Io un po’ così così. Sbalzi d’umore, irreqietezza e pensiero accelerato. Leggero abuso di benzodiazepine.
Mi sono fissato due obbiettivi che batman me spiccia casa: diventare uno dei dieci più forti al mondo nel gioco di ragionamento veloce di cui parlo sempre entro un mese. Essere in grado di uccidere facilmente un uomo a mani nude entro un anno.
Ultima news giovedì sono accreditato a un evento a numero chiuso della designer week… per dirla alla il deboscio: sapete perché si chiama fuori salone? Perché i poveri sono esclusi dagli eventi!
Battute a parte ho deciso di fare vita sociale solo quelle cinque settimane che a Milano contano. Tanto come feroce giornalista tedesco, fa ridere ma è così, mi invitano dappertutto.
Statemi bene.
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
Non sarei così categorico gaston.
Alla designer week, salone del mobile lo chiamano gli sfigati, prima della pandemia ho stretto la mano a dj Hell in persona!
Sul fatto che la maggioranza degli eventi pubblici sia da wanna be concordo ma comunque girano anche eccellenze mondiali.
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
purtroppo i modenesi son così, quest'anno particolarmente effervescenti dopo essere stati promossi in serie b in un testa a testa durato 3/4 di campionato proprio a spese della reggiana.
Diciamo che in Emilia, ma in realtà ovunque, c'è una certa rivalità tra province. Modena soffre di sudditanza psicologica verso Parma e soprattutto Bologna, le quali fanno le sborone perchè si sentono culturalmente più evolute. E quindi se la prende con Reggio, che è un pò la cenerentola, l'unica più "campagnola" di Modena. In realtà modenesi e reggiani sono abbastanza simili, e la rivalità è soprattutto campanilismo a livello sportivo. In ogni caso, nel dubbio, a Modena i reggiani vengono definiti teste quadre, giusto per rendere l'idea.
A me l altro giorno mi hanno fermato i carabinieri.
Mentre mi controllavano i documenti uno dei due mi lanciava qualche occhiata storta.
Poi quando me li ha ridati mi ha detto arrivederci
c è sempre tanta musica nell' aria -- a cup of tea would restore my normality-- “Non vi è alcuna strada che porta alla pace: la pace è la via”nulla contro l'utente Tenz
A me l altro giorno mi hanno fermato i carabinieri.
Mentre mi controllavano i documenti uno dei due mi lanciava qualche occhiata storta.
Poi quando me li ha ridati mi ha detto arrivederci
cmq potevano controllare i documenti della macchina, e anche l'assicurazione oppure hanno già i dati?
Qualche anno fa mi è capitato un numero da film.
Sono al lavoro, 12.30, pausa pranzo, andiamo al ristorante, solito.
Siamo in 3, su una fiat Stilo grigia. Io sono seduto dietro, da solo, lato destro.
Traffico importante, vista l’ora. Siamo in fila su una strada a doppia corsia, con spartitraffico in mezzo, strada identica ma senso di marcia opposto
dall’altra parte. Semaforo rosso, siamo abbastanza lontani, sicuramente serviranno due verdi per uscirne.
Dalla strada che interseca la nostra, da destra, si immette nel senso opposto a quello che stiamo percorrendo, meno trafficato, una Uno, piuttosto scassata,
a velocità sostenuta, che poi rallenta vistosamente quando si trova circa in prossimità della nostra auto.
Sopra ci sono due soggetti dalle facce non propriamente raccomandabili, almeno all’apparenza, vestiti in maniera piuttosto trasandata.
Si fermano quasi, intralciando il traffico, per vederci meglio. Pare ce l’abbiano proprio con noi, ci fissano e il “che cazzo volete” che si legge nei nostri occhi è palese.
Proseguono. Bah, chissà chi diavolo erano e che volevano da noi.
Verde, facciamo una cinquantina di metri e ci avviciniamo al semaforo, ormai è lì, che intanto è tornato rosso, però. Da dietro spunta la Uno.
Ha fatto la rotonda e si è immessa nel nostro senso di marcia, sta zigzagando tra le auto appoggiandosi anche allo spartitraffico rialzato, fino a che non ci supera.
Mette le due ruote del lato destro sul cordolo del semaforo e sbarra la strada. I due escono e a passo veloce si avvicinano a noi.
L’azione è talmente rapida che non facciamo in tempo a renderci conto di quel che sta capitando. Uno dei due va verso il lato guida e l’altro verso il passeggero, lato destro dell’auto, quindi dove sono collocato anch’io.
Mi accorgo che quello dalla mia parte ha una pistola in mano, la impugna con il braccio teso, lungo il fianco.
I miei pensieri si offuscano. Quello sul lato sinistro ha una paletta in mano, che ci mostra. Polizia. Mi tranquillizzo.
Fa segno di tirare giù il finestrino al guidatore, intanto nell’altra mano ha una radio o qualcosa di simile. Le prime parole che sentiamo mentre il finestrino si sta abbassando sono “li abbiamo presi”. Mi riagito.
Intanto, il passeggero davanti a me, che evidentemente ha mostrato meno facilità di ragionamento del sottoscritto, che intanto proseguiva nella rincorsa ai 200 battiti al minuto, si rende conto della pistola solo quando l’uomo di destra usa la canna per colpire il vetro del finestrino, attrarre la sua attenzione, ed invitarlo ad abbassarlo.
Intanto ci urla “polizia” e qualcosa d’altro che non riesco a capire bene, perché il mio amico, come tarantolato, alza le mani e comincia ad urlare: “stiamo calmi ci deve essere un errore”.
Lui, urla stiamo calmi, che è palesemente il più agitato di tutti.
Non ci fanno scendere dall’auto, controllano i documenti. Qualcosa probabilmente comincia a sfuggire loro. A questo punto fanno aprire all’autista il baule
e chiedono spiegazioni su quel che stessimo facendo e con quale meta. Il mio amico alla guida comincia: “guardi, noi lavoriamo proprio lì”, indicando l’azienda ancora vicina, “e stiamo andando a pranzo, proprio là”, indicando il ristorante o meglio la direzione per raggiungerlo.
I poliziotti in borghese ormai non ci credono più. Continuano a fare domande che fatico a comprendere, da dentro l’auto, alle quali il mio amico risponde sempre allo stesso modo: “guardi, noi lavoriamo proprio lì, e stiamo andando a pranzo, proprio là”.
Sembrano il doganiere e la coppia Benigni - Troisi a parti invertite. Loro chiedono la qualunque, e lui risponde sempre allo stesso modo.
Intanto dentro l’auto si rischia l’asfissia da monossido di merda, viste le emozioni susseguitesi.
Delusi e pure un po’ incazzati, giustamente, dal loro punto di vista, ci ridanno i documenti e se ne vanno.
A posteriori riannodiamo tutti i fili.
Era appena stata fatta una rapina alla filiale della Popolare dell’Emilia a pochi metri da noi; i banditi erano tre, fuggiti su una Stilo grigia.
Cazzo che spago. A distanza di anni ogni volta che ci troviamo la riviviamo tutta, e non vi dico le risate. Oggi. Meno allora.
Ultima modifica di Ronzinante il 07/06/2022, 16:06, modificato 1 volta in totale.
