[O.T.] E' possibile l'integrazione?

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Er Monnezza
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#121 Messaggio da Er Monnezza »

Allora si puo' dire cazzo senza che qualcuno si scandalizzi che i valori che sono alla base della civilta' occidentale hanno permesso di costruire una societa' civile piu' vivibile o no?che in questo siamo anni luce piu' avanti o no?oppure dobbiamo per forza dire"ma quella è la loro cultura,la loro civilta',diversa dalla nostra ma nn per questo peggiore o no?
Ci saranno sicuramente degli aspetti positivi(che io al momento nn conosco ma sara' sicuramente per ignoranza mia personale)ma allo stato attuale delle cose come si campa in occidente nn si campa da nessun'altra parte del globo,checchè se ne dica,amen
Chi caga sotto 'a neve, pure si fa 'a buca e poi 'a copre, quando 'a neve se scioje 'a mmerda vie' sempre fori.
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#122 Messaggio da brainsex »

io non so che dirti monne'

secondo me le questioni religiose sono un paravento di problemi di tutt'altra natura (uso delle risorse , problemi geopolitici etc etc
se poi i regimi per sopravviverre e controllare la gente applicano queste minchiate (che io non ho mai esaltato) e' un altro tipo di problema

l'oscurantismo religioso non e' mai stato nelle mie corde...sei tu che ringrazi la madonna

ma per me la domanda che si pongono quelli che vogliono cacciare gli occidentali dal medio oriente e':
perche' un barile d'acqua mi deve costare di piu' di quanto tu mi paghi il petrolio ??

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Er Monnezza
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#123 Messaggio da Er Monnezza »

Dovresti ringraziarla pure tu amico mio,la Madonna (era un modo dire,frutto del mio retaggio cattolico :))o chi per essa ,che se stiamo qui a disquisire liberamnete su queste tematiche e a sparare cazzate in questo forum è perchè nella nostra carta costituzionale è tutelata la libera manifestazione del pensiero,in qualsiasi forma scritta e nn

Cmq stai divagando,l'occidente di certo nn è santo e nn è esente da colpe,ma quello di cui qui si discuteva è il pericolo di un'europa islamizzata
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#124 Messaggio da Er Monnezza »

pericolo peraltro paventato anche da un'insigne giornalista come la fallaci,l'hai letto la forza della ragione?
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#125 Messaggio da Er Monnezza »

Lupooooooooooo 'ndo' cazzo stai? :)
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#126 Messaggio da Er Monnezza »

squirtone tu l'hai letto?
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#127 Messaggio da Squirto »

Er Monnezza ha scritto:squirtone tu l'hai letto?
si, e lo trovo pieno di odio e livore, ben lontano da un'analisi attenta e ragionata. non mi è piaciuto
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armageddom
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#128 Messaggio da armageddom »

[quote:6b85863e1f="brainsex"]io non so che dirti monne'

secondo me le questioni religiose sono un paravento di problemi di tutt'altra natura (uso delle risorse , problemi geopolitici etc etc
se poi i regimi per sopravviverre e controllare la gente applicano queste minchiate (che io non ho mai esaltato) e' un altro tipo di problema

l'oscurantismo religioso non e' mai stato nelle mie corde...sei tu che ringrazi la madonna

ma per me la domanda che si pongono quelli che vogliono cacciare gli occidentali dal medio oriente e':
perche' un barile d'acqua mi deve costare di piu' di quanto tu mi paghi il petrolio ??[/quote:6b85863e1f]

Perchè i loro sceicchi, ultra ricchi, non investono nella costruzione di desalinatori nucleari ? Perchè non aiutano i loro compatrioti ? Noi "carogne" occidentali, quanti volontari ci sono in Iraq ad aiutare la popolazione ?

Un po' OT, ma, credo, interessante

L'evangelizzazione è sempre stata - e lo è tuttora - un'arma importante in mano agli stati coloniali per assicurare il loro dominio sui paesi occupati o per radicarvi la loro influenza, e al fine di realizzare tali scopi militari, politici, economici e, infine, religiosi, le forze d'occupazione hanno sempre sostenuto i movimenti di evangelizzazione, mettendogli a disposizione numerosi mezzi; movimenti che arrivano persino al punto di propagare l'impudicizia e la dissolutezza, nonché, ad inventare nuove religioni e così via, con un'infinità di menzogne.



Pare, tuttavia, che oggi, l'Impero americano, guidato da Bush, sia più sincero dei precedenti Imperi nel suo sostegno all'evangelizzazione, poiché questa volta, e a differenza di quanto avveniva in passato, gli obiettivi militari ed economici diventano strumenti assoggettati al servizio di quello religioso.



Che cosa si aspettano le forze occupanti americane dai missionari?

Nell'attuale Amministrazione americana domina la credenza "millenaristica", secondo cui sarebbe già iniziato il conto alla rovescia per la grande battaglia di Armageddon, perciò essa ha inviato le sue truppe in Iraq - Babilonia, estremamente odiata nella Bibbia alterata [il riferimento è alla «contraffazione delle scritture» che, secondo la visione musulmana, sia cristiani che ebrei, i quali avevano in origine ricevuto un Libro con l'esatta parola di Dio, avrebbero operato a posteriori, n.d.t.] - le quali hanno cominciato a bombardare il paese, distruggendolo e dilaniandolo, in conformità agli storpiati testi dell'Antico Testamento: «22Io insorgerò contro di loro - parola del Signore degli eserciti -, sterminerò il nome di Babilonia e il resto; la prole e la stirpe - oracolo del Signore -. 23 Io la ridurrò a dominio dei ricci, a palude stagnante; la scoperò con la scopa della distruzione - oracolo del Signore degli eserciti degli eserciti». [Isaia 14, 22-23; trad. dalla edizione della Sacra Bibbia, ed. Cei - Ueci, n.d.t.].

è, dunque, evidente che questa Amministrazione sente il peso della responsabilità spirituale verso gli iracheni, poiché, con lo stesso entusiasmo con cui ha dilaniato il loro paese si sta oggi impegnando a salvare le loro anime.



Il trascorrere dei giorni ci ha confermato che il giornale americano Newsweek non esagerava quando, in un numero precedente all'invasione dell'Iraq, affermò che «Bush e i suoi sostenitori evangelici auspicano che la prossima guerra contro l'Iraq sia l'alba della divulgazione del Cristianesimo a Bagdad».



Effettivamente, così è stato! Traendo buoni presagi dalla guerra - come avevano, del resto, già dichiarato i missionari - le organizzazioni proselitistiche di differenti dottrine e correnti, e in maniera senza precedenti, si sono riversate in Iraq.

Richard Haynie, dell'organizzazione missionaria DAWN, Discipling A Whole Nation, dice - secondo quanto riferito dal Time : « è da più di un decennio che al movimento missionario evangelico non si presentava un'occasione così ottima come quella di oggi in Iraq. Possiamo perciò affermare che questa guerra è un dono (di Dio) per i missionari».



Così come è evidente che fra i cattolici e i protestanti - che entrambi contano su enormi sostegni finanziari ed effettivi - vi sia una corsa per conquistare la Terra del Califfato (l'Iraq).



L'Iraq tra i fini dei missionari e le brame degli occupanti



Qualcuno crede che i missionari siano giunti dall'America o dall'Europa esclusivamente per portare la "Parola di Cristo" agli abitanti dei Paesi arabi e musulmani. Alcuni studiosi, invece, pensano che per la maggior parte dei movimenti missionari lo scopo religioso, in realtà , sia di secondaria importanza.



Certo, non vi è dubbio alcuno che tutti i missionari hanno sempre ambìto all'eliminazione delle altre religioni non cristiane, arrivando persino a ridurre in schiavitù interi popoli. Tuttavia, il vero campo di battaglia fra i missionari e i fedeli delle religioni non cristiane è quello del potere politico ed economico, e la sua conseguente assoluta ubbidienza e sottomissione, non al Papa del Vaticano né a quello degli ortodossi, bensì, al Papa della Casa Bianca.



Si è arrivati al punto che i fondamentalisti evangelici, non accontentandosi più neanche dell'ortodosso cristiano, fanno in modo che questi ripudi la sua confessione per diventare un protestante estremista.



Le forze d'occupazione americane si aspettano perciò dai missionari l'evangelizzazione del popolo iracheno e, se non dovessero riuscire in questa impresa, perlomeno di adoperarsi per travolgere il modello e lo stile di vita dei musulmani, facendo barcollare la loro fiducia nella loro religione, poiché questa è la fonte della loro forza morale e, quindi, un ostacolo di fronte ai piani dell'occupante.



Perché l'evangelizzazione in Iraq è differente?



Dalle statistiche effettuate dal Gordon-Conwell Theological Seminary, la cui sede è a South Hamilton, Massachusetts, si rileva che il numero dei gruppi missionari operanti nei paesi islamici sia riuscito, fra il 1982 e il 2001, quasi a raddoppiarsi, arrivando - da 15.000 organizzazioni - a più di 27.000.



Tuttavia, tali organizzazioni s'imbattono in numerosi ostacoli, rappresentati non solo dalle popolazioni ma anche dai governi dei vari Stati islamici, giacché decine di questi ultimi non concedono il visto d'ingresso con la qualifica di "operatore religioso", il che costringe queste organizzazioni a celarsi e ad imboccare altre vie d'imbroglio; una soluzione, questa, battezzata dai medesimi gruppi "fabbricazione di tende" - in riferimento al mestiere di Paolo durante i suoi viaggi missionari -, ovvero la mimetizzazione in altri settori, per poter continuare ad operare indisturbati.



Sebbene sia in corso, fra le varie organizzazioni missionarie, un vasto dibattito sulla natura del lavoro di evangelizzazione del mondo islamico - tra manifestazione e segretezza nello svolgimento delle missioni - l'Iraq rappresenta un'eccezione nel mondo islamico, essendo un paese occupato dal fondamentalista protestante George W. Bush Jr. Un vantaggio, questo, per le organizzazioni cristiane presenti in Iraq, ideale per operare sotto la benedizione dei carri armati e la protezione degli aerei, scegliendo gli slogan e le maniere a loro più congegnali, compresa la provocazione dei musulmani, denigrando il loro credo.



Dal canto suo, l'Amministrazione americana ha cercato di manifestare una presa di posizione imparziale nei confronti del flusso evangelizzatore che ha invaso l'Iraq, dichiarando - per bocca di Ari Fleischer - che non può impedire a nessuna organizzazione di operare in Iraq. Inoltre, il Portavoce dell'Agenzia Americana per lo Sviluppo Internazionale (USAID), sostiene che non ricevendo alcun sussidio dal governo statunitense, tali organizzazioni, sfuggono al suo controllo.



Le organizzazioni missionarie operanti in Iraq



Si è parlato molto del Pastore Franklin Graham, presidente dell'associazione Samaritan's Purse - il più grande organismo evangelico del mondo - a causa della sua celebre triade, ossia: le sue pubbliche ingiurie nei confronti dell'Islam; la sua amicizia personale con i Bush, padre e figlio e, infine, l'emergere del suo nome in quanto uno dei maggiori esponenti del movimento di evangelizzazione attivo in Iraq con l'appiglio del soccorso umanitario.



Però, in una dichiarazione rilasciata alla rete Believe Net, Graham ha svelato la vera natura del suo ruolo, ammettendo che membri della sua organizzazione sono andati in Iraq - coordinando il tutto con le agenzie governative americane, dalla capitale giordana, Amman - per la propagazione del [messaggio di] Cristo.



Ci sono ottime ragioni per prendere per buono quanto riportato sul Time, e cioè che Graham sia uno dei maggiori pilastri della campagna di evangelizzazione in Iraq. Campagna che coinvolge diverse organizzazioni missionarie evangeliche - compresa la sua - che assieme agli aiuti umanitari divulgano anche il Vangelo.



In Iraq ci sono anche gruppi attivi solo nel campo del proselitismo cristiano: è il caso delle due organizzazioni DAWN ed International Bible Society.



Inoltre, l'Assemblea Battista Meridionale - il più grande raggruppamento protestante americano - ha provveduto a inviare in Iraq migliaia di missionari, da Oklahoma, Georgia e Texas con la parola d'ordine "la vera libertà è con Gesù Cristo". Ciò, sebbene il presidente di questo organismo, Jack Graham, abbia sostenuto all'inizio della guerra che i missionari avrebbero solamente fornito agli iracheni viveri e rifugi e si sarebbero, a tal fine, concentrati sulle zone meridionali.



L'organizzazione World Bible Society ha già preparato una nuova edizione del Nuovo Testamento destinata ai profughi iracheni, ed ha lanciato una vasta campagna per sollecitare ogni americano a contribuire con 40 centesimi per la stampa di libretti di proselitismo cristiano da spedire in Iraq.



La World Relief, invece, braccio umanitario della NAE, National Associations of Evangelicals, ha dichiarato di considerarsi in una "Missione Biblica" in Iraq, per far conoscere Gesù Cristo ai disperati.



Secondo l'emittente Believe Net, queste organizzazioni principali sono solo una parte della campagna missionaria che comprende organizzazioni mondiali evangeliche che hanno attribuito la preminenza all'evangelizzazione dell'Iraq mettendoci, a tal fine, tutto il loro peso.



Gli evangelizzatori e le armi di distruzione di massa



Il Time, nella sua edizione del giugno 2003, raccontava di una donna avvolta in un Niqà b scuro [velo che copre tutto il corpo della donna, compreso il viso, simile al Burqa‘, n.d.t.] e che si era introdotta in un'aula di studio, nel quartiere Queen's a New York, in cui vengono formati i futuri missionari evangelizzatori. La donna, rivolgendosi agli studenti, in uno stentato inglese, cominciò ad illustrare i principi e i pilastri dell'Islam e a negare le accuse secondo cui i musulmani sarebbero propensi alla violenza... poi rivelò loro quanto desiderava vivere, con i suoi figli, in pace, e quante qualità i musulmani e i cristiani hanno in comune, ma al tempo stesso fece notare ai presenti che aveva alcuni interrogativi circa il significato della Trinità . A questo punto gli studenti, con tanto entusiasmo, hanno incominciato a cercare di convincerla della loro fede. E dopo averli ascoltati a lungo, la donna, improvvisamente, si tolse di dosso la vestaglia e il niqà b che, in realtà , nascondevano una donna americana di nome Barbara ed è impegnata, da un bel po' di tempo, proprio in missioni di evangelizzazione nei paesi islamici. Il che vuol dire che tutta questa storia era soltanto un'introduzione ad una importante lezione-esercitazione (di proselitismo) che la donna doveva poi tenere agli studenti, durante le successive tre ore.



Barbara, ha poi consegnato agli studenti una lista lunga di quel che devono e non devono fare, e un'altra di paragoni fra Gesù e Muhammad (Pace e Benedizione su di Loro), che devono utilizzare con sagacia, puntando sul fatto che Muhammad (Dio preghi per lui e gli dia la Pace) è morto, ma Gesù è vivo, poiché dopo la sua morte è risuscitato. Barbara ha anche citato l'affermazione del Procuratore Generale John Ashcroft (in un'intervista alla Radio Col Thomas nel novembre 2001): «L'Islam è una religione in cui Dio ti chiede di mandare tuo figlio a morire per Lui, ma il Cristianesimo è una religione in cui Dio mandò Suo figlio a morire per te»!



Ha ricordato, inoltre, ai futuri missionari in Iraq di tenere sempre in mente che «il terrorista è l'Islam e la vittima sono i musulmani».



Durante la preghiera alla conclusione della lezione, Barbara ha annunciato di aver trovato l'«arma di distruzione di massa», recitando: «Preghiamo affinché il Signore annienti la vera arma di distruzione di massa, l'Islà m».



L'Iraq, una sfida per gli evangelizzatori



In una riunione organizzata dall'ente di ricerca "A Think Tank and Public Policy Center" si era acceso il dibattito fra i presenti sulle modalità ideali nell'evangelizzazione dei musulmani, al punto che uno dei presenti disse: «Se non ci riusciamo questa volta, perderemo la nostra importanza».

I missionari guardano all'Iraq come una sfida, tant'è che in un convegno a Phoenix, uno di loro - senza svelare il proprio nome - ha detto che l'Assemblea Battista Meridionale ha oggi un'opportunità per cambiare la storia dell'Iraq. E riguardo alle popolazioni che i missionari pensano di evangelizzare, ha detto - secondo la rete International Mission Board: «Sono i curdi del nord, i turcomanni di Mosul e Kirkuk, i sunniti di Tikrit e gli sciiti di Kerbela e Najaf».



Metodologie dei missionari e reciproche accuse



Con l'avanzata sull'Iraq, fra i missionari si è acceso il dibattito sui vecchi e i nuovi metodi, nonché sull'efficacia dell'«evangelizzazione sociale» e delle misure di precauzione da adottare. Sebbene già dallo scorso secolo i principali blocchi protestanti e cattolici avessero abbandonato il sistema della diretta predicazione nell'evangelizzazione, facendo prevalere, appunto, l'«aspetto sociale del Vangelo», pur tuttavia alcune chiese protestanti conservatrici continuano ad essere fedeli alla filosofia della manifestazione del proselitismo cristiano. Ad un punto tale che, in uno scambio di accuse, a quest'ultima corrente che nell'attività proselitistica - anche sotto l'aspetto sociale - insiste a rivelare la propria identità , è stato imputato il fatto di danneggiare tutte le altre organizzazioni missionarie. Come è successo nel caso dell'infermiera - che lavorava all'ospedale cristiano di Sidone in Libano - uccisa a causa di una frase scritta in arabo ed esposta in modo evidente da qualche parte dello stesso ospedale: Gesù rispose: «Io sono il pane della vita: chi viene a me non avrà più fame... » (Gv VI, 35). Persino l'arcivescovo cattolico di Sidone ha espresso dissenso in merito a questo palesamento dei propri intenti proselitistici, dicendo: «Noi rifiutiamo questo genere di proselitismo, questo è assolutamente inaccettabile».



Si è ritenuto, pertanto, che il metodo della "fabbricazione di tende" fosse il più conveniente, specialmente in Iraq, dove gli uomini della resistenza sono sparsi in tutto il paese.



Viceversa, a coloro che preferiscono il ‘metodo del raggiro' viene rivolta l'accusa di menzogne, di deviazione dall'obiettivo e di concessioni a danno della fede!



Gli strumenti dei missionari in Iraq



- l'evangelizzazione tramite lo strumento dell'assistenza medica ed altri servizi



Dato che tra i fabbisogni più essenziali degli iracheni ci sono le medicine, allora, per fornire i soccorsi medici in nome della Croce, le organizzazioni ecclesiastiche cristiane donano milioni di dollari. In questo quadro emerge il nome della Cws (Church World Service) - costituita da 36 gruppi protestanti ed ortodossi, operante in Iraq dal 1991 -, che dopo l'invasione ha fornito aiuti del valore di 1,2 milioni di dollari. Ha donato, nel quadro dell'«aspetto sociale del Vangelo», aiuti agli ospedali di Mosul, Baghdad e Bassora, inviato regali ai bambini delle scuole e rifornito di cibo orfanotrofi e campi profughi.



- lancio dagli elicotteri militari di copie del Vangelo ai musulmani



In un gesto che svela il vero volto da crociati delle forze occupanti americane, queste ultime - nel mese di dicembre - tramite elicotteri Apache, hanno fatto piovere sulle zone di Halabsa, al-Saqlawya e Amiryat-al-Bu'issa migliaia di manifesti proselitistici e di volumetti in cui sono sintetizzati i Vangeli di Pietro e di Luca. Il che ha indotto i membri delle tribù di quelle zone a decidere di attaccare la chiesa della Vergine Maria, situata a Habbaniya, se non fosse che gli ulema gli hanno impedito di farlo senza un esplicito responso dello sceicco ‘Abd Allah al-Janabi, Presidente della Consulta dei Mujahidin a Falluja. Dal canto loro, gli abitanti di quelle zone - donne e bambini compresi - hanno raccolto dalle strade i manifesti e i volumetti, ponendo a loro volta sui muri delle case volumi del Corano. Il che ha suscitato una grande soddisfazione negli abitanti, che nelle moschee si sono messi ad esaltare il nome di Dio.



- distribuzione di materiale proselitistico cristiano alle famiglie musulmane



Tale materiale è rappresentato da libri, volantini, nonché film in videocassetta (in particolare, il film cinematografico internazionale "Gesù", che racconta la storia, alterata, del Profeta di Dio - pace su di lui) [«Nostro Signore Gesù», sayyidna ‘Isa, è considerato dall'Islam un Inviato di Dio ,e l'Islam riconosce anche la verginità di Maria, n.d.t.] doppiati in oltre 70 lingue e in più di 200 dialetti locali, fra cui, ovviamente, quello iracheno.



- regalare storielle proselitistiche ai bambini musulmani



Questo accade, di solito, tramite missionari che lavorano nel campo della medicina o in quello dell'istruzione, e che distribuiscono le storielle ai bambini orfani e poveri, chiedendogli di leggerle per poi discuterle con loro: dopo che i bambini avranno dimostrato di averle lette e capite, vengono assegnati loro dei premi. Una tappa, questa, che prelude il processo di evangelizzazione del bambino, che si conclude con il suo invio, nell'ambito di una spedizione "scolastica" all'estero, in un ambiente cristiano. Dopo di che, egli torna a casa per attuare i piani di certi cristiani nella loro guerra contro i musulmani.



- il lancio di stazioni radiofoniche e televisive proselitistiche



Inoltre, gli evangelizzatori sono riusciti ad inaugurare delle stazioni radiofoniche e televisive che mirano a far traballare la fede delle popolazioni musulmane - irachena compresa - come, ad esempio, la stazione radio Voce dell'amore.



- la Moschea di Gesù



Uno dei metodi utilizzati dai missionari è quello di assumere l'aspetto di mistici musulmani (sufi), i quali dichiarano che ‘non vi è alcuna divinità all'infuori di Allah e che Muhammad è l'Inviato di Allah' [è la shahada, la «testimonianza di fede», che costituisce il primo ed imprescindibile «pilastro dell'Islà m». n.d.t.] ed invitano la gente alla "moschea di Gesù" che hanno fondato per camuffare il loro proselitismo cristiano.





L'appoggio dell'ONU ai missionari



In una dichiarazione del segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, questi ha espresso il suo apprezzamento del ruolo delle chiese che forniscono aiuti in Iraq. Inoltre, le chiese che operano nell'evangelizzazione in Iraq - nel nord in particolare - ricevono dall'Onu ingenti sostegni.



Il ruolo delle chiese irachene



Le chiese cristiane irachene forniscono alle organizzazioni missionarie arrivate da Oltreoceano delle liste delle famiglie povere - obiettivo dei missionari -, come ha fatto la chiesa di Mosul con una delle organizzazioni ortodosse. Avvalendosi di queste liste, i missionari si recano presso le famiglie indicate portando cibo, medicinali e altri rifornimenti, che questa povera gente - costretta alla miseria - accetta. A quel punto - con l'ausilio del materiale propagandistico a disposizione (film, volantini, volumetti e vangeli...) - le viene illustrata e proposta la religione cristiana.



Successivamente agli attentati dello scorso agosto contro alcune chiese in Iraq, la Chiesa assiro-caldea ha annunciato che non intende più appoggiare le attività (proselitistiche) delle organizzazioni evangelizzatrici occidentali in Iraq. Così come ha dichiarato alla Bbc il rappresentante degli assiro-caldei nel governo nominato dagli occupanti, Yonadim Kenna, gruppi missionari occidentali - americani in particolare - sono giunti dopo l'invasione dell'Iraq, e con la loro attività hanno contribuito in una certa misura ad intorbidire il clima, a causa del loro proselitismo fra i non-cristiani. Egli ha aggiunto che tali attività potrebbero essere la causa degli attentati contro le chiese che, tra l'altro, avevano, fin da sempre, rifiutato questi gruppi missionari.



A fronte di questo esercito di missionari giunti da ogni parte del mondo a bordo dei carri armati americani, è dovere di coloro che tengono ferventemente a questa Nazione (islamica) assumere una ferma posizione. Che dobbiamo fare, allora, per fronteggiare l'offensiva degli evangelizzatori?





Il ruolo della Nazione (islamica) nel fermare l'invasione evangelica dell'Iraq



1 - il ruolo della povera gente in Iraq



L'osservanza generale dei precetti e degli insegnamenti islamici da parte degli iracheni, costituisce una spina nel fianco per i missionari, al punto che uno di loro - americano, di nome Josh e descritto dal Time come esempio dei fervidi entusiasti missionari in Iraq - ha espresso un sentimento di grande delusione che lo affligge per la vista dei flussi di iracheni che si riversano all'alba di ogni giorno nelle moschee, per la preghiera del mattino: una scena, dice, assai frustrante.



Le previsioni dei principali missionari come Richard Haynie e Louis Bush - secondo i quali, a detta della rivista americana, lo spaventoso bombardamento americano dell'Iraq e la conseguente colossale distruzione del paese avrebbero indebolito la fede degli iracheni, il che li avrebbe indotti, poi, a dubitare del loro Dio - avevano entusiasmato ed incoraggiato i giovani missionari a riversarsi nella Mesopotamia, aspettandosi di trovarvi gente in balia dell'incertezza della loro fede islamica!



Ma la costanza degli iracheni nell'assolvere al dovere della preghiera del mattino, puntualmente, all'alba di ogni giorno, fa svanire le speranze di uno come Josh che - citando l'episodio di una donna anziana che egli aveva visto una mattina mentre, lentamente e con la schiena piegata, si dirigeva verso la moschea per rispondere all'appello della preghiera dell'alba con gli altri musulmani - ha ammesso di aver fallito, ed ha così invocato Gesù affinché impedisca che la voce del muezzin arrivi ai cuori degli iracheni!



2 - il ruolo della resistenza armata irachena



Non credo di errare se dicessi che la resistenza irachena ha spaccato in due parti il fronte delle organizzazioni missionarie. La prima è partita dall'Iraq, con le pive nel sacco, e la seconda, invece, continua a lavorare in totale segretezza e in continuo coordinamento con le forze d'occupazione americane, le quali, tra l'altro, hanno ammesso l'uccisione di parecchi missionari americani, in attacchi con armi leggere a Baghdad, Mosul, Babilonia ed altre zone. Fra i missionari uccisi, vi sono militanti della World Southside Baptist Mission Assembly.



3 - il ruolo di alcune organizzazioni islamiche



Malgrado tutti gli ostacoli imposti alle organizzazioni islamiche sunnite, alcune di esse, tuttavia, sono riuscite a raggiungere l'Iraq, in risposta all'appello del Consiglio Islamico Mondiale per la Da'wa [lett. «appello» all'Islam, «invito» all'Islam, n.d.t.] e il Soccorso, a che s'intensifichino le campagne islamiche per il soccorso in Iraq, al fine di fronteggiare i tentativi di evangelizzazione in atto in Mesopotamia da parte degli occupanti anglo-americani.



Tuttavia, solo il prossimo futuro sarà capace di dimostrare quanto sia solida la fede degli iracheni, quanto essi siano attaccati al loro sublime Islam, e quanto essi siano pronti a respingere il pericolo dell'evangelizzazione e degli evangelizzatori che con la bandiera della Trinità appoggiano gli invasori usurpatori americani.



Fonte: www.islammemo.cc - 25 gennaio 2005
Traduzione di Saber Mhadhbi per Aljazira.it
Though I walk through the valley of death I shall fear no evil, because I am the meanest motherfucker in the valley

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#129 Messaggio da brainsex »

armageddom

la lunghezza dei post copincolla e' proporzionale alla confusione delle idee personali

per tua informazione al qaeda li vuole cacciare quegli sceicchi proprio perche' li ritiene servi dell'occidente...

e le organizz umanitarie sono li per tentare di lenire
i disastri provocati dall'embargo economico e dalle guerre

e si definiscono "non governative"

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armageddom
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#130 Messaggio da armageddom »

L'articolo di ben Jelloun si puó sintetizzare in questo concetto: io ti
aggredisco e faccio una strage, ma se rispondi per le rime sei tu che con la
tua barbarie mi fai diventare estremista.
Le due colonne dell'articolo sono, difatti, una sequela ininterrotta di
lamentazioni, che accusano l'Occidente ed in particolare Bush e - come
potrebbe non essere così - il suo "maitre à  penser" Sharon di aver fatto
arretrare ed imbarbarire l'Islam che diviene estremista a causa delle loro
malefatte.
Alcuni americani hanno torturato ignobilmente dei prigionieri? E' stata l'America, e la colpa è di Bush. Terroristi e guerriglieri dell'Islam (non
solo arabi, forse) nel nome di Saddam e di Bin Laden rapiscono, torturano ed
assassinano degli occidentali? Non una parola. Un carrista israeliano (sotto
inchiesta) spara un colpo contro un bersaglio civile? Ma certo, "applica
freddamente il suo (di Sharon) programma: uccidere il massimo numero di
palestinesi...". Terroristi palestinesi assassinano a sangue freddo una
madre incinta e 4 sue bambine, assicurandosene con un colpo alla nuca? Non
una parola.
Per ben Jelloun l'odio dell'Islam per l' Occidente (ma allora è vero che
questo odio globale esiste? Non è una invenzione dei razzisti occidentali?) è generato, più ancora che causato, dalla barbarie e dalla politica criminale soprattutto di Bush, che "s'è rivelato altrettanto fanatico e fondamentalista di quelli che pretende di combattere". Bush come Bin Laden dunque, come Saddam. Il Bush che mette sotto processo i torturatori americani e li bolla pubblicamente non è diverso da chi esalta i propri assassini come eroi nazionali.
L'accorata (si fa per dire) conclusione dell'articolo è emblematica: "Come
promuovere le idee della modernità  in questo mondo dove la maggior potenza
mondiale, in nome della modernità , commette ogni giorno crimini contro l'umanità ?".
E' deprimente dover constatare in quale misura parte dei media italiani abbia seguito o segua tuttora la linea tracciata da una filosofia perversa, della quale il saggio di ben Jelloun è un esempio estremo. Nel corso dell'operazione compiuta a Rafah l'esercito israeliano ha consentito il passaggio di 70 ambulanze e 40 camion di aiuti umanitari, ed ha trasportato esso stesso 490 carichi di ossigeno dagli ospedali israeliani verso quelli del territorio sotto assedio, ma è stato dipinto quasi coralmente come un esercito di barbari e di assassini. Ugualmente, nei nostri media leggiamo con enfasi della strage compiuta per errore ad un matrimonio, o delle torture (a proposito: tutte quelle immagini ripetute all'infinito ed in contesti diversissimi, non sono un sintomo di antiamericanismo ideologizzato?), ma non troviamo una informazione sull'opera di ricostruzione dell'Iraq. Su Repubblica possiamo leggere un lungo articolo di Bernardo Valli che esalta lo sbarco in Normandia e la guerra americana contro il nazifascismo come "l'ultima guerra giusta", con un salto che gli fa ingoiare in un sol colpo la memoria di altre guerre giuste combattute negli ultimi 60 anni, dagli Stati Uniti ma non solo. La guerra è giusta per antonomasia anche per lui, sospettiamo, unicamente se il nemico è di destra, ma non se è di sinistra od arabo. Evidentemente, questa guerra che gli specialisti definiscono asimmetrica lo è anche per motivi che nulla hanno a che fare con concezioni militari o politiche: nel campo occidentale esistono una libido dell'autoflagellazione ed una divaricazione ideologica interna che sono del tutto assenti nell'Islam, la cui compattezza - apparente o reale che sia - si fonda su connivenze sotterranee, sul terrore, su abitudini omertose, che ne
forniscono una immagine non tranquillizzante.

Ecco l'articolo:

Una delle funeste conseguenze della guerra angloamericana in Iraq è la regressione dei valori di democrazia e libertà  nel mondo arabo-musulmano. Questa guerra ha l´effetto di radicalizzare le popolazioni arabe che assistono ogni giorno all´umiliazione degli iracheni, popolo già  martirizzato dalla dittatura di Saddam, cui bisogna sommare gli effetti perversi e scandalosi dell´embargo dell´Onu. Nel contempo, s´osserva che Sharon, che appare come un maà®tre à  penser di Bush, pratica in Palestina la stessa politica. Applica freddamente il suo programma: uccidere il massimo numero di palestinesi, facendo saltare in aria le loro case (dall´inizio della seconda Intifada ne sono state distrutte 3.000) e rifiutando qualsiasi soluzione di pace (come quella di Ginevra).
Quando le tv arabe dicono che l´esercito Usa bombarda un matrimonio in un villaggio della regione di Al-Qaem nell´ovest dell´Iraq uccidendo 41 persone tra le quali molti bambini, quando l´esercito di Sharon, lo stesso giorno, lancia missili su una manifestazione pacifica a Rafah, nel sud di Gaza, provocando una dozzina di morti e 70 feriti, come si puó, se si è arabi, non lasciarsi travolgere dall´ira e magari scivolare nell´estremismo? Come convincere una madre che ha appena perso il figlio che bisogna ancora credere alla pace e alla convivenza? Come padroneggiare il flusso d´odio provocato da quelle azioni che calpestano il diritto e violano le leggi internazionali?
àˆ stato detto ben prima che Bush guidasse il suo paese in quell´avventura illegale e soprattutto criminale: facendo la guerra in Iraq si fa il gioco degli integralisti, conforta gli estremisti nel loro fanatismo, suscita la disperazione che si traduce in terrorismo. Ma Bush s´è rivelato altrettanto fanatico e fondamentalista di quelli che pretende di combattere. Le rivelazioni delle torture praticate da soldati e soldatesse americani non sono che il riflesso d´un orrore ancora più grande, di qualcosa che non è stato formulato nè confessato ma che si sta realizzando: questa guerra sta generando il caos e la regressione nel mondo arabo e pare fatta perchè quei paesi sprofondino nel fanatismo e si facciano un dovere d´odiare l´Occidente. Ma quest´odio per l´Occidente si traduce soprattutto nel rifiuto dei suoi valori umani e universali (il riconoscimento dell´individuo, lo Stato di diritto, l´emancipazione femminile). L´America di Bush ha insozzato quei valori: li ha corrotti. L´uomo arabo, inondato dalle immagini di massacri, torture e umiliazioni, finisce per pensare che questi crimini siano commessi in nome di quei valori. In questo processo, bisogna dire che le tv satellitari come Al-Arabya, Al-Manar, Al Jazeera, e altre, sfruttano al massimo quelle immagini utilizzando un linguaggio di parte per informare la gente. Sono conniventi con le immagini d´orrore che mandano e rimandano in onda. Ecco perchè assistiamo un po´ dappertutto nel mondo arabo alla progressione dell´islamismo, sia esso moderato o estremista, che s´esprime nel rifiuto dell´Occidente: un rifiuto che non fa distinzione tra Bush e il resto dell´America, tra Sharon e gli israeliani che militano per la pace e per il riconoscimento dei palestinesi; un rifiuto che mescola tutto e si presenta come una nuova ideologia, quella che "vendicherà  il crimine commesso contro l´Islam". Tale rifiuto lo troviamo anche in Europa, nei genitori che costringono le figlie a portare il velo e a rifiutare lo stile di vita occidentale. Imam spesso analfabeti nelle loro prediche stigmatizzano l´Europa, insultandola e inserendola nella lista dei "nemici dell´Islam".
Come parlare oggi di laicità , tolleranza e cooperazione tra le due entità  dette Oriente e Occidente a una popolazione araba che non ha più fiducia nei suoi dirigenti, che si riuniscono per constatare che sono d´accordo solo su un punto, quello di non unirsi mai? Come promuovere le idee della modernità  in questo mondo dove la maggior potenza mondiale, in nome della modernità , commette ogni giorno crimini contro l´umanità ? Quest´ultima modernità , peró, ha uno strano odore di petrolio.
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#131 Messaggio da armageddom »

brainsex ha scritto:armageddom

la lunghezza dei post copincolla e' proporzionale alla confusione delle idee personali

per tua informazione al qaeda li vuole cacciare quegli sceicchi proprio perche' li ritiene servi dell'occidente...

e le organizz umanitarie sono li per tentare di lenire
i disastri provocati dall'embargo economico e dalle guerre

e si definiscono "non governative"

Meglio avere delle idee confuse che non averne come te :wink:

Non mi sembra che i terroristi abbiano fatto fuori una moltitudine di sceicchi.
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#132 Messaggio da brainsex »

cicca cicca

chi lo dice lo è mille volte piu' di te

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#133 Messaggio da camminatore »

toroloco1972 ha scritto: camminatore in quella occasione powell e il presidente "allevatore" dissero hce gli usa hanno il compito di essere il gendarme del mondo.
scusa che guai hanno combinato gli europei in kosovo?
no, in quell'occasione dissero che gli usa non avrebbero più aspettato di essere colpiti, ma avrebbero dato la caccia al nemico ovunque si fosse nascosto.
è cosa molto differente, anche se fingi di non saperlo.

in kosovo i fatti andarono più o meno così: si cercó di stabilire una sorta di protettorato europeo (leggi franco tedesco) in jugoslavia: una sorta di dottrina di monroe europea, quindi, con la precisa consegna di evitare l'intervento usa in europa.
la situazione degeneró, perchè i nazi francesi non avevano la forza per imporre la pace... ehm... garantire il disarmo (o forse ce l'avevano ma capirono che gli costava troppo).

sai come andó a finire? beh, d'alema se lo ricorda bene...


toroloco1972 ha scritto:la domanda era su cosa penseresti a nascere e vivere spostandoti da un campo profughi ad un altro paragonandolo al mondo occidentale....
e se ne fossi contento o meno..(te la rendo esplicita)...ed adesso ce ne sono altre due sulle tue affermazioni....
che c'entra l'occidente con i campi profughi, scusa?
mi pare che per il medio oriente fu fatto un accordo di pace più che onorevole, che garantiva ai palestinesi (finalmente) una patria.
chi lo rifiutó fu arafat.
o meglio: arafat fece finta di accettarlo, e poi mandó i suoi killer a uccidere sugli autobus.
di chi è la colpa, quindi, se i palestinesi non hanno una terra e se in palestina non c'è pace?
a proposito:la siria ha ammazzato molti più palestinesi di sharon: non lo facciamo un girotondo piccolo piccolo?
oppure la buona causa dei terroristi adesso non ti sta più tanto a cuore?
"signori: tenete a mente le parole di un profeta !! lo scudetto 2006 è del milan "
camminatore (aut.)
http://www.superzeta.it/viewtopic.php?t=16189&postdays=0&postorder=asc&&start=0

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#134 Messaggio da armageddom »

brainsex ha scritto:cicca cicca

chi lo dice lo è mille volte piu' di te
La logica risposta è


gne gne gne
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#135 Messaggio da brainsex »

non capisci ?

era riferito a questo

Meglio avere delle idee confuse che non averne come te

mi mettevo a livello

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