Casomai posticipare, visto che si dovrebbe giocare di venerdi.zio ha scritto:Sembra che il napoli stia forzando x anticipare al sabato con la juve.
[O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
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Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Ma la sett dopo la juve ha la coppa?
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Si ma mi riferivo che era comunque un anticipo della giornata. Come hai detto tu si capisce megliotiffany rayne ha scritto:Casomai posticipare, visto che si dovrebbe giocare di venerdi.zio ha scritto:Sembra che il napoli stia forzando x anticipare al sabato con la juve.
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Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Calendario di marzo per la Juventus, a ben vedere un mese di tutto riposo rispetto a gennaio e febbraio. Si riprenderà a ritmi frenetici ad aprile e (speriamo) a maggio.
1 marzo, ore 20.45, Napoli - Juventus
6 marzo, ore 20.45, Juventus - Celtic
10 marzo, ore 15.00, Juventus - Catania
16 marzo, ore 20.45, Bologna - Juventus
30 marzo, Inter - Juventus
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6 marzo, ore 20.45, Juventus - Celtic
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Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Approfitto per fare una richiesta da stadio.
Il 5 maggio (o quando sarà causa anticipi e pifferi vari) vorrei andare allo Juventus Stadium a vedere Juve-Palermo (non fate quella faccia. E' un piccolo sacrificio d'amore per la mia dolce lei gobba
).
Domando:
- ho letto in giro che la tessera del tifoso non serve perchè serve solo per il settore ospiti e per i residenti nella regione dell'altra squadra. Confermate?
- qual è il canale più affidabile per l'acquisto dei biglietti?
Vi ringrazio in anticipo.
Il 5 maggio (o quando sarà causa anticipi e pifferi vari) vorrei andare allo Juventus Stadium a vedere Juve-Palermo (non fate quella faccia. E' un piccolo sacrificio d'amore per la mia dolce lei gobba

Domando:
- ho letto in giro che la tessera del tifoso non serve perchè serve solo per il settore ospiti e per i residenti nella regione dell'altra squadra. Confermate?
- qual è il canale più affidabile per l'acquisto dei biglietti?
Vi ringrazio in anticipo.

"Siamo tutti d'accordo che abbiamo a che fare con dei vampiri del cazzo?"
Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Mi risula che:
1-Ci vuole la tessera del tifoso.
2- il biglietto costa molto;
3- spesso le giornate son tutto esaurito. X cui bigl di tribuna.
1-Ci vuole la tessera del tifoso.
2- il biglietto costa molto;
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Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Grazie per la risposta!zio ha scritto:Mi risula che:
1-Ci vuole la tessera del tifoso.
2- il biglietto costa molto;
3- spesso le giornate son tutto esaurito. X cui bigl di tribuna.

"Siamo tutti d'accordo che abbiamo a che fare con dei vampiri del cazzo?"
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Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Mi hai anticipato Anton, volevo parlare di questo. Nel Barcellona di Guardiola i giocatori vicino al portatore di palla si smarcavano immediatamente in modo da lasciargli 2 o 3 opzioni; la circolazione di palla era velocissima, uno-due tocchi liberandosi al volo del pallone (come un flipper); in più c'era gioco sugli esterni, col Milan il max che si è visto è stato qualche cross di Dani Alves dalla 3 quarti (Jordi Alba non pervenuto). Il tutto chiaramente favorito dall'intelligente ripiegamento degli avanti rossoneri (ad es. il faraone sulla sinistra). Insomma, la diffrenza tra quel Barcellona e quello di mercoledì è evidente.Antonchik ha scritto:Comunque questo video si esprime meglio di me a riguardo:
Però c'è un'altra cosa da sottolineare: Sacchi fu cacciato via perchè i giocatori simbolo non ne volevano più sapere dei suoi allenamenti (rivoluzionari dal punto di vista fisico). Van Basten e soci erano stufi e Capello la prima cosa che disse fu "Non faremo il fuorigioco così alto" (meno esasperazione tattica). Ebbene anche il gioco di Guardiola presupponeva una condizione atletica eccezionale, impossibile da mantenere per più di qualche anno (a cui va sommato il fattore motivazioni). Il calcio totale di queste squadre (Ajax, Milan, Barca) non può durare più di 3-4 anni. è fisiologico, il corpo non ce la fa.
L'altro giorno mi sono visto la conferenza post-partita di Xavi su mundo deportivo (l'ha fatta in catalano), abbastanza comprensibile. Xavi ha detto che fra le tante imprese di questi anni manca una grande rimonta (fallita con l'Inter). Sembrava abbacchiato, insomma non ci faccio affidamento. Il Milan è reduce dalla lezione dello scorso anno all'Emirates quando era sotto 3-0 con l'Arsanal e solo quel povero coglione di Van Persie impedì ai gunners di fare il 4° (fece quel cucchiaino di diarrea a 1 metro da Abbiati). Allegri quest'anno catechizzerà a dovere i suoi.
Ps.: non sono del tutto d'accordo sulle comparazioni di Tiffany ma qui si entra nel campo dei gusti personali.
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
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Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Drogato falle anche tu le comparazioni che sono curioso di vederle, nelle mie la differenza a favore del Milan è venuta fuori dal diverso valore dei difensori. In questo Barcellona non vedo gente all'altezza di un Baresi o di un Maldini in difesa. Cosa tra l'altro che è impossibile da trovare in qualsiasi squadra attuale. Io tra i calciatori che ho visto giocare li cambierei solo con Scirea e Cabrini.
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Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Su Baresi e Maldini non si discute, io avrei dato un punto in più a Busquets e uno in meno a Fillippo Galli; sul resto posso essere d'accordo (ma va un pò a gusti)
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Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Bellissimo editoriale di Luca Serafini
Non c'è limite alla sottocultura sportiva o al disfattismo italiano: la Juve travolge il Celtic in casa sua, dove nessuna italiana passava da mezzo secolo, "ma bella forza, non ha incontrato nessuno, il Celtic è poca roba". Il Milan travolge il Barcellona che perde con 2 gol di scarto una volta ogni morte di Papa, "ma il Barcellona è finito, presuntuoso, appagato". Non che la Juve si sia trovata il Celtic agli ottavi grazie allo strepitoso primato nel girone di qualificazione. Non che il Milan abbia giocato una partita perfetta, umile, attenta. No. Sono le avversarie, prima di tutto, ad aver fatto schifo. Mah....
Noi non torniamo indietro. E, se potessimo farlo, non cambieremmo una virgola di quello che abbiamo detto e scritto da maggio 2012, quando è stato gettato uno scudetto già vinto e quando è cominciata un'epurazione cieca, addirittura un po' isterica. Senza spiegazioni. Oggi però una riflessione viene spontanea, senza alcun pentimento, anzi con una gioia dolce, sottile, perfida come forse soltanto Massimiliano Allegri può vivere e condividere in queste ore: qualcuno si è sbagliato: Noi, ci siamo sbagliati. Non su un mercato estivo deprimente, non su una squadra raffazzonata e lavorata come pasta di pane da luglio a ottobre, non su un quadro che ha visto sbocciare come conseguenza (non certo per programmazione) giovani e sorprese, alla stregua di un magico albero di Natale. Ci siamo sbagliati sulla testardaggine di un allenatore che non trasmette grandi emozioni, non regala proclami né carica, non cambia il suo modo di gestire le partite, i cambi, le formazioni. E siccome oggi ha ragione lui, una riflessione - appunto - va fatta.
Non è un mea culpa, né una lettera di scuse. Non c'è nessun eroismo nell'ammettere i propri errori, non c'è nessuna presunzione pensare che aver criticato e frustato un ambiente stravolto, sia servito a qualcosa. E' semplicemente un'analisi, come sempre. E, come sempre, un'analisi dettata dalla ragione oltre che dal cuore. Nella girandola di cambi di ruolo a cavallo tra l'estate e l'autunno, il terzino sinistro lo ha azzeccato. Constant. Intuizione felice. Le potenzialità di De Sciglio le ha capite per primo, sia pure aiutato dai problemi di condizione post-Europeo di Abate e dello stesso Antonini. Ha dato duttilità, anima e cuore a un centrocampo (e a una squadra, perché no) che non ne aveva più. Arresosi come tutti alla nullità di Pato prima e Robinho poi, Allegri ha insistito su un modulo offensivo che gli consente cambi e ricambi flessibili sull'orma delle sue idee: Niang, Pazzini, El Shaarawy. E ora Balotelli, follia elettorale o sentimentale - abbiamo già detto - non fa differenza. Non poteva fare a meno di aspettare, di insistere su Boateng, che comunque ha relegato qualche volta in panchina. La lezione (forse) è servita, la sveglia (sicuramente) è arrivata perché al di là del gol al Barcellona, le ultime partite del ballerino di moonwalk sembrano quelle di un calciatore, finalmente.
Allegri ha un merito incontestabile: con una squadra raramente bella, quasi mai spettacolare, è andato avanti testardamente, cocciutamente per la sua strada, trascinando un'armata allestita senza soldi e con poche idee a una rimonta mozzafiato in Italia e a un'impresa memorabile in Champions. Quando il Milan era nei bassifondi della classifica, quando annaspava contro Malaga Zenit e Vitoria, non si sarebbe potuto scommettere un euro sul piazzamento in uno dei primi 5 posti del campionato, nemmeno 50 centesimi sull'impresa contro i marziani di Catalogna. A febbraio, il Milan è terzo e ha vinto 2-0 contro i blaugrana. Ci è arrivato nonostante Mexes e Zapata, nonostante un centrocampo ruvido, ci è arrivato con i fantasmi di Pato e Robinho, con un Boateng macchinoso e tardivo. Sui risultati, ha avuto ragione lui, fin qui. E noi torto. Non abbiamo più il Milan che ha giocato a calcio come pochi per 5 lustri, ma Allegri si è inventato un Milan di nuovo capace di vincere. Con cuore, attenzione, sagacia, tattica. Umiltà.
Nulla è ancora compiuto: c'è un derby che vale un posto in Champions domenica sera, c'è un ritorno infuocato al Camp Nou. Arrivarci a +1 sull'Inter e +2 sul Barcellona non lo avevamo previsto, non potevamo prevederlo. Non credevamo che questo allenatore potesse portare in alto questa squadra. Su questo, certamente ci siamo sbagliati. E vorremmo continuare a sbagliarci fino alla fine.
Non c'è limite alla sottocultura sportiva o al disfattismo italiano: la Juve travolge il Celtic in casa sua, dove nessuna italiana passava da mezzo secolo, "ma bella forza, non ha incontrato nessuno, il Celtic è poca roba". Il Milan travolge il Barcellona che perde con 2 gol di scarto una volta ogni morte di Papa, "ma il Barcellona è finito, presuntuoso, appagato". Non che la Juve si sia trovata il Celtic agli ottavi grazie allo strepitoso primato nel girone di qualificazione. Non che il Milan abbia giocato una partita perfetta, umile, attenta. No. Sono le avversarie, prima di tutto, ad aver fatto schifo. Mah....
Noi non torniamo indietro. E, se potessimo farlo, non cambieremmo una virgola di quello che abbiamo detto e scritto da maggio 2012, quando è stato gettato uno scudetto già vinto e quando è cominciata un'epurazione cieca, addirittura un po' isterica. Senza spiegazioni. Oggi però una riflessione viene spontanea, senza alcun pentimento, anzi con una gioia dolce, sottile, perfida come forse soltanto Massimiliano Allegri può vivere e condividere in queste ore: qualcuno si è sbagliato: Noi, ci siamo sbagliati. Non su un mercato estivo deprimente, non su una squadra raffazzonata e lavorata come pasta di pane da luglio a ottobre, non su un quadro che ha visto sbocciare come conseguenza (non certo per programmazione) giovani e sorprese, alla stregua di un magico albero di Natale. Ci siamo sbagliati sulla testardaggine di un allenatore che non trasmette grandi emozioni, non regala proclami né carica, non cambia il suo modo di gestire le partite, i cambi, le formazioni. E siccome oggi ha ragione lui, una riflessione - appunto - va fatta.
Non è un mea culpa, né una lettera di scuse. Non c'è nessun eroismo nell'ammettere i propri errori, non c'è nessuna presunzione pensare che aver criticato e frustato un ambiente stravolto, sia servito a qualcosa. E' semplicemente un'analisi, come sempre. E, come sempre, un'analisi dettata dalla ragione oltre che dal cuore. Nella girandola di cambi di ruolo a cavallo tra l'estate e l'autunno, il terzino sinistro lo ha azzeccato. Constant. Intuizione felice. Le potenzialità di De Sciglio le ha capite per primo, sia pure aiutato dai problemi di condizione post-Europeo di Abate e dello stesso Antonini. Ha dato duttilità, anima e cuore a un centrocampo (e a una squadra, perché no) che non ne aveva più. Arresosi come tutti alla nullità di Pato prima e Robinho poi, Allegri ha insistito su un modulo offensivo che gli consente cambi e ricambi flessibili sull'orma delle sue idee: Niang, Pazzini, El Shaarawy. E ora Balotelli, follia elettorale o sentimentale - abbiamo già detto - non fa differenza. Non poteva fare a meno di aspettare, di insistere su Boateng, che comunque ha relegato qualche volta in panchina. La lezione (forse) è servita, la sveglia (sicuramente) è arrivata perché al di là del gol al Barcellona, le ultime partite del ballerino di moonwalk sembrano quelle di un calciatore, finalmente.
Allegri ha un merito incontestabile: con una squadra raramente bella, quasi mai spettacolare, è andato avanti testardamente, cocciutamente per la sua strada, trascinando un'armata allestita senza soldi e con poche idee a una rimonta mozzafiato in Italia e a un'impresa memorabile in Champions. Quando il Milan era nei bassifondi della classifica, quando annaspava contro Malaga Zenit e Vitoria, non si sarebbe potuto scommettere un euro sul piazzamento in uno dei primi 5 posti del campionato, nemmeno 50 centesimi sull'impresa contro i marziani di Catalogna. A febbraio, il Milan è terzo e ha vinto 2-0 contro i blaugrana. Ci è arrivato nonostante Mexes e Zapata, nonostante un centrocampo ruvido, ci è arrivato con i fantasmi di Pato e Robinho, con un Boateng macchinoso e tardivo. Sui risultati, ha avuto ragione lui, fin qui. E noi torto. Non abbiamo più il Milan che ha giocato a calcio come pochi per 5 lustri, ma Allegri si è inventato un Milan di nuovo capace di vincere. Con cuore, attenzione, sagacia, tattica. Umiltà.
Nulla è ancora compiuto: c'è un derby che vale un posto in Champions domenica sera, c'è un ritorno infuocato al Camp Nou. Arrivarci a +1 sull'Inter e +2 sul Barcellona non lo avevamo previsto, non potevamo prevederlo. Non credevamo che questo allenatore potesse portare in alto questa squadra. Su questo, certamente ci siamo sbagliati. E vorremmo continuare a sbagliarci fino alla fine.
Guarda attentamente, poichè ciò che stai per vedere non è più ciò che hai appena visto.
Ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio.
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Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Io penso che se Maldini prende 10 Jordi Alba vale 5 (6 di stima). Non che J.ALBA sia scarso ma la differenza è abissale.
Dòni, sa tirìa e cul indrìa, la capela la'n va avantei / Donne, se tirate il culo indietro, la cappella non va avanti. BITLIS
Quando la fatica supera il gusto e ora di lasciar perdere la Patacca e attaccarsi al lambrusco. Giacobazzi
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Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Un calciatore per arrivare a giocare titolare nella nazionale spagnola e nel Barcellona non può valere 5, cioè sotto la sufficienza calcistica. Non bisogna lasciarsi fuorviare dalla prestazione che ha fatto contro il Milan, ad esempio agli europei 2012 mi è parso di gran lunga il miglior terzino sinistro del torneo e mica solo per una partita.SoTTO di nove ha scritto:Io penso che se Maldini prende 10 Jordi Alba vale 5 (6 di stima). Non che J.ALBA sia scarso ma la differenza è abissale.
A differenza dei calciatori di quel Milan questi del Barcellona ancora sono nel pieno della loro carriera, quindi non è ancora il tempo per dare giudizi definitivi. Nel caso di Jordi Alba ho valutato anche il potenziale che non mi pare cosi scarso.
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Re: [O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti
Intanto rinviata per la neve a martedi Bologna-Fiorentina, probabile anche il rinvio di Parma-Catania.
http://www.repubblica.it/sport/calcio/s ... -53259829/
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