Narratore provetto, cólto citazionista, invincibbile chiavatore dal volto umano.
Blif ha scritto:Ora vi conto un fatto curioso, occorso a un mio amico, che mi concede graziosamente di farne sublimazione letteraria.
Lo farò a pezzi e bocconi, perché è una cosa lunga, e lo farò volgendo la vicenda in prima persona,
sia perché ne cresca l'efficacia drammatica sia perché mi sento come se l'avessi vissuta io,
dato il genere bizzarro di esperienza umana, che mi s'addice.
Avviene dunque, graziosissime donne e gentili uomini, che nella nobile città di Milano, nel rione detto di Porta Venezia,
sia uso proiettare film di vecchia data, ma ancora freschi e fascinosi.
Un lunedì sera, dunque, decido di regalare a me e a un amico La Signora di Shanghai, tumultuosa vicenda di seduzione e intrighi,
dove Orson Welles nella parte dell'irlandese nero Michael O'Hara (o era Oara?), perde la testa per la dark lady Rita Hayworth
e incappa in un mare di guai (fino alla soglia della sedia elettrica) per le macchinazioni di lei, del marito di lei, del socio di lui e via svariando,
in un rutilante quanto delirante giuoco di specchi, dove nulla è ciò che appare e tutto finisce col frantumarsi.
Scendo col mio amico nel mezzanino del metrò per rincasare, e lo sguardo mi s'incrocia con quello di una piacente ragazza di colore,
stivalata e minigonnata, con pesanti calze velate, che donnescamente s'aggira sul gommato Pirelli come pantera in riva allo Zambesi.
Distolgo lo sguardo, aspettiamo qualche minuto e arriva il treno.
Lei si piazza nel sedile di fronte e avvia un curioso movimento rotatorio con la punta dello stivale.
puntando l'asse di rotazione dritto verso i miei occhi. Tipo pesca al coregone.
Guardo. Sorride. Sorrido. Distolgo.
Impegno il mio amico in una strampalata discussione sulla spregiudicatezza dei cinesi nel proporre articoli duplicati e plagiati,
certi dell'impunità garantita dai connazionali piazzati strategicamente negli editorial board delle riviste di mezzo mondo.
L'amico scende, con l'aria di chi ha ricevuto una grazia insperata. Faccio segno alla pantera di accomodarsi nel posto ora liberato.
Dopo un quarto d'ora siamo tornati a Porta Venezia in cerca di un baretto dove infognarci.
Il baretto è discreto, se si esclude l'aroma di panini alla piastra carbonizzati e l'ammicco lubrico nell'occhio del cameriere.
Di fronte a un Prosecco e a un Nebbiolo, in un italiano spagnoleggiante ma sicuro, mi viene propinata l'avventura
di una giovanissima immigrata, in Italia da anni, ma appena trasferita a Milano, che svolge l'attività di commessa ambulante (bancarellaia).
Il trucco, pesante ma non volgare, i lineamenti fini (la perfetta miscela euroafricana del Sud America),
il sapiente gioco degli accessori dorati sulla pelle bruna...
Va be', ho esagerato, ma è per rendere l'idea. La storia è mia.
... e l'armoniosa proporzione numerica della terna petto-fianchi-vita ne fanno una compagnia innegabilmente attraente. Nigra sed formosa direbbe il Cantico dei Cantici.
Quindici minuti di comunicazione non verbale suggeriscono l'idea che un bacio non sarebbe sgradito. L'esperimento conferma l'idea.
Qualche minuto ancora, e la conversazione si sposta su terreni inesplorati.
Ma sei tuto pelòsso così? Eh? Non mi pare di essere molto peloso. [Irsuto? Moi?] No te depili? No... è una cosa cha va di moda fra i giovani [culattoni]: sai, io ho una certa... età [dignità].
Come chiamate voi questo fruto? Passion fruit, il frutto della passione. [Che idea, pucciare quella roba nel Prosecco...] El fruto de la pasiòn. Mangia, te gusta? Mmmm, bòno. [Ven chi che te stachi n'uregia...]
Bon, passa un'oretta e lei cala l'asso di bastoni.
Blif ha scritto:Bon, passa un'oretta e lei cala l'asso di bastoni.
Vuoi fare l'amore con me? ... Non sono un po' vecchio per te? Me gusta l'òmo matùrrro.
A Roma dicono che si sarebbe fatta una certa.
Gli inglesi aggiungono che curiosity killed the cat.
E a dirla proprio tutta tutta, avrei anche già scopato stamattina.
Ma è pur vero che la sapienza l'è figliola dell'esperienza, che la dimanda è posta in guisa sì cortese e che Amore a nullo amato amar perdona.
Leonardescamente/Boccaccescamente/Dantescamente, accetto di correre l'alea e mi accingo a vedere le carte della Fortuna.
Certo.
A questo punto, la serata volge verso il caso di cronaca, aprendo la via al classico bivio:
trattasi di aggressione a scopo di rapina o di adescamento con richiesta di congrua esazione?
Finiamo nella tradizionale mansarda di Porta Venezia fittata a strozzo dall'italiano che ha a cuore il problema dell'immigrazione.
E, come natura vuole, sollazzevolmente traiamo reciproco diletto l'un dell'altra.
Passo il resto della notte in bianco, accucchiaiato attorno a questo po' po' (popo') di panettone
che di tanto in tanto serpentinamente freme (ma che ci avrà da fremere?).
Alternativamente, imploro dalla natura il sonno (grato m'è il sonno...)
o un'improvvisa revanche erettile (...e più l'esser di sasso),
ma entrambe le reazioni fisiologiche mi si negano, impietosamente, fino all'alba.
Inganno l'attesa immaginando i dettagli dell'irruzione con la quale la gang dei complici masnadieri
domattina mi chiederà congruo pedaggio per la traversata di cotanto valico.
Verso le quattro, cominciano le allucinazioni:
Blif chiama Orson. Rispondi Orson! Ti ashcolto Blif. Che cosa possho fare per te? Orson, risparmiami il finto accento irlandese, vuoi? Non ci capisco una mazza: siamo in pericolo? Alcuni sono capaci di presentire il pericolo. Io no. (cit.) Molto utile, grazie. Come ho fatto a infilarmi in questa situazione? A volte ci capita di fare una sciocchezza dopo l'altra, e non c'è nulla che possa fermarci. (cit.) E ora, che facciamo? L'unico modo di star fuori dai guai è invecchiare: prova a concentrarti su quello. (cit.) Grazie, Orson: sei un amico. Utile come uno spazzolino da denti di pelo di gatto, ma un vero amico.
Finalmente, si fa mezzogiorno, l'ora di alzarsi e risollazzarsi.
Che hai? Ti aspettavi che ti chiedessi dei soldi? Ma no, perché dici così? Sei... una sorpresa continua. [Ti do ancora dieci minuti per presentare il conto, poi mi sgancio.]
Arrivo in un ufficio alle due, uno straccio con 30 ore di veglia sulle spalle.
Prima ancora che ci arrivi, mi chiama per sapere quando posso portarla a comprare un telefono.
Devo guardare sull'agenda in ufficio: te lo so dire poi...
Si dirà che sono un figlio di puttana, ma l'agenda ce l'ho davvero in ufficio.
Così posso evitare di prendere impegni senza mentire (mentire è peccato mortale, contro il buon senso naturalmente).
I successivi contatti falliscono: ad ogni mia telefonata parte la sua segreteria telefonica.
Sarà incazzata... bon, morta lì.
Mando un SMS con una vaga disponibilità per domenica pomeriggio, just in case.
Tra l'altro, ha sciolto quell'abituale velo di riserbo sulle sue avventure erotiche. Perchè ovviamente credo che il chiavatore interracial sia Blif medesimo.
Per il mio ego può bastare che SCB mi citi nella sua firma, tutto il resto è noia.
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
Furore 1.3.2017
Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato ( Arthur Schopenhauer )
" Ste sgallettate che non sanno fare un cazzo e non partoriscono un concetto nemmeno sotto tortura
sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )
Jack85 ha scritto:
Penso che le qualità che hai elencato di Klose derivano dal fatto che semplicemente è tedesco.
Rufus, interviene (che poi è polacco...)
Sotto di nove, chiude (è talmente vecchio che quando è nato era tedesco.)
dal topic del calcio, sotto ha piazzato una battuta ,storico-sportiva , geniale
Blif ha scritto:I successivi contatti falliscono: ad ogni mia telefonata parte la sua segreteria telefonica.
Sarà incazzata per l'agenda... bon, morta lì.
Mando un SMS con una vaga disponibilità per domenica pomeriggio, just in case.
Domenica a mezzogiorno, mi telefona chiedendo perché non mi son più fatto sentire.
C'era sempre la segreteria inserita. No, è tuta colpa del telefono: è da buttare. Allora, vieni?
La raggiungo, ma questa volta lascio via, numero civico e piano a un amico, col preciso incarico di dare l'allarme se non mi sente per l'ora di cena.
[Coniglio? Sì, coniglio vivo.]
Seleziono dai miei ricordi una prestigiosa pasticceria per la merenda:
a seguito di un rovinoso cambio di gestione, l'antica bottega artigiana si rivela una bettola, con le tovaglie macchiate,
(ma i portatovaglioli sono strategicamente disposti a coprire le macchie) e i tiramisù comprati al banco frigo dell'Esselunga.
Non importa: le colpe del luogo paiono non ricadere sull'uomo che l'ha scelto (corsivo gotico alla E.A.Poe).
Graziosissime donne, or vel dimando: può mai avvenire nella nostra Italia, che culla del diritto è ben nomata,
che l'autore di gravissimo fallo non subisca, nonché penitenza, neppure riprensione alcuna?
Il pomeriggio prosegue con la caccia al telefono nuovo. Per fare un esperimento scientifico, butto lì che i Nokia da 17 euro sono una figata pazzesca.
Ovviamente, travesto il tutto da scherzosa boutade (non sono mica pazzo: per certe ironie fuori luogo c'è la corte marziale).
Nessuna reazione negativa: la perplessità monta.
E se fossero sbarcati gli UFO?
La scelta di un iPhone Salcazzo di ultima generazione fa temporaneamente rientrare l'allarme rosso.
Ora viene il bello: occorre un anticipo.
Il suo sguardo implorante genera nella mia mente un guizzo di intuizione e curiosità:
vediamo un po' dove si va a finire; non vorrò mica interrompere il film a metà?
Segue il rapido passaggio di mano di un paio di banconote.
Inaspettatamente, una torna a casa: che si stia veramente parlando di un prestito?
Ma la cosa più intrigante è la comparsa di una carta d'identità...
Magicamente, la regina di Saba cambia nome.
Cambia età.
Cambia stato civile.
Vi risparmio il siparietto all'uscita, dove faccio ripetutamente suonare l'allarme, sotto il gelido sguardo di un'elegantissima guardia ingiaccata.
Gli faccio vedere che non sono io: semplicemente, ho in tasca un tester (può succedere a tutti, no? vado? be', io andrei... vado...).
Dieci minuti dopo, in automobile:
Allora, hai visto che non sei troppo vecchio per me? Sei contento? Ah sì, certo... quindi sei sposata? Non più. Ora sono qui.
Cioè? Qui è complemento di stato in luogo, non complemento di stato civile.
Cortesia vuole che certe domande non si pongano.
Cortesia vuole che a certe domande si risponda senza che vengano poste.
Cortesia al momento è fuori stanza e ha appeso un cartello con su scritto "Torno subito".
E lui sa che non lo sei più? Non voglio rogne. No no...
Accantonare... sopire... meditare... consentire che la serata si chiuda almeno sulla consueta nota sollazzevole.
Blif ha scritto:Nei giri seguenti, mi gioco la carta vetrine. La parola d'ordine è mitoné la bigiòia (ah, la raffinata cucina piemontese...).
Si tratta di cuocere la parte a fuoco lentissimo, così che il calore sia uniforme e la carne s'intenerisca senza avvedersene.
Buenos Aires, Montenapoleone, Spiga, Rinascente... Ben presto, il procedimento comincia a dare effetti inaspettati.
Che bei fiori... Be', un mazzolino è una cosa romantica. Ci prendiamo una cioccolata? Prendiamoci la cioccolata.
E' un effetto straniante, e in un certo qual modo divertente, come se fossimo negli anni Sessanta (tremate tremate, le streghe se ne sono andate).
Penso che stasera potremmo andare al Santa Tecla in Lambretta a sentire Gaber e Jannacci, o a ballare il ballo del mattone.
Quand'ecco... Oh, le castagne, che buone... ho una fame!
Sgrunt... porco cazzo: le caldarroste.
Su al paese, per terra non c'è che marron e ciochin.
Parlare coi caldarrostai per me è come comprare l'erba dei prati: ti senti dire che sono orchidee e devi anche ringraziare.
La vintage fancy se n'è andata a pallino per un triviale, ignobile cortocircuito psicologico-silvicolo.
Le chiedo se per caso mi sta facendo il test della fisa: sembra non capire.
Parte l'esperimento scientifico. Andiamo al Mc Café e ordiniamo un tortino al formaggio per lei.
Apro il portafoglio, lo frugo, estraggo cinque euro, li stiro ben bene, mi guardo attorno...
rimetto il portafoglio in tasca, infilo i cinque euro nel giaccone e vado alla finestra,
annunciando che le tengo un posto bello da cui si può anche guardare fuori. Varda che belèssa, se véd anca el Luini...
Niente: nessuna reazione.
E' come una specie di superpotere: devo essere diventato invulnerabile alla riprensione.
La parte sollazzevole è sempre quella. Anche la notte è sempre quella: insonne.
Non c'è più il timore dei briganti, ma ci sono le innumerevoli svolte narrative. Allora...
...intanto la regina di Saba acquista una figlia... [Dov'è? Boh: Cortesia è sempre fuori stanza.]
...poi cambia nazione, dal Venezuela alla Colombia... [Ma che senso ha? Cambia qualcosa tra il petrolio e la coca?]
...poi c'è il padre malato, cui si spediscono medicine nascoste in paia di scarpe.
Il padre è nero, ma (e qui la spiegazione si fa confusa) ha qualcosa di piemontese.
Dio bono, un paesano... che storia, me lo vedo che chiacchiera col mio. Ohi, ma ciama n'aut... roba da ciò!
La notte insonne in mansarda è intervallata da lunghissime uozzappate vocali con la sorella in spagnolo gergale.
Nei giorni seguenti la deprivazione del sonno comincia a produrre i suoi effetti:
sento delle vocette spagnole che escono dal termosifone dell'ufficio.
Provo a spegnerlo, ma non serve.
Blif ha scritto:Sicché, mentre albeggia pallido e astratto, sopra un rovente letto disfatto...
Mi farai conòssere cassa tua, vero? ...
Ma porco quel mondo che ho sotto i piedi e le mani... si fan domande simili a un uomo che ha il sangue e il pensiero impegnati altrove?
[Cortesia fuori stanza, as usual]
Il bivio è chiaro: la menzogna è peccato mortale, la verità un gran peccato.
La mente frulla e picchia sui vetri in cerca d'una terza via, o almeno di un diversivo per distrarre l'attenzione.
Cambiare canale? No, la sottile metafora sarebbe forse troppo esplicita.
Cambiare tatticamente passo e ritmo? Ok, ma è solo un ridicolo guadagno di secondi (Adelante, Pedro, ma con juicio).
Che le spiego?
Che a casa mia entra solo chi m'ispira completa fiducia, e il suo cambiar connotati ad ogni incontro sinora me n'ha infusa poca?
Che se devo rendere conto a me stesso delle motivazioni profonde di quel che sto facendo,
dovrei concludere che è solo una (meravigliosa) storia di tette e chiappe?
Che, quindi, se per caso fossi chiamato a render conto a qualcuno di quel che sto facendo,
non avrei la più pallida idea di che cosa rispondere?
Che si veste e si trucca in modo mai volgare, ma sempre un pochetto sopra le righe?
Il che va bene per lo struscio in centro, per carità, ma magari un po' meno per il passeggio davanti casa...
O infine che sono un soddisfatto borghese, e in fondo noi borghesi...
Ma 'sticazzi: se la te va ben, l'è inscì. E se la te va ben no, l'è inscì anca mo'.
Se ti porto a casa mia, poi il giorno dopo lo sanno tutti.
Cristo, l'ho detto: ho detto proprio così. Per fuggir le balle di Cariddi, la mezza verità di Scilla mi porterà via almeno sei delle sette vite.
Nemmeno lo scudo antiriprensione può resistere a tanto.
Invece, inverosimilmente, pare resistere.
Al mattino, la mia orribile sveglia ripete il suo verso: E' ora di alzarsi... è ora di alzarsi... E' ORA DI ALZARSI... E' ORA DI ALZARSI
Mentre sono in bagno, parte la richiesta di contributo per l'affitto (questo mese, il lavoro ai mercati è andato male...)
Cara mia, qui te volevo: iPhone Salcazzo, orecchini in lamina d'oro, fiori e pagliettes (...è mai possibile, porco di un cane...).
D'altra parte, l'abitudine a girare come un pezzente mi permette una volta ancora il lusso di non mentire,
svuotando il portafoglio con un danno che sul mercato libero suonerebbe offensivo.
Esco tirando il fiato: fuori è un mondo ghiacciato, ma ha una sua bellezza.
Dopo qualche ora arriva un messaggio. Non rispondo.
Ne arrivano altri due. Spengo il telefono.
All'ora di cena sono diventati sette-otto, a sera una decina.
Opto per una richiesta di tempo e una mezza spiegazione.
Lasciami in pace per un po'. Non voglio offenderti. Non mi piace trattarti da puta.
Dopo un altro paio di giorni, è giusto che ci si veda per un dialogo aperto.
Ho un funerale al pomeriggio, ce ne può star bene un altro alla sera.
Davanti a un prosecco e uno spritz, mi assicura che non si è offesa.
Le parole son solo parole: io guardo ai fatti. [Commendevole usanza: sei nel primo decile delle mie conoscenti. Questo non te lo negherò mai.]
Una ad una le mie obiezioni vengono dichiarate insussistenti o incomprensibili.
Quando penso a te, penso sempre ai tuoi occhi, alla tua pelle, al tuo corpo, a quello che facciamo. E' bello, ma non può essere tutto lì.
Mi guarda come se io fossi ubriaco: sei un uomo, a che cosa devi pensare quando stai con me?
Insomma, è vero o non è vero che ci siamo visti quattro o cinque volte e ogni volta cambi qualcosa?
Prima cambi nome, poi cambi età, poi sei sposata, poi hai una figlia, poi diventi colombiana... E allora? Io no voglio che il mio portiere sa come mi chiamo. Il portiere? [Che c'entra il portiere? ] Il mio portiere sa come mi chiamo. Be', a te no piace che la gente sa chi viene in casa, a me no piace che sa come me chiamo. Sì sì, certo, be', ognuno ha le sue preferenze, ci mancherebbe.
Allora forse taccio.
Soy sudamericana, cerco un uomo vero che me accoccola. No uno che no parla, no sa. Eh, hai proprio ragione... mi sa che non sono un uomo. [...se questo è un uomo (cit.)]
Yo me vendo tuta. Scusa, dicevi? Quando sono in una relazione, me vendo tuta. Aha. [La poveretta è certo ingannata da un faux ami: intendeva che si dona generosamente. Mi annoto di fare una ricerchina sul vocabolario.] Como nel mio lavoro, al mercato: yo vendo tuto. Certo, certo. [Mi annoto di sospendere la ricerchina]
Il dialogo è in stallo: siamo d'accordo sull'essere in disaccordo. Leviamo le tende?
Paga! Comandi!
Fuori mi viene la solita uscita surreale, naturalmente con la cadenza piemontese in crescendo che sfoggio quando surrealesco.
Vuoi mangiare qualcòòòsaaa?
Non vuole. La riaccompagno alla porta (si sa mai che mi faccia un'offerta che non si può rifiutare).
Non la fa. Addio... la notte è mia e c'è un gran vuoto nello stomaco da riempire.
Sud America, dicevamo: terra dal fascino rinomato. Ora capisco: il fascino è indubbio.
Ne avevo qualche ricordo breve e intenso, dei tempi in cui ancora c'era la lira, ma al confronto il ricordo impallidisce.
E' un peccato che l'idea di andare a giro trascinando un trolley leopardato mi riesca così presto così buffa.
Qui bisogna che l'Italia metta la testa in riga e cominci a fare le riforme strutturali di cui ha bisogno.
Altrimenti, temo che il futuro sia in mano ad altre regioni dell'orbe terracqueo.
ziggy7 ha scritto:poco da rinchiudere al sicuro le cose nocive se poi lascia in giro Fatina
Più che altro un riconoscimento al fenomeno-ziggy.
Possa tu trovare le infradito che cerchi.
An idle mind is the devil's playground/Si, ma la NATO? "Nel lungo periodo saremo tutti morti" John Maynard Keynes Membro dell'ala intelligente del forum dal 07/02/22
E sorridi! (Earl J. Hickey)
Di regole io ne conosco una sola: bisogna essere buoni, cazzo (K. Vonnegut)
Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare (V. Costantino)
io a Rand ho sempre voluto bene
a Rand...
sospetto che le infradito abbiano gia' trovato me comunque
c è sempre tanta musica nell' aria -- a cup of tea would restore my normality-- “Non vi è alcuna strada che porta alla pace: la pace è la via”nulla contro l'utente Tenz