Autocito parzialmente quanto da me scritto nel topic
minchia che nerchia!!! per potermi riallacciare ad alcuni casi che ho osservato durante la pubblicazione di video e immagini di alcune trans:
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Esistono interventi chirurgici che non richiedono nemmeno una lunga degenza ospedaliera, si tratta di day hospital, roba da poche ore.
L'operazione in sé non è poi così complessa, anzi, praticano un'incisione a forma di V alla base del pube (la cicatrice quindi risulterà nascosta dai peli pubici), incidendo il legamento sospensore del pene che non fa altro che ancorare la parte occultata dell stesso alla base ossea del bacino, così facendo si libera il muscolo, che viene "sostituito" in quella determinata zona da una particolare protesi ossea denominata V-Y. Uno stratagemma che può regalare 2-3 cm in più. Non male per chi ha problematiche serie.

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Questa è Mariana Cordoba, transessuale argentina abbastanza famosa nel settore. Non so se sia ancora in attività o meno. Sembra essere una di quelle che hanno effettuato questo tipo di intervento di massimizzazione delle proprie doti, ovviamente tale pratica non avviene soltanto nell'ambito transessuale, il fenomeno è largamente diffuso anche tra gli attori eterosessuali.
Se osservate bene la zona pubica, noterete una rientranza, una fossetta, come se la base del pene avesse cambiato ubicazione verso il basso. Oltretutto, quando l'inquadratura zooma verso un primo piano molto più specifico, risulta evidente una strana riga verticale, di pigmentazione ben più chiara rispetto alla carnagione abbronzata della Cordoba. Una cicatrice? Possibile.
Detto questo, voglio intraprendere un discorso, magari noioso, riguardo la diffusa attività mercenaria all'interno del mondo transessuale. Da ingenuo, porrò delle affermazioni probabilmente ingenue, quindi metto le mani avanti e chiedo venia anticipatamente.
Allora, so perfettamente quanto possa essere delicata la scelta d'intraprendere una strada che sfocia inevitabilmente in un'unica direzione. L'intervento per la riassegnazione genitale (volgarmente detta vaginoplastica -fallolastica per le donne che diventano uomini-) è un procedimento che comporta sofferenze psicofisiche notevoli, che vanno gestite con una presa di coscienza, con una forza di volontà e una buona dose di coraggio che, diciamocelo chiaramente, si assume soltanto chi davvero si sente intrappolato in un corpo che non sente suo. Bisogna volerlo, insomma.
La deduzione più logica che si può trarre è che la fase transessuale sia soltanto una fase di transizione per un percorso che, prima o dopo, bisogna intraprendere.
Ciò che sto cercando di esprimere è il controsenso ambiguo che risiede negli atteggiamenti di uomini che si fanno operare, si rifanno viso, seno, glutei e tutto l'ambaradan che c'è dietro, ma si tengono la parte che tendenzialmente dovrebbe risultare più avversa. E non solo se lo tengono, ma spesso intervengono con l'ausilio del bisturi per aumentarne le dimensioni e partecipando attivamente all'attività sessuale. Capisco che non è semplice prendere in considerazione la possibilità di sottoporsi ad un intervento chirurgico invasivo come quello della vaginoplastica, molti potrebbero glissare questa possibilità per paura di affrontare un procedimento fisicamente provante, per non parlare del contraccolpo psicologico, ma ciò non giustifica quanto scritto poc'anzi.
Ci sono però casi di attrici transessuali che hanno dato un taglio netto (in tutti i sensi) al passato, ad esempio Kimber James, che ha fatto una scelta coraggiosa, ma la stragrande maggioranza dei trans non prende nemmeno in considerazione questa soluzione, alcune hanno paura di affrontare tale procedimento, quindi si limitano a partecipare esclusivamente in modo passivo alle scene, risultando, tra l'altro, poco dotate, mentre tutto il resto della categoria prende parte a questo mondo con il solo scopo di lucrare, non che le prime due categorie non puntino al mero guadagno, ma la terza categoria, che reputo la più infame, lo fa in modo subdolo, calpestando deliberatamente la natura stessa di chi vive questo senso di alienazione ogni santo giorno.
In Brasile (e non solo li) ci sono uomini che si sottopongono ad interventi atti a personificare e alterare l'aspetto -non modificarlo sia ben chiaro- con botulino e introduzione di protesi (che sia per il seno, per i glutei o per lo stesso pene. Venghino signori, ne abbiamo di tutti i colori), tutto questo con il solo obbiettivo di venire in Europa a fare soldi a pacchi escorteggiando, salvo poi tornare a casa, farsi rioperare e tornare alla vita di prima. Laddove, ovviamente, ne sentano la necessità, in molti se la passano talmente bene che preferiscono rimanere così, anche se non rispecchia del tutto il loro essere.
La verità è che la transessualità è un vero e proprio business. E con questo non scopro di certo l'acqua calda, ma la realtà è questa.