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Squirto
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#76 Messaggio da Squirto »

si, e mi sta mordendo il culo...

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:DDD
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Romeo
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#77 Messaggio da Romeo »

Ma dove l'hai trovata sta foto del granchio?? Forte!

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cytherea
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#78 Messaggio da cytherea »

Romeo ha scritto:Ma dove l'hai trovata sta foto del granchio?? Forte!
GOOGLE /immagini + fantasia nel chiedere ció che si vorrebbe trovare!

In questo caso Squirto deve aver digitato SPIAGGIA - GRANCHIO!


:roll:

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#79 Messaggio da Squirto »

non proprio, ma il principio è esatto :P
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#80 Messaggio da Romeo »

Cmq in Romania, la patria di Dracula, mi pare giusto che si adottino le dovute precauzioni... :D Sai mica se la sorella soffriva di vampirismo? :D :D

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cytherea
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#81 Messaggio da cytherea »

Squirto ha scritto:non proprio, ma il principio è esatto :P

Scusa, sono stata approssimativa...

Hai digitato: LA SPIAGGIA E IL GRANCHIO!

GOOGLE / immagini / LA SPIAGGIA E IL GRANCHIO

:roll:

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#82 Messaggio da Squirto »

cytherea ha scritto:
Squirto ha scritto:non proprio, ma il principio è esatto :P

Scusa, sono stata approssimativa...

Hai digitato: LA SPIAGGIA E IL GRANCHIO!

GOOGLE / immagini / LA SPIAGGIA E IL GRANCHIO

:roll:
no. ma va bene lo stesso. 8)

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#83 Messaggio da Squirto »

Perchè l’Europa perderà  la corsa alle staminali
Troppe le restrizioni nel Vecchio Continente, solo il modello inglese sa coniugare gli incentivi alla sperimentazione con un sistema di controllo. E gli Stati Uniti ne approfittano: agli investimenti federali limitati si affianca la totale libertà  nella ricerca finanziata dai privati. Così si assicurano la leadership nonostante l’aggressiva competizione asiatica


Seppur vincolati dalle limitazioni ai finanziamenti federali, gli Stati Uniti sembra che siano di nuovo all’avanguardia nel campo dello studio sulle cellule staminali. La destra cristiana americana è balzata agli onori della cronaca grazie alla feroce guerra dichiarata alla ricerca, eppure in molte parti d’Europa sono state adottate politiche ben più restrittive.Enonostante gli impressionanti risultati raggiunti in Asia, il limitato accesso ai finanziamenti privati e alla rete di ricerca globale impedisce a quell’area di fare il salto in avanti decisivo. Gli Usa potrebbero dunque essere i leader nella corsa alla ricerca biomedica, ma se così sarà  dovranno ringraziare il resto del mondo. Non contenti di vietare i finanziamenti, molti governi europei hanno criminalizzato la ricerca sulle cellule staminali e la clonazione umana, anche se condotta con denaro privato e a scopo terapeutico. Una dimostrazione è la legge per la Protezione dell’Embrione varata nel 1990 in Germania che mette di fatto al bando qualsiasi estrazione di linea cellulare da embrioni umani. E nel gennaio 2002 è stata emanata una nuova legge che proibisce l’importazione di linee cellulari embrionali che non siano già  esistenti a quella data. Un altro esempio è rappresentato dalle restrizioni italiane.

La legge promulgata nel 2004 ha di fatto bloccato anche la ricerca sulle cellule staminali. Paul Devroey, primario del centro per la Medicina Riproduttiva del Belgio la definisce «la fine del progresso. àˆ la peggior legge al mondo, ad eccezione del Costa Rica, dove è la costituzione stessa che proibisce la FIV (fecondazione in vitro ndr)». Anche quegli stati europei che hanno liberalizzato la propria legislazione in materia hanno avuto dei problemi a definire i confini della ricerca sulle cellule staminali. In Francia, prima della promulgazione della nuova legge sulla bioetica del luglio 2004, gli scienziati avevano grossi problemi ad importare le linee cellulari. Tuttavia si bandisce ancora la clonazione umana, sia per scopi terapeutici, sia a fini riproduttivi. Nel novembre 2004 gli svizzeri hanno approvato una nuova legge che consente l’estrazione di cellule staminali, eppure i gruppi antiabortisti e i Verdi hanno insistito affinchè venisse vietata qualsiasi forma di clonazione. Al momento c’è un unico gruppo di ricercatori attivi in Svizzera sulle cellule staminali da embrioni; essi dipendono dalle linee cellulari importate dagli Stati Uniti.

La Gran Bretagna, e in misura minore la Svezia ed il Belgio, si discostano dalla tendenza incoraggiando attivamente la ricerca sulle cellule staminali. Il governo britannico non solo favorisce la ricerca avanzata su campioni umani, ma dal 2001 esplicitamente permette " e finanzia "l’estrazione cellulare da embrioni FIV e la clonazione terapeutica. I finanziamenti pubblici sostengono questo progetto attraverso il Research Councils UK, il principale ente pubblico per la ricerca scientifica. Nella primavera del 2004 il Research Councils annunció un nuovo investimento sulle staminali, per un totale di 30 milioni di dollari, da condursi a Cambridge e l’apertura di una banca di cellule staminali. Tuttavia il sistema di promozione pubblica della ricerca ha i suoi svantaggi, come l’incertezza nella concessione di licenze, la lentezza nella distribuzione dei fondi e i ritardi burocratici. Altrettanto importante è il fatto che nulla in Gran Bretagna o nel resto di Europa è al pari del sistema statunitense quando si tratta di mobilitare risorse attraverso partnership tra università  private, aziende, investitori e fondazioni filantropiche.

Uno studio condotto dalla Commissione Europea nel 2002 ha concluso che le aziende biotecnologiche europee non sono allo stesso livello delle corrispondenti società  statunitensi: «Il settore delle biotecnologie statunitensi ha iniziato ad operare prima, il reddito prodotto è tre volte quello delle industrie europee, gli assunti nel settore sono molti di più (162.000 contro circa 60.000), il comparto è meglio finanziato e soprattutto ha molti più prodotti in attesa di completamento e divulgazione». L’Europa continua a formare un gran numero di ricercatori altamente qualificati, eppure questi si recano negli Stati Uniti ogni anno a migliaia per specializzarsi o per trovare un lavoro, e più del 70% non fa più ritorno nel Paese di appartenenza. Addirittura il 40% dei ricercatori che attualmente lavorano negli Stati Uniti è nato in Europa. Il problema dell’Europa è rappresentato dagli scarsi investimenti privati nel settore, una situazione che è peggiorata con il passare degli anni. Nel 1990 le aziende farmaceutiche spesero il 50% in più per la ricerca in Europa che non negli Stati Uniti. Nel 2001 le stesse aziende spendevano il 40% in più per la ricerca negli Stati Uniti. Nel marzo del 2004 un nuovo progetto di ricerca condotto dall’Istituto per le Cellule Staminali dell’Università  di Harvard, annunciava di aver sviluppato 17 nuove linee cellulari staminali da embrione che era pronto a condividere con altri ricercatori finanziati da privati.

Quindi nel giugno del 2004 i ricercatori di una clinica privata per la fertilità  di Chicago produssero altre 12 linee cellulari, compresa la prima linea in assoluto derivata da embrioni con specifiche malattie genetiche, quali la distrofia muscolare. Nel dicembre del 2004 l’azienda californiana Geron Corporation, che ha investito più di 90 milioni di dollari nella ricerca su cellule staminali fin dal 1996, brevettó una nuova terapia a base di cellule staminali per il Parkinson e cominció i test per una terapia a base di cellule staminali per le lesioni gravi al midollo spinale. Ora anche i governi statali hanno deciso di prendere parte all’operazione. Quando l’amministrazione Bush ha bloccato i finanziamenti federali per la ricerca sulle nuove linee cellulari, una coalizione formata da fondazioni di malati, avvocati e star di Hollywood si rivolse direttamente agli elettori della California, che nel novembre del 2004 hanno approvato con il 59% dei sì la Proposition 71, in base alla quale, grazie ai fondi ricavati da un prestito obbligazionario, lo stato potrà  concedere fino a 3 miliardi di dollari per la ricerca sulle cellule staminali embrionali nei prossimi dieci anni. E sicuramente saranno molti i ricercatori qualificati che trarranno vantaggio da questi nuovi fondi della California, che ospita già  2.600 aziende biomedicali e 87 università  e istituti di ricerca privati per un totale di 32,3 miliardi di dollari di entrate e 15,5 miliardi di dollari in spese annuali per la ricerca.

A seguito del voto californiano, il governatore del Wisconsin promise di destinare 750 milioni di dollari alla ricerca sulle cellule staminali e di carattere biotecnologico grazie ad una partnership pubblico-privato, per far sì che i laboratori dello stato siano competitivi a livello nazionale ed internazionale. Lo scorso anno anche il governatore del New Jersey approvó una legge che stabilisce la creazione di una struttura per la ricerca sulle cellule staminali all’interno dell’Università  Rutgers, sostenuta da un finanziamento iniziale di 6,5 milioni di dollari da fondi pubblici seguiti da 3,5 milioni di dollari provenienti da finanziamenti privati. Illinois, Maryland, Massachusetts e Texas hanno promesso altrettanto denaro per la ricerca nel tentativo di impedire la fuga dei propri ricercatori " non verso la Gran Bretagna, ma verso la California. Il concorrente più pericoloso per gli Stati Uniti nella corsa delle cellule staminali non è l’Europa bensì l’Asia. I successi coreani nel campo della clonazione del 2004 che hanno infastidito molti ricercatori statunitensi rientrano in uno schema più ampio di ricerca aggressiva dell’EstremoOriente. Uno dei principali vantaggi della regione è il minor costo del lavoro dei talenti della ricerca. I ricercatori cinesi costano da un quinto a un decimo rispetto ad un collega americano, e la Cina dispone di un crescente bacino di ricercatori capaci, molti dei quali si sono formati negli USA.

Inoltre, gli scienziati asiatici godono di un forte sostegno statale. Anche la Singapore del libero mercato ha speso 500 milioni di dollari nel «Biopolis Asia», un campus di oltre 185.000 metri quadrati che ha aperto i battenti nel 2003. In più, Singapore ha adottato un sistemalegislativo simile a quello britannico, sperando di attirare così le aziende estere e favorire le start-up locali. Nella Corea del Sud la ricerca sulle cellule staminali ha ricevuto consistenti finanziamenti statali " 27 milioni di dollari dal 2002 al 2004"in parte grazie all’interesse personale del Presidente Roh Moo Hyun. La vittoria nella corsa alla ricerca sulle cellule staminali ha un significato che va ben oltre il semplice orgoglio nazionale. Nell’odierna economia di mercato avere la leadership scientifica significa avere i posti di lavoro migliori e più remunerati. Il comparto biomedicale leader al mondo, ossia quello della California, elargisce ogni anno 14 miliardi di dollari in stipendi, e i 230.000 lavoratori californiani impiegati nel settore guadagnano circa il 60% in più rispetto allo stipendio medio di altri settori. Nel 2003 il valore delle esportazioni biomedicali dalla sola California raggiunse i 7,1 miliardi di dollari. Alla luce di tutti questi vantaggi sociali e commerciali, e considerando che ha già  perso la corsa dell’informatica a favore degli Stati Uniti, non c’è da stupirsi che l’Europa non vuole che accada lo stesso anche con le biotecnologie. Ma forse è troppo tardi. Durante la campagna presidenziale USA del 2004 il candidato democratico John Kerry mise ripetutamente in guardia il Paese affermando che il futuro della ricerca sulle cellule staminali sarebbe stato a rischio se le restrittive politiche dell’amministrazione Bush non fossero state modificate. Tale opinione non teneva in debito conto della capacità  dei ricercatori Usa di aggirare un semplice divieto di finanziamento federale.

Che non impedì alle aziende e ai laboratori che disponevano di fondi privati di andare dove li conduceva la scienza. Insomma, gli Stati Uniti consentono che la ricerca non finanziata da fondi federali proceda speditamente in maniera quasi indisturbata dai controlli federali. Difficilmente le diverse politiche nazionali in materia di ricerca su cellule staminali arriveranno ad un punto d’incontro in tempi brevi. Tuttavia, le forze politiche e di mercato potrebbero alla fine spingere alcuni paesi verso un punto comune per la regolamentazione della ricerca futura. Se la promessa di applicazioni cliniche delle cellule staminali si realizzerà , più Stati europei potrebbero decidere di liberalizzare le proprie politiche come hanno fatto di recente Spagna, Francia e Svizzera. E, allo stesso tempo, gli Stati asiatici, le cui politiche inmateria di ricerca sono fin troppo destrutturate, potrebbero iniziare a seguire l’esempio di Singapore prima e della Corea del Sud poi, ed accettare normative più severe per preservare la propria rispettabilità  a livello internazionale. Gli Stati Uniti, probabilmente continueranno a seguire la propria curiosa rotta. La maggior parte degli altri Paesi convergerà  invece intorno allo standard britannico"generosi fondi pubblici alla scienza ma con un forte controllo statale. E sebbene difficilmente prevarrà  nella corsa della ricerca, la Gran Bretagna potrà  almeno insegnare al mondo qual è il modo migliore per portarla avanti.

Robert L. Paarlberg
insegna scienze politiche al Wellesley College
20 maggio 2005
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
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