON”, ALLA PRESENZA DELLA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, URSULA VON DER LEYEN. L’EUROPA VUOLE SGANCIARSI DALLA DIPENDENZA DA TAIWAN E COREA DEL SUD SUI SEMICONDUTTORI. MA SOLO CHI HA SOLDI DA SPENDERE, PUÒ STARE AL PASSO. E L’ITALIA?
Estratto dell’articolo di Uski Audino per “La Stampa”
[…] Alla posa della prima pietra hanno partecipato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il cancelliere Olaf Scholz. Un parterre de Rois che mira a evidenziare il fattore strategico dell'investimento e lasciare in ombra i grandi addii che hanno segnato l'industria tedesca nell'ultima settimana: la vendita del gigante delle soluzioni per il clima Viessmann alla statunitense Carrier e la decisione di Bosch di investire in una fabbrica di chip in Usa.
Von der Leyen ha ricordato che «è fondamentale che l'Europa rafforzi le catene di approvvigionamento dei beni e delle tecnologie più importanti» alla luce degli «aumentati rischi geopolitici» nel Mar della Cina.
«Il centro mondiale dei semiconduttori è costituito da Taiwan e dalla Corea del Sud, una regione in cui le tensioni possono esplodere in qualsiasi momento – ha detto Von der Leyen – La minima interruzione degli scambi commerciali colpirebbe immediatamente la base industriale europea».
Per questo l'evento di Dresda «è senza dubbio un faro digitale in Europa» […]. L'Ue si è data l'obiettivo di raddoppiare la sua quota di mercato nella produzione mondiale di chip entro il 2030 grazie all'European Chips Act da 43 miliardi di euro.
Al momento però l'iniziativa non ha convinto il colosso tedesco di componenti per auto Bosch che – sfruttando le agevolazioni del Chip Act made in Usa – è andato ad acquistare in California un'azienda di chip, la tecnologia chiave per le autoelettriche. E Intel l'anno scorso ha annunciato un investimento in Europa di 33 miliardi che però al momento è fermo.
Avremmo potuto fare lo stesso con quelli di ST microelettronics a Catania, se solo non ci fossero mafia, terremoti e vulcani, ed invece toccherà fare il ponte a campata unica più lungo del mondo (il doppio di quello più lungo mai fatto) e andare forte con ditte costruzione e movimento terra, cosa mai potrà andare storto? (cit.)
tra una fabbrica moderna ed il ponte (a campata unica) più lungo della storia dell'umanità io non rischierei la fabbrica. e voi?

Inutile dire che "il ponte degli italiani" era sogno avveniristico ben oltre un secolo fa...ed il pronipote avrà ciò che sognava\voleva il pro-pro-zio
(no, non lo avrà, tranquilli, ma costerà uguale che averlo.)
PS anche ST rientra nel piano per il futuro digitale dell'Europa, ma non come priorità della nostra NAZIONE