io voglio!!

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I russi, quando si mettono a fare gli americani, esagerano sempre.imamaniac ha scritto:
io voglio!!
bello. non vedo l'ora!!!imamaniac ha scritto:
io voglio!!
Di Stalingrad ricordo la versione tedesca di una ventina d'anni fa. Tra l'altro un bel film.imamaniac ha scritto:
io voglio!!
A me la cosa che puzza è che è russo (non è questione di razzismo, ma sono troppo americanizzati) e che lo danno anche in 3d (cosa che detesto).anxxur ha scritto:Di Stalingrad ricordo la versione tedesca di una ventina d'anni fa. Tra l'altro un bel film.imamaniac ha scritto:
io voglio!!
Non so se riuscirò a vedermelo al cinema (non ci vado praticamente mai), ma mò me lo segno.
Eh si, avrei voluto nominarlo, ma è diverso tempo che non mi capita di leggerlo su ifixPimpipessa ha scritto:cavolo un fimetto sul nostro forumista!!
scb ha scritto:
I russi, quando si mettono a fare gli americani, esagerano sempre.
Questo è da quando è uscito che mi ero ripromesso di vederlo, ma per un motivo o per l'altro non ci ero mai riuscito, al punto che ormai l'interesse era venuto un pò meno e avevo accantonato la cosa. Poi é capitato di parlare di Steve Mc Queen (il regista) con una collega, e da lì è venuto anche fuori il discorso di Shame. Così sono tornato alla carica con nuovi e più potenti mezzi e finalmente me lo sono procurato e l'ho visto.Giulio Tremonti ha scritto:Perchè sono uno dei pochi a cui è piaciuto tanto Shame.
Perchè racconta molto bene la tragedia umana di un bell'uomo, realizzato nel lavoro e che non ha problemi ad approcciare, la cui ossessione lo pone in un isolamento sociale, condizione in cui si trovano solitamente tutt'altre categorie umane.
L'impossibilità del protagonista di intrattenere relazioni con le donne che vadano al di là del sesso ripetitivo e meccanico si mostra drammaticamente quando tenta di avere una relazione più profonda con una collega con la quale non riuscirà a concludere un rapporto sessuale (rimedierà subito dopo con una prostituta). Episodio che ricorda la fragilità del drogato che, nonostante i buoni propositi di uscire dal tunnel, ci ricasca rassegnato.
L'arrivo a casa sua di sua sorella (figura antitetica: artista sensibile e perennemente emotivamente coinvolta) manda in corto circuito l'equilibrio precario su cui si basa la finzione che è la sua vita, basata sul meticoloso ordine delle cose e dei gesti.
Complimenti a Fassbender per la recitazione, e complimenti per la minchia tanta.
Pimpi, non ti piacerebbe (il film, intendo). Non andare a vederlo.