Sul Bondone appaiono svastica e motto che evoca i Lager. Barbieri: ''Orribile e discriminante. Che bella figura che facciamo verso chi vogliamo accogliere''
Una scritta che evoca drammi indicibili e che affiancata alla svastica assume significati inequivocabili e orrendi è apparsa nel tunnel Rocce Rosse tra Vason e Viote. Lo storico albergatore Barbieri: ''Chi può essere stato? Un cittadino annoiato in trasferta che ha agito per assenza di telecamere, o qualcuno dei nostri che il lockdown ha imbruttito nell’anima?''
TRENTO. ''La stupidità umana non conosce confini, neppure l’aria rarefatta riesce a guarire certe persone''. E' apparsa questa orrenda scritta con tanto di svastica qualche sera fa nel tunnel ''Rocce Rosse'' tra Vason e Viote. La frase è quella tristemente nota che campeggiava all'ingresso di numerosi lager prima e durante la seconda guerra mondiale. Ed in particolare si trovava all'entrata dei campi di sterminio di Auschwitz, Dachau e tanti altri.
Una scritta che evoca drammi indicibili e che affiancata alla svastica assume significati inequivocabili e orrendi. Nessuna bravata, nessuna alzata d'ingegno di qualche idiota. Solo un atto vergognoso e da censurare. E a stigmatizzare l'accaduto, rimanendo allibito per quanto visto, è Alberto Barbieri, noto e storico albergatore del Monte Bondone e nel direttivo della locale pro loco che ha già segnalato l'accaduto alle autorità preposte.
''Queste azioni - prosegue Barbieri - di solito sono relegate alle zone urbane o suburbane e trovarle in quota significa che la (in)civilizzazione e l’urbanizzazione hanno “scalato” le pendici dei monti e sono arrivate anche qui. Nella montagna dei nostri antenati nessuno si sarebbe sognato di rubare qualcosa, di vandalizzare oggetti, di comportarsi così. Se queste cose accadono è perché la montagna è diventata una brutta copia del fondovalle, per giunta con meno servizi ma con gli stessi vizi''.
Ora, va detto che nel fondovalle non si vive tra svastiche disegnate sui muri e trogloditi che inneggiano barbarie e scempi con scritte vergognose e che certe cose fanno impressione sia in città che in montagna. ''A questo si aggiunge il messaggio che non si capisce a chi rivolto - completa Barbieri -. In ogni caso discriminante e orribile per il riferimento esplicito ai campi di sterminio. Che bella figura che facciamo verso chi dobbiamo accogliere e non respingere: turisti, escursionisti, passanti, bambini. Una cosa di cui vergognarsi e cancellare subito prima che se ne accorgano in troppi. Rimane il dilemma di chi può essere l’artefice. Un cittadino annoiato in trasferta che ha agito per assenza di telecamere, o qualcuno dei nostri che il lockdown ha imbruttito nell’anima?''.
