Decisamente, Marcel fa il fol, ma ci vede bene: il giorno dopo che scrivessi quel che scrissi,
mi ha detto qualcosa come "A partire da una certa età, i nostri ricordi sono talmente intrecciati
gli uni con gli altri che la cosa a cui si pensa, il libro che si legge non ha quasi più importanza.
Si è messa una parte di sé ovunque, tutto è fecondo, tutto è pericoloso, e si possono fare delle scoperte
tanto preziose nella pubblicità di un sapone che nei "Pensieri" di Pascal.",
Come se sapesse.
Per dirla con Bardamu
Bardamu ha scritto:
Per dirla alla russian reversal:
In Proustian world, Recherche reads you.
Il che mi ha portato a chiedermi che cribbio fosse questo "russian reversal", e a riscoprirmi Noè (ma perché?).
Bardamu ha scritto:Ho letto Pavese e Machiavelli, il Tasso no.
Spero che il Cian non si dedichi a una rilettura forumistica della Gerulasemme liberata.
Io sto preparando un lungo post con personaggi della Bibbia.
(no, Mavco, tu non sei Dio)
Posso solo anticipare che Blif è Noè.
Bardamu, se mi senti...
Pavese l'ho odiato come solo Calvino, dopo;
Machiavelli, una gradevolissima passeggiata;
Tasso risale al mio periodo cavalleresco (Ariosto, Pulci, alcuni drammi del Bardo): potrebbe essere un'idea per il post-Proust
(tra l'altro, siamo a cinquecento anni dalla prima edizione del Furioso).
Ille ego, Blif, ductus Minervæ sorte sacerdos (ბლუფ)
Il raccontare le vicende italiane ambientandole in un fittizio contesto latinoamericano è stata prassi seguita a volte con successo (Gadda,Sciascia)altre meno:
a differenza del prefatore penso che la protagonista femminile sia una specifica amante del Duce anche se certamente non la Petacci
invece questo è chiaramente ambientato nella Roma di metà anni 80 (si è detto che il protagonista adombri Berlusconi,lo escluderei è uno stronzo ma non un pagliaccio)
se ne conoscete altri esempi segnalatemeli perfavore.
marziano ha scritto:A sangue freddo. Truman Capote.
Memorabile il libro e spettacolare la foto.
Iudicio procede da savere, Cum scritta legge receve repulsa Ecceptuando 'l singular vedere. Per una vista iudicare 'l facto Sentenzia da vertute se resulta Erro e rasone se corrumpe 'l pacto. Non iudicare, se tu non vedi, E non serai ingannato se ciò credi.
[L’Acerba - Cecco d’Ascoli]
I criteri della morale e del diritto non hanno senso se applicati ai processi storici.
[Aleksandr Aleksandrovič Zinov’ev]
Incuriosito dalla serie in onda su rai 2 su Rocco Schiavone, ho iniziato a leggere Pista Nera ( il libro da cui è tratto il primo episodio ); non averlo mai fatto !!!
Pesante da leggere, repentini cambi di scena, perdita di tempo a fare iperboli lunghe decine di parole su dettagli ( caratteriali dei personaggi, paesaggistici ) che si potrebbe fare sicuramente a meno.
Alla fine del tredicesimo tomo, alias sesto volume, si attraversa un fuoco d'artificio di rivelazioni sorprendenti che il finale de I soliti sospetti gli fa una pippa: Ma come? Quindi, Gilberte Söze, quando diceva di no era sì, e quando diceva di sì era no?
E Frigidina non scappava per andare colle donne, ma col fidanzato in pectore?
E quando Tizia diceva di Caio, in realtà voleva dire Sempronio?
E il signore coi baffi era un'attrice che fingeva di interpretare la parte di un uomo mascherato?
L'unica conclusione che pare assodata è che gli uomini sono tutti sodomiti e le donne tutte gomorrite.
Tranne naturalmente, la mamma, il papà e i nonni (almeno per ora: rimangono 750 pagine di spazio per qualche piccola sorpresa finale);
e tranne Marcellino Schiantatope, che, dopo un inizio incerto, ha recuperato bene e strada facendo se l'è scopate proprio tutte:
tanto per dire, se col mio francese approssimativo ho capito bene certi accenni,
pare che, delle ragazze in fiore della ghenga al mare, in una sola stagione, se ne sia ripassate una dozzina
(oh, la la, la vieille canaille!).
Se ci è concessa (a me e al mio inconscio) una psicanalisi dell'autore,
autore che del resto ha cominciato lui fin da subito a psicanalizzare ossessivamente il lettore (e quindi chi la fa l'aspetti),
oseremmo dire che tutta questa falsa modestia con un fondino di autoincensamento... come dire?
In altre parole, attribuiremmo a Marcel Proust un'ipercompensazione da esibizionismo che nasconde un'omosessualità di fondo.
"Bella forza! Bastava leggere il riassunto su Wikipedia per arrivarci", obietterà qualcuno. Eh... forse sì.
Del resto, come siano avvenute tutte queste seduzioni non è dato sapere: praticamente, gli cascano fra le braccia senza far nulla,
come a rispecchiare nell'inutilità banale della rappresentazione la banalità inutile della realtà stessa;
il che non è molto utile per chi cercasse nella letteratura un'illuminazione.
O almeno un cerino per farsi una canna.
Non faccio in tempo a formulare questa chiusa amara che quel mostro dell'autore mi legge nella mente, e scrive:
"Quando [...] lessi il brano che trascrivo qui sotto, la mia assenza di disposizione per le lettere,[...]
mi parve qualcosa di meno deplorevole, come se la letteratura non rivelasse verità profonde,
e al tempo stessso mi sembrava triste che la letteratura non fosse quel che avevo creduto."
Praticamente, una specie di Storia infinita all'incontrario...
Per gli appassionati di Jung, segnalo che oggi, appena cominciato il tomo quattordicesimo, aka settimo volume
il Corriere si è affrettato a pubblicare un articolo sull'antisemitismo parallelo di Céline e di Proust, che apre citando (abbastanza a casaccio) Il tempo ritrovato, aka settimo volume, aka tomo quattordicesimo.
E sorridi! (Earl J. Hickey)
Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)
E sorridi! (Earl J. Hickey)
Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)
"L'uovo alla kok", autore Aldo Buzi, 160 pagine, costo 11 euro (se scontato anche qualcosa di meno). Adelphi, come sempre molto elegante.
Mi piacque molto perché sfrutta sapientemente l'argomento del cibo per legare aneddoti personali, ricette, citazioni letterarie e via dicendo, scorre via molto piacevolmente senza legarsi ad un genere preciso (come piace a me).
La sua prima edizione era di fine anni '70, si assaporano quindi anche i racconti di un mondo enogastronomico diverso dall'attuale, più ruspante, meno basato sui meccanismi di comunicazione attuali: consigliato.
Il Punto di Svolta, di Fritjof Capra. Visto per caso su di una mensola per lo scambio di libri, fuori da un negozio di abbigliamento. Mai sentito nominare prima (il libro). In certo qual modo non sono io che ho scelto lui, è lui che ha scelto me .
+Fracassato+ ha scritto:Incuriosito dalla serie in onda su rai 2 su Rocco Schiavone, ho iniziato a leggere Pista Nera ( il libro da cui è tratto il primo episodio ); non averlo mai fatto !!!
Pesante da leggere, repentini cambi di scena, perdita di tempo a fare iperboli lunghe decine di parole su dettagli ( caratteriali dei personaggi, paesaggistici ) che si potrebbe fare sicuramente a meno.
Farò molta fatica a finirlo.
Per adesso, voto: 4.
Il mondo è bello perché è vario.
Manzini è il miglior scrittore di gialli contemporanei. E la pista nera è bellissimo.
Voto 8.5