Prodi non ha parlato di riforme seriamente ne durante quel governo , ne mai.Painkiller ha scritto: Per me manchi di realismo. Quel governo di fatto non aveva una maggioranza e le sue componenti erano troppo disomogenee, il primo a saperlo era Prodi, quindi parlare di riforme era solo tempo perso.
Dal punto di vista economico i fatti hanno dato ragione a Padoa-Schioppa. Quello che lui si proponeva di fare è quello che poi si è stati costretti a fare. La differenza è che allora non si era in recessione ne tantomeno in emergenza e si sarebbe potuto stabilire tempi e modi. L'impatto sarebbe stato meno devastante.
Quanto al discorso europeo, idem come sopra. In un mondo globalizzato un paese come il nostro con le sue debolezze è spacciato. Se pensi che possa uscire dalla crisi con le sue sole forze sei un illuso. Non abbiamo ne il personale politico ne la massa critica ne le risorse per farcela, l'unica speranza è appunto l'Europa. Tanto per fare un esempio se si riuscissero a fare gli eurobond si risparmierebbero di colpo tra i 10 e i 20 miliardi all'anno di interessi. Lascio a te fare un paragone su quante e quali manovre di politica interna sarebbero necessarie per avere la stessa cifra. Ti ricordo che l'Italia è uscita dalla crisi sui titoli di stato non certo con le sue forze ma grazie a 10 secondi di discorso del governatore della BCE.
Per lui bisogna andare avanti cosi all'infinito.
Quanto alla massa critica ecc. Sono di parere nettamente opposto. Non abbiamo la massa critica per fare la superpotenza, ma per conservare un minimo di autonomia e progettualità ce l'abbiamo eccome basta volerlo seriamente.
Nessun altro paese , anche molto più piccolo, ha un immagine cosi' svalutata di se stesso per effetto
del lavaggio del cervello fatto da tipi come Prodi imbevuti di internazionalismo.
E' ovvio che se non hai fiducia in te stesso e pensi che puoi sopravvivere solo nascondendoti in mezzo agli altri il tuo destino è segnato, e infatti sta andando cosi'.
Quanto a Padoa Schioppa negli ultimi anni della sua vita ha scritto una serie di articoli sul corriere della sera intrisi di un europeismo acritico e totalitario che non ha eguali da nessuna parte.
A rileggerli adesso fanno ridere.
Senza tener conto minimamente che gli altri partner europei non hanno minimamente questa visione dell'europa e si approfittano della nostra crisi di identità, si tratta di nazioni che non sono dieci o quindici volte la nostra ma di questo passo i rapporti diventeranno quelli.
Non si tratta di un atteggiamento tattico momentaneo, l'universalismo rinunciatario è nel DNA dei partiti cattolici ed ha trovato ottimi interpreti nella sinistra.
Sulla vicenda dei Maro' o dell'immigrazione, tanto per fare un esempio, il politico italiano ti dice " e' un problema europeo" perchè è abituato a ricorrere a qualcuno che gli tolga le castagne dal fuoco, è inconcepibile per lui confrontarsi bilateralmente con un altro stato.
Questo atteggiamento in un mondo competitivo e di altri soggetti che al contrario credono in se stessi , anche quando sono più piccoli dell'Italia, ti porta inevitabilmente ad essere marginalizzato
L' Italia è come una persona completamente priva di autostima che si crea dei paradisi artificiali (l'europa , gli usa, ecc) illudendosi di mantenere un certo status solo perchè aggrappato a questi.
Questo te lo può confermare qualsiasi professore di relazioni internazionali (che ovviamente non sia prodiano).