Helmut ha scritto:
...che sia conosciuto all'estero e' vero...in 3 paesi: Francia, Spagna e Citta' del Vaticano...nei Paesi di lingua inglese (70% del circuito mondiale) manco se lo inculano...!!!
Il cinema non di lingua inglese è praticamente ignorato nei paesi anglofoni perchè solitamente i film esteri non vengono doppiati e vengono distribuiti con i sottotioli, il che non invoglia le masse ad andarli a vedere. Eccezioni di successo al botteghino estero capitano per film particolari come i film italiani che raccontano l'Italia esotica che piace tanto agli americani come il Postino o Nuovo cinema Paradiso ma certamente nessun altro tipo di film italiano o europeo puó sperare di sfondare nel mercato americano. Non c'entra Moretti in quanto tale, dai Helmut sù...
Comunque volevo parlare d'altro.
Volevo fare una recensione del film, anche se questo è diventato uno di quei topic in cui uno vorrebbe intervenire sul topic, ma leggendo quello che è stato scritto fin'ora ha paura di essere o.t.
Prima o poi capita ad ogni regista di cadere nella leziosità di fare un film sul cinema, quest'anno è capitato a Moretti.
"Il caimano" è un film sul cinema, ma non il cinema della fabbrica dei sogni bensì il cinema italiano, quello delle mille difficoltà produttive, il cinema coi soldi contati in tasca, il cinema che vorrebbe comunicare mille cose e per mille motivi non ci riesce.
Per mesi attorno all'ultimo lavoro di Moretti si è creata, come in tutti i suoi ultimi film, un'attesa a tratti morbosa acuita questa volta dagli anticipati contenuti politici: tutto pane per i denti dei polemisti di ogni schieramento politico che hanno spesso battezzato il film ancora prima di vederlo.
"Il caimano" adesso è finalmente nelle sale pronto per essere goduto e, invitabilmente, giudicato dallo spettatore.
Silvio Orlando interpreta un produttore cinematografico in cattive acque, professionali e familiari, cui per rilanciarsi non rimane altro che realizzare il progetto di una giovane regista esordiente, Jasmine Trinca, sull'Italia berlusconiana. Il progetto non riesce a decollare e la vita privata del produttore non riesce a risollevarsi, ma pur da solo riuscirà alla fine a girare almeno la scena finale del film che doveva essere.
E' un bel film, decisamente. Preparato, girato ed interpretato con visibile passione. Bravissimi gli attori su cui svetta un'ottimo Silvio Orlando. Il film è peró una passerella continua di eccellenti interpreti: tra le parti secondarie e i semplici camei sfilano numerosi gli attori e i colleghi registi chiamati da Moretti a partecipare a questo racconto corale sul cinema italiano e sull'Italia che cerca di raccontare. E' obbligatorio menzionare su tutti Michele Placido il cui personaggio cialtrone regala gag implacabili e Giuliano Montaldo, indimenticabile regista, che si rivela attore con tutti i crismi.
Si, con "Il caimano" si ride di gusto perchè tutto si dice e tutto si è detto di questo film tranne che è una commedia, venata di un filo di malinconia, come ogni storia italiana su cui aleggia l'ombra distaccata del Caimano.
Il Caimano Berlusconi fa capolino nel film ben due volte con inserti documentari, mentre viene interpretato nelle evocazioni della lettura della sceneggiatura del film da Elio De Capitani, mentre nell'unica vera scena che il produttore Orlando e la regista Trinca riusciranno a girare del loro film riusciranno ad avvalersi dell'interpretazione di Moretti, che in un primo tempo si era negato. Moretti torna vezzosamente ad incarnare il "politico cattivo" oltre dieci anni dopo il socialista Botero ne "Il portaborse" di Lucchetti. Oggi come allora il contenuto politico della pellicola ne assicura un lancio pubblicitario praticamente senza spese sull'onda delle polemiche di cui la campagna elettorale odierna è particolarmente ricca.
Chiunque peró riuscirà ad entrare in sala sereno, con la voglia di vedere un film e non farsi manipolare dal clima politico di queste ultime settimane godrà di un film ben fatto e divertente di cui sentiremo parlare a lungo anche dopo il 10 aprile. Che poi lo spettatore sia anche un elettore, questa è un'altra storia.