Sotto, basta guardare tutta la nostra storia dall'Unità in poi, parentesi fascista a parte. I governi italiani sono storicamente durati sempre pochi anni o pochi mesi, e se questo avveniva durante la Prima Repubblica quando la qualità dirigenziale e politica era piuttosto alta (o almeno, alta rispetto ad adesso) non si capisce perché tale fenomeno avrebbe dovuto smettere negli anni Duemila. Confermo quanto detto prima: poco importa la propaganda dell'oggi o del domani, prima o poi l'alleanza Lega - FdI salterà e molto probabilmente avverrà per un motivo irrilevante. Molto probabilmente sarà Salvini a staccare la spina, con la scusa che "FdI non ci fa governare" (sostituisci a FdI il termine M5S e avrai un bel déjà vu del 2019) quando è del tutto evidente che né Salvini né la Meloni vogliono governare, ma piuttosto stare eternamente all'opposizione. La buonanima di Andreotti diceva che il potere logora chi non ce l'ha, ma comincio a pensare che avesse torto, o almeno avrebbe torto oggi. Ti posso assicurare che durante il governo Conte I, nonostante Salvini fosse Ministro avevo la continua impressione che fosse all'opposizione, tanto era pedante e ripetitiva la sua polemica contro sinistra, immigrati, UE e chi più ne ha più ne metta. Mi pare che manigliasferica dicesse qualcosa del genere in passato, e sono convinto che avesse ragione.
In un modo o nell'altro, presto o tardi, al PD e ai suoi instabili e litigiosi alleati toccherà l'onere di mandare avanti questa nave eternamente piena di buchi in mezzo al mare in tempesta, perché i leader di destra vogliono gli onori del comando ma non gli oneri. Non è una cosa che mi rende felice, tutt'altro, si tratta semplicemente di una previsione del futuro. Dici che mi sbaglio? Staremo a vedere.
hermafroditos ha scritto: ↑18/09/2022, 15:29
Non ho mai capito nemmeno i famosi distinguo tra la cosiddetta Lega propagandistica salviniana e la Lega governista giorgettiana: mi sembrano due aspetti complementari di un partito che è fatto solo di slogan e che non offre soluzioni concrete.
Non so se ieri sera avete visto "In onda" su La7, ma ho trovato le domande di Parenzo e De Gregorio a Renzi e le risposte di quest'ultimo decisamente indicative. Anche i partiti che si presentano come pragmatici, propositivi, dalla parte "di chi lavora", spesso sono un involucro di retorica dietro cui si nasconde il nulla mischiato col niente.
La distinzione si baserebbe sul fatto che personaggi come Giorgetti e Zaia sono o almeno sembrano molto più pragmatici e concreti del leader del loro partiti e di parlamentari come Borghi e Bagnai, fieri esponenti di un populismo che fa molto il verso ai grillini degli anni che furono. Tuttavia non sono certo un esperto delle dinamiche interne alla Lega, partito che in non molti anni è passato dal rappresentare solo e soltanto il Nord Italia per diventare una realtà euroscettica e nazionalista in modo da raccogliere voti al Sud e fare concorrenza (indovina a chi?) ai 5S. Sul discorso legato alla retorico nulla da eccepire, ovviamente.