Questo mi fa ricordare...
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Noto una discordanza sull'immagine degli inglesi da te citata, anche se concordo perfettamente sull'idea individualistica che tu dai sulle persone, a prescindere dalla nazionalità .
Le persone più superficiali in cui sono incappato avevano passaporto british, ho cercato di cancellare dalla mia mente questo personalissimo luogo comune ma incontro sempre persone che mi lasciano perplesso, come se il possedere loro la lingua più diffusa al mondo ne facesse automaticamente persone di civiltà superiore.
E questo vale sia per il neodottore di Birmingham chi ti sbandiera le ragioni culturali o antropologiche del suo viaggio sia per la tipa di East London che va in asia o sudamerica per sfondarsi di birra o droghe a buon mercato.
Il primo, quando ti parla di San Gimignano, è la fotocopia della Lonely Planet (come se uscire dai percorsi scritti fosse una cosa non prevista dalla sua forma mentis e la curiosità una bestia pericolosa), la seconda "San Geemeenianoh ? ah, that fookin'place not far from
Florence... I was too drunk to remember.."
Le persone più superficiali in cui sono incappato avevano passaporto british, ho cercato di cancellare dalla mia mente questo personalissimo luogo comune ma incontro sempre persone che mi lasciano perplesso, come se il possedere loro la lingua più diffusa al mondo ne facesse automaticamente persone di civiltà superiore.
E questo vale sia per il neodottore di Birmingham chi ti sbandiera le ragioni culturali o antropologiche del suo viaggio sia per la tipa di East London che va in asia o sudamerica per sfondarsi di birra o droghe a buon mercato.
Il primo, quando ti parla di San Gimignano, è la fotocopia della Lonely Planet (come se uscire dai percorsi scritti fosse una cosa non prevista dalla sua forma mentis e la curiosità una bestia pericolosa), la seconda "San Geemeenianoh ? ah, that fookin'place not far from
Florence... I was too drunk to remember.."
Maturità e depravazione battono sempre gioventù e bellezza
Non è una discordanza, è una bella e autentica contraddizione!
I pregiudizi fanno parte di un sistema di presupposti riduttivi che semplificano i ragionamenti... e nessuno ne puo` fare a meno...
Confermo solo che in asia i piu` insistenti a chiederti soldi e a non mollarti li ho incontrati all'interno del confine vietnamita.
Sulle persone di passaporto british anche qui, potrei citarti grandi stronzi e raffinati conoscitori di genti e paesi.

PS: Bellissima la "line" su San Giminiano.
I pregiudizi fanno parte di un sistema di presupposti riduttivi che semplificano i ragionamenti... e nessuno ne puo` fare a meno...
Confermo solo che in asia i piu` insistenti a chiederti soldi e a non mollarti li ho incontrati all'interno del confine vietnamita.
Sulle persone di passaporto british anche qui, potrei citarti grandi stronzi e raffinati conoscitori di genti e paesi.

PS: Bellissima la "line" su San Giminiano.
Ich bin ein Berliner. JFK
Altra short-story, questa volta un po' sfigata e politicamente-scorretta, di quelle che fanno incazzare Zed per il maschilismo... ma anche questa reale.
Un po' di tempo fa scrivevo in una chat molto frequentata... e me ne capitavano di tutti i colori...
Mi scrive una mail una ragazza da Baltimora... e dopo un'altra e un'altra con tanto di foto... Nella foto sembra carina, alta, biondo cenere e occhiali scuri è scattata nel quartiere francese di NewOrleans (si riconosce)... io penso e` una di quelle a cui piace la party-atmosphere... bene, molto bene.
Un giorno mi scrive che arriva in Italia da alcuni suoi amici toscani, e che le farebbe piacere incontrarmi,.. Fantastico, le rispondo e ci diamo appuntamento in riviera ligure.
Preparo l'incontro da manuale in riviera: appuntamento al parcheggio del Covo di NE a Santa, aperitivo al baretto del marina di Rapallo, cena alla Manuelina, rientro al Covo per la serata, notte wild... io in forma splendida, pantaloni chiari griffati, velo di abbronzatura naturale, sembro il possessore di uno degli Swan da 42 piedi del marina, ecc.. insomma un fighetto...
All'appuntamento si presenta (a giugno quindi nemmeno piena estate) in una minigonna che fa quasi vedere il pelo, t-shirt a righe rosse/viola orizzontali, zoccoli di sughero di 10centimetri di suola, bianca come il latte, ... sembra impossibile ma e` vestita peggio di una nigeriana di strada... (io sono un cazzo di snob forse si e` capito).
Decido di andare avanti con il piano: al baretto nessun problema, per la cena alla Manuelina (per chi conosce e` un posto abbastanza sostenuto) mi devo fare forza... arrivo con il macchinone e sembro un pappone con il troione... l'imbarazzo dura per quindici minuti... il personale di servizio e le persone del locale in fondo dimostrano di essere persone di mondo... e si fanno meno problemi di me...
Comincio a divertirmi, e la cena e` ok con lei che ha incredibili risate e modi da "broad". Non me la sento pero` di portarla al Covo, la porto a bere ancora in un altro cocktail-bar... Li si scioglie completamente... a lei piace bere dal mio bicchiere e leccarmi la lingua che sa di martini "I love to share..." e io spero non abbia brutte malattie...
Le metto una mano sui fianchi, ma ha un adipe spaventoso... decido da stronzo di riportarla alla sua macchina... e in Hotel... ma lei non l'ha prenotato "No, dico sei venuta in riviera e non hai un posto dove andare a dormire?"
E qui mi viene in mente da sadico di portarla a cercare camera negli Hotel piu` esclusivi di Paraggi (vicino a Portofino).
Il mio sadismo si trasforma in una forma di masochismo: sono io che devo scendere dall'auto e suonare al portiere di notte e chiedere se hanno una camera per la mia amica americana. Il primo mi risponde quasi "scortese" "No, signore non abbiamo camere per la sua amica".. Il secondo "Provi all'Hotel qui a fianco...". Il terzo "Certo signore, nessun problema" (*)
Lei non si rende conto di essere trattata da "broad", e quando sto per lasciarla mi dice, vieni anche tu.. e mi dice una frase strana che suona "ti faccio entrare nel mio bagno" che ho compreso solo molto tempo dopo...
--B
PS: La storia ha due finali... quello a sfondo sessuale e quello a sfondo razzista... mi sono sempre un po' vergognato per i portieri di notte di Paraggi (ma potevano essere di qualunque altro posto snob del mondo) ma anche di me stesso e della orribile stronzata di quella notte...
Un po' di tempo fa scrivevo in una chat molto frequentata... e me ne capitavano di tutti i colori...
Mi scrive una mail una ragazza da Baltimora... e dopo un'altra e un'altra con tanto di foto... Nella foto sembra carina, alta, biondo cenere e occhiali scuri è scattata nel quartiere francese di NewOrleans (si riconosce)... io penso e` una di quelle a cui piace la party-atmosphere... bene, molto bene.
Un giorno mi scrive che arriva in Italia da alcuni suoi amici toscani, e che le farebbe piacere incontrarmi,.. Fantastico, le rispondo e ci diamo appuntamento in riviera ligure.
Preparo l'incontro da manuale in riviera: appuntamento al parcheggio del Covo di NE a Santa, aperitivo al baretto del marina di Rapallo, cena alla Manuelina, rientro al Covo per la serata, notte wild... io in forma splendida, pantaloni chiari griffati, velo di abbronzatura naturale, sembro il possessore di uno degli Swan da 42 piedi del marina, ecc.. insomma un fighetto...
All'appuntamento si presenta (a giugno quindi nemmeno piena estate) in una minigonna che fa quasi vedere il pelo, t-shirt a righe rosse/viola orizzontali, zoccoli di sughero di 10centimetri di suola, bianca come il latte, ... sembra impossibile ma e` vestita peggio di una nigeriana di strada... (io sono un cazzo di snob forse si e` capito).
Decido di andare avanti con il piano: al baretto nessun problema, per la cena alla Manuelina (per chi conosce e` un posto abbastanza sostenuto) mi devo fare forza... arrivo con il macchinone e sembro un pappone con il troione... l'imbarazzo dura per quindici minuti... il personale di servizio e le persone del locale in fondo dimostrano di essere persone di mondo... e si fanno meno problemi di me...
Comincio a divertirmi, e la cena e` ok con lei che ha incredibili risate e modi da "broad". Non me la sento pero` di portarla al Covo, la porto a bere ancora in un altro cocktail-bar... Li si scioglie completamente... a lei piace bere dal mio bicchiere e leccarmi la lingua che sa di martini "I love to share..." e io spero non abbia brutte malattie...
Le metto una mano sui fianchi, ma ha un adipe spaventoso... decido da stronzo di riportarla alla sua macchina... e in Hotel... ma lei non l'ha prenotato "No, dico sei venuta in riviera e non hai un posto dove andare a dormire?"
E qui mi viene in mente da sadico di portarla a cercare camera negli Hotel piu` esclusivi di Paraggi (vicino a Portofino).
Il mio sadismo si trasforma in una forma di masochismo: sono io che devo scendere dall'auto e suonare al portiere di notte e chiedere se hanno una camera per la mia amica americana. Il primo mi risponde quasi "scortese" "No, signore non abbiamo camere per la sua amica".. Il secondo "Provi all'Hotel qui a fianco...". Il terzo "Certo signore, nessun problema" (*)
Lei non si rende conto di essere trattata da "broad", e quando sto per lasciarla mi dice, vieni anche tu.. e mi dice una frase strana che suona "ti faccio entrare nel mio bagno" che ho compreso solo molto tempo dopo...
--B
PS: La storia ha due finali... quello a sfondo sessuale e quello a sfondo razzista... mi sono sempre un po' vergognato per i portieri di notte di Paraggi (ma potevano essere di qualunque altro posto snob del mondo) ma anche di me stesso e della orribile stronzata di quella notte...
Ich bin ein Berliner. JFK
il fatto che riesca ad immaginare tutti i luoghi alla perfezione (conoscendoli), rende la storia ancora più interessante..
potevi portarla al carillon..

potevi portarla al carillon..

E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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Washington DC. - 2 Marzo 1996
Sono le cinque del mattino a Washington quando mi sveglia la telefonata del capo nella mia suite al Radisson dove potrei giocare a tennis.
- Come stai?
- Non dormivo! Sono ancora in pieno jet lag. Qui ha nevicato tutta la notte. Dopo la conferenza vado a fare due passi al Lincoln Memorial.
- Ah! Bene... bene... senti... stavo pensando... il progetto Yurga non sta andando benissimo... ci vuole qualcuno che dia una botta... altrimenti non si chiude... pensavo... pensavo a te...
Grandissimo figlio di buonadonna... Ora capisco perchè sono a Washington. Sono in viaggio premio prima della condanna a Yurga. Cos'è Yurga? Una cittadina in Siberia Orientale. Prima di partire avevo detto a Laura (a Milano la sera del Flautomagico alla Scala) se mi tocca andare in Siberia mi dimetto. Merda sono fregato. E' una missione del cazzo. E' un progetto del cazzo. E' un posto del cazzo!
- Capisco... ok... ci penso... ti richiamo - click
Nel pomeriggio vado allo spaccio del Pentagono a comprare un parka polare.
Milano - Novosibirsk - 30 Marzo 1996
Il volo per Francoforte parte in ritardo da Linate. Sono con Dave. Abbiamo corso per l'aeroporto di Francoforte e ci siamo imbarcati per un soffio. Dopo sei ore di volo e uno scalo a Eicaterinburg adesso siamo al controllo di Polizia. Fa freddo e mi stringo nel parka mentre aspetto il mio turno in coda. I visti business funzionano: fanno una grande impressione alla coppia di ufficiali russi, una donna e un uomo. Indossano ancora la uniforme della armata rossa.
Usciamo e una hostess della Lufthansa mi viene incontro.
- Mr. B?
- Si sono io
- Siamo spiacenti ma il suo bagaglio non è stato imbarcato. Arriverà con il prossimo volo.
- Sta scherzando?
Non sta scherzando. Merda! Sono senza equipaggiamento da sopravvivenza. Quello che ho l'ho addosso.
- No grazie, non mi serve tra una settimana. Lasciatelo dov'è a Francoforte. -
La hostess mi consegna una busta con il necessaire da bagno. Posso farcela... chissenegfrega del bagaglio.
Il nostro accompagnatore è armeno con il volto segnato dal sole. E' li ci saluta e ride. Lui Ha fatto 2500Km per venire a scortare tre occidentali (Dave, un finlandese e me). Per lui sono comunque qualche centinaio di dollari che valgono una fortuna.
Ci fermiamo in un appartamento alla periferia di Novosibirsk. C'è una puzza nauseante. Mi ricorda la descrizione del Ministero della Pace in 1984 di Orwell. Il bagno è in condizioni disperate. La tavola del w.c. è arrugginita. Siamo in tre nell'unico stanzone da letto. Dormiamo quattro ore. Il Finlandese russa e digrigna i denti.
Novosibirsk - 1 Aprile 1996 -
E' l'alba e sono sveglio. L'armeno è sempre stato sveglio. Partiamo in macchina per la citta di Yurga, Regione di Kemerovo. Sono 200Km di strada diritta ricoperta da uno strato di ghiaccio compatto. Dal finestrino scorre un paesaggio di un'unica distesa di betulle di assoluta monotonia. Ogni tanto una stazione di rifornimento fatiscente e qualche carcassa di autocarro ai bordi delle strade. Il cielo è terso di un azzurro inenso. In Siberia nevica durante l'autunno mentre l'inverno è secco, dominato da una alta pressione stazionaria, un po' come accade da noi con l'anticiclone delle azzorre in estate.
Yurga, Kemerovo 1 Aprile 1996
Siamo arrivati. Per il nostro arrivo è stato organizzato un rinfresco. Ci sono mezze fette di pane alle sardine e al salame con un forte gusto acido e rancido, e acqua in bicchieri da cocktail. L'acqua puzza. E' imbevibile. Non hanno acqua da bere. Il peggiore degli incubi si realizza. Non c'è cibo ne' acqua. Dobbiamo solo resistere. Devo tenere duro, nella mia camicia a scacchi e il mio golf di lana pesante comprato a dublino e la canotta di lana imprestatami da Dave. Prendo le sigarette americane offerte dal traduttore arrivato da Mosca. Non fumo ma la accendo insieme agli altri nel rito di socializzazione.
Yurga, Kemerovo 2 Aprile 1996
Giornata di lavoro con il gruppo occidentale (noi tre) e la delegazione russa. Bellissima giornata di un azzurro intenso e temperatura al sole di soli 5 gradi sotto lo zero. Mi sembra di essere a Cortina ma solo se non guardo gli edifici. Sopralluogo alle "premises". Niente da segnalare. Colazione di lavoro organizzato nel miglior ristorante di Yirga. C'è l'immancabile zuppa di cavolo e salame. Non posso credere che possano farla così nauseante.
- Non ha fame Mr. B.?
- No, non molta. Grazie.
Siamo ai toast. Ognuno deve raccontare una storia e brindare al successo del progetto. Dopo avere bevuto vodka al posto della minerale non riesci a non essere sincero. Qualunque cosa ti esce dalla bocca è esattamente quello che pensi. Impossibile fingere. Racconto la storiella di Einstein che gira per l'Europa con il suo chaffeur tenendo conferenze. Alla fine stanco decide di scambiarsi il posto con il suo autista che ormai conosce la conferenza a memoria. Si alza un professore tra il pubblico. Chiede un chiarimento del Teorema di relatività . Lo chaffeur risponde pronto: "La spiegazione è così semplice che le faró rispondere dal mio autista".
I russi sorridono. Capiscono che il mio cuore è sincero. Alzano il bicchiere di vodka. Mi commuovo della loro ingenuità e della mia.
Yurga, Kemerovo 3 Aprile 1996
Giornata di progetto. Anche se sono il più giovane sono il project manager. Mi guardano e ascoltano come a un veterano. In realtà rappresento i soldi occidentali. La possibilità di entrare nel sogno capitalista. Devo assumere l'atteggiamento da capo. E mantenerlo. La sera nell'hotel al bagno cago solo un lungo rivolo di sangue. Scrivo anche una lettera a Laura. Sapendo che non la leggerà mai.
Yurga, Kemerovo 4 Aprile 1996
In programma c'è l'intervista alla televisione Locale. La notizia del giorno nella città siamo noi, la delegazione occidentale per la costruzione della centrale telefonica con i fondi dalla Comunutà Europea. Le due intervistatrici indossano i classici zibellini, e sono splendide nel loro trucco e colori biondo-azzurro. Fanno dirigere le telecamere sul finlandese perchè pensano che essendo il più vecchio sia anche il capo. Ma sono io che rilascio la dichiarazione ufficiale. Mi piace parlare guardando fisso l'obiettivo. Al finlandese non resta che confermare quanto dichiaro alle telecamere. Penso a Andy Wharol, e alla sua previsione che chiunque nella vita ha i suoi quindici minuti di celebrità alla TV. I miei me li sono giocati in un canale locale in siberia orientale.
Novosibirsk 5 Aprile 1996
Rientriamo in serata a Novosibirsk. Siamo stati invitati da un italiano che lavora per una società romana che fa corsi di aggiornamento professionale all'università di Novosibirsk. Ha organizzato una specie di rinfresco alla russa con prosciutto, salame e tartine alla russa. Naturalmente si beve vodka. Ma c'è una bottiglia di cinzano. Ci raccontiamo i nostri incredibili progetti. Lui è da meno di un mese in russia ma ha già una grande voglia di fuggire. Un po' patetico.
Siamo nell'appartamento che puzza. La cena è sontuosa. Salame (immancabile) formaggio pesche sciroppate. E vodka vodka vodka... una bottiglia a testa. E incominciano i brindisi... uno dietro l'altro. Vodka ottima che non senti. Sai solo che ti spappola il fegato, ma non da alla testa. Rido, mi commuovo, mi stringo ai miei compagni di viaggio. E bevo, un brindisi dopo l'altro un bicchiere dopo l'altro. Uno dei momenti piu' assurdamente felici della mia vita.
Aeroporto di Novosibirsk - 6 Aprile 1996 - Ore 06:45
Mancano pochi minuti al decollo del volo Lufthansa LH3202 per Francoforte. Sul Boeing 757 ci sono altri cinque passeggeri, nessun russo. E' ancora buio e guardo le luci al neon giallognole dell'edificio che ospita la sala d'aspetto. Mi prende il sonno come prima di ogni decollo.
Milano - 6 Aprile 1996 - Ore 18:34
Sono a Milano. Mi chiama Laura.
- Vuoi venire a mangiare in un ristorante indonesiano cosi' mi racconti?
- No Laura. Non voglio... Sono troppo stanco e depresso. Scusami facciamo un'altra volta.
- Ok... allora vaffanculo!
Le donne... non sono meravigliose?
Sono le cinque del mattino a Washington quando mi sveglia la telefonata del capo nella mia suite al Radisson dove potrei giocare a tennis.
- Come stai?
- Non dormivo! Sono ancora in pieno jet lag. Qui ha nevicato tutta la notte. Dopo la conferenza vado a fare due passi al Lincoln Memorial.
- Ah! Bene... bene... senti... stavo pensando... il progetto Yurga non sta andando benissimo... ci vuole qualcuno che dia una botta... altrimenti non si chiude... pensavo... pensavo a te...
Grandissimo figlio di buonadonna... Ora capisco perchè sono a Washington. Sono in viaggio premio prima della condanna a Yurga. Cos'è Yurga? Una cittadina in Siberia Orientale. Prima di partire avevo detto a Laura (a Milano la sera del Flautomagico alla Scala) se mi tocca andare in Siberia mi dimetto. Merda sono fregato. E' una missione del cazzo. E' un progetto del cazzo. E' un posto del cazzo!
- Capisco... ok... ci penso... ti richiamo - click
Nel pomeriggio vado allo spaccio del Pentagono a comprare un parka polare.
Milano - Novosibirsk - 30 Marzo 1996
Il volo per Francoforte parte in ritardo da Linate. Sono con Dave. Abbiamo corso per l'aeroporto di Francoforte e ci siamo imbarcati per un soffio. Dopo sei ore di volo e uno scalo a Eicaterinburg adesso siamo al controllo di Polizia. Fa freddo e mi stringo nel parka mentre aspetto il mio turno in coda. I visti business funzionano: fanno una grande impressione alla coppia di ufficiali russi, una donna e un uomo. Indossano ancora la uniforme della armata rossa.
Usciamo e una hostess della Lufthansa mi viene incontro.
- Mr. B?
- Si sono io
- Siamo spiacenti ma il suo bagaglio non è stato imbarcato. Arriverà con il prossimo volo.
- Sta scherzando?
Non sta scherzando. Merda! Sono senza equipaggiamento da sopravvivenza. Quello che ho l'ho addosso.
- No grazie, non mi serve tra una settimana. Lasciatelo dov'è a Francoforte. -
La hostess mi consegna una busta con il necessaire da bagno. Posso farcela... chissenegfrega del bagaglio.
Il nostro accompagnatore è armeno con il volto segnato dal sole. E' li ci saluta e ride. Lui Ha fatto 2500Km per venire a scortare tre occidentali (Dave, un finlandese e me). Per lui sono comunque qualche centinaio di dollari che valgono una fortuna.
Ci fermiamo in un appartamento alla periferia di Novosibirsk. C'è una puzza nauseante. Mi ricorda la descrizione del Ministero della Pace in 1984 di Orwell. Il bagno è in condizioni disperate. La tavola del w.c. è arrugginita. Siamo in tre nell'unico stanzone da letto. Dormiamo quattro ore. Il Finlandese russa e digrigna i denti.
Novosibirsk - 1 Aprile 1996 -
E' l'alba e sono sveglio. L'armeno è sempre stato sveglio. Partiamo in macchina per la citta di Yurga, Regione di Kemerovo. Sono 200Km di strada diritta ricoperta da uno strato di ghiaccio compatto. Dal finestrino scorre un paesaggio di un'unica distesa di betulle di assoluta monotonia. Ogni tanto una stazione di rifornimento fatiscente e qualche carcassa di autocarro ai bordi delle strade. Il cielo è terso di un azzurro inenso. In Siberia nevica durante l'autunno mentre l'inverno è secco, dominato da una alta pressione stazionaria, un po' come accade da noi con l'anticiclone delle azzorre in estate.
Yurga, Kemerovo 1 Aprile 1996
Siamo arrivati. Per il nostro arrivo è stato organizzato un rinfresco. Ci sono mezze fette di pane alle sardine e al salame con un forte gusto acido e rancido, e acqua in bicchieri da cocktail. L'acqua puzza. E' imbevibile. Non hanno acqua da bere. Il peggiore degli incubi si realizza. Non c'è cibo ne' acqua. Dobbiamo solo resistere. Devo tenere duro, nella mia camicia a scacchi e il mio golf di lana pesante comprato a dublino e la canotta di lana imprestatami da Dave. Prendo le sigarette americane offerte dal traduttore arrivato da Mosca. Non fumo ma la accendo insieme agli altri nel rito di socializzazione.
Yurga, Kemerovo 2 Aprile 1996
Giornata di lavoro con il gruppo occidentale (noi tre) e la delegazione russa. Bellissima giornata di un azzurro intenso e temperatura al sole di soli 5 gradi sotto lo zero. Mi sembra di essere a Cortina ma solo se non guardo gli edifici. Sopralluogo alle "premises". Niente da segnalare. Colazione di lavoro organizzato nel miglior ristorante di Yirga. C'è l'immancabile zuppa di cavolo e salame. Non posso credere che possano farla così nauseante.
- Non ha fame Mr. B.?
- No, non molta. Grazie.
Siamo ai toast. Ognuno deve raccontare una storia e brindare al successo del progetto. Dopo avere bevuto vodka al posto della minerale non riesci a non essere sincero. Qualunque cosa ti esce dalla bocca è esattamente quello che pensi. Impossibile fingere. Racconto la storiella di Einstein che gira per l'Europa con il suo chaffeur tenendo conferenze. Alla fine stanco decide di scambiarsi il posto con il suo autista che ormai conosce la conferenza a memoria. Si alza un professore tra il pubblico. Chiede un chiarimento del Teorema di relatività . Lo chaffeur risponde pronto: "La spiegazione è così semplice che le faró rispondere dal mio autista".
I russi sorridono. Capiscono che il mio cuore è sincero. Alzano il bicchiere di vodka. Mi commuovo della loro ingenuità e della mia.
Yurga, Kemerovo 3 Aprile 1996
Giornata di progetto. Anche se sono il più giovane sono il project manager. Mi guardano e ascoltano come a un veterano. In realtà rappresento i soldi occidentali. La possibilità di entrare nel sogno capitalista. Devo assumere l'atteggiamento da capo. E mantenerlo. La sera nell'hotel al bagno cago solo un lungo rivolo di sangue. Scrivo anche una lettera a Laura. Sapendo che non la leggerà mai.
Yurga, Kemerovo 4 Aprile 1996
In programma c'è l'intervista alla televisione Locale. La notizia del giorno nella città siamo noi, la delegazione occidentale per la costruzione della centrale telefonica con i fondi dalla Comunutà Europea. Le due intervistatrici indossano i classici zibellini, e sono splendide nel loro trucco e colori biondo-azzurro. Fanno dirigere le telecamere sul finlandese perchè pensano che essendo il più vecchio sia anche il capo. Ma sono io che rilascio la dichiarazione ufficiale. Mi piace parlare guardando fisso l'obiettivo. Al finlandese non resta che confermare quanto dichiaro alle telecamere. Penso a Andy Wharol, e alla sua previsione che chiunque nella vita ha i suoi quindici minuti di celebrità alla TV. I miei me li sono giocati in un canale locale in siberia orientale.
Novosibirsk 5 Aprile 1996
Rientriamo in serata a Novosibirsk. Siamo stati invitati da un italiano che lavora per una società romana che fa corsi di aggiornamento professionale all'università di Novosibirsk. Ha organizzato una specie di rinfresco alla russa con prosciutto, salame e tartine alla russa. Naturalmente si beve vodka. Ma c'è una bottiglia di cinzano. Ci raccontiamo i nostri incredibili progetti. Lui è da meno di un mese in russia ma ha già una grande voglia di fuggire. Un po' patetico.
Siamo nell'appartamento che puzza. La cena è sontuosa. Salame (immancabile) formaggio pesche sciroppate. E vodka vodka vodka... una bottiglia a testa. E incominciano i brindisi... uno dietro l'altro. Vodka ottima che non senti. Sai solo che ti spappola il fegato, ma non da alla testa. Rido, mi commuovo, mi stringo ai miei compagni di viaggio. E bevo, un brindisi dopo l'altro un bicchiere dopo l'altro. Uno dei momenti piu' assurdamente felici della mia vita.
Aeroporto di Novosibirsk - 6 Aprile 1996 - Ore 06:45
Mancano pochi minuti al decollo del volo Lufthansa LH3202 per Francoforte. Sul Boeing 757 ci sono altri cinque passeggeri, nessun russo. E' ancora buio e guardo le luci al neon giallognole dell'edificio che ospita la sala d'aspetto. Mi prende il sonno come prima di ogni decollo.
Milano - 6 Aprile 1996 - Ore 18:34
Sono a Milano. Mi chiama Laura.
- Vuoi venire a mangiare in un ristorante indonesiano cosi' mi racconti?
- No Laura. Non voglio... Sono troppo stanco e depresso. Scusami facciamo un'altra volta.
- Ok... allora vaffanculo!
Le donne... non sono meravigliose?
Ultima modifica di Berlino il 12/03/2005, 1:10, modificato 3 volte in totale.
Ich bin ein Berliner. JFK
non puoi, sto quotando apposta. Non vogliamo mica solo leggere racconti erotici. Tra l'altro, te lo dico ma lo sai gia', scrivi molto bene.Berlino ha scritto:Washington DC. - 2 Marzo 1996
Sono le cinque del mattino a Washington quando mi sveglia la telefonata del capo nella mia suite al Radisson dove potrei giocare a tennis.
- Come stai?
- Non dormivo! Sono ancora in pieno jet lag. Qui ha nevicato tutta la notte. Dopo la conferenza vado a fare due passi al Lincoln Memorial.
- Ah! Bene... bene... senti... stavo pensando... il progetto Yurga non sta andando benissimo... ci vuole qualcuno che dia una botta... altrimenti non si chiude... pensavo... pensavo a te...
Grandissimo figlio di buonadonna... Ora capisco perchè sono a Washington. Sono in viaggio premio prima della condanna a Yurga. Cos'è Yurga? Una cittadina in Siberia Orientale. Prima di partire avevo detto a Laura (a Milano la sera del Flautomagico alla Scala) se mi tocca andare in Siberia mi dimetto. Merda sono fregato. E' una missione del cazzo. E' un progetto del cazzo. E' un posto del cazzo!
- Capisco... ok... ci penso... ti richiamo - click
Nel pomeriggio vado allo spaccio del Pentagono a comprare un parka polare.
Milano - Novosibirsk - 30 Marzo 1996
Il volo per Francoforte parte in ritardo da Linate. Sono con Dave. Abbiamo corso per l'aeroporto di Francoforte e ci siamo imbarcati per un soffio. Dopo sei ore di volo e uno scalo a Eicaterinburg adesso siamo al controllo di Polizia. Fa freddo e mi stringo nel parka mentre aspetto il mio turno in coda. I visti business funzionano: fanno una grande impressione alla coppia di ufficiali russi, una donna e un uomo. Indossano ancora la uniforme della armata rossa.
Usciamo e una hostess della Lufthansa mi viene incontro.
- Mr. B?
- Si sono io
- Siamo spiacenti ma il suo bagaglio non è stato imbarcato. Arriverà con il prossimo volo.
- Sta scherzando?
Non sta scherzando. Merda! Sono senza equipaggiamento da sopravvivenza. Quello che ho l'ho addosso.
- No grazie, non mi serve tra una settimana. Lasciatelo dov'è a Francoforte. -
La hostess mi consegna una busta con il necessaire da bagno. Posso farcela... chissenegfrega del bagaglio.
Il nostro accompagnatore è armeno con il volto segnato dal sole. E' li ci saluta e ride. Lui Ha fatto 2500Km per venire a scortare tre occidentali (Dave, un finlandese e me). Per lui sono comunque qualche centinaio di dollari che valgono una fortuna.
Ci fermiamo in un appartamento alla periferia di Novosibirsk. C'è una puzza nauseante. Mi ricorda la descrizione del Ministero della Pace in 1984 di Orwell. Il bagno è in condizioni disperate. La tavola del w.c. è arrugginita. Siamo in tre nell'unico stanzone da letto. Dormiamo quattro ore. Il Finlandese russa e digrigna i denti.
Novosibirsk - 1 Aprile 1996 -
E' l'alba e sono sveglio. L'armeno è sempre stato sveglio. Partiamo in macchina per la citta di Yurga, Regione di Kemerovo. Sono 200Km di strada diritta ricoperta da uno strato di ghiaccio compatto. Dal finestrino scorre un paesaggio di un'unica distesa di betulle di assoluta monotonia. Ogni tanto una stazione di rifornimento fatiscente e qualche carcassa di autocarro ai bordi delle strade. Il cielo è terso di un azzurro inenso. In Siberia nevica durante l'autunno mentre l'inverno è secco, dominato da una alta pressione stazionaria, un po' come accade da noi con l'anticiclone delle azzorre in estate.
Yurga, Kemerovo 1 Aprile 1996
Siamo arrivati. Per il nostro arrivo è stato organizzato un rinfresco. Ci sono mezze fette di pane alle sardine e al salame con un forte gusto acido e rancido, e acqua in bicchieri da cocktail. L'acqua puzza. E' imbevibile. Non hanno acqua da bere. Il peggiore degli incubi si realizza. Non c'è cibo ne' acqua. Dobbiamo solo resistere. Devo tenere duro, nella mia camicia a scacchi e il mio golf di lana pesante comprato a dublino e la canotta di lana imprestatami da Dave. Prendo le sigarette americane offerte dal traduttore arrivato da Mosca. Non fumo ma la accendo insieme agli altri nel rito di socializzazione.
Yurga, Kemerovo 2 Aprile 1996
Giornata di lavoro con il gruppo occidentale (noi tre) e la delegazione russa. Bellissima giornata di un azzurro intenso e temperatura al sole di soli 5 gradi sotto lo zero. Mi sembra di essere a Cortina ma solo se non guardo gli edifici. Sopralluogo alle "premises". Niente da segnalare. Colazione di lavoro organizzato nel miglior ristorante di Yirga. C'è l'immancabile zuppa di cavolo e salame. Non posso credere che possano farla così nauseante.
- Non ha fame Mr. B.?
- No, non molta. Grazie.
Siamo ai toast. Ognuno deve raccontare una storia e brindare al successo del progetto. Dopo avere bevuto vodka al posto della minerale non riesci a non essere sincero. Qualunque cosa ti esce dalla bocca è esattamente quello che pensi. Impossibile fingere. Racconto la storiella di Einstein che gira per l'Europa con il suo chaffeur tenendo conferenze. Alla fine stanco decide di scambiarsi il posto con il suo autista che ormai conosce la conferenza a memoria. Si alza un professore tra il pubblico. Chiede un chiarimento del Teorema di relatività . Lo chaffeur risponde pronto: "La spiegazione è così semplice che le faró rispondere dal mio autista".
I russi sorridono. Capiscono che il mio cuore è sincero. Alzano il bicchiere di vodka. Mi commuovo della loro ingenuità e della mia.
Yurga, Kemerovo 3 Aprile 1996
Giornata di progetto. Anche se sono il più giovane sono il project manager. Mi guardano e ascoltano come a un veterano. In realtà rappresento i soldi occidentali. La possibilità di entrare nel sogno capitalista. Devo assumere l'atteggiamento da capo. E mantenerlo. La sera nell'hotel al bagno cago solo un lungo rivolo di sangue. Scrivo anche una lettera a Laura. Sapendo che non la leggerà mai.
Yurga, Kemerovo 4 Aprile 1996
In programma c'è l'intervista alla televisione Locale. La notizia del giorno nella città siamo noi, la delegazione occidentale per la costruzione della centrale telefonica con i fondi dalla Comunutà Europea. Le due intervistatrici indossano i classici zibellini, e sono splendide nel loro trucco e colori biondo-azzurro. Fanno dirigere le telecamere sul finlandese perchè pensano che essendo il più vecchio sia anche il capo. Ma sono io che rilascio la dichiarazione ufficiale. Mi piace parlare guardando fisso l'obiettivo. Al finlandese non resta che confermare quanto dichiaro alle telecamere. Penso a Andy Wharol, e alla sua previsione che chiunque nella vita ha i suoi quindici minuti di celebrità alla TV. I miei me li sono giocati in un canale locale in siberia orientale.
Novosibirsk 5 Aprile 1996
Rientriamo in serata a Novosibirsk. Siamo stati invitati da un italiano che lavora per una società romana che fa corsi di aggiornamento professionale all'università di Novosibirsk. Ha organizzato una specie di rinfresco alla russa con prosciutto, salame e tartine alla russa. Naturalmente si beve vodka. Ma c'è una bottiglia di cinzano. Ci raccontiamo i nostri incredibili progetti. Lui è da meno di un mese in russia ma ha già una grande voglia di fuggire. Un po' patetico.
Siamo nell'appartamento che puzza. La cena è sontuosa. Salame (immancabile) formaggio pesche sciroppate. E vodka vodka vodka... una bottiglia a testa. E incominciano i brindisi... uno dietro l'altro. Vodka ottima che non senti. Sai solo che ti spappola il fegato, ma non da alla testa. Rido, mi commuovo, mi stringo ai miei compagni di viaggio. E bevo, un brindisi dopo l'altro un bicchiere dopo l'altro. Uno dei momenti piu' assurdamente felici della mia vita.
Aeroporto di Novosibirsk - 6 Aprile 1996 - Ore 06:45
Mancano pochi minuti al decollo del volo Lufthansa LH3202 per Francoforte. Sul Boeing 757 ci sono altri cinque passeggeri, nessun russo. E' ancora buio e guardo le luci al neon giallognole dell'edificio che ospita la sala d'aspetto. Mi prende il sonno come prima di ogni decollo.
Milano - 6 Aprile 1996 - Ore 18:34
Sono a Milano. Mi chiama Laura.
- Vuoi venire a mangiare in un ristorante indonesiano cosi' mi racconti?
- No Laura. Non voglio... Sono troppo stanco e depresso. Scusami facciamo un'altra volta.
- Ok... allora vaffanculo!
Le donne... non sono meravigliose?
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
Yurga, Kemerovo 3 Aprile 1996
Giornata di progetto. Anche se sono il più giovane sono il project manager. Mi guardano e ascoltano come a un veterano. In realtà rappresento i soldi occidentali. La possibilità di entrare nel sogno capitalista.
queste righe...
mamma mia sei peggio della sfera magica....
Giornata di progetto. Anche se sono il più giovane sono il project manager. Mi guardano e ascoltano come a un veterano. In realtà rappresento i soldi occidentali. La possibilità di entrare nel sogno capitalista.
queste righe...
mamma mia sei peggio della sfera magica....

E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
diciamo che la mia situazione è un po diversa..10 anni sono 1 eternità ....soprattutto 1995-2005....
ora il capitalismo lo hanno già assaggiato in molti...i pionieri come te hanno vissuto esperienze uniche...e credo irripetibili....
ora il capitalismo lo hanno già assaggiato in molti...i pionieri come te hanno vissuto esperienze uniche...e credo irripetibili....
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
23 Gennaio 1991. Da qualche giorno è scoppiata la guerra del golfo.
Siamo a Malpensa e mi devo imbarcare con un volo PanAm per NY, con destinazione finale Dallas, TX. Fino ad allora avevo sempre volato in USA su un comodo jumbo. Guardo l'aereo sulla pista. E' un piccolo boeing 737. Siamo venti passeggeri su un volo transcontinentale che normalmente ne prevede 200 o 300.
Non ci sono hostess, solo due stewart giganteschi. Che sembrano agenti dei servizi. Il rischio attentati ha suggerito a turisti e business-men di starsene a casa. I pochi coraggiosi possono scegliere un posto qualunque. Io prendo una intera fila e mi metto comodo.
Volo di assoluta normalita` a parte una completa assenza femminile tra il personale non solo di bordo ma cosa ancora più strana tra i passeggeri.
All'arrivo a NY, il JFK sembra un aereoporto militare. Dai televisorini attaccati alle poltrone, per un quarto di dollaro, si possono vedere i canali TV e la CNN che trasmette ininterrotta dal fronte. L'america è in guerra, e l'aereoporto è pieno di militari in partenza per il medio oriente. Volti giovani e lentigginosi del midwest con l'aria tesa.
Il resto del paese è invece tranquillo, NY è fredda e bellissima, Dallas più calda ma infinitamente più provinciale. Downtown Dallas è molto piccola, ma la citta` si estende poi per miglia e miglia in una serie infinita di casette a schiera. L'aereoporto e` pura fantascenza: ha due piste da cui gli aerei decollano e atterrano in parallelo. E' l'hub centrale degli stati uniti e ha un traffico incredibile.
Missione tranquilla a Dallas, nulla da segnalare. Se non il chili con carne e le deliziose ribs (costolette) alla brace.
Rientro a NY e sono all'Hilton and Tower in una suite stupenda. Mi devo incontrare al mattino con una ricercatrice del MIT in arrivo da Boston per la consegna di un prodotto hitech che devo rivendere in Italia. Una robetta che sta in una scatola da scarpe e vale 17mila dollari. Alle sette esco per passeggiare tra la citta` che si sveglia infreddolita. Caffè bollente in mano e giro veloce tra la quinta e la sesta altezza quarantaduesima. Disney non l'ha ancora rovinata. Check-it-out, Check-it-out.
Ripartiamo il Lunedi. Il volo è pieno come all'andata, cioè vuoto. Ci sono solo due hostess che ci dicono di metterci ovunque.
La notte di volo scorre tranquilla, e io scarico la tensione in una bellissima
masturbazione solitaria a 32mila piedi di altezza nella mia fila di sedili tutta per me, sotto la blanket azzurra della PanAm.
--B
EDIT: avevo scritto il racconto sotto quello di Axel Braun nel topic i racconti di pornomondo, dopo il suo racconto sul ClubMileHigh ossia l'esclusivo club di quelli che hanno una o piu` scopate sui jetliner.. . Glii volevo solo chiedere quanti millesimi di punto per il Club vale una pippa su uno degli ultimi voli PanAm... ma non mi ha mai risposto... e nemmeno io l'avrei fatto
Siamo a Malpensa e mi devo imbarcare con un volo PanAm per NY, con destinazione finale Dallas, TX. Fino ad allora avevo sempre volato in USA su un comodo jumbo. Guardo l'aereo sulla pista. E' un piccolo boeing 737. Siamo venti passeggeri su un volo transcontinentale che normalmente ne prevede 200 o 300.
Non ci sono hostess, solo due stewart giganteschi. Che sembrano agenti dei servizi. Il rischio attentati ha suggerito a turisti e business-men di starsene a casa. I pochi coraggiosi possono scegliere un posto qualunque. Io prendo una intera fila e mi metto comodo.
Volo di assoluta normalita` a parte una completa assenza femminile tra il personale non solo di bordo ma cosa ancora più strana tra i passeggeri.
All'arrivo a NY, il JFK sembra un aereoporto militare. Dai televisorini attaccati alle poltrone, per un quarto di dollaro, si possono vedere i canali TV e la CNN che trasmette ininterrotta dal fronte. L'america è in guerra, e l'aereoporto è pieno di militari in partenza per il medio oriente. Volti giovani e lentigginosi del midwest con l'aria tesa.
Il resto del paese è invece tranquillo, NY è fredda e bellissima, Dallas più calda ma infinitamente più provinciale. Downtown Dallas è molto piccola, ma la citta` si estende poi per miglia e miglia in una serie infinita di casette a schiera. L'aereoporto e` pura fantascenza: ha due piste da cui gli aerei decollano e atterrano in parallelo. E' l'hub centrale degli stati uniti e ha un traffico incredibile.
Missione tranquilla a Dallas, nulla da segnalare. Se non il chili con carne e le deliziose ribs (costolette) alla brace.
Rientro a NY e sono all'Hilton and Tower in una suite stupenda. Mi devo incontrare al mattino con una ricercatrice del MIT in arrivo da Boston per la consegna di un prodotto hitech che devo rivendere in Italia. Una robetta che sta in una scatola da scarpe e vale 17mila dollari. Alle sette esco per passeggiare tra la citta` che si sveglia infreddolita. Caffè bollente in mano e giro veloce tra la quinta e la sesta altezza quarantaduesima. Disney non l'ha ancora rovinata. Check-it-out, Check-it-out.
Ripartiamo il Lunedi. Il volo è pieno come all'andata, cioè vuoto. Ci sono solo due hostess che ci dicono di metterci ovunque.
La notte di volo scorre tranquilla, e io scarico la tensione in una bellissima
masturbazione solitaria a 32mila piedi di altezza nella mia fila di sedili tutta per me, sotto la blanket azzurra della PanAm.
--B
EDIT: avevo scritto il racconto sotto quello di Axel Braun nel topic i racconti di pornomondo, dopo il suo racconto sul ClubMileHigh ossia l'esclusivo club di quelli che hanno una o piu` scopate sui jetliner.. . Glii volevo solo chiedere quanti millesimi di punto per il Club vale una pippa su uno degli ultimi voli PanAm... ma non mi ha mai risposto... e nemmeno io l'avrei fatto

Ultima modifica di Berlino il 21/03/2005, 23:18, modificato 2 volte in totale.
Ich bin ein Berliner. JFK
Koh Samui - Surà t Thanì Venerdi 27 Giugno
La Thai Mama del Charlie's Hut mi augura buona fortuna. Questa volta. Prendo il traghetto da Na Tong alle due del pomeriggio. Piove a dirotto. Arrivo a Surà t Thanì alle 4 e mezza. Il treno per Pennang parte alle due di notte. Sono insolitamente nervoso. Non ho niente da fare ma la prospettiva dell'attesa mi snerva.
Mi guardo intorno. Sono l'attenzione di un ragazzo Thai. Dopo un po' mi avvicina. Mi offre da fumare. Parliamo. Comincia a venire sera. Mi invita a una partita di snooker in un posto che conosce lui. Non dovrei fidarmi ma cosa mi importa? Qualunque cosa pur di non aspettare in questa squallida stazione con le mosquito che si alzano in volo al tramonto.
Cazzeggio con la sua un moto e da bravo driver tailandese e mi porta per i bordelli di Surà t Thanì. Alla fine entriamo in un karaoke dove ci sono prostitute che cantano. Una è molto giovane e carina. Si siede al nostro tavolo. Le offro una coka, poi un'altra. Vuole da me in regalo il braccialetto che ho comprato per 10Baht in uno dei villaggi tribali durante i trek nel nord. E' una specie di porta fortuna per me. Ma che mi importa? Lei beve ed è credo felice di non doversi scopare nessuno per una sera, ma solo sentire cantare qualcun altra e bere cokacola con uno sconosciuto che le ha regalato un piccolo braccialetto di perline colorate.
Cazzo di treno non arriverà mai.
La Thai Mama del Charlie's Hut mi augura buona fortuna. Questa volta. Prendo il traghetto da Na Tong alle due del pomeriggio. Piove a dirotto. Arrivo a Surà t Thanì alle 4 e mezza. Il treno per Pennang parte alle due di notte. Sono insolitamente nervoso. Non ho niente da fare ma la prospettiva dell'attesa mi snerva.
Mi guardo intorno. Sono l'attenzione di un ragazzo Thai. Dopo un po' mi avvicina. Mi offre da fumare. Parliamo. Comincia a venire sera. Mi invita a una partita di snooker in un posto che conosce lui. Non dovrei fidarmi ma cosa mi importa? Qualunque cosa pur di non aspettare in questa squallida stazione con le mosquito che si alzano in volo al tramonto.
Cazzeggio con la sua un moto e da bravo driver tailandese e mi porta per i bordelli di Surà t Thanì. Alla fine entriamo in un karaoke dove ci sono prostitute che cantano. Una è molto giovane e carina. Si siede al nostro tavolo. Le offro una coka, poi un'altra. Vuole da me in regalo il braccialetto che ho comprato per 10Baht in uno dei villaggi tribali durante i trek nel nord. E' una specie di porta fortuna per me. Ma che mi importa? Lei beve ed è credo felice di non doversi scopare nessuno per una sera, ma solo sentire cantare qualcun altra e bere cokacola con uno sconosciuto che le ha regalato un piccolo braccialetto di perline colorate.
Cazzo di treno non arriverà mai.
Ich bin ein Berliner. JFK
Berlino ha scritto:Koh Samui - Surà t Thanì Venerdi 27 Giugno
La Thai Mama del Charlie's Hut mi augura buona fortuna. Questa volta. Prendo il traghetto da Na Tong alle due del pomeriggio. Piove a dirotto. Arrivo a Surà t Thanì alle 4 e mezza. Il treno per Pennang parte alle due di notte. Sono insolitamente nervoso. Non ho niente da fare ma la prospettiva dell'attesa mi snerva.
Mi guardo intorno. Sono l'attenzione di un ragazzo Thai. Dopo un po' mi avvicina. Mi offre da fumare. Parliamo. Comincia a venire sera. Mi invita a una partita di snooker in un posto che conosce lui. Non dovrei fidarmi ma cosa mi importa? Qualunque cosa pur di non aspettare in questa squallida stazione con le mosquito che si alzano in volo al tramonto.
Cazzeggio con la sua un moto e da bravo driver tailandese e mi porta per i bordelli di Surà t Thanì. Alla fine entriamo in un karaoke dove ci sono prostitute che cantano. Una è molto giovane e carina. Si siede al nostro tavolo. Le offro una coka, poi un'altra. Vuole da me in regalo il braccialetto che ho comprato per 10Baht in uno dei villaggi tribali durante i trek nel nord. E' una specie di porta fortuna per me. Ma che mi importa? Lei beve ed è credo felice di non doversi scopare nessuno per una sera, ma solo sentire cantare qualcun altra e bere cokacola con uno sconosciuto che le ha regalato un piccolo braccialetto di perline colorate.
Cazzo di treno non arriverà mai.

You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)