Al che sorge spontanea una banale riflessione:
da anni e anni, i dirigenti leghisti sono andati a raccontare che "guai a dire che sono xenofobi" (e figuriamoci quindi razzisti): ma come la mettiamo allora con le periodiche uscite di dirigenti, locali e non, di questo tenore? Voglio dire: se questa è la dirigenza, il corpo del partito eletto in ruoli istituzionali (in un TG sentivo che l'autore di questa uscita sarebbe una consigliera locale leghista), cosa deve essere il cuore di molti della base (che vedono i loro rigurgiti razzisti rafforzati e per certi versi incoraggiati da diversi uomini e donne delle istituzioni eletti nelle liste della Lega Nord, diversi tra l'altro condannati per reati quali "istigazione all'odio razziale")? Ricordo un filmato mandato ad Annozero anni fa di giovani consiglieri comunali della Lega Nord: dal filmato ricordo che alcuni di loro ne uscivano come fascistelli e razzistoidi e non mancarono le minacce al giornalista e al cameraman.
Non voglio generalizzare però sentire un dirigente della Lega Nord negare che in quel movimento alberga come minimo la xenofobia fa venire da ridere (per non piangere).
