(O.T.) Renzi: sarà governo, governicchio governo del cacchio

[dostum]

DRUGAT ho come la sensazione ci sia qualche minima divergenza di opinione tra noi


cmq è morto

[Drogato_ di_porno]

Matteo, l'enfant prodige di Pontassieve, è bipolare

che gli diano del litio (o una camomilla)

con le nuove nomine nelle partecipate sta crollando anche il suo sistema di potere

Matteo Renzi s’avvicina a falcate verso un atteggiamento bipolare. Da una parte fa filtrare che lunedì si dimette, dall’altra sbiascica che – in caso di primarie – lui è in grado di raccattare il 75% delle preferenze. Il problema è che gli oppositori hanno ormai la certezza che il “ragazzo di Pontassieve” ha scarsa dimestichezza con i numeri: visto com’è finito il referendum. E giudicano le sue uscite un bluff. Ma si stanno convincendo che la scarsa dimestichezza s’allarga anche alle regole elettorali. Se il profilo di riforma che si sta delineando è orientato a rispolverare il meccanismo proporzionale, le primarie (indispensabili per un sistema maggioritario) sarebbero inutili; se non controproducenti.
Così, la componente minoritaria del Nazareno ha in mente di andare a vedere le carte del Ducetto. Il più avvelenato è Michele Emiliano. Il presidente della Regione Puglia, da cestista esperto, sa che un giocatore non si vede dal riscaldamento; ma dalla partita. Per questo dubita abbondantemente del 75% di consensi che Renzi conta di raccogliere alle primarie. In qualunque caso, il fantasma di Renzi ancora aleggia per le stanze di Palazzo Chigi. Ma l’unico a cui si mostra è Paolo Gentiloni. Tant’è che il premier continua ad avere problemi di comunicazione con il suo predecessore ed usa la Maria Elena Boschi quale messaggero del suo pensiero; e della indistruttibile pronuncia di fedeltà eterna.
Analogo atteggiamento non trova spazio nell’animo del “ragazzo di Pontassieve”. Tant’è che continua a smontare qualunque iniziativa del presidente del Consiglio. Gentiloni avrebbe fatto sapere che, indipendentemente dal rinvio a giudizio, sarebbe favorevole ad una conferma di Claudio Descalzi alla guida dell’Eni; mentre la posizione di Mauro Moretti è oggettivamente indifendibile.
Per tutta risposta, al fine di far dimenticare che i due manager sono stati nominati proprio dal lui, Matteo fa sapere ai peones del partito di essere favorevole alla loro rimozione da Eni e da Finmeccanica. Una mossa che servirebbe a “rifarsi” una sorta di verginità nei confronti di una popolazione di parlamentari, già scottati dall’intenzione di Renzi di far perdere loro il vitalizio.
Dal Nazareno arriva poi il gossip che una società di sondaggi avrebbe pronosticato che un eventuale e futuro di partito potrebbe contare sul 10,5%.

[dostum]

Matteo, l'enfant prodige di Pontassieve, è bipolare

che gli diano del litio (o una camomilla)

con le nuove nomine nelle partecipate sta crollando anche il suo sistema di potere

[Drogato_ di_porno]

[dostum]

cmq ritengo che Gentiloni e la sua combriccola vadano spazzati via dalla faccia della terra se lo avesse fatto berlusca ci sarebbe stata rivolta adesso tutti zitti per chi non ricordasse Minniti era uno dei mangiamerda della Clinton
http://www.corriere.it/politica/17_febb ... df58.shtml

[Drogato_ di_porno]

il tipico modus operandi di Renzi (che ci ha condotto allo sconquasso di bilancio): un po' andiamo allo scontro con l'Europa (così togliamo voti a Grillo), un po' prendiamo i soldi dall'evasione (dopo che ha alzato il contante a 3000) un po' speriamo cresca il pil (previsioni alla spera in dio)

poi il debito pubblica aumenta ma chissenefrega, l'importante è vincere le elezioni, ai problemi penseremo dopo, cacceremo altre palle e daremo al colpa ai tedeschi

paro paro a Silvio e Giulio

Renzi a Padoan: no a nuova manovra e aumento tasse
Colloquio telefonico tra il segretario dem e il ministro del Tesoro: con l'Ue si tratta fino allo sfinimento. L'ex premier: «Non farò il bersaglio per mesi»

Nessun attacco al governo né tanto meno la minaccia di incidenti parlamentari, ma il chiarimento, se ce ne fosse bisogno, di uno dei pilastri del Pd renziano: le tasse non si alzano. E questo perché, avrebbe chiarito, a quanto si apprende, Matteo Renzi nella telefonata con Pier Carlo Padoan, la manovra correttiva non serve ma la rotta deve essere la stessa seguita nei mille giorni di governo: con l'Ue si tratta fino allo sfinimento. E, solo al termine del confronto-scontro, le risorse che servono si recuperano dai soldi risparmiati dalla lotta record all'evasione fiscale, confidando nel fatto che, alla luce dei dati di oggi positivi sulla produzione industriale, il Pil sarà più alto del previsto.

«NON RESTO A FARE IL BERSAGLIO». Intanto il premier conferma che intende restare sulla graticola a lungo: «Non ci sto a fare il bersaglio per mesi», ha confermato Renzi in serata a Unità.tv. La mozione, presentata da Edoardo Fanucci e sottoscritta da altri 36 deputati di stretta fede renziana, non era concordata, assicurano al Pd, né con il gruppo della Camera né con Matteo Renzi. Ma il no a nuove tasse, espresso nel documento, è la posizione da sempre sostenuta nel Pd renziano e che il leader dem ha indicato, anche nel blog della ripartenza dopo la sconfitta al referendum, come uno dei capisaldi della sinistra che vuole. E che diventerà oggetto di scontro congressuale se la direzione del Pd di lunedì imboccherà la via del congresso anticipato.

NO A NUOVE TASSE. No a nuove tasse e no a «un'Europa marziana che manda letterine sullo 0,2» è la via che il Pd ha sempre seguito con Renzi al governo e che vuole continuare a seguire con Gentiloni. Per questo la vicenda della mozione e le conseguenti fibrillazioni sono considerate «una tempesta in un bicchier d'acqua». Ma più che avvisare Padoan che avrebbe concordato con Renzi sulla necessità di fare ogni sforzo possibile per evitare nuove accise, i fulmini dei fedelissimi dell'ex premier si scaricano sui funzionari del Mef. «Al Mef non aspettavano altro che aumentare le tasse, durante i mille giorni sono stati compressi nella loro iniziativa, per tre anni hanno provato ad alzare l'iva e sono stati respinti al mittente», ironizzano. E invece la soluzione non sono né nuove accise né una manovra da 3,5 miliardi: prima si tratta per ottenere una correzione dell'0,1, invece dell'0,2, poi l'1,5 miliardi che restano, è il ragionamento del Pd, si possono facilmente ottenere senza manovra con il recupero dell'evasione e alla luce dei dati finali del Pil che potrebbero riservare, sono convinti al Nazareno, sorprese positive.

DIREZIONE DECISIVA PER IL PD. Sui risultati economici del suo governo, Renzi insisterà anche nella direzione di lunedì in cui il Pd dovrà decidere la strada da imboccare nei prossimi mesi: o un ritorno in tempi brevi alle urne, dopo un accordo interno sulla legge elettorale e proprio per dare all'Italia un governo fresco di legittimazione popolare. O la battaglia congressuale subito dopo le dimissioni del segretario all'assemblea di fine mese. Il leader dem prospetterà, a quanto si apprende, le due alternative nella relazione di apertura e alla luce del confronto con le varie correnti del partito si vedrà dove cascherà la palla. In ogni caso la direzione, eccezionalmente allargata a tutti i parlamentari e segretari provinciali, si concluderà con un voto che sarà definitivo. Ma se l'area che fa capo a Michele Emiliano e Francesco Boccia concorda sul congresso immediato, come anche Gianni Cuperlo e Nicola Zingaretti, i bersaniani sono contrari. Secondo Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza, la sfida congressuale non deve essere una veloce «farsa» per incoronare il leader ma un confronto «approfondito» che può essere fatto solo dopo le amministrative di maggio. «Il grande asso dei bersaniani per la rimonta al congresso è sperare che prendiamo una batosta alle amministrative e poi al referendum sul jobs act, ma si sbagliano di grosso», spiegano dalla maggioranza chiarendo che, se congresso deve essere, sarà immediato. Tenendo così aperta la finestra per il voto a settembre.

[Rand Al'Thor]

Sarebbe stato bellissimo se la telefonata fosse andata così:

"Pronto?"

"Pronto Giancarlo, sono Matteo, Matteo Renzi"

"Renzi chi?"

"Come Renzi chi? Il tuo ex capo! Pronto? Pronto?"

[bellavista]

Sarebbe stato bellissimo se la telefonata fosse andata così:

"Pronto?"

"Pronto Giancarlo, sono Matteo, Matteo Renzi"

"Renzi chi?"

"Come Renzi chi? Il tuo ex capo! Pronto? Pronto?"

comunque come si vede, al governo c'è sempre renzi, e non quel pupazzo di gentiloni.
mi ricordo che dissi questo appena il "nuovo" governo subentró, e i piddioti di turno dissero che non era vero, tutte cazzate, ora a governare era gentiloni

poveri piddioti si scontrano sempre frontalmente con la realtà e hanno sempre la peggio

[GeishaBalls]

Non ricordo di aver sentito qualcuno dire che Gentiloni era indipendente da Renzi, ma ora vedo che Renzi è costretto a rincorrere rispetto alle decisioni già prese. Magari Gentiloni è più indipendente di quel che sembrava, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di far telefonate o di far firmare documenti ai parlamentari remziani

Vedremo

[Capo Tribù]

Sarebbe stato bellissimo se la telefonata fosse andata così:

"Pronto?"

"Pronto Giancarlo, sono Matteo, Matteo Renzi"

"Renzi chi?"

"Come Renzi chi? Il tuo ex capo! Pronto? Pronto?"

[Drogato_ di_porno]

Non ricordo di aver sentito qualcuno dire che Gentiloni era indipendente da Renzi, ma ora vedo che Renzi è costretto a rincorrere rispetto alle decisioni già prese. Magari Gentiloni è più indipendente di quel che sembrava, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di far telefonate o di far firmare documenti ai parlamentari remziani

vero, infatti Renzi sa benissimo di non poter silurare Gentiloni, la sua è disperata tattica per giocare al rialzo e non finire impallinato dal fuoco amico

per questo scalcia e starnazza

[Drogato_ di_porno]

altra incognita

sarebbe «assai rischioso far coincidere il massimo di incertezza politica - la campagna elettorale - con un evento come la fine del maxiscudo Bce a dicembre 2017, che può aprire una fase di forte turbolenza sui mercati».

[dostum]

http://www.wallstreetitalia.com/soffere ... rologeria/

[Drogato_ di_porno]

Sintetizzando la situazione dello schizzoide di Rignano alla vigilia della direzione PD

Renzi sa che non si può votare prima del 2018 ma agita continuamente lo spauracchio per i seguenti motivi:

1)Non vuole apparire come "l'uomo delle tasse", lui che si è sempre vantato di essere quello che le ha ridotte ( ). E' disposto a fare la manovra correttiva ma senza le accise su sigarette e benzina. Quindi sì alla manovra solo se fatta di tagli (lineari?), fantomatica lotta all'evasione fiscale e fantomatico pil in crescita. Ovviamente tutto questo cozza con la Realtà dato che Padoan ha già scritto a Buruxelles che la manovra sarà per il 60% di tasse. Ma Renzi non vuole fare la fine di Bersani dopo Monti e mette il consenso davanti alla Realtà.

2)Renzi ha bisogno di anticipare i tempi del Congresso (si parla del 30 aprile) perché teme di perdere le amministrative di giugno. Secondo Renzi Bersani vuole il congresso in autunno proprio per sfruttare una sconfitta renziana alle amministrative. Il cazzaro non vuol farsi logorare. Se anticipa i tempi del Congresso non da il tempo alla minoranza dem di riorganizzarsi e trovare un unico sfidante (Speranza? Rossi? Emiliano? Letta?). Parola d'ordine giocare d'anticipo.

In tutto questo Gentiloni si muove come un equilibrista ("continuità con e le riforme ma voto solo nel 2018").

Renzi è pericolosissimo perché antepone il consenso e l'ingordigia di potere a qualsiasi senso di responsabilità. E' veramente il Berlusconi 2.0, la sua brama di potere ha pochi eguali nella storia repubblicana.

[cicciuzzo]

pericolosissimo dopo aver visto all'opera l'unica alternativa a Renzi?