Attenzione, questo e' quello che i giornali ci mostrano... non e' detto che se i giornali ci mostrano solo una cosa, quella sia l'unica a cui si interessa anche la polizia.rossa ha scritto:se pensassero al bimbo invece di rompere le palle al padre in questo momento, forse lo troverebbero prima.
quasi OT _ senzaparole
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quoto Balkan...attenzione i giornalai per sputtanare qualkuno ci mettono niente....odio la pedofilia ma odio quelli che con qualke culo nell'hd ti mettono alla pubblica gogna con la parola pedo-pornografia...e poi son tutte fighette marcette di JJ..quindi adulte...ma vafff..sti giornalai di merda!!!



...ma fa anal??? (by Trez 2001)
La nostra Clara è troppo avanti, del tipo se uno fa una scoreggia lei l'ha già annusata prima che esca dal buco del culo. (Trez 2015)
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- australiano
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cioè se a totó riina sequestrassero un figlio secondo te dovrebbero lasciarlo "tranquillo"?
in primo luogo la malsana passione del padre POTREBBE essere uno dei motivi del sequestro, non si puó mai sapere e non si deve lasciare intentata alcuna via..
in secondo luigo chi si occupa di pedopornografia, non sono coloro che si occupano di sequestri. quindi non è che sottrai forze alla ricerca del bambino.
in primo luogo la malsana passione del padre POTREBBE essere uno dei motivi del sequestro, non si puó mai sapere e non si deve lasciare intentata alcuna via..
in secondo luigo chi si occupa di pedopornografia, non sono coloro che si occupano di sequestri. quindi non è che sottrai forze alla ricerca del bambino.
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1 - non mi smebra stiamo parlando di riinaaustraliano ha scritto:cioè se a totó riina sequestrassero un figlio secondo te dovrebbero lasciarlo "tranquillo"?
in primo luogo la malsana passione del padre POTREBBE essere uno dei motivi del sequestro, non si puó mai sapere e non si deve lasciare intentata alcuna via..
in secondo luigo chi si occupa di pedopornografia, non sono coloro che si occupano di sequestri. quindi non è che sottrai forze alla ricerca del bambino.
2 - se avevano veramnete tutti questi elementi gia stava in carcere
3 - io non so se è vera o meno questa cosa nesusno di noi puo saperlo ma a mio avviso, fosse anche per rispetto della madre e del dolore potrebbero aspettare tutto sia finito,e soprattutto che motivo c'è di farne tutta questa pubblicità ??
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Quoto...australiano ha scritto:cioè se a totó riina sequestrassero un figlio secondo te dovrebbero lasciarlo "tranquillo"?
in primo luogo la malsana passione del padre POTREBBE essere uno dei motivi del sequestro, non si puó mai sapere e non si deve lasciare intentata alcuna via..
in secondo luigo chi si occupa di pedopornografia, non sono coloro che si occupano di sequestri. quindi non è che sottrai forze alla ricerca del bambino.
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
Quoto...[/quote]Drogato_ di_porno ha scritto:australiano ha scritto:cioè se a totó riina sequestrassero un figlio secondo te dovrebbero lasciarlo "tranquillo"?
in primo luogo la malsana passione del padre POTREBBE essere uno dei motivi del sequestro, non si puó mai sapere e non si deve lasciare intentata alcuna via..
in secondo luigo chi si occupa di pedopornografia, non sono coloro che si occupano di sequestri. quindi non è che sottrai forze alla ricerca del bambino.
anche io ...
senza contare che le cose potrebbero essere collegate.....
Se invece fosse vero? Significa che ci sarebbero altre "vittime" che avrebbero diritto allo stesso rispetto...rossa ha scritto: fosse anche per rispetto della madre e del dolore potrebbero aspettare tutto sia finito,e soprattutto che motivo c'è di farne tutta questa pubblicità ??
e comunque come hanno detto altri, se il tutto e' collegato bisogna arrivare fino in fondo, no?
La pubblicita' purtroppo la creano i giornali, ma non e' tutta colpa loro: facciamoci un esame di coscienza. Loro esaltano certe notizie non in base a come si alzano la mattina, ma solo perche' sanno che le persone cercano certe notizie. Loro ci danno quello che cerchiamo.
L'anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perchè provi un senso di benessere quando gli sei vicino - Bukowski
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"sanno che le persone cercano certe notizie. Loro ci danno quello che cerchiamo."
verissimo berry ma è l'uovo o la gallina se ci pensi no?
sono i media che condizionano il pubblico o viceversa??? ... è un rapporto morboso e simbiotico difficilmente spezzabile
se un prodotto vende lo si radicalizza ( come è ovvio e che so stronzi?
) e si radicalizza anche il gusto del consumatore
cristo santo non ho detto praticamente nulla nelle righe qui sopra... tutto ció è fantastico
verissimo berry ma è l'uovo o la gallina se ci pensi no?
sono i media che condizionano il pubblico o viceversa??? ... è un rapporto morboso e simbiotico difficilmente spezzabile
se un prodotto vende lo si radicalizza ( come è ovvio e che so stronzi?

cristo santo non ho detto praticamente nulla nelle righe qui sopra... tutto ció è fantastico

“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
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Parla il padre di Tommaso "Non sono un mostro. Fantasie sulla cantina" «Mia moglie era perfettamente a conoscenza della sua esistenza. Il materiale che c'era dentro in buona parte ce l'ha portato lei»
Il padre di Tommaso, Paolo Onofri (Newpress)
PARMA - Non sono un «mostro» e sulla storia della cantina ritrovata in via Jacchia «sono state costruite un sacco di fantasie»: così si difende dai sospetti Paolo Onofri, papà del piccolo Tommaso, rapito il 2 marzo scorso alle porte di Parma. Specie da quando l'uomo è indagato per possesso di immagini pedopornografiche, è aumentata la sensazione che agli investigatori non abbia detto tutto.
«Su di me - ha detto Onofri intervistato dal giornalista della Rai Emilia-Romagna Antonio Boschi - è stata creata un'immagine che penso nessun essere umano possa sopportare». Fra i sospetti c'era appunto quella cantina appartata dentro la quale gli investigatori avevano trovato un pc e alcuni mobili: «Sulla storia della cantina volevo solo dire - ha aggiunto il papà di Tommaso - che mia moglie era perfettamente a conoscenza della sua esistenza. Anzi, il materiale che c'era dentro in buona parte ce l'ha portato lei».
Nessuna rottura, poi, tra i genitori anche se ieri, durante la perquisizione a Casalbaroncolo, non si sono rivolti la parola per ore, per poi discutere in auto: «No, è stato solo un momento di sconforto, dovuto al crollo di nervi. Fra me e mia moglie non c'è assolutamente nulla che non va». E poi, Onofri non ha nulla da nascondere: «Se sapessimo dov'è Tommaso, saremmo là ». Invece quella «è diventata la cantina del mostro», ha commentato ancora Onofri rispondendo a una domanda. «Là dentro, a parte un computer rotto, che non funzionava neanche, credo che non troveranno nient'altro».
Insomma, su quella cantina, che tanti sospetti aveva attirato pure per via di uno spioncino e di un sistema di allarme, non ci sarebbe alcun mistero: «Era stata acquistata - ha spiegato ancora il papà di Tommaso - quando abitavamo ancora in un piccolo appartamento, senza cantina e senza un garage. Ed eravamo in quattro e il materiale in casa non ci stava. Poi abbiamo cambiato casa e la cantina è rimasta. Tra l'altro io ero già in contatto per venderla. All'interno ci sono i vecchi mobili dismessi della sala da pranzo che avevo prima e il mio materiale, le mie riviste di Quattroruote, i miei modellini, i miei francobolli. Tutte quelle cose che in casa non ci stavano e che io contavo di portare a Casalbaroncolo, non appena terminato di sistemare la casa, che ancora non è completa».
Allora, «l'obiettivo principale credo che sia riportare a casa il mio bimbo». E sulla ricostruzione, ha ribadito Onofri, lui nulla ha taciuto: «Di come è andata lo so, ero là , di quali siano le cause assolutamente non lo so». La moglie, seduta accanto al marito, sull'auto, non ha detto nulla dietro ai suoi occhiali scuri, limitandosi a un «non lo so» quando il cronista le ha chiesto come sta vivendo questi momenti. «Ormai è a terra», ha detto il marito accarezzandole in capelli. I genitori hanno comunque fiducia negli investigatori: «Stanno lavorando in maniera febbrile e stanno buttando il cuore oltre l'ostacolo. Ci stanno mettendo anche del loro al di là dell'obbligo professionale. Credo stiano facendo un grande lavoro, peró i misteri sono tanti ed è un lavoro difficile».
15 marzo 2006
Il padre di Tommaso, Paolo Onofri (Newpress)
PARMA - Non sono un «mostro» e sulla storia della cantina ritrovata in via Jacchia «sono state costruite un sacco di fantasie»: così si difende dai sospetti Paolo Onofri, papà del piccolo Tommaso, rapito il 2 marzo scorso alle porte di Parma. Specie da quando l'uomo è indagato per possesso di immagini pedopornografiche, è aumentata la sensazione che agli investigatori non abbia detto tutto.
«Su di me - ha detto Onofri intervistato dal giornalista della Rai Emilia-Romagna Antonio Boschi - è stata creata un'immagine che penso nessun essere umano possa sopportare». Fra i sospetti c'era appunto quella cantina appartata dentro la quale gli investigatori avevano trovato un pc e alcuni mobili: «Sulla storia della cantina volevo solo dire - ha aggiunto il papà di Tommaso - che mia moglie era perfettamente a conoscenza della sua esistenza. Anzi, il materiale che c'era dentro in buona parte ce l'ha portato lei».
Nessuna rottura, poi, tra i genitori anche se ieri, durante la perquisizione a Casalbaroncolo, non si sono rivolti la parola per ore, per poi discutere in auto: «No, è stato solo un momento di sconforto, dovuto al crollo di nervi. Fra me e mia moglie non c'è assolutamente nulla che non va». E poi, Onofri non ha nulla da nascondere: «Se sapessimo dov'è Tommaso, saremmo là ». Invece quella «è diventata la cantina del mostro», ha commentato ancora Onofri rispondendo a una domanda. «Là dentro, a parte un computer rotto, che non funzionava neanche, credo che non troveranno nient'altro».
Insomma, su quella cantina, che tanti sospetti aveva attirato pure per via di uno spioncino e di un sistema di allarme, non ci sarebbe alcun mistero: «Era stata acquistata - ha spiegato ancora il papà di Tommaso - quando abitavamo ancora in un piccolo appartamento, senza cantina e senza un garage. Ed eravamo in quattro e il materiale in casa non ci stava. Poi abbiamo cambiato casa e la cantina è rimasta. Tra l'altro io ero già in contatto per venderla. All'interno ci sono i vecchi mobili dismessi della sala da pranzo che avevo prima e il mio materiale, le mie riviste di Quattroruote, i miei modellini, i miei francobolli. Tutte quelle cose che in casa non ci stavano e che io contavo di portare a Casalbaroncolo, non appena terminato di sistemare la casa, che ancora non è completa».
Allora, «l'obiettivo principale credo che sia riportare a casa il mio bimbo». E sulla ricostruzione, ha ribadito Onofri, lui nulla ha taciuto: «Di come è andata lo so, ero là , di quali siano le cause assolutamente non lo so». La moglie, seduta accanto al marito, sull'auto, non ha detto nulla dietro ai suoi occhiali scuri, limitandosi a un «non lo so» quando il cronista le ha chiesto come sta vivendo questi momenti. «Ormai è a terra», ha detto il marito accarezzandole in capelli. I genitori hanno comunque fiducia negli investigatori: «Stanno lavorando in maniera febbrile e stanno buttando il cuore oltre l'ostacolo. Ci stanno mettendo anche del loro al di là dell'obbligo professionale. Credo stiano facendo un grande lavoro, peró i misteri sono tanti ed è un lavoro difficile».
15 marzo 2006
ora lo cercano con la sensitiva
«Cercate lungo il fiume Magra» L'appello della sensitiva Costantina Comodori, la stessa che aveva scoperto il corpo di una donna caduta nel lago di Como
«Sono imbottito di calmanti. Ordinati dal medico, è meglio precisare. Non sono un cocainomane, non mi drogo. Almeno questo»
«So quello che si dice di me. Ma chi detiene un coltello non è Jack lo squartatore. Non necessariamente, almeno».
«Io ho scaricato quelle immagini da Internet. Ma non ho dato nulla in cambio. Tantomeno le foto dei miei figli. Solo il pensiero mi fa schifo».
«Mi piacciono le ragazze giovani, non le bambine. Ma tutto questo non centra con il rapimento di mio figlio. Ora l'ho confessato anche a mia moglie, che non ne sapeva niente».
il corriere
«Cercate lungo il fiume Magra» L'appello della sensitiva Costantina Comodori, la stessa che aveva scoperto il corpo di una donna caduta nel lago di Como
«Sono imbottito di calmanti. Ordinati dal medico, è meglio precisare. Non sono un cocainomane, non mi drogo. Almeno questo»
«So quello che si dice di me. Ma chi detiene un coltello non è Jack lo squartatore. Non necessariamente, almeno».
«Io ho scaricato quelle immagini da Internet. Ma non ho dato nulla in cambio. Tantomeno le foto dei miei figli. Solo il pensiero mi fa schifo».
«Mi piacciono le ragazze giovani, non le bambine. Ma tutto questo non centra con il rapimento di mio figlio. Ora l'ho confessato anche a mia moglie, che non ne sapeva niente».
il corriere