pan ha scritto:Da ieri è in atto la virata bipartizan nella gestione politica dell'epidemia. Privilegiare l'economia, tanto muoiono i catorci, con risparmio di pensioni. Sembra essere questo il pensiero dominante e collante. Intanto le casistiche si continuano a inviare con le medesime modalità agli organismi internazionali. Almeno fino a questo momento.
Boh a me sembra di sognare. Anche stamattina ho ascoltato Zaia (uno che sta virando sul salviamo l'economia) che ripeteva lo stesso schema che arriva dal governo.
Ha parlato di 130 casi accertati ma ben 70 asintomatici. Detto come se fosse una buona notizia. (e lo è sulla loro percentuale di sopravvivenza)
A parte che nessuno ancora ha spiegato cosa succede a questi asintomatici (imho possono superare la malattia senza grossi problemi ma possono pure essere all'inizio e quindi peggiorare, invece li stanno mettendo tutti nella categoria "già salvi"), questa divisione è buona per capire le percentuali di rischio ma è pessima per lo scopo per cui viene sbandierata.
Insomma, lo diceva come per dire, "la maggior parte sono positivi che non avranno problemi e quindi possiamo sospendere il blocco" invece è proprio l'alto numero di asintomatici che una volta smesso di cercarli non faranno altro che diffondere in modo esponenziale il virus, soprattutto se si ritorna alla normalità fatta di feste e festicciole.
e senza far notare che se di quei 130 almeno 60 sono in ospedale (in terapia intensiva meno), quei numeri sono tutt'altro che da sbandierare come positivi.
Che abbiano virato sul si salvi chi può perchè non si può bloccare tutto è una scelta ma giustificarla utilizzando quei dati è un controsenso.
Il problema maggiore che portavano all'attenzione i virologi era proprio la contagiosità, chiedere di sospendere i blocchi sostenendo che la maggior parte dei contagiati è asintomatica è pura demagogia.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi