pontellino ha scritto:ultron ha scritto:Aggungo una cosa: le avventure di Magika & Magika, in appendice al romanzo, uscirono in edicola con edizioni tascabili, "pocket". Di riffa o di raffa riuscivo a procuramele, ma non sono sopravvissute ad uno dei tanti traslochi subiti. Stessa sorte toccò ad altre riviste, che fecero la felicità dell'addetto al riciclo della ricicleria

Vedo che fra traslochi, "amici" ladri e roghi maledetti abbiamo tutti pagato pegno con gli albi oggetto della nostra passione: se potessi fare un elenco dei fotoromanzi, giornali e fumetti "prestati" (e mai più restituiti) sono sicuro che vi stupirei tutti per la quantità di materiale cartaceo che era in mio possesso...
O anche peggio. Vi ho già annoiati a raccontare quanti numeri avevo raccolto di
Supersex e di
Fotoromanzi porno (nonché una manciata di altre riviste hard e soft), poi regolarmente regalati o buttati via per cause diverse. Come noi tutti. Ma negli anni c’è stata anche una di quelle storie che ancora oggi, ogni tanto, mi fa alzare di notte con i sudori freddi come da un incubo.
Correva l’anno 1999 o 2000 (ossia poco prima dell’entrata in vigore dell’Euro). Collezionavo vecchi libri e stampe di diversi soggetti storici e ricevevo puntualmente cataloghi da ogni dove. Un giorno mi capita un pieghevole da un libraio antiquario di Firenze che non conoscevo, di una decina di pagine fitte fitte a caratteri piccolissimi, offrendo soprattutto cartine geografiche, libri di storia militare, et simile. Seduto in ufficio aspettando di collegarmi a una
conference call (sì, giovanotti, già a quell’epoca pre-Skype si potevano fare

) guardo distrattamente l’ultima pagina del cataloghino prima di gettarlo, e vedo una categoria intitolata “curiosità e miscellanea” dal quale mi balza all’occhio una parola per me mitica —
Superses (
sic, scritta proprio così). La descrizione recitava (cito a memoria) una cosa tipo “raccolta rivista fotoromanzi a carattere erotico, B/N interno copertine colori, formato 4° carta mista patinata/uso mano cuciti punto metal. a sella, dal n. 1 al 100, completa, vendita in blocco, Lit. 1.000.000”.
Quasi svengo: erano anni che non vedevo una copia di
Supersex, ormai abitavo in una casa con ampia cantina asciutta, dove poter custodire benissimo (e in modo discreto) una raccolta del genere. E da lì a poco dovevo trascorrere diversi giorni in Italia per lavoro e passare proprio per Firenze; le stelle erano tutte allineate. Esco per fare una telefonata (non dall’ufficio, ci mancherebbe…) per accertarmi che 1) sia trattava effettivamente della serie con Pontello et company, e 2) della condizione effettiva della raccolta. L’antiquario, un anziano dal delizioso accento fiorentino, conferma il tutto: aveva acquistato in blocco dalla vedova la biblioteca di un collezionista di materiale di storia militare; riportata la cospicua raccolta in sede per esaminare e catalogare il tutto spuntarono delle scatole tenute con la stessa cura maniacale degli altri oggetti, ma contenenti la suddetta raccolta di riviste. L’antiquario non aveva un’idea del valore, non commerciava in “riviste per sporcaccioni” (

) ma era pur sempre un commerciante, gli sembrava che 10.000 lire cadauno fosse un prezzo ragionevole, e vendeva tutto esclusivamente “in blocco” per potersene liberare al più presto. Data la quantità, era da raccogliere in persona, e accettava solo contanti. Il che mi stava benissimo perché, per mille motivi, mi andava bene mantenere l’anonimato. Chiedevo se sarebbe stato possibile tenermeli da parte; lui rispose che, guardi, in troppe occasioni diversi potenziali clienti gli hanno poi tirato un bidone, lui li avrebbe venduto al primo che passava con i soldi e se li portava via.
Felicissimo, programmo di passare dal suo negozio da lì a pochi giorni e poi… la mia ditta mi cancella la trasferta, spostandola di un mese. Fremo, ma alla fine si parte. Telefono preventivamente per vedere se li ha ancora – “No, guardi, li ho veduti nemmeno 3 giorni fa”.
Sprofondo.
Ve lo immaginate? Un milione di lire non erano poche, non c’è dubbio, ma in fondo erano poco più di 500 euro per
tutti i numeri dal primo al 100, e (a quanto pare) in condizioni praticamente perfette. Se lo guardavo come investimento anziché passione, non voglio nemmeno immaginare cosa potrebbe valere oggi quella raccolta – dieci volte tanto, a dire poco. Ma soprattutto, che fantastica risorsa da scannerizzare con calma e disseminare per l’etere!!!
Vabbè… mi viene ancora un magone a pensarci. Voglio solo sperare che, visto chi li vendeva e la clientela abituale che avrà visto quell’inserto sul suo catalogo, l’eventuale acquirente fosse anche lui (o lei? Perché no?

) un collezionista che li avrà custoditi tutti insieme e in ottime condizioni… e che forse un giorno li vedremo rispuntare, magari postati su un forum come questo?
Pensieri vaganti della domenica… ora vado a vedere se
ma femme abbia voglia di trombare, altrimenti porto l’auto a lavare (alla mia età, come sforzo, uno vale l’altro, e non si possono fare entrambi nello stesso giorno

).
Un saluto a tutti.
