In una torrida notte di luglio del 1888 un uomo e una donna concepiscono un figlio in una locanda di Braunau. Non sono soli. Con loro c'è una presenza occulta che assiste, anzi, partecipa attivamente al concepimento «come l'arcangelo Gabriele fece con Geova in una notte cruciale a Nazareth». Lui è Alois Hitler, alto ufficiale della dogana con un'insana passione per le donne, la birra e le api. Lei è Klara Poelzl, terza moglie nonché, con ogni probabilità, figlia dello stesso Alois Hitler. Il terzo incomodo è il diavolo. Il 20 aprile 1889, nove mesi e dieci giorni dopo quella notte, nascerà Adolf Hitler. Ed è proprio il diavolo, sotto le mentite spoglie di un ufficiale delle SS, a narrare con brio infernale, da un incipit che rimanda direttamente a Moby Dick («Potete chiamarmi D. T.»), le vicissitudini della famiglia Hitler rivelandone senza remore i segreti piú turpi e inconfessabili.Solo un maestro della scrittura con il coraggio di Norman Mailer poteva decidere, giunto all'ultima prova, di affrontare il personaggio piú scomodo in un corpo a corpo che si riflette sulla pagina senza esclusione di colpi. E trovare, proprio in Adolf Hitler, l'ispirazione che gli ha concesso di scrivere il suo grande libro.

Quella torrida sera d'estate, però, mentre Alois cercava di aprirle le gambe serrate
esercitando ora più che mai la forza delle braccia, a un certo punto gli mancò il
fiato. Una fitta spaventosa! Per un istante gli parve di essere stato fulminato. Era
il cuore? Stava per morire? - Ti senti bene? - urlò lei quando le si stese a fianco,
boccheggiando con un raspo che ricordava gli ultimi, terribili respiri esalati dai
loro figli. - Sto bene. Si. No, - disse lui. E Klara partì alla carica. Non sapeva se
sarebbe servito a resuscitarlo oppure a finirlo, ma sentiva dentro lo stesso
risentimento, acuminato come un ago, emerso dopo la morte di Fanni.60 Una volta
Fanni le aveva spiegato come si fa. E lei ora si girò all'incontrario piazzandogli le
parti innominabili dritte sul naso e sulla bocca rantolanti, e gli prese il vecchio
ariete fra le labbra. Lo zio era molle come una spirale di sterco. Lei lo succhiò
comunque con un'avidità che poteva venire solo dal Maligno...questo lo sapeva.
Da lì era venuto l'impulso. Ora avevano tutti e due la testa dalla parte sbagliata, e
il Maligno era con loro. Non era mai stato così vicino. Il Segugio cominciò a
rianimarsi. Dentro la bocca di Klara. Che si stupì. Prima era così flaccido. Ora
invece Alois era tornato uomo! Con la linfa di lei a schiumargli sulla bocca, si
capovolse e, viso contro viso, la trasse a sé con tutta la passione delle proprie
labbra, finalmente pronto a lavorarla con il Segugio, a ficcarlo dentro la sua
religiosità, sì accidenti alla religiosità pensò Alois – accidenti alla moglie pezzente
e beghina, accidenti alla chiesa! - era resuscitato, una specie di miracolo, era
presente e vivo, la sua erezione una spada. Meglio di una tempesta in alto mare!
Poi superarono quel momento perché lei – la donna più angelica di Branau –
sapeva che si stava concedendo al diavolo, sì, sapeva che il diavolo era lì, lì con
lei e con Alois, tutti e tre persi nel geyser che fuoriuscì da lui, poi da lei, poi
all'unisono, e io ero lì con loro, ero la terza persona risucchiata nel miagolio di
tutti e tre mentre discendevamo insieme la cascata, io e Alois a riempire il ventre
di Klara Poelzl Hitler, perciò seppi con esattezza quale fu il momento della
creazione. Come l'arcangelo Gabriele servì Geova in una notte cruciale a Nazareth,
così io ero lì con il maligno durante quel concepimento in una notte di luglio nove
mesi e dieci giorni prima che Adolf Hitler nascesse, il 20 aprile 1889. Sì, io c'ero,
un ufficiale d'alto grado del corpo più straordinario mai esistito nei servizi
segreti.61