[OT] Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo)

Scatta il fluido erotico...

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Sauerfer
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[OT] Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo)

#1 Messaggio da Sauerfer »

Salve gente, volevo aprire un topic sulla psicologia e quindi anche sull' introspezione interiore del buddhismo tantrico che mira ad abolire il concetto di bene e male.
Una figura, che da vari punti di vista, rispecchia la linea di pensiero buddhista nell' induismo è Kali
Kali ti costringe ad una nudità assoluta, ad un incontro allo specchio, e anche per questa sua caratteristica è al centro della via spirituale tantrica. Ella è la rottura di ogni schema, di ogni forma precostutuita; non a caso nel culto tantrico il devoto è invitato a rompere ad uno ad uno tutti i divieti e i tabù sociali in vigore.
Qualche giorno fa mi è capitato di parlare con una psicologa e su molte cose siamo stati concordi...
ad esempio brevemente, la ruota del dharma rappresenta la circolarità della vita, anche i pensieri seguono un andamento circolare,
i corsi e ricorsi storici, ovvero avvenimenti storici che si ripetono nel tempo.
Nella vita di tutti i giorni ho trovato molto utile l' autosuggestione, suggestionare il proprio inconscio per ad esempio non avere ansie paure ecc.
Qualcosa sull' autosuggestione
[Scopri]Spoiler
La suggestione (o autosuggestione, se auto-indotta) è un potentissimo strumento a tua disposizione per comunicare con l’inconscio.

Essa può essere definita come l’induzione di un’idea o di un pensiero e può avere diverse caratteristiche.

Molto semplicisticamente, la suggestione può essere volontaria o involontaria.

Ti suggestioni volontariamente quando dici qualcosa a te stesso con lo scopo di ottenere un risultato (es: “sono calmo e rilassato”).

Sei suggestionato involontariamente quando l’induzione proviene dall’esterno (es: sbadigli guardando un’altra persona sbadigliare) o da un pensiero non conscio.

In quest’articolo ti darò una serie di preziosi consigli per formulare delle autosuggestioni altamente efficaci.

Affinché una suggestione divenga effettiva, è necessario che essa sia accettata dall’inconscio.

Questo punto è basilare e rappresenta il motivo principale per il quale, molto spesso, i programmi di auto-aiuto non sortiscono i risultati sperati.

Se le tue autosuggestioni non vengono accettate dalla parte più profonda di te stesso anche se, apparentemente, la mente conscia le accetta, esse non avranno alcun effetto, se non uno lievissimo.. nel migliore dei casi!

Se pesi 150 kg e ti ripeti di essere magro e atletico, la tua situazione non cambierà.. e non c’è Legge di Attrazione che tenga!

La tua mente conscia dirà “Sono snello, ho un fisico asciutto e super atletico!”
L’autosuggestione raggiungerà l’inconscio il quale, confrontandola con l’idea/convinzione della tua condizione attuale, la rispedirà indietro al mittente!
Cosa significa tutto ciò? Significa che prima devi lavorare sulle tue convinzioni, sugli assunti del tuo inconscio. Devi convincerlo che vuoi fermamente ottenere il risultato che ti poni.

Ricorda, inoltre, che tutte le autosuggestioni avranno maggior forza se le creerai sfruttando al 100% i tre canali principali della comunicazione: Visivo, Uditivo, Cinestesico (VUC). Vale a dire che dovrai “condirle” con immagini, suoni e sensazioni.

Supponendo ancora che tu sia in sovrappeso, le prime autosuggestioni dovranno quindi essere formulate più o meno così (in MAIUSCOLO le parti da enfatizzare e caricare maggiormente dal punto di vista emotivo):

“Io sono ASSOLUTAMENTE CONVINTO che diventerò più magro!“
“Io sono PIENAMENTE CONSAPEVOLE DELLA MIA FORZA e la metterò al servizio del mio scopo!“
“Io farò tutto ciò che è in mio potere per dimagrire perché io DESIDERO ARDENTEMENTE dimagrire!“
“Dimagrire mi farà stare meglio e mi porterà TANTISSIMI VANTAGGI!“

Esse dovranno essere affiancate da una meravigliosa rappresentazione mentale del risultato: dovrai visualizzare, ascoltare e percepire il traguardo ambito come fosse già stato raggiunto.

Altre tre raccomandazioni per la formulazione di un’autosuggestione veramente efficace:

Identificati
Il pronome “io“, anche se può sembrare scontato, comunica al tuo inconscio che ti riferisci a te stesso e può rafforzare l’autosuggestione. Quindi ti consiglio di utilizzarlo ogni volta che sia possibile, un po’ come ho fatto con le autosuggestioni esemplificative poco sopra.
Non utilizzare le negazioni.
E’ molto più efficace “Io so che diventerò magro” anziché “Non sarò più grasso” poiché la mente inconscia è meno razionale di quella conscia e si basa su un sistema di elaborazione associativo/deduttivo. Se le dici che non vuoi più essere grasso, lei si concentrerà sull’immagine di te grasso, tralasciando al 99% la negazione “non” (interpretata invece in modo corretto dalla tua mente conscia). Facciamo una prova? Fa’ esattamente ciò che ti dico: NON pensare ad un limone giallo e profumato e NON farti venire l’acquolina in bocca al solo pensiero di addentarlo e affondare i tuoi denti nel suo acre succo! Con molta probabilità, la tua mente avrà trasformato le parole in immagini e, se avrai letto lentamente ed in modo concentrato, avrai anche percepito un aumento della salivazione. Ma io ti avevo detto di NON farlo! :)
Autosuggestionati nei “due momenti d’oro” della giornata.
Per fare in modo che le autosuggestioni siano maggiormente efficaci e penetrino nell’inconscio in modo più rapido, è fondamentale che tu le utilizzi in quelli che mi piace chiamare i due “momenti d’oro” della giornata, vale a dire appena sveglio (meglio se ancora in dormiveglia) e prima di addormentarti (meglio se già disteso e quasi assopito). Se sei solito fare una pennichella pomeridiana, sfruttala perché i momenti d’oro raddoppiano :) Il motivo per il quale l’efficacia delle autosuggestioni aumenta in questi stati alterati di coscienza è dovuto proprio al fatto che le onde cerebrali hanno frequenze particolari e più favorevoli ad una comunicazione con l’inconscio.
Fatemi sapere cosa ne pensate :D
Ultima modifica di Sauerfer il 26/02/2014, 10:49, modificato 1 volta in totale.

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Rand Al'Thor
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Re: Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo)

#2 Messaggio da Rand Al'Thor »

Metti l'[OT] al titolo per l'amor di Dio, presto!
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Sauerfer
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Re: Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo) Semi [OT

#3 Messaggio da Sauerfer »

Ma non siamo del tutto ot secondo me :D cmq grazie per il consiglio.

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GeishaBalls
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Re: Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo) Semi [OT

#4 Messaggio da GeishaBalls »

Sauerfer ha scritto:Ma non siamo del tutto ot secondo me :D cmq grazie per il consiglio.
Togli il "semi" dal titolo, per l' amor di Dio, presto!
Togli il "semi" dal titolo, per l' amor di Buddha, presto!
Togli il "semi" dal titolo, per l' amor di Khali, presto!

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Re: Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo) Semi [OT

#5 Messaggio da Tasman »

Sauerfer ha scritto:Fatemi sapere cosa ne pensate :D
Posso dire che da barzotto,dopo aver provato a leggere tutto il pippotto in spoiler mi si à ammosciato il pistolino.
Autosuggezione?

:imslow:
♫E penso..quanti affanni abbiamo tutti i giorni,e che fatica la serenità. ♪
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marziano
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Re: Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo) Semi [OT

#6 Messaggio da marziano »

ahimè non so come contribuire ma sarebbe interessante sapere cosa se ne dice nell'islam dell'autosuggestione.
diciamo che lì ne hanno fatto un bandiera o meglio un lavaggio del cervello.
La verginità è un ottima cosa perché capisci meglio cosa è vero e cosa invece è falso.

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Re: Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo) Semi [OT

#7 Messaggio da Gambo192 »

e dell'autosuggezione invece?
YANKEE-Crew Official President: per la supremazia dell'erotismo occidentale - contro il pornopiattume delle melanzane, soviet e mangia-sushi!

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Re: Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo) Semi [OT

#8 Messaggio da Sauerfer »

Tasman ha scritto:
Sauerfer ha scritto:Fatemi sapere cosa ne pensate :D
Posso dire che da barzotto,dopo aver provato a leggere tutto il pippotto in spoiler mi si à ammosciato il pistolino.
Autosuggezione?

:imslow:
Ora però se ti applichi potrai partecipare anche a qualche maratona XD

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Pim
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Re: [OT] Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo)

#9 Messaggio da Pim »

Tutti gli argoementi ch enon hanno come argomento principale il sesso o il porno devono avere OT nel titolo

e due.

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Sauerfer
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Re: [OT] Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo)

#10 Messaggio da Sauerfer »

Pimpipessa ha scritto:Tutti gli argoementi ch enon hanno come argomento principale il sesso o il porno devono avere OT nel titolo

e due.
Cercherò di essere più preciso :-D cmq ripeto non è del tutto ot il tantra insegna anche a controllare l' eiaculazione, inoltre be ogni cosa (stimolo percezione sentimento) ha origine nella mente, se impariamo a controllarla le applicazioni sono pressoché infinite (in my opinion)
in merito vi voglio proporre un articolo enjoy

Ebbene sì – dopo anni che chi segue vie interiori cerca di trasmettere la propria esperienza, nella maggior parte dei casi invano – oggi i neuroscienziati hanno fatto la grande scoperta: lo spirito può guarire il nostro corpo[1]. Raccontano stupefatti – e ancora increduli – come l’anima possa modificare la struttura biologica del corpo e la possa aiutare a superare la malattia.
Vale a dire di come qualcosa di non misurabile, pesabile, visibile, possa in qualche modo modificare il visibile, pesabile, misurabile.

Meditare, fare Yoga e pensare positivamente – strilla Der Spiegel – conquistano ora la medicina ufficiale.

Quello che decine di tradizioni sapienziali, di centinaia di ricercatori indipendenti e di migliaia di persone che lo praticano quotidianamente hanno sempre saputo, oggi – udite, udite – è verità scientifica!
Beh, allora deve essere proprio vero…
Di documentazione la rivista tedesca ne fornisce in gran quantità, compresi alcuni filmati che si possono vedere sul sito web[2].
Qui di seguito i risultati di alcune interessanti ricerche su questo argomento.
Iniziamo da due autorevoli psicologi, Vladimir Bostanov e Philipp Keune, i quali avrebbero scoperto l’azione guaritrice dello spirito sul corpo umano mediante esame neurologico – misurazione dell’attività elettrica delle cellule cerebrali – del cervello dei soggetti sotto indagine prima e dopo un corso di meditazione.
I risultati di questo studio hanno evidenziato come il cervello, dopo il corso di meditazione di otto settimane, abbia significativamente incrementato la propria reattività. Il cervello dei soggetti che lavoravano meditativamente aveva imparato a non rimuginare continuamente, indirizzando le risorse di attenzione liberate concentrandosi sul test.
“Meditare aiuta i pazienti a controllare la propria attenzione – ha dichiarato il Dr.Keune – e li rende meno inclini a perdersi in pensieri negativi”.
Allo stesso modo di Keune anche la psicologa Bethany Kok, sta indagando il potere di guarigione della mente. La scienziata americana studia in particolare il nervo vago.
Insieme ai colleghi della University of North Carolina la Kok ha portato avanti un interessante esperimento: per nove settimane 65 donne e uomini ogni sera dovevano annotare in un questionario i sentimenti e le esperienze sia positivi che negativi della giornata. La metà del gruppo partecipava poi a un corso di meditazione dove si imparava ad esprimere emozioni come amore, gentilezza e compassione.

Bethany Kok ha presentato il risultato della ricerca sulla rivista Psychological Science[3]: ebbene, il tono del nervo vago di coloro che meditavano è aumentato in modo significativo.
“Chi alimenta buoni sentimenti migliora il tono del proprio nervo vago – conclude la Kok, che oggi lavora al Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia – e questo a sua volta è collegato con una buona salute e probabilmente con un allungamento della vita”.
Il nervo, da sempre poco conosciuto, potrebbe rappresentare il collegamento decisivo tra sentimenti positivi e salute fisica. “Le conoscenze acquisite – così il Dr.Thomas Schlaepfer dalla Clinica di Psichiatria e Psicoterapia dell’Università di Bonn – rendono molto verosimile che il nervo vago sia proprio la struttura di collegamento tra corpo e anima”.
“È lo spirito ad edificare il corpo” scriveva Friedrich Schiller otre due secoli or sono. Ed ecco che – passo dopo passo – la neuroscienza riconosce quello che il poeta, che peraltro era anche medico, sosteneva: vale a dire che l’anima può cambiare il corpo.
In molti ospedali universitari oggi psicologi e medici stanno lavorando per abbinare tecniche meditative ricavate da Buddhismo e Induismo alla medicina moderna. Nel suo libro “La meditazione per gli scettici[4]” Ulrich Ott vom Bender dell’Institute of Neuroimaging dell’Università di Gießen illustra il sentiero della meditazione, utile “ad ampliare la coscienza ed a liberarsi dagli stereotipi di pensiero e comportamentali acquisiti”.
Anche al Massachussetts General Hospital di Boston è recentemente stata eseguita una ricerca su 15 pazienti, inizialmente agitati, con sonno disturbato e pieni di preoccupazioni. La diagnosi: disturbi d’ansia generalizzata. Per otto settimane hanno frequentato un corso di meditazione; al termine erano in grado di controllare meglio le loro paure e hanno ricominciato a dormire bene. L’indagine ha rivelato che il loro cervello, meditando, aveva subito una modificazione positiva; zone della corteccia prefrontale (deputata alla coscienza di sé) registravano una irrorazione sanguigna superiore, così come le aree deputate alla regolazione del sentimento. Inoltre si evidenziava una maggiore connessione tra la corteccia prefrontale e l’amigdala, il centro della paura nel cervello, rispetto ai pazienti che non avevano meditato.
colorful-mind
“Nell’essere umano vi sono elementi chiave per la guarigione - sostiene Winfried Rief, del Dipartimento di Psicologia Clinica e Psicoterapia dell’Università di Marburg – egli, se vuole, può influenzare il suo recupero anche con gravi malattie fisiche”.
“Per guarire con lo spirito si ha bisogno della connessione tra anima e corpo”, dice lo psicologo Manfred Schedlowski, dell’Istituto di Psicologia Medica e Immunobiologia Comportamentale dell’Università di Essen. “Sia che io mediti o che il mio medico susciti un’aspettativa di me, produco dei cambiamenti biochimici che raggiungono i miei organi attraverso il sangue e i nervi”.
Che un atteggiamento positivo verso la vita e la salute siano collegati, viene confermato anche dagli studi epidemiologici. Negli Stati Uniti, i ricercatori hanno studiato fotografie di 196 giocatori di baseball, a partire dal 1952, individuando quelli che sorridevano. Poi hanno ricercato quelli ancora in vita nel 2009. Il risultato: coloro che ridevano avevano avuto un grado di mortalità molto più basso!
Ma non è tutto.
Alla Duke University Medical Center hanno scoperto che anche la fede garantisce maggiore serenità. In uno studio su 3851 anziani in North Carolina, coloro che pregano e meditano, hanno avuto una vita più lunga.
La psicologa Julianne Holt-Lunstad ha analizzato 148 studi di questo tipo con dati provenienti da oltre 300.000 persone. Il risultato è che vive più a lungo chi abbia legami sociali, e con un tasso di sopravvivenza maggiore del 50%! In altre parole, essere soli è nocivo quanto fumare, non fare esercizio fisico ed essere sovrappeso.
Di grande importanza ed efficacia naturalmente anche il rapporto medico-paziente; da molte ricerche condotte negli ultimi anni si è visto come un rapporto di fiducia nei confronti del medico possa aiutare enormemente il paziente ad attivare le forze di guarigione latenti in lui.
Infine, alcuni ricercatori statunitensi hanno recentemente riconosciuto come cuore e spirito siano strettamente legati. Hanno studiato 201 uomini e donne con problemi coronarici, di cui la metà praticava la meditazione trascendentale. Questi ultimi hanno potuto ridurre il proprio stress e rinforzare il cuore, con il risultato che quelli che meditavano hanno subito un minor numero di attacchi di cuore e ictus e hanno vissuto più a lungo.
Insomma – concludono gli scienziati giustamente affascinati da questa straordinaria capacità dell’essere umano – la meditazione agisce sul cervello come una fontana di giovinezza.
La fontana della giovinezza by Spamkiller
Essa incrementa la materia grigia nelle regioni del cervello che sono collegate ad attenzione, concentrazione e memoria. In questo modo, contrasta attivamente stati di tensione e di esaurimento. Inoltre, non rafforza solo il cervello, ma anche i processi vitali del corpo. Insomma, il sistema immunitario funziona meglio, la pressione sanguigna diminuisce, aumenta l’attività degli enzimi.

Fonti http://terrarealtime.blogspot.it/2013/0 ... ttura.html

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CianBellano
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Re: [OT] Psicologia nelle religioni (buddhismo induismo)

#11 Messaggio da CianBellano »

Bene, altra roba da leggere.
Luttazzi sembra una di quelle cose che scappa quando sollevi una pietra. (Renato Schifani)
se hai tipo 40 anni e stappi lo spumante tutto convinto, senza tradire nemmeno una punta di ironia, ti trovo ridicolo. (Fuente)
Scrivi fistola anale (dboon)
Trez (Trez)

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