Richard Dawkins, ne
Il fenotipo esteso, avanza una teoria che potrebbe essere applicabile al caso.
Riassumendo, il
fenotipo è l'effetto esteriore del
genotipo, ed è l'oggetto della selezione naturale.
In genere, con fenotipo si intende la forma del corpo di un individuo.
Però, si può tranquillamente farci rientrare il comportamento, oppure gli effetti immediati del comportamento.
Per esempio, la forma del laghetto creato dalla diga di una famiglia di castori può dipendere dal modo in cui i castori la costruiscono,
che dipende dal loro comportamento, che dipende dai loro circuiti cerebrali, e così via.
Se varianti nei geni dei castori portano a varianti nella forma del laghetto, in modo molto indiretto, ma l'importante è che sia
sistematico,
allora il laghetto è parte del fenotipo dei geni di castoro.
Procedendo su questa linea, il fenotipo di una specie può comprendere il corpo e il comportamento di altre specie.
C'è un fungo che parassita il cervello delle formiche, e le fa "impazzire" facendole salire in luoghi alti ed esposti,
mentre loro istintivamente starebbero al coperto, in modo che gli uccelli le mangino e il fungo possa diffondersi.
Il comportamento della formica non è espressione del genotipo della formica, ma di quello del fungo.
Per analogia, il comportamento della scimmia incravattata non è espressione del genotipo della scimmia, ma di quello di Zuckerberg,
che ne trae un vantaggio diffusivo, sia direttamente (aumentando i contatti),
sia indirettamente (acquistando informazioni sulla topologia e delle relazioni di conoscenza fra esemplari diversi di scimmia).
Non importa che l'effetto sia diretto, ma che sia sistematico, cioè che qualcosa nella rete sociale alteri la neurologia
e quindi il comportamento della scimmia, spingendola verso una data direzione che sia favorevole alla rete stessa.
Come conclude il fumetto:
Sono un babbo.