L'Eternauta ha scritto:Antonchik ha scritto:L'Eternauta ha scritto:L'Inter è stata la prima squadra italiana a vincere per due volte di fila la Coppa dei Campioni, la Grande Inter del mago Herrera ha segnato un'epoca nel calcio mondiale, la squadra simbolo degli anni sessanta
quindi solo il Milan ha titoli europei tali da farla considerare migliore in campo europeo, questo dicono i numeri, tre Coppe dei Campioni mica sono poche, altri cederebbero dieci scudetti per averne altrettante in bacheca
Non so in che modo essere la prima squadra di un paese a vincere due volte la CL ti faccia essere così tanto importante a livello mondiale (ho capito bene?). Comunque non accomunarci a voi, cerca di non metterci nella stessa frase, poichè visto che ti piace la Storia devo ricordarti che siete stati fondati da chi è andato via dal Milan sbattendo la porta. Restate fuori...
E comunque negli anni 60 dominava nettamente il Benfica, voi facevate soltanto il catenaccio. E pure nel 2011 avete vinto così.
cosi dimostri solo la tua ignoranza calcistica, scrivo solo undici nomi:
Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarnieri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò. Suarez, Corso

Non mi hai risposto
Perchè se sei la prima squadra di un paese a vincere la CL due volte di seguito diventi importante a livello mondiale? Un simbolo addirittura?
Soprattutto considerando che nello stesso decennio anche Benfica l'ha vinta due volte consecutive, prima però. Allora che è sto razzismo nei confronti dei portoghesi? Ah ma voi avevate la formazione orecchiabile...
Ma poi perdonami, cosa dovrebbe dire l'Ajax che nei 70s l'ha vinta 3 volte consecutive (ed è la prima), il Bayern idem, il Liverpool 2 volte, il Nottingham Forest 2 e venendo dalla Championship?
Dai, diciamo la verità: nessuno vi si incula, a parte cicciuzzo, dell e Trez, che pure è distratto dai culi.
OSCURATI (con l'accento sull'ultima sillaba), altro che Jair e Suazo.
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.