Ronzinante ha scritto: ↑04/07/2020, 11:40
Una cosa bella che mi hai insegnato è godere di vini piccoli nel prezzo ma che alla fine ti danno tanta gioia: il pinot nero vinificato bianco di Piccolo Bacco dei Quaroni, il Custoza e il Bardolino di Cavalchina, il Valpolicella base di Zymé, il Franconia di Bortolusso (un rosso da bere freddo di frigorifero!), la malvasia e il gutturnio di La Tosa.
Io nel mio locale ho fatto una scelta netta, che qualche cliente non condivide, ma pazienza: 60/70 etichette in carta, non di più, prezzo massimo di vendita 30/35 euro, non di più. C'è da sbattersi parecchio a cercare le cantine giuste (che poi è anche divertente...) e si fa fatica a proporle ai clienti, soprattutto quando sono fuori dal cerchio magico degli uvaggi modaioli, però quando il cliente va a casa contento, perchè ha bevuto una buona bottiglia, spendendo magari 20 euro, è una grande soddisfazione.
[/quote]
bravo, sei il ristoratore che apprezzerei.
ste carte tutte uguali non hanno senso.
spesso poi coi vini che trovi anche in certe GDO o comunque etichette banali (il bruciato, il grigio di san felice, etc etc)
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.