[O.T.] L'isola
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- australiano
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che bella la solitudine!
che brutta la solitudine!
al di là delle frasi filosofiche, come se ne esce?
balkan, tu dici di essere un solitario, ma poi dai tuoi interventi dici sempre frasi del tipo "ieri sono uscito con un mio amico, l'altro giorno ero nel bordello insieme con il tipo, stasera vado all'inaugurazione di un mio amico..."
insomma AVENDO degli amici (termine ovviamente esteso, ci metto dentro anche semplici conoscenti), è facile potersi permettere di dire "che bella la solitudine!"
che brutta la solitudine!
al di là delle frasi filosofiche, come se ne esce?
balkan, tu dici di essere un solitario, ma poi dai tuoi interventi dici sempre frasi del tipo "ieri sono uscito con un mio amico, l'altro giorno ero nel bordello insieme con il tipo, stasera vado all'inaugurazione di un mio amico..."
insomma AVENDO degli amici (termine ovviamente esteso, ci metto dentro anche semplici conoscenti), è facile potersi permettere di dire "che bella la solitudine!"
- balkan wolf
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vabbuó australiano credo sia normale avere dei conoscenti ( come dici tu amico è un termine esteso )...
quando parlo di solitudine parlo di solitudine per scelta ovv. se uno vorrebbe non essere solo ma proprio non ci riesce vuol dire che non sa socializzare è diverso...
quanto al mio caso specifico ti diró per una serie di fattori passo moltissimo tempo da solo ( no famglia no ambiente lavorativo no fidanzate ecc... ) uscite sociali ( con altra gente ) va a periodo ( ultimamente ne faccio poche ) ....
che poi fisicamente sia sempre in "mezzo alla gente" ( socialità laggera vai nel tal posto e conosci di vista o scambi due chiacchere ) non cambia assolutamente un cazzo
quando parlo di solitudine parlo di solitudine per scelta ovv. se uno vorrebbe non essere solo ma proprio non ci riesce vuol dire che non sa socializzare è diverso...
quanto al mio caso specifico ti diró per una serie di fattori passo moltissimo tempo da solo ( no famglia no ambiente lavorativo no fidanzate ecc... ) uscite sociali ( con altra gente ) va a periodo ( ultimamente ne faccio poche ) ....
che poi fisicamente sia sempre in "mezzo alla gente" ( socialità laggera vai nel tal posto e conosci di vista o scambi due chiacchere ) non cambia assolutamente un cazzo
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
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- donegal
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Nel mio personalissimo caso mi trovo da un pó di tempo ad essere dibattuto tra la solita voglia di comunicare qualcosa e un'indefinita insofferenza verso qualsiasi essere vivente in grado di pronunciare parole.
Nessun pianto greco : vivo, lavoro, "conosco gente e faccio cose".
Dove è indispensabile mostrarsi vivi (per esempio, il lavoro) riesco a recitare meravigliosamente, con chi invece mi conosce bene e mi puó "sgamare" ho allentato i rapporti in attesa che l'insofferenza si plachi.
Anch'io, come Balkan, mi ritrovo spesso fisicamente in mezzo ad altre persone, che poi lo sia sempre anche con la testa, questo è un altro discorso.
Spesso, alle persone (anche a quelle sensibili) basta fargli "si" con la testa quando ti parlano e captare il senso del discorso, citando parole dette da loro qua e là nella replica.
Sono talmente prese da quello che stanno dicendo loro e gli basta semplicemente un orecchio, una mimica facciale accondiscendente e partecipa, che non faranno caso a te...
Non mi sogno certo di criticare, io sono messo peggio e non me ne vanto.
Nessun pianto greco : vivo, lavoro, "conosco gente e faccio cose".
Dove è indispensabile mostrarsi vivi (per esempio, il lavoro) riesco a recitare meravigliosamente, con chi invece mi conosce bene e mi puó "sgamare" ho allentato i rapporti in attesa che l'insofferenza si plachi.
Anch'io, come Balkan, mi ritrovo spesso fisicamente in mezzo ad altre persone, che poi lo sia sempre anche con la testa, questo è un altro discorso.
Spesso, alle persone (anche a quelle sensibili) basta fargli "si" con la testa quando ti parlano e captare il senso del discorso, citando parole dette da loro qua e là nella replica.
Sono talmente prese da quello che stanno dicendo loro e gli basta semplicemente un orecchio, una mimica facciale accondiscendente e partecipa, che non faranno caso a te...
Non mi sogno certo di criticare, io sono messo peggio e non me ne vanto.
Drughè : La solitudine non equivale al n° di persone che incontri ogni giorno. Q U O T O
Drughè : Formalizzo ancora meglio: per me la "solitudine" altro non è che l' incapacità di affrontare le proprie responsabilità . La "solitudine" è fuga dalle proprie responsabilità . I condizionamenti esterni creano "problemi" ma questo non esonera dall' affrontarli.
NON QUOTO.
la solitudine è anche il risultato che ottiene chi, le propie responsabilità decide di affrontarle a testa alta....
Drughè : Formalizzo ancora meglio: per me la "solitudine" altro non è che l' incapacità di affrontare le proprie responsabilità . La "solitudine" è fuga dalle proprie responsabilità . I condizionamenti esterni creano "problemi" ma questo non esonera dall' affrontarli.
NON QUOTO.
la solitudine è anche il risultato che ottiene chi, le propie responsabilità decide di affrontarle a testa alta....
Il link alla mia pagina subscribestar, se volete sostenere il mio lavoro come illustratore zozzo qui potete:
https://subscribestar.adult/stokkafilippo
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Donegal :
Nel mio personalissimo caso mi trovo da un pó di
tempo ad essere dibattuto tra la solita voglia di comunicare qualcosa e un'indefinita insofferenza verso qualsiasi essere vivente in grado di pronunciare parole.
Nessun pianto greco : vivo, lavoro, "conosco gente e faccio cose".
Dove è indispensabile mostrarsi vivi (per esempio, il lavoro) riesco a recitare meravigliosamente, con chi invece mi conosce bene e mi puó "sgamare" ho allentato i rapporti in attesa che l'insofferenza si plachi.
sono io, pari pari.
Nel mio personalissimo caso mi trovo da un pó di
tempo ad essere dibattuto tra la solita voglia di comunicare qualcosa e un'indefinita insofferenza verso qualsiasi essere vivente in grado di pronunciare parole.
Nessun pianto greco : vivo, lavoro, "conosco gente e faccio cose".
Dove è indispensabile mostrarsi vivi (per esempio, il lavoro) riesco a recitare meravigliosamente, con chi invece mi conosce bene e mi puó "sgamare" ho allentato i rapporti in attesa che l'insofferenza si plachi.
sono io, pari pari.
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https://subscribestar.adult/stokkafilippo
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Donegal:
Spesso, alle persone (anche a quelle sensibili) basta fargli "si" con la testa quando ti parlano e captare il senso del discorso, citando parole dette da loro qua e là nella replica.
Sono talmente prese da quello che stanno dicendo loro e gli basta semplicemente un orecchio, una mimica facciale accondiscendente e partecipa, che non faranno caso a te...
Ottima descrizione dello SCHEMA.
Spesso, alle persone (anche a quelle sensibili) basta fargli "si" con la testa quando ti parlano e captare il senso del discorso, citando parole dette da loro qua e là nella replica.
Sono talmente prese da quello che stanno dicendo loro e gli basta semplicemente un orecchio, una mimica facciale accondiscendente e partecipa, che non faranno caso a te...
Ottima descrizione dello SCHEMA.
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Tranquillo... avevo capito benissimo che non volevi dire una banalità . Il fatto è che ci sono frasi della lingua italiana che accendono in me un incontenibile desiderio di "guerra"...Drogato_ di_porno ha scritto:Cytherea, hai frainteso, sono perfettamente d' accordo con te.
Ti diró di più: sono convinto che non si possa nemmeno "stare bene", e che forse non sia nemmeno giusto "stare bene". Ciascuno deve sempre fare i conti con la propria immagine riflessa; siamo soli faccia a faccia con le nostre paure e i nostri difetti, per un semplice motivo: li conosciamo bene; solo noi possiamo affrontarli, nessuno altro puó farlo al posto nostro. Non ci sono cazzi, non si scappa.
C è una bella frase di Richard Gere in "Ufficiale e gentiluomo", quando a letto racconta alla Winger del suicidio della madre, e (più o meno) le dice: "All' inzio l' ho odiata per questo, ma poi mi sono reso conto che al mondo siamo tutti soli." Peró alla fine reagisce e riscatta questa sua condizione.
Suser ha ragione quando afferma che possiamo sentirci "distanti", soli, o depressi anche nella bolgia di una discoteca. Per questo per me la solitudine è ESCLUSIVAMENTE esistenziale, quella "sociale" non esiste, o meglio non è solitudine nel senso che intendo io. La solitudine non equivale al n° di persone che incontri ogni giorno.
Lo so, non è facile da spiegare su un forum, provo a mettertela in altro modo: se oggi mi chiedessero qual è l' insegnamento più grande che ho appreso nella mia vita non esiterei a rispondere: "che
la vera battaglia è con se stessi, non con gli altri."
Io conosco benissimo i miei punti deboli, ma non riesco ancora a combatterli. Posso raccontarmi tutte le favole che voglio, scaricare le colpe su questo o quell' altro, sulla società , su Gesù Cristo o sulla Madonna, ma la verità è un' altra, e io lo so bene.
Formalizzo ancora meglio: per me la "solitudine" altro non è che l' incapacità di affrontare le proprie responsabilità . La "solitudine" è fuga dalle proprie responsabilità . I condizionamenti esterni creano "problemi" ma questo non esonera dall' affrontarli.
Non so se sono riuscito spiegarmi, non è neanche facile trovare le parole adatte. Magari non condividi una virgola, ma così io la vedo.
Comunque c'è un tipo di solitudine che è organica e imprescindibile e dipende dal tipo di lavoro che si è scelto di fare nella vita. Un compositore compone in solitudine, uno scrittore scrive in solitudine, sono due esempi lampanti. Questa solitudine è organica alla professione che si esercita ed è necessaria.
Il peso della solitudine, io l'ho sentito molto da bambina. Non ero certo Giacomo Leopardi perchè si potesse giustificare una simile condizione esistenziale e allo stesso tempo non avevo responsabilità da cui fuggire.
La solitudine in alcuni persone è organica, a volte pesa proprio perchè è imprescindibile da ció che si è scelto di fare, peró è dolce... soprattutto quando si riesce ad arrivare a un risultato. In alcuni casi, peró, è stata letale: Van Gogh, Pavese, Bazlen... per dire i primi che mi vengono in mente. Ovviamente anche i comuni mortali ne soffrono... intendo le persone non famose, o totalmente sconosciute. Vabbè mi fermo altrimenti addormento tutti...

sono contraria alla definizione "comuni mortali". Chi lo decide chi è "comune" e chi no? Stiamo certi che la capacità di creare, quindi di esprimersi, rende persone "fuori dal comune, geniali"? Io non la penso così, credo che ogni individuo a modo suo è "eccezzionale". C'è solo chi riesce a esprimere la propria individualità in una maniera visibile ottenendo il marchio di "diverso" (nel senso buono o negativo, attraverso l'arte o un crimine), ma in realtà ogni persona è a modo suo eccezzionale. La differenza è tutta nella nostra capacità di conoscere le persone. Possiamo credere di conoscere Van gogh perchè la sua capacità di dipingere, e quindi attirare la nostra attenzione su di lui, fa si che abbiamo voglia e possibilità di "entrare" nella sua vita. Il signor/a X non sa dipingere/scrivere o altro ma questo non è sufficente per definirla/o normale. Semplicemente noi non abbiamo possibilità /voglia di sapere chi è.cytherea ha scritto:Tranquillo... avevo capito benissimo che non volevi dire una banalità . Il fatto è che ci sono frasi della lingua italiana che accendono in me un incontenibile desiderio di "guerra"...Drogato_ di_porno ha scritto:Cytherea, hai frainteso, sono perfettamente d' accordo con te.
Ti diró di più: sono convinto che non si possa nemmeno "stare bene", e che forse non sia nemmeno giusto "stare bene". Ciascuno deve sempre fare i conti con la propria immagine riflessa; siamo soli faccia a faccia con le nostre paure e i nostri difetti, per un semplice motivo: li conosciamo bene; solo noi possiamo affrontarli, nessuno altro puó farlo al posto nostro. Non ci sono cazzi, non si scappa.
C è una bella frase di Richard Gere in "Ufficiale e gentiluomo", quando a letto racconta alla Winger del suicidio della madre, e (più o meno) le dice: "All' inzio l' ho odiata per questo, ma poi mi sono reso conto che al mondo siamo tutti soli." Peró alla fine reagisce e riscatta questa sua condizione.
Suser ha ragione quando afferma che possiamo sentirci "distanti", soli, o depressi anche nella bolgia di una discoteca. Per questo per me la solitudine è ESCLUSIVAMENTE esistenziale, quella "sociale" non esiste, o meglio non è solitudine nel senso che intendo io. La solitudine non equivale al n° di persone che incontri ogni giorno.
Lo so, non è facile da spiegare su un forum, provo a mettertela in altro modo: se oggi mi chiedessero qual è l' insegnamento più grande che ho appreso nella mia vita non esiterei a rispondere: "che
la vera battaglia è con se stessi, non con gli altri."
Io conosco benissimo i miei punti deboli, ma non riesco ancora a combatterli. Posso raccontarmi tutte le favole che voglio, scaricare le colpe su questo o quell' altro, sulla società , su Gesù Cristo o sulla Madonna, ma la verità è un' altra, e io lo so bene.
Formalizzo ancora meglio: per me la "solitudine" altro non è che l' incapacità di affrontare le proprie responsabilità . La "solitudine" è fuga dalle proprie responsabilità . I condizionamenti esterni creano "problemi" ma questo non esonera dall' affrontarli.
Non so se sono riuscito spiegarmi, non è neanche facile trovare le parole adatte. Magari non condividi una virgola, ma così io la vedo.
Comunque c'è un tipo di solitudine che è organica e imprescindibile e dipende dal tipo di lavoro che si è scelto di fare nella vita. Un compositore compone in solitudine, uno scrittore scrive in solitudine, sono due esempi lampanti. Questa solitudine è organica alla professione che si esercita ed è necessaria.
Il peso della solitudine, io l'ho sentito molto da bambina. Non ero certo Giacomo Leopardi perchè si potesse giustificare una simile condizione esistenziale e allo stesso tempo non avevo responsabilità da cui fuggire.
La solitudine in alcuni persone è organica, a volte pesa proprio perchè è imprescindibile da ció che si è scelto di fare, peró è dolce... soprattutto quando si riesce ad arrivare a un risultato. In alcuni casi, peró, è stata letale: Van Gogh, Pavese, Bazlen... per dire i primi che mi vengono in mente. Ovviamente anche i comuni mortali ne soffrono... intendo le persone non famose, o totalmente sconosciute. Vabbè mi fermo altrimenti addormento tutti...
Nova, finalmente una cosa sensata!Nova ha scritto:sono contraria alla definizione "comuni mortali".

ovviamente quoto quasi tutto (tranne "eccezzionale" con due zeta che ricorda molto Diego Abatantuono...ma sei scusata perchè polacca...

You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
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"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
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Sono abituato a leggerti diversamente.Nova ha scritto: sono contraria alla definizione "comuni mortali". Chi lo decide chi è "comune" e chi no? Stiamo certi che la capacità di creare, quindi di esprimersi, rende persone "fuori dal comune, geniali"? Io non la penso così, credo che ogni individuo a modo suo è "eccezzionale". .
L'ultimo post mi ricorda troppo quegli interventi da Costanzo Show finalizzati a strappare l'applauso facile del Teatro Parioli.
Così come so distinguere comportamenti miei mediocri da quelli degni di nota, ritengo di avere gli strumenti per sapere identificare anche una persona mediocre da una che non lo è.
Essere "fuori dal comune"i non è una questione di sapere comunicare o meno
Ció non significa che io simpatizzi automaticamente per i non mediocri.
io ho inteso il senso delle parole di Nova come un voler ribadire la stupidità di certi stereotipi della "genialità " degli artisti e altre persone "non comuni" (non a caso cytherea ha parlato di Van Gogh, Pavese, Bazlen). questo SI' che è da Costanzo Show: "eh, unico, come solo un artista puó essere".
spesso ció che porta tizio piuttosto che caio a essere ricordato e conosciuto sono una serie di piccole e grandi coincidenze, e soprattutto sempre dipendenti da ció che in ogni epoca identifica la considerazione sociale verso qualcosa o qualcuno.
spesso ció che porta tizio piuttosto che caio a essere ricordato e conosciuto sono una serie di piccole e grandi coincidenze, e soprattutto sempre dipendenti da ció che in ogni epoca identifica la considerazione sociale verso qualcosa o qualcuno.
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"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
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- balkan wolf
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andiamo ot sui "comuni mortali"...
benone
dunque pare proprio che a squirtone qualche pittore abbia rubato le caramelle da piccolo... altrimenti non mi spiego il suo astio
detto questo quoto donegal...
esistono strutture mentali capacità atteggiamenti abitudini e stili di vita "mediocri" e di massa ed altri no... è assurdo negarlo...
un impiegato uno studente una casalinga sono portati per il loro vissuto quotidiano a sviluppare una "forma mentis" ( parlo di strutture profonde non di singoli pensieri ovv. ) abbastanza media e soprattutto a relazionarsi con una realtà media
un barbone un pianista-compositore o un killer professionista ovv. no...
il tutto senza assolutamente nessuna connotazione di merito ovv.
benone

dunque pare proprio che a squirtone qualche pittore abbia rubato le caramelle da piccolo... altrimenti non mi spiego il suo astio

detto questo quoto donegal...
esistono strutture mentali capacità atteggiamenti abitudini e stili di vita "mediocri" e di massa ed altri no... è assurdo negarlo...
un impiegato uno studente una casalinga sono portati per il loro vissuto quotidiano a sviluppare una "forma mentis" ( parlo di strutture profonde non di singoli pensieri ovv. ) abbastanza media e soprattutto a relazionarsi con una realtà media
un barbone un pianista-compositore o un killer professionista ovv. no...
il tutto senza assolutamente nessuna connotazione di merito ovv.
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
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Ecco, donegal, penso che esistono dei comportamenti che si possano definire mediocri, le persone no. E' possibile definire un comportamento, un'azione, me cercare di definire una persona, secondo me, è impossibile. Spesso un comportamento non rispecchia la persona, a volte è esattamente il contrario di ció che la stessa è.donegal ha scritto:Sono abituato a leggerti diversamente.Nova ha scritto: sono contraria alla definizione "comuni mortali". Chi lo decide chi è "comune" e chi no? Stiamo certi che la capacità di creare, quindi di esprimersi, rende persone "fuori dal comune, geniali"? Io non la penso così, credo che ogni individuo a modo suo è "eccezzionale". .
L'ultimo post mi ricorda troppo quegli interventi da Costanzo Show finalizzati a strappare l'applauso facile del Teatro Parioli.
Così come so distinguere comportamenti miei mediocri da quelli degni di nota, ritengo di avere gli strumenti per sapere identificare anche una persona mediocre da una che non lo è.
Essere "fuori dal comune"i non è una questione di sapere comunicare o meno
Ció non significa che io simpatizzi automaticamente per i non mediocri.
Comunque un po' hai ragine, ho scritto il mess. contestato un po' a ca**o di cane, senza avere nulla in particolare da dire. Peró è un bel topic e allora volevo inserirmici

Io non sono astiosa nei confronti dei pittori, l'arte è una delle cose più belle al mondo. Van Gogh, Kafka o altri sono delle persone eccezionali (eh, Squirtobalkan wolf ha scritto:andiamo ot sui "comuni mortali"...
benone
dunque pare proprio che a squirtone qualche pittore abbia rubato le caramelle da piccolo... altrimenti non mi spiego il suo astio
detto questo quoto donegal...
esistono strutture mentali capacità atteggiamenti abitudini e stili di vita "mediocri" e di massa ed altri no... è assurdo negarlo...
un impiegato uno studente una casalinga sono portati per il loro vissuto quotidiano a sviluppare una "forma mentis" ( parlo di strutture profonde non di singoli pensieri ovv. ) abbastanza media e soprattutto a relazionarsi con una realtà media
un barbone un pianista-compositore o un killer professionista ovv. no...
il tutto senza assolutamente nessuna connotazione di merito ovv.

Squirto, mi rasserena il fatto che sei dalla mia parteSquirto ha scritto:io ho inteso il senso delle parole di Nova come un voler ribadire la stupidità di certi stereotipi della "genialità " degli artisti e altre persone "non comuni" (non a caso cytherea ha parlato di Van Gogh, Pavese, Bazlen). questo SI' che è da Costanzo Show: "eh, unico, come solo un artista puó essere".
spesso ció che porta tizio piuttosto che caio a essere ricordato e conosciuto sono una serie di piccole e grandi coincidenze, e soprattutto sempre dipendenti da ció che in ogni epoca identifica la considerazione sociale verso qualcosa o qualcuno.

