cicciuzzo ha scritto:Stasera un pò a sorpresa ho fatto 12,5 km
Complimenti
Ti volevo chiedere una cosa: ma tu durante o dopo l'allenamento usi qualche integratore?
Sono un paio di giorni che ho contrazioni muscolari abbastanza frequenti e leggendo in giro sta cosa dovrebbe essere dovuta ad un calo di potassio, magnesio perciò dovrei cominciare ad usare integratori.
Cacchio però quanto costano...il polase sport, 10 bustine, 13-14 euro!
Ultimo giro di bevute, il bar sta chiudendo. Il sole se ne va. Dove andiamo per colazione? Non troppo lontano. Che nottata...
Tre domeniche fa ho fatto una non competitiva da 19.3km finita in 1 ora e 47.
Durante la settimana soccessiva mi sono allenato normalmente.
La settimana scorsa invece ero finito: lento, gambe dure...
Spero di riprendermi questa settimana, chissà a cosa è dovuto questo crollo!?
cicciuzzo ha scritto:Stasera un pò a sorpresa ho fatto 12,5 km
Complimenti
Ti volevo chiedere una cosa: ma tu durante o dopo l'allenamento usi qualche integratore?
Sono un paio di giorni che ho contrazioni muscolari abbastanza frequenti e leggendo in giro sta cosa dovrebbe essere dovuta ad un calo di potassio, magnesio perciò dovrei cominciare ad usare integratori.
Cacchio però quanto costano...il polase sport, 10 bustine, 13-14 euro!
energade, che costa meno del powerade o del gatorade. e basta
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Matteone ha scritto:Tre domeniche fa ho fatto una non competitiva da 19.3km finita in 1 ora e 47.
Durante la settimana soccessiva mi sono allenato normalmente.
La settimana scorsa invece ero finito: lento, gambe dure...
Spero di riprendermi questa settimana, chissà a cosa è dovuto questo crollo!?
l'inverno e il freddo non aiutano. io ho fatto un gennaio di sofferenza. come ho scritto solo ieri sera sono andato un pò in scioltezza, ma mi mancano 10 secondi al km rispetto a solo 45 giorni fa.
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Ad ogni allenamento, o quasi, il podista si trova a confrontarsi con il cronometro. Quando si corre velocemente si è contenti di verificare che il rendimento è confermato da buoni riscontri cronometrici. Molto diversa è invece la situazione quando, nonostante l'impegno profuso, i tempi registrati sono inferiori alle aspettative. In questa circostanza si rimane delusi ed amareggiati del proprio rendimento, situazione che spesso determina un'alterazione dello stato emotivo, ed incide anche in maniera rilevante sull'autostima, condizionando così le future prestazioni agonistiche. In pratica, il cronometro è spesso fonte di stress psicologico per il podista, perché prima o poi ognuno di noi si trova a progredire con maggiori difficoltà, o a non rilevare più dei miglioramenti. In queste circostanze, andare a correre per migliorare la propria efficienza rende le sedute di allenamento poco stimolanti perché
a) si teme di non essere all'altezza del compito,
b) lo sforzo da sostenere è molto elevato nell'intento di rilevare ritmi adeguati.
E' quindi il confronto con il cronometro che causa quella sorta di logorante “braccio di ferro” tra il corpo e la mente, con quest'ultima lì pronta a giudicare inesorabile il rendimento espresso. Per ridurre o annullare l'effetto stressante che determinano le sedute scandite dal controllo del cronometro è preferibile abbandonare questo strumento per affidarsi al cardiofrequenzimetro.
La differenza sostanziale tra questi due strumenti sta sull'attenzione che il podista pone ai dati che emergono:
1) il cronometro rileva il carico esterno,
2) il cardiofrequenzimetro rileva il carico interno
E' quest'ultimo aspetto che si dovrebbe controllare e gestire, perché ci fa capire cosa sta determinando a livello organico lo sforzo che si sta sostenendo. E le sollecitazioni possono determinare lo stesso effetto fisico allenante anche quando il cronometro rileva tempi differenti.
Per esempio, per il nostro giudizio percorrere delle ripetute sul chilometro in 4' o in 4'10” non è proprio la stessa cosa: i 10” di differenza indicano che si è più o meno in forma. Infatti, quando vogliamo sapere se un amico è in forma o meno, gli chiediamo che tempi tiene su certe distanze, ma questi non esprimono realmente lo stato di forma.
Per il corpo questi 10” possono invece non determinare variazioni fisiologiche significative. Sappiamo che il corpo è soggetto a condizionamenti ambientali e spesso bastano variazioni della temperatura anche di soli 3-4°, o un tasso di umidità più elevato per alterare l'efficienza fisica. In questi casi il meccanismo della termoregolazione è condizionato dalle variabili climatiche, e la situazione viene evidenziata da un aumento delle pulsazioni sotto sforzo. L'atleta esperto e sensibile a queste variabili sa che in queste circostanze non deve forzare la situazione per conseguire i tempi indicati nella tabella, ed imposta lo sforzo della seduta evitando di superare i valori della frequenza cardiaca.
In pratica, consiglio si svolgere le sedute facendo riferimento alle pulsazioni e non al ritmo, ma soprattutto meglio correre a tempo che non sulla distanza. Per esempio, invece di percorrere 10 chilometri di corsa media, meglio correre 45' alla frequenza specifica per questo allenamento. Spesso lo sforzo non cambia, ma durante la seduta non si è mentalmente condizionati dal ritmo da tenere. Con l'uso del cardio invece si presta attenzione a non superare i valori della frequenza stabilita, tanto che a volte capita di ridurre lo sforzo fisico, rallentando e/o rilassandosi, per stare entro il parametro definito.
In definitiva, correre rispettando il carico interno rende ogni allenamento produttivo e gratificante perché lo sforzo sostenuto ha agito nell'organismo determinando le sollecitazioni ricercate.
Sì anche se, a mio avviso, il vero allenamento è solo su asfalto.
Il tartan ti fa risparmiare un casino di energia (oltre a migliorare la prestazione) rispetto al vecchio catrame.
Sogna una carne sinteticanuovi attributi eunmicrochipemozionale
Sogna di un bisturi amico che faccia dileiqualcosafuoridalnormale