[O.T.] I cazzi dei forumisti

[xx86]

Ci va anche perchè Otello non è solo il nome del protagonista ma il nome anche della tragedia....come dire la Traviata, il Rigoletto ecc ecc.

Poi è vero, si usa l'articolo anche quando col nome si indica un atteggiamento....per esempio "è arrivato l'Einstein della situazione". Perchè in quel caso il nome non indica la persona ma quello che quella persona rappresenta in quel contesto.

[Rand Al'Thor]

Bentornato Blif

[SoTTO di nove]

Io l'articolo in quel contesto lo uso sia davanti ad un nome maschile che femminile (non fare il Napoleone, non fare la Giovanna d'Arco). Abitudini diverse rispetto i milanesi nell'usarlo davanti ai nomi propri. Dalle mie parti si mette davanti ai nomi femminili (è arrivata la Roberta) ma non davanti a quelli maschili (è arrivato Roberto). Questa abitudine mi fa odiare sentire il contrario. Ergo non sopporto i milanesi parlare

[donegal]

mi dispiace, parliamo d'altro ...

Ma dai che scherzavo

[gi.kappa.]

AIUTO dubbio linguistico!!!


Allora chiacchierando stamattina a colazione me ne esco con un

il tizio x si è alzato e ha fatto l'Otello ( riferendomi a un tizio che in assemblea condominiale si è alzato e si è messo a parlare come in un tragedia shaksperiana)

il mio fidanzato tra un cannoncino e l'altro sosteneva che si dica il nome proprio senza l'atricolo davanti..non solo ma che è proprio un errore gramamticale....


ora lo so che è tendenza milanese dire la titty , il carlo e la pucci,

ma prorprio un errore? chi ha ragione?

Premesso che per la Grammatica Serianni (migliore grammatica (generale) italiana) la questione dell'articolo è una delle più controverse della lingua italiana, nel tuo caso l'articolo ci sta perchè si tratta di una figura retorica (ossia l'antonomasia).
E' tipo "fare il mecenate", che deriva da http://it.wikipedia.org/wiki/Gaio_Cilnio_Mecenate

[Pim]

Grazie a tutti!
quindi ho ragione io!!

[WARDOG]

E' un po che mi esercito in un esperimento: ho provato a fingere di sorridere, all'inizio era un ghigno orrendo, poi ho capito che devi far corrispondere lo sguardo.

E' incredibile come anche non volendolo, gli umani si assoggettino a questo, pur con le limitazioni del mio sorriso (che e' TREMENDO, oggettivamente), se il medesimo e' inserito calcolatamente in un contesto, sembra abbassare le difese in soggetti predisposti.

Ho notato anche che in soggetti con forte conflittualita' interiore (frustrazione, conflitti irrisolti, disistima, generale incazzatura per la propria condizione) invece sortisce l'effetto contrario.

c'è voluto molto tempo di fronte allo specchio, ho preso spunto da un romanzo di stephen king dove uno dei protagonisti, dopo una sorta di apocalisse, si proponeva come politico locale, imparando per l'appunto a sorridere di fronte allo specchio, fino a che gli veniva naturale.

[gi.kappa.]

Grazie a tutti!
quindi ho ragione io!!

al 100%

[xx86]

E' un po che mi esercito in un esperimento: ho provato a fingere di sorridere, all'inizio era un ghigno orrendo, poi ho capito che devi far corrispondere lo sguardo.

E' incredibile come anche non volendolo, gli umani si assoggettino a questo, pur con le limitazioni del mio sorriso (che e' TREMENDO, oggettivamente), se il medesimo e' inserito calcolatamente in un contesto, sembra abbassare le difese in soggetti predisposti.

Ho notato anche che in soggetti con forte conflittualita' interiore (frustrazione, conflitti irrisolti, disistima, generale incazzatura per la propria condizione) invece sortisce l'effetto contrario.

c'è voluto molto tempo di fronte allo specchio, ho preso spunto da un romanzo di stephen king dove uno dei protagonisti, dopo una sorta di apocalisse, si proponeva come politico locale, imparando per l'appunto a sorridere di fronte allo specchio, fino a che gli veniva naturale.

[Greata]

Torno sull'argomento per l'ultima volta, anche se interessante e scottante allo stesso tempo.
Prima parlando della collaborazione insegnanti/genitori, chiaramente mi stavo riferendo a persone che hanno a cuore l'educazione e la crescita sana dei nostri ragazzi, talmente ovvio che non l'ho esplicitato.
La maggior parte dei bulli, ma non tutti, proviene da famiglie (diciamo) particolari con notevoli problemi di carattere socio-educativo, dove i figli, spesso, sfogano i loro turbamenti verso gli altri compagni.
Talvolta ci si rende conto della situazione familiare del ragazzo (bullo), ma non si interviene per paura di reazioni / ritorsioni dei componenti della famiglia in questione, ecco perchè si spiega (in parte) la indifferenza verso certi comportamenti che normalmente verrebbero definiti intollerabili. E così facendo si colpiscono non solo le vittime degli atti di bullismo, ma anche gli autori che a quell'età potrebbero essere recuperati verso una più sana educazione.
Qui dovrebbero entrare in campo le istituzioni, con i gli assistenti sociali, magari i Tribunali dei minori, ma questo è un'altro discorso che potrebbe durare all'infinito senza arrivare ad alcuna conclusione.

I ragazzi che dici tu non arrivano neanche a concludere le medie, quindi te li ritrovi principalmente alle elementari, poi i padri li tolgono dalla scuola e li portano a lavorare (nel mio caso, visto che ancora esistono, li portano nelle campagne). Spesso non concludono neanche le scuole elementari, molti di loro sono dislessici o hanno problemi di altro genere (vittime di violenze eccecc). Il punto è che non c'è una preparazione da parte dei docenti di sostegno e non, degli assistenti sociali, perché spesso (come scriveva drogato) si ha paura delle famiglie e preferiscono far finta di niente, magari risolvono la situazione buttandoli fuori dalla classe (...)

Alle medie, nel mio stesso istituto c'era il figlio di un boss della zona. In quegli anni la palestra e l'intero primo piano fu dato alle fiamme, tutti sapevamo che era stato lui e altri ma, secondo voi, chi ha avuto il coraggio di sporgere denuncia?

[donegal]

Grazie a tutti!
quindi ho ragione io!!

Io direi Lo Tello.

[donegal]

E' un po che mi esercito in un esperimento: ho provato a fingere di sorridere, all'inizio era un ghigno orrendo, poi ho capito che devi far corrispondere lo sguardo.

E' incredibile come anche non volendolo, gli umani si assoggettino a questo, pur con le limitazioni del mio sorriso (che e' TREMENDO, oggettivamente), se il medesimo e' inserito calcolatamente in un contesto, sembra abbassare le difese in soggetti predisposti.

Ho notato anche che in soggetti con forte conflittualita' interiore (frustrazione, conflitti irrisolti, disistima, generale incazzatura per la propria condizione) invece sortisce l'effetto contrario.

c'è voluto molto tempo di fronte allo specchio, ho preso spunto da un romanzo di stephen king dove uno dei protagonisti, dopo una sorta di apocalisse, si proponeva come politico locale, imparando per l'appunto a sorridere di fronte allo specchio, fino a che gli veniva naturale.

War, in caso di situazione pericolosa, una risata isterica al limite della follia, può spaventare/confondere qualcuno e farlo desistere dall'attacco oppure non fa che eccitarlo ancor di più?

[pan]

Grazie a tutti!
quindi ho ragione io!!

Sì e per le ragioni magnificamente esposte da xx86.

[Rodomonte]

Grazie a tutti!
quindi ho ragione io!!

Si, ma con un'imprecisione secondo me.
Andrebbe bene se tu per "l'Otello" intendessi "il geloso come Otello", non tanto come una tragedia shackspeariana, perchè sarebbe impreciso e generico in quanto Otello rappresenta nel comune parlare, il "geloso" per antonomasia.
Per cui sarebbe andato benissimo, articolo compreso, se per "L'Otello" intendevi il geloso come Otello e non genericamente una tragedia.
I personaggi da tragedie sono tantissimi e in questo caso usando proprio Otello non ci avresti azzeccato!

[pan]

E' un po che mi esercito in un esperimento: ho provato a fingere di sorridere, all'inizio era un ghigno orrendo, poi ho capito che devi far corrispondere lo sguardo.

E' incredibile come anche non volendolo, gli umani si assoggettino a questo, pur con le limitazioni del mio sorriso (che e' TREMENDO, oggettivamente), se il medesimo e' inserito calcolatamente in un contesto, sembra abbassare le difese in soggetti predisposti.

Ho notato anche che in soggetti con forte conflittualita' interiore (frustrazione, conflitti irrisolti, disistima, generale incazzatura per la propria condizione) invece sortisce l'effetto contrario.

c'è voluto molto tempo di fronte allo specchio, ho preso spunto da un romanzo di stephen king dove uno dei protagonisti, dopo una sorta di apocalisse, si proponeva come politico locale, imparando per l'appunto a sorridere di fronte allo specchio, fino a che gli veniva naturale.

In ritardo rispetto a xx86 (oggi in forma smagliante), ma in anticipo su Drogato che ama particolarmente questa foto.