Mile High Club, sesso e aerei

Scatta il fluido erotico...

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ronsard
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Mile High Club, sesso e aerei

#1 Messaggio da ronsard »

Apro un argomento trattato magari in topic sul sesso nei posti strani o stockings. Lo inauguro con l'occasione dell'uscita di un film almodovoriano "Amanti passeggeri" che parla di aerei, sesso e amore, ma anche su un genere porno che inizia a prendere il largo.
I giapponesi ci hanno già fatto un sacco di roba

http://www.vid2c.com/video/65115591/air ... ampaign=t1

la letteratura erotica con Emmanuelle ha segnato poi l'immaginario e nelle toilette degli aerei, strette e spesso sotto stretto controllo degli steward può succedere questo:

http://www.burningcamel.com/video/airpl ... paign=tube

a meno che le hostess non facciano parte della squadra dei depravati e 'poveri di spirito' :-D

http://www.xhamster.com/movies/1449309/ ... rvice.html

ho fatto spesso lunghe tratte in aereo, ma tranne una certa tensione e qualche semi approccio non ho mai captato nulla di veramente hard.
Film e avventure sul tema sono ben accette. Se questo argomento è stato già trattato chiedo venia, ma non ho trovato qualcosa di veramente specifico. :oops:
Se la mia professoressa di fisica fosse uscita con me a 17 anni e me l'avesse data, non sarei il pervertito che oggi sono diventato.

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Drugo
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Re: Mile High Club, sesso e aerei

#2 Messaggio da Drugo »

Spero che il buon Palahniuk non mi citi..

"In un luogo imprecisato nel cielo a nord/nordest di Los Angeles, l'uccello cominciava a bruciarmi, e così ho chiesto a Tracy sepoteva fermarsi per un minuto. Questo succedeva più o meno una vita fa.Con una grossa ragnatela di saliva sospesa tra il mio cazzo e il suo labbro inferiore, con il viso accaldato e rosso per il fiatone, colmio uccello arrossato ancora stretto in mano, Tracy si siede sui talloni e mi dice che il Kamasutra spiega come farsi diventare lelabbra rossissime cospargendole di sudore di testicoli di cavallo bianco.«Giuro» dice.Adesso sento un gusto strano in bocca, le guardo le labbra, e le sue labbra e il mio uccello sono dello stesso identico viola acceso.Le dico: «Tu però non lo fai, vero?».La maniglia della porta si muove, e tutti e due ci voltiamo di scatto per accertarci che sia chiusa a chiave.Questa è la famigerata prima volta, ovvero il punto al quale chi ha una dipendenza tenta costantemente di tornare. La famosaprima volta a cui nessuna delle volte successive è neppure lontanamente paragonabile.La cosa peggiore è quando ad aprire la porta è un bambino. Meno peggio è quando a spalancare la porta è un uomo, che noncapisce. Quando certe cose le fai ancora da solo, se ad aprire la porta è un bambino quello che devi fare, velocissimo, è incrociarele gambe. Far finta che sia stato solo un incidente. Un adulto magari sbatte la porta, magari ti urla: «La prossima volta chiuditi achiave, coglione», ma sta di fatto che l'unico ad arrossire è lui.Poi, dice Tracy, un'altra cosa tremenda è se sei una di quelle donne che il Kamasutra chiama donne elefante. Specie se vai con uncosiddetto uomo lepre.I nomi degli animali alludono alle dimensioni dei genitali. Poi Tracy dice: «No, ma che hai capito?».Se la porta la apre la persona sbagliata, per una settimana si ritroverà ad avere incubi su di te.La miglior difesa sta nel fatto che chiunque apra la porta e ti becchi seduto lì, a meno che non sia proprio in cerca di sesso, penseràsempre che a sbagliare è stato lui. Che la colpa è sua.A me capitava sempre. Nei bagni degli aerei, dei treni o degli autobus Greyhound, oppure in quei gabinetti minuscoli e/o mistidove c'è solo la tazza. Aprivo la porta e mi beccavo qualcuno seduto sul cesso, una bionda tutta occhi azzurri e denti bianchi conun anellino all'ombelico e i tacchi a spillo, il tanga calato alle ginocchia e il resto dei vestiti e il reggiseno appoggiati sul minu-scolo ripiano accanto al lavandino. E ogni volta che mi succedeva pensavo: ma perché la gente non chiude la porta a chiave?Come se queste cose succedessero per caso. Nel circuito, niente succede per caso.Magari sei sul treno, stai tornando a casa dal lavoro, apri la porta del bagno e ti becchi una brunetta, coi capelli raccolti e gliorecchini lunghi che le ciondolano sul collo liscio e bianco, seduta lì, con metà dei vestiti sul pavimento. La camicetta aperta esotto niente, solo le mani raccolte a coppa sotto i seni, le unghie, le labbra e i capezzoli della stessa sfumatura a metà strada tra ilrosso e il marroncino. Le gambe bianche e lisce come il collo, lisce come la carrozzeria di una macchina da guidare a trecentoall'ora, i capelli e i peli della stessa tonalità di bruno dappertutto, e lei che si lecca le labbra.Tu richiudi la porta e dici: «Scusa».E da dentro senti lei che dice: «E di cosa?».E che poi non chiude la porta a chiave. La piccola scritta è ancora lì che dice: Libero.È andata così: una volta, quando frequentavo ancora medicina alla University of South California, mi capitava spesso dì fareavanti e indietro in aereo dalla East Coast a Los Angeles. Durante le vacanze accademiche. Per sei volte ho aperto la portabeccandomi la stessa rossa patita dello yoga, nuda dalla vita in giù, seduta a gambe incrociate sulla tazza, che si limava le unghiecon la striscia ruvida di una scatola di fiammiferi, come se stesse cercando di darsi fuoco, e con indosso soltanto una camicetta diseta legata sul seno, e per sei volte quella prima piega la testa e si guarda la cosina lentigginosa con intorno il boschetto arancio-lavori-in-corso, poi alza gli occhi grigio metallo verso di me, lentamente, e mi dice: «Qui dentro ci sono io» dice, «se non tidispiace.»E per sei volte io le sbatto la porta in faccia.L'unica cosa che mi viene da dire è: «Ma lo capisci l'inglese?».Per sei volte.Il tutto succede in meno di un minuto. Non c'è tempo per pensare.Ma capita sempre più spesso.Un'altra volta, magari mentre voli a quota di crociera tra Los Angeles e Seattle, capita che apri la porta e trovi un surfista biondocon entrambe le mani abbronzate strette intorno al bestione paonazzo che si ritrova tra le gambe, e allora lui si scosta i capellistopposi dagli occhi, si indica l'uccello umido di sudore strizzato dentro un preservativo luccicante, te lo punta contro e dice:«Divertiamoci un po'...».Insomma, ogni santa volta che vai in bagno e la scritta dice Libero, dentro c'è qualcuno.Una donna, con le dita infilate fino alla seconda nocca.Un uomo che si trastulla tra il pollice e l'indice i suoi diecicentimetri, carichi come una molla e pronti a sparare fuori tanti bei soldatini bianchi.Uno finisce per chiedersi cosa voglia dire la parola libero.E anche se il bagno è vuoto, senti l'odore della crema spermicida. Gli asciugamani di carta sono sempre finiti. Vedi l'impronta diun piede nudo sullo specchio del bagno, altezza un metro e ottanta, a un pelo dalla cima dello specchio, la piccola impronta ar-cuata di un piede femminile, i cinque puntini rotondi lasciati dalle dita dei piedi, e pensi: che diavolo è successo, qui dentro?Come quando senti gli annunci in codice, Il bel Danubio blu o l'infermiera Flamingo, e pensi: che sta succedendo?Pensi: cos'è che non ci stanno dicendo?Vedi uno sbaffo di rossetto sulla parete, lungo fin quasi al pavimento, e puoi solo lavorare di fantasia. Vedi le strisciate bianche e secche dell'ultima volta che qualcuno ha sparato i suoi soldatini bianchi contro la parete di plastica.Su certi voli trovi le pareti ancora umide, lo specchio appannato. La moquette appiccicosa. Lo scarico del lavandino intasato,soffocato da minuscoli peli ricci di tutti i colori. Sul ripiano del bagno, accanto al lavandino, c'è una chiazza perfettamente rotondadi gel, gel contraccettivo e secrezioni, nel punto in cui qualcuno ha appoggiato il suo diaframma. Su certi voli, di chiazze rotondece ne sono due o tre, di dimensioni diverse.Succede sulle tratte nazionali dei voli internazionali, voli transoceanici o che passano sopra il Polo. Voli che durano da dieci asedici ore. Voli diretti, da Los Angeles a Parigi. O da qualsiasi città a Sidney.Al mio volo da Los Angeles numero sette, la rossa patita dello yoga tira su la gonna dal pavimento, esce e mi corre dietro.Allacciandosi la gonna sul sedere, mi segue fino al mio posto, si siede vicino a me e dice: «Se il tuo scopo è quello di ferire i mieisentimenti, sappi che ci stai riuscendo alla grande».Ha questa pettinatura luccicante da soap opera, solo che adesso la camicetta è chiusa sul davanti da un grosso fiocco molle, e daun'enorme spilla gioiello.Le ripeti: «Scusa».Volando verso ovest, in un luogo imprecisato nel cielo a nord/nordovest di Atlanta.«Stammi bene a sentire» dice lei. «Io già lavoro troppo, non posso sopportare anche questo. Hai capito?».Le dici: «Scusa».«Sono in viaggio tre settimane al mese» dice. «Sto ancora pagando una casa che praticamente non vedo mai... i corsi di calcio per i miei figli... la casa di cura di mio padre già da sola mi costa un occhio. Non ti pare che mi meriti qualcosa? Non sonobrutta, no? Il minimo che potresti fare sarebbe non sbattermi la porta in faccia.»Giuro, dice esattamente così.Abbassa la testa e la piazza tra me e la rivista che sto fingendo di leggere. «Non fare il finto tonto» dice.«Guarda che il sesso non è mica una cosa da nascondere.»E io le dico: «Sesso?».E lei si copre la bocca con una mano e appoggia la schiena contro lo schienale.Dice: «Oddio, scusa. Pensavo che...» e allunga un braccio per premere il campanello rosso della hostess.L'hostess arriva, e la rossa ordina due doppi whisky. Le dico: «Spero che siano per te». E lei dice: «A dire il vero, sono per te».E questa sarebbe la mia prima volta. La famosa prima volta a cui nessuna delle volte successive è neppure lontanamenteparagonabile.«Non stiamo qui a litigare» dice lei, e mi tende la mano bianca e fredda. «Mi chiamo Tracy.»Sarebbe stato meglio se fosse successo su un Lockheed Tristar 500, con i suoi cinque bagni spaziosi ben isolati in fondo alla classe turistica. Spaziosi. Insonorizzati. Alle spalle di tutti quanti, dove nessuno può vedere chi va e chi viene.In confronto, viene da chiedersi che razza di animale abbia progettato il Boeing 747-400, dove i bagni sono praticamenteincollati ai posti dei passeggeri. Se vuoi un minimo di privacy, sei costretto ad andare in quelli in fondo alla classe turistica.E lascia perdere il bagno laterale ribassato della business class, a meno che tu non voglia farti sentire da tutti.È facile.Se sei un maschio funziona così: ti siedi sulla tazza con il tuo vecchio amico fuori dai pantaloni. Sì, insomma, il tuo bell'or-sacchiottone paonazzo. Ci lavori un po' e lo fai mettere sull'attenti, dritto come un soldatino, dopodiché aspetti nel tuo stanzino diplastica e incroci le dita.Un po' come quando vai a pescare.Se sei cattolico, la sensazione è la stessa che provi in un confessionale. L'attesa, lo sfogo, la redenzione.Un po' come quando vai a pescare ma poi i pesci li ributti dentro. La cosiddetta "pesca sportiva".Un'altra tecnica è quella di mettersi ad aprire le porte finché non trovi una che ti piace. Come in quei quiz televisivi dove apri unaporta a caso e ti porti a casa il premio che c'è dietro. Come nella favola della principessa e della tigre.A volte, dietro le porte trovi donne coi soldi che dalla business class vengono a farsi un giro nei bassifondi, a cercare un po' dibrividi tra il popolo. Così diminuisce il rischio di incontrare qualcuno che conoscono. Altre volte, invece, trovi un attempatoomaccione con la cravatta marrone buttata su una spalla, le ginocchia pelose puntate contro le pareti, che si coccola il pitone mortoe ti dice: «Scusa bello, ma non sei il mio tipo».Quando capita sei troppo sconvolto anche solo per dire: «Come se mi interessasse».Oppure: «Sì, ti piacerebbe».E nonostante tutto, sono talmente tante le volte in cui vai a segno che continui a sfidare la fortuna.Lo spazio stretto, il bagno, duecento sconosciuti a pochi centimetri da te, è eccitantissimo. Se siete in due, lo scarso spazio dimanovra aiuta. Stimola la fantasia. Basta essere un minimo creativi, fare un po' di stretching, e ti fai delle cavalcate che nemmenoin un western. Ed è pazzesco come il viaggio ti vola.Metà del divertimento sta proprio nella sfida. Nel pericolo e nel rischio.Non è la conquista del West o la corsa al Polo Sud o la prima passeggiata dell'uomo sulla Luna.È un altro tipo di esplorazione dello spazio.La scoperta di un altro genere di landa inesplorata. Il paesaggio interiore.L'ultima frontiera rimasta da conquistare, gli altri, gli estranei, la giungla delle loro braccia e delle loro gambe, i peli, lapelle, gli odori e i gemiti di tutte le persone che non ti sei ancora fatto. L'ignoto. L'ultima foresta da devastare. Tutto ciò chehai sempre e solo immaginato.Sei Cristoforo Colombo che naviga verso l'orizzonte.Sei il primo cavernicolo che si azzarda a mangiare un'ostrica.Forse per altri quell'ostrica in particolare non è esattamente una novità assoluta, ma per te sì. Sospeso in mezzo al nulla, nelle quattordici ore che separano Heathrow da Johannesburg, puoi farti anche dieci esperienzedi vita vissuta. Dodici, se il film che proiettano è brutto. Anche di più, se il volo è pieno. Un po' meno in caso di turbolenza.Un po' di più se ti va bene anche la bocca di un maschio, un po' di meno se quando servono il pranzo torni al tuo posto.La cosa non esattamente entusiasmante di quella prima volta, è che quando io sono ormai ubriaco e Tracy la rossa mi montaaddosso, succede che becchiamo un vuoto d'aria. Io mi aggrappo al cesso e vado giù con l'aereo, Tracy invece salta per aria e mistappa come una bottiglia di champagne, con il preservativo che le rimane dentro, e va a sbattere con quei suoi capelli contro ilsoffitto di plastica. In quel preciso istante io vengo, e il mio schizzo resta sospeso a mezz'aria, soldatini bianchi senza peso chefluttuano nello spazio vuoto tra lei ancora sul soffitto e io ancora sulla tazza. Dopodiché sbam, andiamo giù tutti quanti insieme,lei e il preservativo, io e il mio schizzo, tutto quanto addosso a me, ammassato alla rinfusa, con in più i suoi quarantacinque epassa chili.Dopo un episodio del genere è un miracolo che non debba portare le mutande per l'ernia.E Tracy ride e dice: «Adoro quando succede così!».Dopo, solo normali scossoni da turbolenza, che mi buttano i suoi capelli in faccia, i capezzoli in bocca. Fanno rimbalzare il filo diperle intorno al suo collo. La catenina d'oro intorno al mio. Mi scuotono le palle nel sacchettino gonfio sospeso nel vuoto dellatazza.Col tempo, impari alcuni trucchetti per migliorare la performance. I Super Caravelle francesi, per esempio, con i finestrinitriangolari e le tendine vere, non hanno bagni in business class, ma solo in classe turistica, perciò è meglio non tentare niente ditroppo arzigogolato. La posizione tantrica standard va più che bene. Vi mettete di fronte, lei solleva una gamba accanto alla tuacoscia. E tu ti muovi come nella più classica delle flanquette. Scrivi il tuo Kamasutra. Inventi.Provateci. Tanto lo so che ne avete voglia.Va da sé che entrambi dovete essere più o meno della stessa altezza.Altrimenti non posso rispondere di quello che potrebbe succedere.E non chiedetemi di spiegarvi tutto quanto passo per passo. Si presume che un minimo di infarinatura ce l'abbiate.Persino su un Boeing 757-200, persino in quei bagni minuscoli che ci sono nella parte anteriore, è possibile improvvisare unavariante della posizione cinese, tu seduto sul cesso e lei sopra girata di spalle.In un luogo imprecisato nel cielo a nord/nordest di Little Rock, Tracy mi dice: «Il pompoir è il massimo. E una specialità delledonne albanesi, ti fanno venire usando solo i muscoli della vagina».Ti masturbano usando solo le viscere?Tracy dice: «Già».Io dico: «L'Albania ha una compagnia aerea?».Un'altra cosa che impari è che quando una hostess viene a bussare puoi accelerare l'epilogo con il Metodo Fiorentino, ovvero ladonna te lo afferra alla base e ti tira giù la pelle, tutta quanta, rendendotelo più sensibile. Il processo si sveltisce notevolmente.Per rallentare, invece, bisogna premere forte alla base del pene. E anche se vieni lo stesso, i soldatini bianchi fanno dietrofront e situffano nella vescica, risparmiandovi le pulizie. Gli esperti lo chiamano "Saxonus".Io e la rossa siamo nel grande bagno in fondo di un McDonnell Douglas DC-10 Serie 30CF, lei mi mostra la posizione della"negresse", appoggia le ginocchia sui lati del lavandino e io le appoggio le mani col palmo aperto sulle spalle pallide.Appannando lo specchio con il fiato, rossa in faccia per la posizione accovacciata, Tracy dice: «Nel Kamasutra c'è scritto che seun uomo se lo massaggia con succo di melograno, zucca e semi di cetriolo ottiene un'erezione pazzesca che resta su per sei mesi».Suona un po' come una scadenza alla Cenerentola.Lei vede la mia espressione nello specchio e dice: «Eddai, non farne sempre una questione personale».In un luogo imprecisato nel cielo a nord di Dallas, io sto cercando di mettere insieme un altro po' di saliva, e lei mi spiega che sevuoi che una donna non ti lasci mai devi coprirle la testa di spine d'ortica ed escrementi di scimmia.E io le dico qualcosa tipo: scherzi?E se a tua moglie fai fare il bagno nel latte di bisonte misto a bile di vacca, chiunque giaccia con lei diventerà impotente.Dico: e ci credo.Se una donna intinge un osso di cammello nell'essenza di calendula e si applica il liquido sulle ciglia tutti gli uomini che laguarderanno resteranno ammaliati. In alternativa si possono usare ossa di pavone, di falco o d'avvoltoio.«Leggitelo» dice. «Sta tutto scritto lì.»In un luogo imprecisato nel cielo a sud/sudest di Albuquerque, quando la sto leccando da tanto di quel tempo che ho la faccia chepare imbrattata di bianco d'uovo e le guance graffiate dai peli, Tracy mi spiega che i testicoli di montone bolliti nel lattezuccherato sono in grado di restituire a un uomo la sua virilità.Poi dice: «No, ma che hai capito?».Mi era sembrato di cavarmela niente male. Considerando i due doppi whisky, e il fatto che a questo punto sono in piedi da tre ore.In un luogo imprecisato nel cielo a sud/sudest di Las Vegas, quando tutti e due abbiamo le gambe che tremano di stanchezza,Tracy mi mostra quello che il Kamasutra definisce "pascolare". "Succhiare il mango". "Divorare".Aggrovigliati nel nostro stanzino di plastica pulito alla bell'e meglio, sospesi in un tempo e in un luogo dove va bene tutto, non sipuò parlare esattamente di bondage, ma ci siamo vicini.Sono passati i bei tempi dei Lockheed Super Constellation, dove gli oblò e i bagni erano suite da due stanze: uno spogliatoio con ilbagno separato da una porta.Il sudore che si spande in rivoli sui suoi muscoli levigati. Noi due che cavalchiamo allacciati, due macchine perfette che eseguonoil compito per cui sono state progettate. A tratti il nostro unico punto di contatto è quel pezzo di me che scivola dentro i piccolilembi di lei, sempre più arrossati e sporgenti, io con le spalle appiccicate alla parete di plastica, il resto del mio corpo che spinge inavanti dalla vita in giù. Tracy, fino a quel momento in piedi, solleva una gamba e la piazza sul bordo del lavandino, dopodiché si adagia contro il ginocchio.Così è più facile vederci riflessi nello specchio, bidimensionali, dietro un vetro, un film, uno spezzone scaricato da Internet, la fotodi un giornalino porno, qualcun altro, comunque non noi, qualcuno di bellissimo e senza una vita né un futuro fuori daquell'istante.Su un Boeing 767, se ti va bene becchi il bagno grande, quello di mezzo, in fondo alla classe turistica. Uno dei posti peggiori è ilConcorde, che ha dei bagni davvero minuscoli, ma questa è lamia opinione personale. Sono certo che se devi solo pisciare o metterti le lenti a contatto o lavarti i denti, di spazio ce n'è piùche a sufficienza.Ma se invece hai deciso di tentare la posizione che il Kamasutra definisce "del corvo" o "cuissade" o qualsiasi altra cosa per cui tiservano un po' più di cinque centimetri di spazio di manovra, allora ti conviene sperare in uno European Airbus 300/310, che infondo alla cabina ha dei bagni immensi, da organizzarci una festa. Se ti interessa avere il ripiano accanto al lavandino e lo spazioper le gambe di pari dimensioni, allora niente è meglio dei due bagni in fondo ai British Aerospace One-Eleven, vera roba dilusso.In un luogo imprecisato nel cielo a nord/nordest di Los Angeles, l'uccello comincia a bruciarmi, e così chiedo a Tracy di fermarsi.E dico: «Tu perché lo fai?»E lei dice: «Cosa?»Tutto questo.E Tracy sorride.La gente che lascia le porte aperte non ne può più di parlare del tempo. Non ne può più della sicurezza. E gente che ha ristrutturatotroppe case. Gente abbronzata che ha dato un taglio alle sigarette, allo zucchero bianco, al sale, ai grassi e alla carne rossa. Genteche ha visto i propri genitori lavorare e studiare per una vita, e alla fine perdere tutto. Spendere tutto per sopravvivere con unsondino nasogastrico. Dimenticarsi persino come si fa a masticare e deglutire.«Mio padre faceva il medico» dice Tracy. «Adesso non ricorda nemmeno più come si chiama.»Questi uomini e queste donne che lasciano le porte dei bagni aperte sanno che una casa più grande non è la soluzione. Che uncompagno più attraente, più soldi e una pelle più liscia non sono la soluzione.«Ogni cosa in più che possiedi» dice «è solo l'ennesima cosa che un giorno perderai.»La soluzione è che non c'è soluzione.Un momento davvero pesante, credetemi.«No» dico, e la sfioro con un dito in mezzo alle cosce. «Dicevo questo. Perché ti depili il pube?»«Ah» dice lei, e sorride alzando gli occhi al cielo. «Perché così posso mettermi il tanga.»Mentre mi sistemo sulla tazza, Tracy si guarda allo specchio, ma distrattamente, giusto per controllare in che condizioni è iltrucco, e con un dito umido si pulisce gli sbaffi di rossetto. Con le dita si strofina i segni dei morsi intorno ai capezzoli. Quelli cheil Kamasutra chiamerebbe Ciuffi di Nuvole. Parlando con lo specchio dice: «II motivo per cui io faccio il circuito è che, se cipensi, non esistono buoni motivi per fare niente.»Non c'è motivo.Questa gente più che un orgasmo cerca l'oblio. Dimenticare. Tutto. Per due, dieci, venti minuti. Mezz'ora.O forse è così che diventa la gente quando la trattano come bestiame. O forse anche questa è solo una scusa. Forse è solo perché siannoiano. Forse gli esseri umani non sono fatti per passare un giorno intero seduti in scatole minuscole stipate di gente senza poter muovere un muscolo.«Siamo persone giovani, sane, sveglie, vive» dice Tracy. «Se ci pensi, è difficile dire quale delle due cose sia più innaturale.»Si sta rimettendo la camicetta, si tira su i collant.«Cos'è che mi spinge a fare quello che faccio?» dice. «Ho studiato abbastanza da potermi sottrarre a qualsiasi schema. Smontarequalsiasi fantasia. Spiegare qualsiasi obbiettivo. Sono così intelligente che riesco addirittura a negare i miei sogni.»Mentre ancora me ne sto seduto lì, nudo e stanco, l'equipaggio annuncia che abbiamo appena cominciato la discesa verso lagrande area metropolitana di Los Angeles, ci dice che tempo fa a terra e che ore sono, e infine ci ragguaglia sulle coincidenze.E per un istante, io e questa donna rimaniamo lì, in piedi e in silenzio, a fissare il vuoto.«Lo faccio perché mi piace» dice, e si abbottona la camicetta.«O forse non so nemmeno io perché lo faccio. Se ci pensi, è proprio per questo che gli assassini li condannano a morte. Perchéuna volta oltrepassato un limite, è impossibile fermarsi.»Con entrambe le mani dietro la schiena, tirandosi su la cerniera della gonna, lei dice: «La verità è che a me non interessa sapereperché faccio sesso con chi capita. Lo faccio e basta» dice, «perché appena uno trova una buona ragione per farle, le cose perdonoil loro fascino».Infila i piedi nelle scarpe, si aggiusta i capelli ai lati del viso e dice: «E fammi un favore: non pensare che quello che abbiamo fattosia stato qualcosa di speciale».Girando la chiave della porta dice: «Rilassati». Dice: «Un giorno ci ripenserai con il trasporto con cui pensi a un sacchetto dipatatine».Tornando in cabina dice: «Oggi hai semplicemente oltrepassato questo limite per la prima volta». Mollandomi lì, nudo e solo,dice: «Mi raccomando, chiudi a chiave». Poi ride e dice: «Sempre che chiudere a chiave le porte ti interessi ancora».
"Bè,forse sei arrivato al punto. Forse hai appena trovato la definizione di vero amore. Amore è quando uno vuole il suo buco tutte le sere,ma dalla stessa ragazza..” Welsh
""Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo il medesimo orizzonte." Konrad Adenauer

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Gambo192
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Re: Mile High Club, sesso e aerei

#3 Messaggio da Gambo192 »

Mai successo nulla di tutto ciò. Al massimo solo una gran puzza.
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G&F
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Re: Mile High Club, sesso e aerei

#4 Messaggio da G&F »

Provo a dare il mio contributo....
1) Ricordo un film che mi ha fatto "innamorare" di Nici Sterling.. mi sembra si intitolasse Hight Miles Thrills
2) Una scena con l'immensa Veronica Avluv e Tania Tate
3) La serie di Marc Dorcel "Dorcel Airlines" con la bellissima Yasmine....


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John Smith
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Re: Mile High Club, sesso e aerei

#5 Messaggio da John Smith »

la mia "storia" ha connotati più romantici che sessuali però la butto lì essendo stata per me estremamente particolare:

metà anni novanta, parto con amici per un viaggio "zaino in spalla" di un mese in un paese sudamericano (no-brasile),essendo i soldi pochi troviamo un volo aereo economico con varie tappa che ci porta prima da Milano a Mosca (con pernotto) ed in seguito ripartiti dalla grande Madre Russia facciamo scalo tecnico in Irlanda e poi dopo la trasvolata oceanica altro scalo a Cuba ed infine la nostra meta finale.
A Mosca la mattina dopo sul nostro aereo si imbarca una nutrita compagnia di una trentina di persone, metà romani e l'altra metà Milanesi,il viaggio come avrete capito è lunghissimo e quindi ci si conosce un po',tutta la compagnia fa parte di un viaggio organizzato di "avventure nel mondo"...anche loro trascorreranno un mese nel paese sudamericano, tra baldi giovani e avventurose donzelle noto una spigliatissima ragazza dall'accento romano, è istrionica e molto molto carina,"tiene" tutto il gruppo con maestria e noto già i maschi del gruppo che si fregano le mani (eufemismo), durante il viaggio essendo io più timido della mia ombra non riesco a conoscerla quindi arrivati alla meta sudamericana la valchiria dei sette colli se ne và verso la sua avventura...io inizio la mia, penso che è stato un bel viaggio alla fine e i miei occhi si sono almeno consolati.
Circa quattro settimane dopo mi trovo in una piccola ma famosa cittadina a passare gli ultimi giorni di vacanza,la sera in una "dicoteca" locale rivedo il gruppo di avventurosi e LEI...ricordo ancora la canzone che sparava dalle inferme casse in quel momento :"Under the Bridge" dei red hot chili pepper...folgorazione!
Ancheggiando (eufemismo ancora, ballo come uno scroto novantenne) e bevendo pisco mi avvicino a lei cercando non so cosa, uno sguardo un cenno qualcosa...nulla, ovviamente lei non mi aveva mai notato ed io e la mia ombra, per altro offuscata a sua volta essendo in un locale buio, ce ne andiamo mestamente a dormire,fine della seconda storia mai nata.
Un paio di gironi dopo sono in aeroporto per il ritorno, il caso vuole che la comitiva prenda lo stesso volo di ritorno ed il cuore inizia a battere...eccola...la vedo...più casinista e figa che mai, scherzo con i miei amici sull'assegnazione di posti in aereo, sparo la cagata..."voleve vedere che mi faccio il viaggio di ritorno accanto a lei??" (mai vinto nulla in vita mia nemmeno se i premi erano due ed io avevo gli unici 3 biglietti stampati)

Biglietti assegnati, salgo in aereo,fila da tre posti, io un mio amico e LEI.
Il viaggio è lungo, lunghissimo, qualche ora dopo sull'oceano sotto le copertine sintetiche siamo già mano nella mano,si parla di tutto,si sussurra più che altro,secchiate di vita reciproca in faccia,esperienze condivise,tutto tanto e bellissimo.
Entrambi siamo già fidanzati,lei è appena più grande di me,un paio di lauree in saccoccia ed un futuro dirigenziale in uno dei più grandi gruppi bancari Italiani...si sogna un po'...si fanno progetti scritti sulle nuvole.
Arriviamo ancora a Mosca, lei...loro in un Hotel e noi un altro,il giorno dopo il gruppo delli romani prenderà un volo e quello dei milanesi un'altro,non confido un'altra volta nella Dea bendata.
Infatti il suo volo partirà qualche ora dopo il mio quindi non sarà in aeroporto quella mattina, arriva il gruppo dei meneghini e mi viene incontro una ragazza, mi da un mano un biglietto sorridendomi,gli stessi sorrisini dei suoi compagni di viaggio che durante la trasvolata di ritorno ci guardavano, le donne sognanti e gli uomini particolarmente invidiosi.
Sul biglietto un tenero messaggio ed il suo numero di casa...a Roma.
Ci sentiamo qualche volta ancora nei mesi successivi, ci scriviamo, la passione è ancora forte ma le nostre vite sono già piuttosto "incanalate",io la mia vita, la mia ragazza ed il resto e lei il suo compagno (che si chiama come me) e la sua carriera.Poco a poco non ci si sente più...
Passano una decina di anni e quasi per caso ci si risente, lei verrà per una gara podistica nella mia città e vuole rivedermi, cuore in gola mi presento ai nastri di partenza,lei fisicamente è cambiata, molto...ora è una maratoneta, fisico asciuttissimo e volto scavato,quasi non la riconosco, anche io sono cambiato un pochino, ci si scambia un saluto...un abbraccio, lei è intenta con la preparazione della gara, è in un gruppo podistico, quello della banca, la magia si è alzata come nebbia in sospensione,ora ci vediamo bene,non siamo più quelli di dieci anni prima,ci salutiamo quindi e questa volta per sempre.

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ronsard
Veterano dell'impulso
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Re: Mile High Club, sesso e aerei

#6 Messaggio da ronsard »

John Smith ha scritto:la mia "storia" ha connotati più romantici che sessuali però la butto lì essendo stata per me estremamente particolare:

metà anni novanta, parto con amici per un viaggio "zaino in spalla" di un mese in un paese sudamericano (no-brasile),essendo i soldi pochi troviamo un volo aereo economico con varie tappa che ci porta prima da Milano a Mosca (con pernotto) ed in seguito ripartiti dalla grande Madre Russia facciamo scalo tecnico in Irlanda e poi dopo la trasvolata oceanica altro scalo a Cuba ed infine la nostra meta finale.
A Mosca la mattina dopo sul nostro aereo si imbarca una nutrita compagnia di una trentina di persone, metà romani e l'altra metà Milanesi,il viaggio come avrete capito è lunghissimo e quindi ci si conosce un po',tutta la compagnia fa parte di un viaggio organizzato di "avventure nel mondo"...anche loro trascorreranno un mese nel paese sudamericano, tra baldi giovani e avventurose donzelle noto una spigliatissima ragazza dall'accento romano, è istrionica e molto molto carina,"tiene" tutto il gruppo con maestria e noto già i maschi del gruppo che si fregano le mani (eufemismo), durante il viaggio essendo io più timido della mia ombra non riesco a conoscerla quindi arrivati alla meta sudamericana la valchiria dei sette colli se ne và verso la sua avventura...io inizio la mia, penso che è stato un bel viaggio alla fine e i miei occhi si sono almeno consolati.
Circa quattro settimane dopo mi trovo in una piccola ma famosa cittadina a passare gli ultimi giorni di vacanza,la sera in una "dicoteca" locale rivedo il gruppo di avventurosi e LEI...ricordo ancora la canzone che sparava dalle inferme casse in quel momento :"Under the Bridge" dei red hot chili pepper...folgorazione!
Ancheggiando (eufemismo ancora, ballo come uno scroto novantenne) e bevendo pisco mi avvicino a lei cercando non so cosa, uno sguardo un cenno qualcosa...nulla, ovviamente lei non mi aveva mai notato ed io e la mia ombra, per altro offuscata a sua volta essendo in un locale buio, ce ne andiamo mestamente a dormire,fine della seconda storia mai nata.
Un paio di gironi dopo sono in aeroporto per il ritorno, il caso vuole che la comitiva prenda lo stesso volo di ritorno ed il cuore inizia a battere...eccola...la vedo...più casinista e figa che mai, scherzo con i miei amici sull'assegnazione di posti in aereo, sparo la cagata..."voleve vedere che mi faccio il viaggio di ritorno accanto a lei??" (mai vinto nulla in vita mia nemmeno se i premi erano due ed io avevo gli unici 3 biglietti stampati)

Biglietti assegnati, salgo in aereo,fila da tre posti, io un mio amico e LEI.
Il viaggio è lungo, lunghissimo, qualche ora dopo sull'oceano sotto le copertine sintetiche siamo già mano nella mano,si parla di tutto,si sussurra più che altro,secchiate di vita reciproca in faccia,esperienze condivise,tutto tanto e bellissimo.
Entrambi siamo già fidanzati,lei è appena più grande di me,un paio di lauree in saccoccia ed un futuro dirigenziale in uno dei più grandi gruppi bancari Italiani...si sogna un po'...si fanno progetti scritti sulle nuvole.
Arriviamo ancora a Mosca, lei...loro in un Hotel e noi un altro,il giorno dopo il gruppo delli romani prenderà un volo e quello dei milanesi un'altro,non confido un'altra volta nella Dea bendata.
Infatti il suo volo partirà qualche ora dopo il mio quindi non sarà in aeroporto quella mattina, arriva il gruppo dei meneghini e mi viene incontro una ragazza, mi da un mano un biglietto sorridendomi,gli stessi sorrisini dei suoi compagni di viaggio che durante la trasvolata di ritorno ci guardavano, le donne sognanti e gli uomini particolarmente invidiosi.
Sul biglietto un tenero messaggio ed il suo numero di casa...a Roma.
Ci sentiamo qualche volta ancora nei mesi successivi, ci scriviamo, la passione è ancora forte ma le nostre vite sono già piuttosto "incanalate",io la mia vita, la mia ragazza ed il resto e lei il suo compagno (che si chiama come me) e la sua carriera.Poco a poco non ci si sente più...
Passano una decina di anni e quasi per caso ci si risente, lei verrà per una gara podistica nella mia città e vuole rivedermi, cuore in gola mi presento ai nastri di partenza,lei fisicamente è cambiata, molto...ora è una maratoneta, fisico asciuttissimo e volto scavato,quasi non la riconosco, anche io sono cambiato un pochino, ci si scambia un saluto...un abbraccio, lei è intenta con la preparazione della gara, è in un gruppo podistico, quello della banca, la magia si è alzata come nebbia in sospensione,ora ci vediamo bene,non siamo più quelli di dieci anni prima,ci salutiamo quindi e questa volta per sempre.
:033 cheapeu, mi son emozionato
Se la mia professoressa di fisica fosse uscita con me a 17 anni e me l'avesse data, non sarei il pervertito che oggi sono diventato.

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