Sofa-gate, parla Von der Leyen: "Mi sono sentita sola come donna ed europea". E Michel potrebbe disertare la plenaria dell'Europarlamento
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Convocati dai capigruppo, la presidente della Commissione Ue e il presidente del Consiglio europeo danno la loro versione sull'incidente di Ankara. Tra due settimane a Strasburgo i due dovranno riferire in aula, ma il belga ha in programma un viaggio in Congo
BRUXELLES - "Mi sono sentita sola come donna, come presidente e come europea". Convocati dai capigruppo del Parlamento europeo, Ursula von der Leyen e Charles Michel danno la loro versione sul "sofagate" di Ankara. La tedesca è ancora durissima, gelida, parla di "umiliazione" e "solitudine" di fronte all'atteggiamento del collega che - insieme a Erdogan - resta seduto mente lei, la donna, rimane in piedi, costretta ad accomodarsi su un divano a distanza dai due maschi. Michel si scusa di fronte ai leader dei partiti politici a Strasburgo, ma non garantisce la sua presenza in plenaria all'Eurocamera tra due settimane, quando i due presidenti dovranno riferire in aula. In quei giorni, spiegano fonti europee, l'ex premier belga ha in programma un viaggio in Congo. La notizia inizia a circolare, accolta dallo stupore degli eurodeputati: se Michel non cancellerà il viaggio, la sua posizione si aggraverà ulteriormente.
Michel cerca von der Leyen, ma lei non risponde: il "sofa-gate" scuote i vertici dell'Europa
Il numero uno dell'Europarlamento, David Sassoli, apre la seduta con i capigruppo, von der Leyen e Michel sottolineando che quella andata in onda il 6 aprile ad Ankara è una lezione sul fatto che "la politica estera europea deve essere più coordinata, con una visione strategica". Prende la parola Michel, che si scusa più volte: "E' stato un attimo, non ho saputo prendere la decisione giusta", si giustifica. Eppure resta il sospetto, per molti una certezza, che invece il presidente sapesse della distribuzione delle sedie e per questo sia rimasto seduto, anziché lasciare il posto alla collega ed evitarle l'umiliazione di fronte a Erdogan. Il movente, è l'ipotesi più accreditata a Bruxelles, sarebbe di aver voluto dimostrare la primazia in politica estera del presidente del Consiglio europeo - i summit dei primi ministri dell'Unione - rispetto a quella dell'Eurogoverno.
Von der Leyen prende la parola dopo il collega, ricorda che gli articoli 15 e 17 del Trattato mettono su un piano di parità le istituzioni dell'Unione e poi, appunto, afferma: "Mi sono sentita umiliata, mi sono sentita sola come donna, come presidente e come europea".
