dostum ha scritto:AVVERTENZA questo post lo avrebbero dovuto fare Drugat o Baalkaan siccome non si è provveduto assumo incombenza.
non l'ho fatto perché l'ha già scritto Belpietro (
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... -97321.htm )
medesima solfa: tedeschi e italiani sono due facce della stessa medaglia indoeuropea. si odiano o si amano, si alleano o si combattono (dai tempi dei Romani) ma sono obbligati a stare insieme. Per via del clima mediterraneo l'Italiano è caciarone, morto di figa, si versa kilogrammi di gel sui riccioli (che mantiene oltre i 50 anni) ungendoli all'inverosimile, ha la pancetta, gli occhialoni neri da sole (sintomatico mistero), si crede un playoby irresistibile e adora mettersi in mostra. Può essere terrone (Schettino) o settentrionale (Berlusconi) ma quello è. la sua vita ruota interamente intorno alla figa causa chiesa cattolica e mamma, e molto spesso (causa età o aspetto fisico) è costretto a ripiegare sulla figa a basso costo (moldave). chi si è giocato la macchina, chi la nave.
per il tedesco è diverso: che siano luterani o cattolici renani hanno una spiccata etica del lavoro weberiana, non sono ossessionati dalla figa (Lubitz si era ri-fidanzato dopo la prima rottura), non amano cantare o far caciara perché comprendono fin da piccoli l'intima tragica essenza dell'esistenza. per i tedeschi il punto cruciale è il Ragnarok purificatore, il wagneriano crepuscolo degli idoli e degli dei, il Walhalla, l'Olocausto e l'ecatombe. Consci della tragica essenza dell'esistenza trascinano tutti verso il giudizio finale. Succedeva agli antichi germani ed è successo al Kaiser Guglielmo e a Hitler, negli ultimi giorni nel bunker della Cancelleria nella Berlino in fiamme, fra macerie, buio e infernali bagliori rossastri ("svegliatemi quando un carro armato russo sarà ad un metro dal mio letto" avrebbe detto l'ultima notte il Fuhrer, con germanico e sinistro senso dell'umorismo). Lubitz ha diretto lucidamente l'areo contro le montagne per far saltare tutto in aria, conflagrare, sterminare e purificare.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)