Confermo, lo hai già detto, bravo. Però continui a dire che nessuno propone di semplificare l’immigrazione regolare facilitando i visti, e questo ti ho già detto che è falso, che ci sono vecchie proposte radicalibellavista ha scritto:Il mio è un discorso generale sull'idiozia di insistere a sostenere gli ingressi clandestini, invece di lavorare sul facilitare quelli legali. Non sul singolo caso
(O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
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Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
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Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
I radicali sono morti e sepolti.GeishaBalls ha scritto:Confermo, lo hai già detto, bravo. Però continui a dire che nessuno propone di semplificare l’immigrazione regolare facilitando i visti, e questo ti ho già detto che è falso, che ci sono vecchie proposte radicalibellavista ha scritto:Il mio è un discorso generale sull'idiozia di insistere a sostenere gli ingressi clandestini, invece di lavorare sul facilitare quelli legali. Non sul singolo caso
E comunque sto parlando della sinistra al governo ora. Che proposte per semplificare i visti non mi pare ne faccia. Ne fa per semplificare gli sbarchi clandestini in compenso
Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
Usare il termine "razze" per il genere umano è da ignorante.... o da "razzisti".
« Bestemmiando fuggì l'alma sdegnosa
Che fu sì altiera al mondo e sì orgogliosa »
Ariosto "Orlando furioso"
Morte Rodomonte.
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Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
Bravo, diglielo.Rodomonte ha scritto:Usare il termine "razze" per il genere umano è da ignorante.... o da "razzisti".

Qui habet, dabitur ei. E comunque: Stikazzi
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Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
che poi persone africane, arabe, hanno una visione per esempio sull'omosessualità molto rigida.bellavista ha scritto:Peccato (per loro) non funziona nemmeno così.giorgiograndi ha scritto:E' un investimento sul futuro a lungo termine.
Visto che nessuno sano di mente vota più la sinistra attuale, si cerca di creare una classe più povera degli attuali poveri per garantire poltrone alle sinistre.
Dato che le periferie votano Lega, Casa Pound e forza Nuova.
Pensare che se fai entrare Nigeriani e poi gli dai la cittadinanza, questi voteranno per gratitudine la sinistra per le prossime generazioni è una delle tante illusioni della sinistra.
Il negro appena ha la cittadinanza, si mette a votare per chi non gli fa entrare altri negri a rompere il cazzo anche a lui
la sinistra che vuole (giustamente) i diritti gay,lesbiche,lgbt, vuole però anche chi è profondamente contrario.
un chiaro corto circuito.
questo è un caso per il topic amara verità che non si vuole parlare

Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
Scoperta una “fabbrica di bambini” in Nigeria: donne rapite e violentate, i loro neonati venduti
Diciannove ragazze e donne tra i 15 e i 28 anni sono state liberate dalla polizia in Nigeria da alcune abitazioni di Lagos che vengono definite “fabbriche di bambini”. In questi luoghi le giovani donne venivano messe incinte e fatte partorire da un'organizzazione che poi vendeva i loro neonati. Secondo quanto scrive la Bbc, la polizia ha fatto sapere che quattro dei piccoli nati dalle violenze subite dalle mamme sono stati presi in consegna dagli agenti, mentre due donne che lavoravano in questi centri come infermiere abusive sono state arrestate. Il principale sospettato dell’organizzazione, invece, sarebbe scappato. A quanto emerso, la maggior parte delle donne erano state attirate a Lagos con la promessa di lavoro, poi una volta lì erano state sequestrate e violentate. Altre, secondo la polizia, sapevano invece a cosa andavano incontro. Il quotidiano locale The Vanguard riporta le parole di una di queste donne, che avrebbe detto di essere stata ingannata e di avere avuto rapporti sessuali con sette uomini prima di rimanere incinta. La donna che gestiva la casa dove si trovava le aveva detto che in cambio avrebbe ricevuto molti soldi. Tutte le donne salvate e i bambini sono stati portati in ospedale. Il “prezzo” dei neonati: 1400 dollari i maschi e 830 le femmine
Non è questa la prima vota che vengono scoperte delle cosiddette "fabbriche di bambini" in Nigeria, Paese che è la prima economia africana ma dove la povertà è diffusa ed è diffuso il traffico di esseri umani. L’anno scorso, in una operazione simile a quella che ora ha portato in salvo diciannove donne e quattro neonati, furono liberati 160 bambini. Secondo la polizia nigeriana, i neonati venivano venduti a 1.400 dollari l'uno se maschi e 830 dollari se femmine. Al momento non è stato precisato se gli acquirenti fossero della Nigeria stessa o di altri Paesi.
Diciannove ragazze e donne tra i 15 e i 28 anni sono state liberate dalla polizia in Nigeria da alcune abitazioni di Lagos che vengono definite “fabbriche di bambini”. In questi luoghi le giovani donne venivano messe incinte e fatte partorire da un'organizzazione che poi vendeva i loro neonati. Secondo quanto scrive la Bbc, la polizia ha fatto sapere che quattro dei piccoli nati dalle violenze subite dalle mamme sono stati presi in consegna dagli agenti, mentre due donne che lavoravano in questi centri come infermiere abusive sono state arrestate. Il principale sospettato dell’organizzazione, invece, sarebbe scappato. A quanto emerso, la maggior parte delle donne erano state attirate a Lagos con la promessa di lavoro, poi una volta lì erano state sequestrate e violentate. Altre, secondo la polizia, sapevano invece a cosa andavano incontro. Il quotidiano locale The Vanguard riporta le parole di una di queste donne, che avrebbe detto di essere stata ingannata e di avere avuto rapporti sessuali con sette uomini prima di rimanere incinta. La donna che gestiva la casa dove si trovava le aveva detto che in cambio avrebbe ricevuto molti soldi. Tutte le donne salvate e i bambini sono stati portati in ospedale. Il “prezzo” dei neonati: 1400 dollari i maschi e 830 le femmine
Non è questa la prima vota che vengono scoperte delle cosiddette "fabbriche di bambini" in Nigeria, Paese che è la prima economia africana ma dove la povertà è diffusa ed è diffuso il traffico di esseri umani. L’anno scorso, in una operazione simile a quella che ora ha portato in salvo diciannove donne e quattro neonati, furono liberati 160 bambini. Secondo la polizia nigeriana, i neonati venivano venduti a 1.400 dollari l'uno se maschi e 830 dollari se femmine. Al momento non è stato precisato se gli acquirenti fossero della Nigeria stessa o di altri Paesi.
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Baalkaan hai la machina targata Sassari?
VE LA MERITATE GEGGIA
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Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
Con un machete semina il panico tra le auto, nigeriano arrestato a Fermo
https://www.ilmessaggero.it/video/crona ... 74456.html#
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"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
Fra un po' non si potrà andare più in giro con la roncola, per via di questi sciamannati che ne fanno un uso improprio.
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Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
Machete ne frega
Amicus Plato,
sed magis amica veritas.
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Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
Per quello che è successo oggi a Trieste: io non sono per la pena di morte, ma per il suicidio assistito si!
...ma fa anal??? (by Trez 2001)
La nostra Clara è troppo avanti, del tipo se uno fa una scoreggia lei l'ha già annusata prima che esca dal buco del culo. (Trez 2015)
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Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
1 reato su 3 è commesso da stranieri:
“Un fiume in piena il capo della polizia Franco Gabrielli al Festival delle Città, in corso a Roma. «I dati sulla criminalità sono incontrovertibili, da 10 anni c’è un trend in calo complessivo dei reati. Ma c’è anche, negli ultimi anni, un aumento degli stranieri coinvolti tra arrestati e denunciati, questo è inequivoco». Poi il prefetto snocciola i dati: «Nel 2016, su 893mila persone denunciate e arrestate, avevamo il 29,2% degli stranieri coinvolti; nel 2017 la percentuale è salita al 29,8%, nel 2018 al 32% e in questo 2019 che sta quasi finendo il trend è lo stesso, siamo quasi al 32%. Tenendo conto che gli stranieri nel nostro Paese, sono il 12%, tra legali e non, questo dà la misura del problema», conclude.
«Poliziotti e carabinieri non sono punching ball»
La polemica sui tafferugli a Roma Metropolitane: ««Comportamento ineccepibile» Sul fronte delle polemiche seguite ai tafferugli di martedì scorso davanti alla sede di Roma Metropolitane, Gabrielli sottolinea poi come «chi manifesta deve sempre porsi nella condizione di manifestare pacificamente il proprio pensiero. E di non considerare i poliziotti e i carabinieri dei punching ball. Questo è un Paese nel quale si è ritenuto che sputare a un poliziotto sia un comportamento di tenue gravità - aggiunge -. Credo che non sia così. Chi veste una divisa e chi rappresenta un’istituzione, credo che dovrebbe essere portatore di un rispetto non solo per la persona, ma anche per quello che rappresenta». Per il capo della polizia il comportamento degli agenti in via Tuscolana, dove è rimasto ferito il deputato di Leu Stefano Fassina, con due sindacalisti e un lavoratore dell’azienda partecipata del Comune ora in liquidazione, «è stato ineccepibile». La realtà è che «se mi dovessero chiedere qual è il deficit maggiore del nostro Paese, direi che è la perdita di credibilità delle istituzioni a tutti i livelli, che fa sì che la gente si allontani dalla cosa pubblica, che non metta le mani e rischi in prima persona, e tutto questo è il prodotto di una modalità con la quale si ritiene che le istituzioni non siano degne di rispetto».””
https://roma.corriere.it/notizie/cronac ... resh_ce-cp
“Un fiume in piena il capo della polizia Franco Gabrielli al Festival delle Città, in corso a Roma. «I dati sulla criminalità sono incontrovertibili, da 10 anni c’è un trend in calo complessivo dei reati. Ma c’è anche, negli ultimi anni, un aumento degli stranieri coinvolti tra arrestati e denunciati, questo è inequivoco». Poi il prefetto snocciola i dati: «Nel 2016, su 893mila persone denunciate e arrestate, avevamo il 29,2% degli stranieri coinvolti; nel 2017 la percentuale è salita al 29,8%, nel 2018 al 32% e in questo 2019 che sta quasi finendo il trend è lo stesso, siamo quasi al 32%. Tenendo conto che gli stranieri nel nostro Paese, sono il 12%, tra legali e non, questo dà la misura del problema», conclude.
«Poliziotti e carabinieri non sono punching ball»
La polemica sui tafferugli a Roma Metropolitane: ««Comportamento ineccepibile» Sul fronte delle polemiche seguite ai tafferugli di martedì scorso davanti alla sede di Roma Metropolitane, Gabrielli sottolinea poi come «chi manifesta deve sempre porsi nella condizione di manifestare pacificamente il proprio pensiero. E di non considerare i poliziotti e i carabinieri dei punching ball. Questo è un Paese nel quale si è ritenuto che sputare a un poliziotto sia un comportamento di tenue gravità - aggiunge -. Credo che non sia così. Chi veste una divisa e chi rappresenta un’istituzione, credo che dovrebbe essere portatore di un rispetto non solo per la persona, ma anche per quello che rappresenta». Per il capo della polizia il comportamento degli agenti in via Tuscolana, dove è rimasto ferito il deputato di Leu Stefano Fassina, con due sindacalisti e un lavoratore dell’azienda partecipata del Comune ora in liquidazione, «è stato ineccepibile». La realtà è che «se mi dovessero chiedere qual è il deficit maggiore del nostro Paese, direi che è la perdita di credibilità delle istituzioni a tutti i livelli, che fa sì che la gente si allontani dalla cosa pubblica, che non metta le mani e rischi in prima persona, e tutto questo è il prodotto di una modalità con la quale si ritiene che le istituzioni non siano degne di rispetto».””
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Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
Sei arresti in via Corsico, i covi della cocaina nel «fortino Gola». Dall’una di notte lo spaccio dei richiedenti asilo
Dice un vecchio sbirro, di casa da queste parti, che se non cambia la strategia complessiva non ne usciamo più. Ennesimo problema di Milano prettamente demandato alle forze dell’ordine, a lungo volutamente ignorato dalle istituzioni anche per non infastidire quel che resta dell’area antagonista cittadina e la sua «resistenza» contro gli sgomberi degli abusivi, lo spaccio di droga intorno ai Navigli, soprattutto quello Pavese che verte sul cancro in metastasi delle case popolari del «quadrilatero» di via Gola, ha visto, nella notte tra venerdì e ieri, una grande operazione. Grande, attenzione, nella sua fase operativa, con l’impiego di decine e decine di carabinieri, sempre peraltro in tempi di carenze d’organico che a Roma non riescono a recepire/risolvere. I carabinieri, aiutati dalla preziosa polizia locale e dalla sua unità contrasto stupefacenti, hanno faticato per quattro ore, dall’una in avanti, obbligati com’erano a ideare una strategia cinturando la zona e agendo in simultanea su più fronti, manco al centro ci fosse un pericoloso latitante armato di bombe. Non potrebbe essere diversamente: non è stato il ricorso alla spettacolarizzazione ma la necessità di fronteggiare il «sistema» della droga dei Navigli. Che è il seguente, come confermato da quattro distinte fonti del Corriere tra Questura e Comando provinciale dell’Arma, per buona pace di chi pensa che Milano sia un villaggio turistico ignorato dalla criminalità, macro o micro che sia.
I carabinieri hanno arrestato sei spacciatori, tra i 26 e i 33 anni, tutti africani (Gambia, Guinea, Costa d’Avorio, Senegal), personaggi noti e stranoti, già visti e controllati in stazione Centrale, uomini che alternano la consueta attesa biblica per sapere se hanno diritto o meno allo status di rifugiato, a brevi permanenze in carcere. A volte una manciata di ore, il tempo di riposare, uscire e ricominciare daccapo. Sui ponti del Naviglio Pavese, gli africani solitamente vendono droga (cocaina ma in larga parte marijuana) a partire proprio dall’una di notte. Prima non possono: ci sono gli altri, che poi sono quelli che comandano. Ovvero i marocchini. Originari dell’abituale zona di Béni Mellal, i marocchini hanno abitazioni e appoggi logistici in via Gola, nei caseggiati dell’Aler sui quali da anni si vocifera di interventi radicali, puntualmente rinviati spesso per ragioni di convenienza politica, e chissà mai che nei prossimi mesi sia la volta buona. I marocchini vivono in appartamenti occupati abusivamente, protetti da pitbull, mentre la droga, che nel loro caso è la cocaina, è imboscata nelle cantine, un buco nero privo di numeri, lettere, nomi e cognomi sulle porte, dunque gli spazi son di tutti e di nessuno, con accesso libero, e anche questi, insieme agli ingressi dei palazzi e alla stessa via Gola, assai sorvegliati da sentinelle. Esiste il fenomeno, anche se residuale, dello stupefacente custodito da incensurati e disgraziati (vecchi, disoccupati, malati cronici, ragazze madri) dietro «stipendi» comunque modesti, ma è più frequente in altri quartieri, ad esempio il Giambellino dov’è una sorta di regola. Una differenza sostanziale tra i due gruppi, quello dei marocchini e quello degli africani, che si dividono il territorio in pace ché c’è pappa per tutti (la famelica richiesta di droga da parte degli italiani è alla base dell’intensità dello spaccio), riguarda la gestione dello stupefacente.
Gli africani tengono la droga nelle immediate vicinanze, grazie a complici, una delle tre batterie in azione (l’ultima è formata dalle guardie che monitorano l’accesso ai ponti e le strade nelle vicinanze), mentre una volta concluso l’accordo i marocchini ti portano «dentro» via Gola per la consegna delle dosi. La costituzione urbanistica e l’esperienza degli spacciatori hanno alzato il livello di impenetrabilità, e di conseguenza la difficoltà di indagare e arrestare. Quando ricevono la richiesta di cocaina, gli africani ricorrono ai marocchini, e dunque si capisce, non è un processo mentale complicato, che il nodo era, è e rimarrà via Gola. Il bilancio dei sequestri dell’altra notte (cinquanta grammi di marijuana e cinquecento euro) a fronte di mezzi, risorse e tempo impiegati, e ancor prima della preparazione dell’attività, conferma la sproporzione tra la vita reale, ossia lo spaccio — il suo potere, il suo fatturato, la sua impunità — e la convinzione che le forze dell’ordine possano ancora metterci una pezza e far nascondere, per un po’, la polvere sotto lo zerbino.
https://milano.corriere.it/notizie/cron ... refresh_ce
Dice un vecchio sbirro, di casa da queste parti, che se non cambia la strategia complessiva non ne usciamo più. Ennesimo problema di Milano prettamente demandato alle forze dell’ordine, a lungo volutamente ignorato dalle istituzioni anche per non infastidire quel che resta dell’area antagonista cittadina e la sua «resistenza» contro gli sgomberi degli abusivi, lo spaccio di droga intorno ai Navigli, soprattutto quello Pavese che verte sul cancro in metastasi delle case popolari del «quadrilatero» di via Gola, ha visto, nella notte tra venerdì e ieri, una grande operazione. Grande, attenzione, nella sua fase operativa, con l’impiego di decine e decine di carabinieri, sempre peraltro in tempi di carenze d’organico che a Roma non riescono a recepire/risolvere. I carabinieri, aiutati dalla preziosa polizia locale e dalla sua unità contrasto stupefacenti, hanno faticato per quattro ore, dall’una in avanti, obbligati com’erano a ideare una strategia cinturando la zona e agendo in simultanea su più fronti, manco al centro ci fosse un pericoloso latitante armato di bombe. Non potrebbe essere diversamente: non è stato il ricorso alla spettacolarizzazione ma la necessità di fronteggiare il «sistema» della droga dei Navigli. Che è il seguente, come confermato da quattro distinte fonti del Corriere tra Questura e Comando provinciale dell’Arma, per buona pace di chi pensa che Milano sia un villaggio turistico ignorato dalla criminalità, macro o micro che sia.
I carabinieri hanno arrestato sei spacciatori, tra i 26 e i 33 anni, tutti africani (Gambia, Guinea, Costa d’Avorio, Senegal), personaggi noti e stranoti, già visti e controllati in stazione Centrale, uomini che alternano la consueta attesa biblica per sapere se hanno diritto o meno allo status di rifugiato, a brevi permanenze in carcere. A volte una manciata di ore, il tempo di riposare, uscire e ricominciare daccapo. Sui ponti del Naviglio Pavese, gli africani solitamente vendono droga (cocaina ma in larga parte marijuana) a partire proprio dall’una di notte. Prima non possono: ci sono gli altri, che poi sono quelli che comandano. Ovvero i marocchini. Originari dell’abituale zona di Béni Mellal, i marocchini hanno abitazioni e appoggi logistici in via Gola, nei caseggiati dell’Aler sui quali da anni si vocifera di interventi radicali, puntualmente rinviati spesso per ragioni di convenienza politica, e chissà mai che nei prossimi mesi sia la volta buona. I marocchini vivono in appartamenti occupati abusivamente, protetti da pitbull, mentre la droga, che nel loro caso è la cocaina, è imboscata nelle cantine, un buco nero privo di numeri, lettere, nomi e cognomi sulle porte, dunque gli spazi son di tutti e di nessuno, con accesso libero, e anche questi, insieme agli ingressi dei palazzi e alla stessa via Gola, assai sorvegliati da sentinelle. Esiste il fenomeno, anche se residuale, dello stupefacente custodito da incensurati e disgraziati (vecchi, disoccupati, malati cronici, ragazze madri) dietro «stipendi» comunque modesti, ma è più frequente in altri quartieri, ad esempio il Giambellino dov’è una sorta di regola. Una differenza sostanziale tra i due gruppi, quello dei marocchini e quello degli africani, che si dividono il territorio in pace ché c’è pappa per tutti (la famelica richiesta di droga da parte degli italiani è alla base dell’intensità dello spaccio), riguarda la gestione dello stupefacente.
Gli africani tengono la droga nelle immediate vicinanze, grazie a complici, una delle tre batterie in azione (l’ultima è formata dalle guardie che monitorano l’accesso ai ponti e le strade nelle vicinanze), mentre una volta concluso l’accordo i marocchini ti portano «dentro» via Gola per la consegna delle dosi. La costituzione urbanistica e l’esperienza degli spacciatori hanno alzato il livello di impenetrabilità, e di conseguenza la difficoltà di indagare e arrestare. Quando ricevono la richiesta di cocaina, gli africani ricorrono ai marocchini, e dunque si capisce, non è un processo mentale complicato, che il nodo era, è e rimarrà via Gola. Il bilancio dei sequestri dell’altra notte (cinquanta grammi di marijuana e cinquecento euro) a fronte di mezzi, risorse e tempo impiegati, e ancor prima della preparazione dell’attività, conferma la sproporzione tra la vita reale, ossia lo spaccio — il suo potere, il suo fatturato, la sua impunità — e la convinzione che le forze dell’ordine possano ancora metterci una pezza e far nascondere, per un po’, la polvere sotto lo zerbino.
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Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
Redistribuire i migranti? Anche i Paesi volenterosi adesso sono più cauti
Oggi i ministri degli Interni della Ue discuteranno il pre-accordo siglato a settembre a Malta sulla redistribuzione preventiva e automatica dei migranti che approdano sulle nostre coste. Ma il clima sembra mutato
di Francesca Basso
Redistribuire i migranti? Anche i Paesi volenterosi adesso sono più cautishadow
Nell’ordine del giorno del Consiglio Affari interni che si tiene oggi in Lussemburgo la voce migrazione sarà discussa durante il pranzo a porte chiuse. È il momento politicamente più delicato della giornata. Verrà presentato l’accordo per un meccanismo di redistribuzione preventiva e automatica dei migranti che approdano sulle nostre coste siglato il 24 settembre alla Valletta da Italia, Francia, Germania e Malta, condiviso con la Finlandia che ha la presidenza di turno dell’Ue. È un accordo volontario tra gli Stati e l’obiettivo da parte di Roma è quello di allargare l’intesa tra i «volenterosi». Ma alla vigilia della riunione di oggi tra i ministri degli Interni Ue il clima sembra mutato rispetto alla disponibilità registrata nelle settimane scorse.
L’aumento degli sbarchi delle ultime settimane non solo in Italia ma anche in Grecia sta rendendo politicamente più complesso il raggiungimento di un’intesa che da molti viene considerata fondamentale per aprire la strada alla revisione del Regolamento di Dublino. Sono cresciuti i timori del Viminale, che vede il rischio di un temporeggiamento e di un rinvio della questione al vertice dei capi di Stato e di governo della prossima settimana. Nei giorni scorsi il Viminale aveva mostrato cautela, spiegando che «quello di Malta è un preaccordo».
Nel pranzo di oggi sarà fatto il punto sulla situazione dei flussi migratori nell’Ue in generale, lungo le differenti rotte, non solo il Mediterraneo centrale (nel mese di agosto gli sbarchi sono aumentati dell’8% rispetto allo stesso mese del 2018). Grecia, Cipro e Bulgaria presenteranno un loro documento per sensibilizzare gli altri Paesi Ue sulla «crescente, persistente e sproporzionata pressione migratoria» sulla rotta del Mediterraneo orientale, che ha visto una crescita del 10% rispetto al 2018, mentre a livello Ue tra gennaio e agosto c’è stato un calo del 26% in rapporto allo stesso periodo di un anno fa.
La Turchia vuole più fondi, oltre ai 6 miliardi di euro dell’accordo del 2016,per trattenere i migranti sul proprio territorio e sta esercitando una sorta di pressione sull’Ue. I fronti aperti sono diversi. La Spagna, che non è stata invitata al vertice di Malta e non ha apprezzato l’esclusione, deve gestire i flussi che passano dal Mediterraneo occidentale. La situazione che si troverà a dover fronteggiare domani la ministra Luciana Lamorgese è complessa. Francia e Germania, che hanno guidato i Paesi «volenterosi», rischiano ora di essere più cauti. Del resto tutti i Paesi devono fare i conti con l’opinione pubblica interna.
Anche la proposta formulata dalla Commissione europea nel 2015 per una ridistribuzione automatica dei richiedenti asilo per affrontare l’emergenza è rimasta bloccata per il veto di alcuni Stati membri, mettendo in evidenza una crescente mancanza di solidarietà tra le capitali. Ora la situazione non è molto diversa, anche se sul tavolo non c’è una proposta della Commissione ma un progetto che muove da Italia, Malta, Francia e Germania con il sostegno certo di Bruxelles.
C’era il commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos alla Valletta accanto ai ministri degli Interni italiano Lamorgese, francese Christophe Castaner, maltese Michael Farrugia, tedesco Horst Seehofer e finlandese Maria Ohisalo. Parigi però vorrebbe poter accogliere solo i migranti salvati che hanno diritto a ottenere la protezione internazionale, mentre Berlino comincia a preoccuparsi dell’intensificarsi dell’attività di salvataggio da parte delle navi delle ong. Timore condiviso anche da altri Paesi, che vi vedono un fattore di attrazione. Non ci saranno sorprese, invece, dal gruppo di Visegrád (Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca) e dall’Austria, da sempre contrari a qualsiasi meccanismo automatico di ridistribuzione dei richiedenti asilo.
https://www.corriere.it/cronache/19_ott ... 64e5.shtml
Oggi i ministri degli Interni della Ue discuteranno il pre-accordo siglato a settembre a Malta sulla redistribuzione preventiva e automatica dei migranti che approdano sulle nostre coste. Ma il clima sembra mutato
di Francesca Basso
Redistribuire i migranti? Anche i Paesi volenterosi adesso sono più cautishadow
Nell’ordine del giorno del Consiglio Affari interni che si tiene oggi in Lussemburgo la voce migrazione sarà discussa durante il pranzo a porte chiuse. È il momento politicamente più delicato della giornata. Verrà presentato l’accordo per un meccanismo di redistribuzione preventiva e automatica dei migranti che approdano sulle nostre coste siglato il 24 settembre alla Valletta da Italia, Francia, Germania e Malta, condiviso con la Finlandia che ha la presidenza di turno dell’Ue. È un accordo volontario tra gli Stati e l’obiettivo da parte di Roma è quello di allargare l’intesa tra i «volenterosi». Ma alla vigilia della riunione di oggi tra i ministri degli Interni Ue il clima sembra mutato rispetto alla disponibilità registrata nelle settimane scorse.
L’aumento degli sbarchi delle ultime settimane non solo in Italia ma anche in Grecia sta rendendo politicamente più complesso il raggiungimento di un’intesa che da molti viene considerata fondamentale per aprire la strada alla revisione del Regolamento di Dublino. Sono cresciuti i timori del Viminale, che vede il rischio di un temporeggiamento e di un rinvio della questione al vertice dei capi di Stato e di governo della prossima settimana. Nei giorni scorsi il Viminale aveva mostrato cautela, spiegando che «quello di Malta è un preaccordo».
Nel pranzo di oggi sarà fatto il punto sulla situazione dei flussi migratori nell’Ue in generale, lungo le differenti rotte, non solo il Mediterraneo centrale (nel mese di agosto gli sbarchi sono aumentati dell’8% rispetto allo stesso mese del 2018). Grecia, Cipro e Bulgaria presenteranno un loro documento per sensibilizzare gli altri Paesi Ue sulla «crescente, persistente e sproporzionata pressione migratoria» sulla rotta del Mediterraneo orientale, che ha visto una crescita del 10% rispetto al 2018, mentre a livello Ue tra gennaio e agosto c’è stato un calo del 26% in rapporto allo stesso periodo di un anno fa.
La Turchia vuole più fondi, oltre ai 6 miliardi di euro dell’accordo del 2016,per trattenere i migranti sul proprio territorio e sta esercitando una sorta di pressione sull’Ue. I fronti aperti sono diversi. La Spagna, che non è stata invitata al vertice di Malta e non ha apprezzato l’esclusione, deve gestire i flussi che passano dal Mediterraneo occidentale. La situazione che si troverà a dover fronteggiare domani la ministra Luciana Lamorgese è complessa. Francia e Germania, che hanno guidato i Paesi «volenterosi», rischiano ora di essere più cauti. Del resto tutti i Paesi devono fare i conti con l’opinione pubblica interna.
Anche la proposta formulata dalla Commissione europea nel 2015 per una ridistribuzione automatica dei richiedenti asilo per affrontare l’emergenza è rimasta bloccata per il veto di alcuni Stati membri, mettendo in evidenza una crescente mancanza di solidarietà tra le capitali. Ora la situazione non è molto diversa, anche se sul tavolo non c’è una proposta della Commissione ma un progetto che muove da Italia, Malta, Francia e Germania con il sostegno certo di Bruxelles.
C’era il commissario Ue all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos alla Valletta accanto ai ministri degli Interni italiano Lamorgese, francese Christophe Castaner, maltese Michael Farrugia, tedesco Horst Seehofer e finlandese Maria Ohisalo. Parigi però vorrebbe poter accogliere solo i migranti salvati che hanno diritto a ottenere la protezione internazionale, mentre Berlino comincia a preoccuparsi dell’intensificarsi dell’attività di salvataggio da parte delle navi delle ong. Timore condiviso anche da altri Paesi, che vi vedono un fattore di attrazione. Non ci saranno sorprese, invece, dal gruppo di Visegrád (Polonia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca) e dall’Austria, da sempre contrari a qualsiasi meccanismo automatico di ridistribuzione dei richiedenti asilo.
https://www.corriere.it/cronache/19_ott ... 64e5.shtml
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Linegoco: "...e se anche fosse (il fallimento della produzione pornografica) chi se ne importa? Nessuno sano di mente si mette a pagare qualcuno solo perché altrimenti fallisce...è ridicolo, ci si dovrebbe impoverire per arricchire altri?"
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"Usare questo o quello studio come bandiera per sostenere una tesi piuttosto che l'altra è sbagliato."
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Oscar: Quello che i miei studi non mi hanno ancora detto con certezza e’ se sono gli italiani a generare PD (senza articolo davanti come sinonimo di sostanza di scarto) o se e’ il PD a generare gli italiani.
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Re: (O.T.) Immigrazione: migranti, rifugiati
Follia a Milano, pedofilo palpeggia le parti intime di due bambini di 4 anni davanti alle mamme
„Il 50enne, stando a quanto ricostruito, è un pluripregiudicato di etnia rom. Nel suo curriculum ci sono precedenti per furti, rapine, violenza sessuale, lesioni e perfino riduzione in schiavitù ai danni di una connazionale“
http://www.milanotoday.it/cronaca/pedof ... mbini.html
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Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato ( Arthur Schopenhauer )
" Ste sgallettate che non sanno fare un cazzo e non partoriscono un concetto nemmeno sotto tortura
sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )
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