Che cazzo fanno in Canada vadano a Cuba! Mi offro cmq di ospitare gratis nella mia cantina 4 pornostar californiane fuggiasche vitto escluso pagamento in natura
Trump vola e il sito dell’immigrazione canadese va in tilt
Boom di ricerche per «scappare» dall'America di Trump. E il sito dell'immigrazione canadese si blocca per i troppi contatti
Le 5:30 del mattino in Italia, le 11 e mezzo sulla Costa Ovest. Trump è in testa e continua la sua cavalcata verso la Casa Bianca. Mentre i commentatori di tutto il mondo sottolineano i possibili effetti sui mercati finanziari dell’arrivo del tycoon al 1600 di Pennsylvania Ave , il sito ufficiale dell’immigrazione canadese va in crash. Non raggiungibile recita la pagina web di chi cerca di connettersi a
http://www.cic.gc.ca. <Stanno tutti cercando di capire come fuggire>, scrivono in tanti su Twitter.
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Ironie, scherzi. Ma nemmeno troppo. A partire dal 1947 la legislazione canadese in materia di immigrazione ha subito importanti cambiamenti, i più sostanziali sono avvenuti con l’Immigration Act del 1976 e con l’Immigration and Refugee Protection Act del 2002. E’ la quinta ondata migratoria, che ha portato in Canada 321 mila migranti solo tra il luglio 2015 e il giugno 2016. E che è ancora in corso.
Non è un’ipotesi da scartare. Il Paese cugino degli Stati Uniti, guidato dall’illuminato Justin Trudeau, potrebbe diventare il rifugio di tanti. Artisti, scrittori, musicisti. Che di vivere sotto la presidenza di TheDonald proprio non ne vogliono sapere.
Del resto già dopo la vittoria di Trump alle primarie un di Dj radiofonico di Cape Breton, Rob Calabrese, aveva creato il sito web «If Trump wins», per invitare tutti gli americani a migrare a Cape Breton, isola canadese della Nuova Scozia, in caso di vittoria del repubblicano. Un’idea nata per scherzo ma che aveva totalizzato 800 mila accessi in poche ore
