Lo Stato (Tesoro) diventerà il principale azionista di MPS
Il decreto del Governo appronta una misura specifica, concordata con la Commissione europea, che dovrebbe consentire di tutelare i 40 mila obbligazioni subordinati che hanno finanziato l’acquisto di Antonveneta. Sono 40 mila, e sono uno dei motivi del ritardo del salvataggio di Mps visto che se si fosse applicata la normativa europea della ricapitalizzazione precauzionale avrebbero subito una perdita pesante sul credito concesso al’istituto senese. Il Governo spiega come a questi risparmiatori saranno offerte obbligazioni non subordinate, coperte dalle garanzia del Tesoro, in cambio delle loro azioni frutto della conversione dei bond in loro possesso, che poi lo stesso Tesoro acquisterà per evitare liti giudiziarie.
Dopo il tentativo non riuscito di ricapitalizzazione il Tesoro diventerà il principale azionista di Mps, con una quota ben superiore all’attuale 4% della banca. Lo spazio finanziario da 20 miliardi non sarà coperto del tutto, visto che questi fondi serviranno per probabili nuovi interventi su banche in difficoltà come Banca popolare di Vicenza o Banca Veneta. Monte dei Paschi di Siena ha una liquidità limitata – si parla di soldi in cassa per 4 mesi – e nel 2017 scadono obbligazioni per 12 miliardi. Grazie alla garanzia pubblica potrà offrire titoli molto più sicuri e quindi a minor rendimento. Il burden sharing previsto dalla ricapitalizzazione precauzionale porterà alla penalizzazione di azionisti e obbligazioni subordinati istituzionali.
Il conto di questa operazione sarà a carico dello Stato, e andrà ad aumentare il debito pubblico. Al momento non è ancora dettagliato il piano di intervento su Mps, che avverrà tramite iniezione diretta di capitale e garanzia su future emissioni. Il Governo spera che l’allentamento della tensione dei mercati finanziari renda più facile la ricapitalizzazione di Unicredit, e che la futura vendita delle azioni Mps – o di altre banche che sceglieranno la ricapitalizzazione precauzionale – renderà meno costoso l’intervento per i conti dello Stato. Un auspicio per evitare la deflagrazione della crisi bancaria temuta da diversi osservatori e investitori, come testimoniato dalla drastica riduzione delle quotazioni azionarie dei principali istituti italiani registrata in Borsa nel 2016.