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mig21
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#61 Messaggio da mig21 »

Io penso che chiunque fa azioni di solidarieta`di qualsiasi tipo e con qualsiasi mezzo che puo`essere di natura finanziaria o di volontariato ecc lse possibile se lo deve tenere per se e non sbandierarlo ai quattro venti o come in questo caso sul forum.Io nel mio piccolo cerco quando posso di fare la mia parte e non lo faccio per sentirmi a posto con la coscienza o per sentirmi piu`figo,superiore,piu`trendy ecc lo faccio perche`mi sento di farlo punto e basta...dico questo perche`a mio avviso chi si vanta tanto delle proprio buone azioni o chi crde che ha idee piu`giuste per cambiare il mondo e lo fa sapere a tutti mi da l`impressione che e`un grandissimo testa di cazzo che vuol far sentire inferiore na persona di cui non sa a momenti nemmeno come si chiama...infatti e`gia`partita la gara a chi ha fatto di piu`proprio qui sul forum...adesso offendetevi pure magari dopo mi metto sulla vostra lunghezza d`onda promettendovi che andro`di persona da Sharon e da Arafat per arrestare la guerra in corso!

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lacivetta
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#62 Messaggio da lacivetta »

Madonna santissima e chi si immaginava di scatenare cotanto putiferio con un agnello? :eek:
Boccaccia mia statti zitta la prossima volta!

sarah
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#63 Messaggio da sarah »

Secondo me invece hai fatto benissimo a presentarci le idee che difendi con tanta passione e ci hai spinti, in un modo o nell'altro, a riflettere e prendere posizione: il che fa sempre bene.

Quindi grazie e ciao.

P.S. comunque ha perfettamente ragione anche Mig, anche se in questo caso penso che tutti fossero in buona fede.



<font size=-1>[ Questo messaggio è stato modificato da: sarah il 2002-04-05 12:25 ]</font>

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Squirto
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#64 Messaggio da Squirto »

«Gli economisti-rock star vedono il mondo attraverso occhiali rosa»
«Africa impoverita dagli aiuti»
Alla vigilia dei concerti di beneficenza, studio denuncia il sostegno ai «regimi incapaci»

Forse, George Bush ha ragione a fare il tirchio con gli africani. E Bob Geldof e Bono torto marcio. Uno studio appena pubblicato mostra che, dal 1970, il volume di aiuti ricevuti dai Paesi in via di sviluppo è stato inversamente proporzionale alla crescita di questi ultimi. Meglio: che gli aiuti hanno frenato lo sviluppo, sono stati controproducenti. L’economista svedese Fredrik Erixon, autore dello studio, ne è convintissimo.

Secondo Erixon, la ragione per la quale, dopo decenni di dichiarazioni di buona volontà  e 400 miliardi di dollari di sostegno occidentale, l’Africa resta in condizioni economiche e sociali pessime è che gli aiuti non funzionano quando si è fortunati, fanno del male nella maggior parte dei casi. A poche settimane dal G8 di luglio in Scozia, che avrà  al centro delle discussioni la lotta alla povertà , e a pochi giorni dalle marce e dalla serie concerti di beneficenza, previsti in tutto il mondo, che lo accompagneranno, questo è l’attacco finora più forte alla Rock Star Economics , quel complesso di teorie rese popolari da musicisti e attori che sostengono la necessità  di raddoppiare subito gli aiuti ai Paesi più poveri. «Gli economisti-rock star vedono il mondo attraverso occhiali rosa - sostiene Julian Morris, direttore dell'International Policy Network (Ipn), l’istituto britannico che ha pubblicato l’analisi -. La loro convinzione che gli aiuti vadano a beneficiare i poveri è mal posta. La realtà  è che gli aiuti premiano il fallimento e rafforzano regimi che diversamente sarebbero stati fatti fuori».

I dati portati da Erixon mostrano che via via che gli aiuti all’Africa aumentavano dal 5% del Pil continentale (1970) al 18% (1995), la crescita del Pil pro-capite crollava dal 15-17% a negativa; per riprendere a metà  Anni Novanta quando gli aiuti sono tornati a calare. Lo studio sostiene che se i governi occidentali facessero come richiesto da Jeffrey Sachs, l’economista che ha studiato la strategia Onu per eradicare la povertà , e come proposto dal primo ministro britannico Tony Blair, cioè se aumentassero gli aiuti all'Africa di 25 miliardi di dollari l’anno, «le conseguenze potrebbero essere devastanti. Troppo spesso gli aiuti hanno fatto più male che bene, specialmente in Africa. Hanno ingigantito le èlite politiche e tolto potere all’uomo comune».

Erixon confuta alla radice la teoria indiscussa da decenni secondo la quale gli aiuti esteri avrebbero la forza di dare la spinta iniziale a un’economia e rompere così il «circolo vizioso della povertà ». In realtà , dice l’economista, «i Paesi non sono poveri perchè mancano di strade, scuole o ospedali. Mancano di queste cose perchè sono poveri. E sono poveri perchè non hanno le istituzioni di una società  libera, le quali creano le condizioni di base per lo sviluppo economico». In altri termini, a condannare alla povertà  è l’assenza di diritti di proprietà , di leggi e norme, di mercati aperti, di governi onesti e non invadenti, di commercio estero. Gli aiuti, al contrario, hanno due tipi di effetti negativi: spostano l'attenzione dal problema vero, cioè dalla creazione di istituzioni che funzionano; e soprattutto spingono ai margini gli investimenti privati, danno risorse a regimi dispotici per continuare a opprimere, minano la democrazia, perpetuano la povertà .

Qualche esempio nella storia moderna dell’Africa? Tra gli altri, i casi dello Zimbabwe, dell’Uganda, del Congo. Lo studio dell’Ipn - che è stato pubblicato assieme a centri di ricerca di Sudafrica, Hong Kong, India, Ghana, Israele e Nigeria - analizza gli effetti degli aiuti sulla crescita in generale e scopre che sono sempre negativi. E come esempio da seguire porta (a parte Cina e India) il Botswana, il quale si è dato buone istituzioni economiche e ha avuto una bassa «interferenza» di aiuti esteri, con il risultato che il suo tasso di crescita negli scorsi 30 anni è stato «tra i più alti del mondo» e il reddito pro-capite è oggi di ottomila dollari l'anno, contro i meno di mille di molti Paesi africani. Non è detto, insomma, che il concerto più virtuoso sia quello rock. Danilo Taino
Danilo Taino
16 giugno 2005
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