Credo ci sia un fraintendimento di base. Se ci si imbarca in relazioni sentimentali quando si è interessati sostanzialmente al sesso, è inevitabile che il bilancio tra costi e benefici risulti in passivo. Io, fermo restando il punto che mi sono comunque ritrovato in situazioni analoghe a quelle da te descritte, ho da tempo cercato di tenere distinte le due cose. Per questo dico che anche io avrei cominciato molto prima il ricorso al sesso mercenario, ma non in sostituzione delle relazioni (anche) sentimentali, quanto forse come aiuto esterno a queste relazioni.Desmond ha scritto: ↑09/03/2021, 12:07Nella mia vita mi sono costate di più le relazioni durature. E non parlo di soldi. Parlo in termini di giramenti di coglioni, di tempo sprecato, di obblighi morali, di sensi di colpa, di lunghe attese seduto in auto o in un centro commerciale, serate interminabili facendo finta di divertirmi, vacanze rovinate per scenate di gelosia, notti insonni pensando a "quando ho cominciato a perdere il controllo sulla mia vita?".
Se potessi tornare indietro comincerei ad andare a puttane il giorno del mio 18° compleanno.
Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
tenendolo nascosto alla partner o "relazione aperta"?
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
I soldi servono, la ricchezza noDrogato_ di_porno ha scritto: ↑09/03/2021, 13:24sì però il problema è proprio che la ricchezza è roba per pochi"Solo chi ne ha tanti può dire che i soldi non fanno la felicità" (Roberto Gervaso)
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
Tra l'altro è vero che i soldi non fanno la felicità, però aiutano nella ricerca.Drogato_ di_porno ha scritto: ↑09/03/2021, 13:24sì però il problema è proprio che la ricchezza è roba per pochi
"Solo chi ne ha tanti può dire che i soldi non fanno la felicità" (Roberto Gervaso)
A questo proposito, visto che siamo in vena di citazioni, questo pensiero di Gertrude Stein mi sembra attinente al sogno di DDP e non banale come possa apparire a prima vista.
Chiunque abbia detto che i soldi non possono comprare la felicità non sapeva dove fare acquisti.
Mentre Kin Hubbard è più dubbioso:
È piuttosto difficile dire che cosa conduce alla felicità, la povertà e la ricchezza hanno entrambe fallito.
Alla fine, sposerei la tesi di Schopenhauer:
Il denaro è la felicità umana in abstracto; perciò colui che non è più capace di goderla in concreto, si attacca con tutto il cuore alla felicità in abstracto.
La via più breve tra due cuori è il pene
Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
Per esperienza personale posso dire che i momenti più felici della mia vita li ho passati quando ero al verde.
Con il senno di poi potrei pensare che se a quei tempi avessi avuto in tasca i soldi che ho adesso, sarei stato ancor più felice.
Con il senno di poi potrei pensare che se a quei tempi avessi avuto in tasca i soldi che ho adesso, sarei stato ancor più felice.
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
con la parola "prostituzione" si intendono per certi versi tante, troppe cose,
e per altri versi, troppo poche.
"Troppo poche" perché la tendenza al "vendersi" è ben oltre l'aspetto meramente sessuale.
"tante, troppe cose" perché ci sono puttane E puttane.
Anzi, ci sono molte gradazioni.
Sono amico di una escort, di cui purtroppo dopo il periodo covid non ho più notizie.
Dico "purtroppo" egoisticamente, perché mi faceva piacere parlare con lei, scambiare esperienze.
Se però avessi la certezza che ora sta bene e che abbia voluto staccare col mondo, sarei felice per lei ed accetterei questo implicito addio. Purtroppo (a-ridaje con l'egocentrismo...) temo che questa certezza non ce l'avrò mai, e lei andrà a finire nel "mazzo" delle persone preziose che ho visto sparire nel nulla, per non volerle legare a me forzatamente.
Vabbè, torno all'argomento.
Lei "era" convinta di far un lavoro che le piaceva, e che avesse una funzione sociale. L'ho presa sul serio e le ho creduto per vari motivi. Ossia, che lei era convinta di quello che diceva. Che poi, in modi inconsci e involontari, per la vita vissuta o per altro, si fosse convinta di qualcosa che non era vero del tutto, non potrò mai saperlo e mi resterà sempre il dubbio, però a livello conscio era certa di questo e questo mi bastò, ai tempi, per non considerarla una vittima.
Era sposata, era escort da prima del matrimonio e suo marito sapeva e acconsentiva. Mi ricordo che fece questo distinguo:"so che al porto ci sono delle rumene che sono messe in strada dai mariti, che le hanno fatte venire dalla Romania promettendo altro".
...tuttavia, le chiesi anche:"ma non ti capita mai di avere dei clienti violenti?"
Lei mi rispose:"ormai li riconosco. E so anche metterli a posto..."
Era una donna di un metro e 83, non imponente ma dal carattere forte, deciso, all'occorrenza. In altri contesti, aveva fatto anche la dominatrice, per anni. Di età aveva passato di poco la quarantina.
Non dubitai dunque più di tanto, e acquietai il mio "senso di protezione" istintivo.
(Ho VOLUTO portare il discorso sulle prostitute e in particolare, sull'esperienza diretta. Perché, alla fine, parliamo sempre di noi e implicitamente ci dimentichiamo dell'essere vivente a cui accordiamo attenzioni pratiche o teoriche...
)
e per altri versi, troppo poche.
"Troppo poche" perché la tendenza al "vendersi" è ben oltre l'aspetto meramente sessuale.
"tante, troppe cose" perché ci sono puttane E puttane.
Anzi, ci sono molte gradazioni.
Sono amico di una escort, di cui purtroppo dopo il periodo covid non ho più notizie.
Dico "purtroppo" egoisticamente, perché mi faceva piacere parlare con lei, scambiare esperienze.
Se però avessi la certezza che ora sta bene e che abbia voluto staccare col mondo, sarei felice per lei ed accetterei questo implicito addio. Purtroppo (a-ridaje con l'egocentrismo...) temo che questa certezza non ce l'avrò mai, e lei andrà a finire nel "mazzo" delle persone preziose che ho visto sparire nel nulla, per non volerle legare a me forzatamente.
Vabbè, torno all'argomento.
Lei "era" convinta di far un lavoro che le piaceva, e che avesse una funzione sociale. L'ho presa sul serio e le ho creduto per vari motivi. Ossia, che lei era convinta di quello che diceva. Che poi, in modi inconsci e involontari, per la vita vissuta o per altro, si fosse convinta di qualcosa che non era vero del tutto, non potrò mai saperlo e mi resterà sempre il dubbio, però a livello conscio era certa di questo e questo mi bastò, ai tempi, per non considerarla una vittima.
Era sposata, era escort da prima del matrimonio e suo marito sapeva e acconsentiva. Mi ricordo che fece questo distinguo:"so che al porto ci sono delle rumene che sono messe in strada dai mariti, che le hanno fatte venire dalla Romania promettendo altro".
...tuttavia, le chiesi anche:"ma non ti capita mai di avere dei clienti violenti?"
Lei mi rispose:"ormai li riconosco. E so anche metterli a posto..."
Era una donna di un metro e 83, non imponente ma dal carattere forte, deciso, all'occorrenza. In altri contesti, aveva fatto anche la dominatrice, per anni. Di età aveva passato di poco la quarantina.
Non dubitai dunque più di tanto, e acquietai il mio "senso di protezione" istintivo.
(Ho VOLUTO portare il discorso sulle prostitute e in particolare, sull'esperienza diretta. Perché, alla fine, parliamo sempre di noi e implicitamente ci dimentichiamo dell'essere vivente a cui accordiamo attenzioni pratiche o teoriche...

Concordo. "L'equazione" si compone di molte variabili, e solo l'incontro di almeno due di queste (e se i malus sono limitati) si può godere pienamente, o lavorare per un miglioramento.
Ultima modifica di Gargarozzo il 09/03/2021, 14:20, modificato 1 volta in totale.
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
Beh, certo che gioventù, voglia di sperimentare, curiosità e sana incoscienza non si comprano.
Il tuo ragionamento non fa una piega.
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
hai anche il fisico con la tecnologia più avanzata
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
Comunque se avessi la bacchetta magica più che ricco vorrei rinascere pornoattore, intendo con la mia testa dentro il corpo di un Rocco Siffredi, Omar Galanti, Manuel Ferrara ecc.
Anche nascere povero ma superdotato con la possibilità di diventare ricco scopando, pure partendo con un fagotto su una zattera in culo al mondo armato solo del mio pene per fare un casting da bangbros.
Come disse Rocco in risposta a Gianluca Vacchi: "Un vero bomber non chiava perchè ha la villa ma si fa la villa chiavando"
A proposito di Rocco e del suo primo giorno sul set di un film "Belle D'amour"
Anche nascere povero ma superdotato con la possibilità di diventare ricco scopando, pure partendo con un fagotto su una zattera in culo al mondo armato solo del mio pene per fare un casting da bangbros.
Come disse Rocco in risposta a Gianluca Vacchi: "Un vero bomber non chiava perchè ha la villa ma si fa la villa chiavando"
Insomma a me piace il porno perchè la verità è che il mio sogno sarebbe essere un pornoattore (con relative capacità fisiche). Se poi fossi ANCHE ricco meglio, potrei farlo semplicemente pagando. Dei soldi in sè non me ne farei nulla, è ovvio che siano un mezzo e non un fine, pensavo fosse scontato.
A proposito di Rocco e del suo primo giorno sul set di un film "Belle D'amour"
Oggi è l'immagine dello stallone italiano, ma per arrivare dove è arrivato ne ha fatta di gavetta, compresa qualche immancabile figuraccia. Nessuno si aspetterebbe mai una scarsa e veloce prestazione da Rocco Siffredi, eppure agli esordì andò proprio così. La prima volta su un set per Siffredi fu in Francia, nel film "Belle D'Amour" prodotto da Marc Dorcel: "Mi aveva dato una sola scena da interpretare - ha raccontato il pornodivo al Fatto Quotidiano - Dovevo aprire la porta di un meraviglioso appartamento parigino nel XVI arrondissement e pronunciare poche battute. Ma appena entrato, vidi le attrici francesi e austriache in lingerie e tacchi a spillo e persi la testa. Erano fiche inaudite e il cervello andò in ebollizione. Era come se tutti i lunghi anni di masturbazione nello scantinato di Ortona e le seghe a milioni che mi ero fatto si fossero materializzati all'improvviso. Temendo il peggio mi chiusi in bagno per masturbarmi, ma fu inutile. Una volta in scena venni in meno di 2 minuti". Sul set il panico: "Ricaud provocava: 'Non vale niente'. Dorcel era furibondo. Ripeteva: 'Mi hai rovinato il film' e intanto investiva Pontello al telefono: 'Ma chi mi hai mandato? E questo sarebbe lo stallone italiano? E' un dilettante'. Dalla fantasia di un giornaletto ero passato a un mondo in movimento. Non c'era più una fotografia fissa, era tutto vero. Veri i mugolii, vere le cosce, vero il pelo. Non ci capii niente, incassai senza fiatare gli insulti di Pontello: 'Mi hai fatto fare una figura di merda' e pregai Dorcel di concedermi un'altra opportunità: 'Vediamo stasera ma solo se non finisco troppo tardi' rispose. Cercai di calmarmi, scesi alla brasserie per bere 4 camomille e quando perdonato tornai sul set, finalmente, ogni cosa andò per il verso giusto. All'epoca la bellezza non era dirimente. Potevi essere brutto e grasso, ma ti si doveva drizzare. Solo quello contava. Sono stato fortunato".
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
La tua testa sul fisico di Rocco non avrebbero certo fatto di te un pornoattore. Più facile il contrario.
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
Bè è ovvio che sia solo un esperimento mentale, "se Rocco non avesse avuto la sua testa non sarebbe stato Rocco" ecc...so anche che il mestiere del pornoattore è difficile....però la mia utopia resta quellaSalieri D'Amato ha scritto: ↑09/03/2021, 16:12La tua testa sul fisico di Rocco non avrebbero certo fatto di te un pornoattore. Più facile il contrario.
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
io sono sicuro che se nascevo negli anni 50 e quindi ero giovane negli anni 60/70 mi sarei messo nei guai con estremismo e tutte le derive del periodo storico.Salieri D'Amato ha scritto: ↑09/03/2021, 14:00Tra l'altro è vero che i soldi non fanno la felicità, però aiutano nella ricerca.Drogato_ di_porno ha scritto: ↑09/03/2021, 13:24sì però il problema è proprio che la ricchezza è roba per pochi
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A questo proposito, visto che siamo in vena di citazioni, questo pensiero di Gertrude Stein mi sembra attinente al sogno di DDP e non banale come possa apparire a prima vista.
Chiunque abbia detto che i soldi non possono comprare la felicità non sapeva dove fare acquisti.
Mentre Kin Hubbard è più dubbioso:
È piuttosto difficile dire che cosa conduce alla felicità, la povertà e la ricchezza hanno entrambe fallito.
Alla fine, sposerei la tesi di Schopenhauer:
Il denaro è la felicità umana in abstracto; perciò colui che non è più capace di goderla in concreto, si attacca con tutto il cuore alla felicità in abstracto.
anche con i soldi, ci sarei caduto dentro per un senso di ribellione che ho dentro.
invece nascendo negli 70 ed essendo un ragazzo negli anni 80/90 questo bisogno di ribellione non ha trovato terreno fertile. quelle erano decadi tranquille. a pochi km gli slavi si trucidavano ma a nessuno fregava. così verso i 16anni ho capito che stavo perdendo tempo e che l'unica cosa devo fare era godermi la vita
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
Ma sei un giovincello quindi! Avrei scommesso su un maniglia sessantenne abbondante, più maturo
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Re: Questione morale circa l'usufrutto della prostituzione.
Io l'ho capito solo a 36... azzmanigliasferica ha scritto: ↑09/03/2021, 16:46così verso i 16anni ho capito che stavo perdendo tempo e che l'unica cosa devo fare era godermi la vita