la fura dels baus - request info...
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Ciao ragazzi.
vi chiedo se, per vostra conoscenza, esistono o possedete o avete mai trovato delle risorse on-line inerenti le performance della compagnia teatrale di cui l'oggetto. Nel P2P ho scovato filamati di qualche minuto soltanto e un film (fausto 5.0) che peró oltre ad essere in spagnolo, è un horror con (credo) la partecipazione di uno o più attori della "fura".
Volevo avvicinarmi al genere e conoscere in particolare tali performances... So che qualcuno di voi ha visto anche gli spettacoli qui in Italia anni fa (ricordo qualche post). Ben vengano info di ogni tipo, a prescindere dal gusto personale e dal giudizio sugli spettacoli.
Grazie a tutti e a presto.
Detlef.
vi chiedo se, per vostra conoscenza, esistono o possedete o avete mai trovato delle risorse on-line inerenti le performance della compagnia teatrale di cui l'oggetto. Nel P2P ho scovato filamati di qualche minuto soltanto e un film (fausto 5.0) che peró oltre ad essere in spagnolo, è un horror con (credo) la partecipazione di uno o più attori della "fura".
Volevo avvicinarmi al genere e conoscere in particolare tali performances... So che qualcuno di voi ha visto anche gli spettacoli qui in Italia anni fa (ricordo qualche post). Ben vengano info di ogni tipo, a prescindere dal gusto personale e dal giudizio sugli spettacoli.
Grazie a tutti e a presto.
Detlef.
- Super Zeta
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In Internet ho trovato questi siti:
http://www.lafura.com/entrada/index2.htm
http://digilander.libero.it/spectracomf ... s_baus.htm
Ma credo che tu già li conosca.
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Ma credo che tu già li conosca.
- donegal
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Quoto il capo.
Il meglio di se la Fura lo ha dato anni fa, anche il paragone culinario-visivo è azzeccatissimo.
Ricordo quando, all'ingresso dell'area performance, dovevi addirittura firmare una liberatoria : in caso di danni ai tuoi abiti o averi durante lo spettacolo, dovevi rinunciare a chiedere i danni alla Produzione
Questo per dirti sino a che punto il pubblico diventava parte integrante dell' esibizione.
Vabbè, anche i Rolling Stones a fine anni'60 erano provocatori e innovativi e ora sono diventati un carrozzone dove l'innovazione non esiste più da un pezzo (e la Fura si sta incamminando su questa strada)
Se usi la funzione cerca, ricordo che più di un anno fa abbiamo parlato diffusamente di loro sul forum.
Il meglio di se la Fura lo ha dato anni fa, anche il paragone culinario-visivo è azzeccatissimo.
Ricordo quando, all'ingresso dell'area performance, dovevi addirittura firmare una liberatoria : in caso di danni ai tuoi abiti o averi durante lo spettacolo, dovevi rinunciare a chiedere i danni alla Produzione
Questo per dirti sino a che punto il pubblico diventava parte integrante dell' esibizione.
Vabbè, anche i Rolling Stones a fine anni'60 erano provocatori e innovativi e ora sono diventati un carrozzone dove l'innovazione non esiste più da un pezzo (e la Fura si sta incamminando su questa strada)
Se usi la funzione cerca, ricordo che più di un anno fa abbiamo parlato diffusamente di loro sul forum.
li ho visti a teatro una volta, l'esperienza mi è piaciuta ed è stata meno disturbante di quanto mi aspettassi.
questo nuovo spettacolo mi incuriosisce, l'idea sembra interessante.
fino al 7 marzo al Teatro Smeraldo
Sequestrati dalla Fura dels Baus
Il gruppo catalano in «Boris Godunov» mette in scena un gruppo di terroristi che prende in ostaggio il pubblico
Per certi aspetti dispiace un po' raccontare questo spettacolo. Per altri è meglio andarci preparati. Nel «Boris Godunov» che i catalani della Fura dels Baus portano allo Smeraldo, pubblico, attori e personale del teatro vengono presi in ostaggio da un manipolo di terroristi, passamontagna sul viso, tute mimetiche e cinture esplosive (attori, naturalmente). Tra raffiche di mitra, trattative frenetiche, dichiarazioni del presidente in tv, un maxischermo che permette di vedere come il «mondo di fuori» vive l'assedio, prende forma un docu-drama mozzafiato.
E il pensiero va subito al teatro Dubrovka di Mosca dove, nel 2002, un gruppo di militanti ceceni sequestró oltre 700 spettatori durante una replica di un musical. L'epilogo fu tragico: l'irruzione delle teste di cuoio russe e i gas usati fecero quasi 200 vittime. Nel riprendere questo 11 settembre moscovita, la Fura insiste sulla funzione catartica del teatro immergendo il pubblico in una delle principali paure dell'era contemporanea: il terrorismo. «Non si tratterà di analizzare le cause del terrorismo», dice à€lex Ollè, drammaturgo e regista insieme a David Plana, «ma di mostrare quanto il terrorismo abbia cambiato radicalmente la nostra visione del mondo». La vicenda del sequestro scorre in parallelo con il dramma di Puskin che si sta rappresentando al momento dell'irruzione: Boris Godunov, zar eletto sul sangue e deposto con l'inganno, diventa emblema «del potere corrotto e dell'opposizione a esso che è l'altra faccia della stessa triste e amara medaglia».
Boris Godunov. Smeraldo. Ore 20.45. Fest. 18. P.zza xxv Aprile 10. Tel. 02.29.00.67.67. Euro 40-18. Dal 26 febbraio al 7 marzo.
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 0789.shtml
questo nuovo spettacolo mi incuriosisce, l'idea sembra interessante.
fino al 7 marzo al Teatro Smeraldo
Sequestrati dalla Fura dels Baus
Il gruppo catalano in «Boris Godunov» mette in scena un gruppo di terroristi che prende in ostaggio il pubblico
Per certi aspetti dispiace un po' raccontare questo spettacolo. Per altri è meglio andarci preparati. Nel «Boris Godunov» che i catalani della Fura dels Baus portano allo Smeraldo, pubblico, attori e personale del teatro vengono presi in ostaggio da un manipolo di terroristi, passamontagna sul viso, tute mimetiche e cinture esplosive (attori, naturalmente). Tra raffiche di mitra, trattative frenetiche, dichiarazioni del presidente in tv, un maxischermo che permette di vedere come il «mondo di fuori» vive l'assedio, prende forma un docu-drama mozzafiato.
E il pensiero va subito al teatro Dubrovka di Mosca dove, nel 2002, un gruppo di militanti ceceni sequestró oltre 700 spettatori durante una replica di un musical. L'epilogo fu tragico: l'irruzione delle teste di cuoio russe e i gas usati fecero quasi 200 vittime. Nel riprendere questo 11 settembre moscovita, la Fura insiste sulla funzione catartica del teatro immergendo il pubblico in una delle principali paure dell'era contemporanea: il terrorismo. «Non si tratterà di analizzare le cause del terrorismo», dice à€lex Ollè, drammaturgo e regista insieme a David Plana, «ma di mostrare quanto il terrorismo abbia cambiato radicalmente la nostra visione del mondo». La vicenda del sequestro scorre in parallelo con il dramma di Puskin che si sta rappresentando al momento dell'irruzione: Boris Godunov, zar eletto sul sangue e deposto con l'inganno, diventa emblema «del potere corrotto e dell'opposizione a esso che è l'altra faccia della stessa triste e amara medaglia».
Boris Godunov. Smeraldo. Ore 20.45. Fest. 18. P.zza xxv Aprile 10. Tel. 02.29.00.67.67. Euro 40-18. Dal 26 febbraio al 7 marzo.
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Sono un forumista-immagine.
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una vecchia discussione: viewtopic.php?t=3826&highlight=baus
“E' vero che in Russia i bambini mangiavano i comunisti?"
"Magari è il contrario, no?"
"Ecco, mi sembrava strano che c'avessero dei bambini così feroci.”
"Magari è il contrario, no?"
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detlef,conosci Otto Muehl e gli azionisti viennesi???
sono ancora più crudi e senza compromesi probabilmente,mai assistito a un loro spettacolo peró,ma letto e guardicchiato parecchio su internet e un pó ovunque.
Credo siano i precursori di questa "arte performante"
Si trova parecchia robba su internet.
http://www.cinedetour.it/eventi/azionisti/muehl.htm







ART&(SC)ART: LA DISTRUZIONE DEI TABU' (IN COLLABORAZIONE CON MEDIA BLITZ )
21.30 OTTO MUEHL E GLI AZIONISTI VIENNESI: la body art della crudelta'
(Austria 1961-66) "Aktionsveranstaltung"(azioni materiali), sorta di performance dove il corpo è lo scenario dell'azione, realizzate tra il 60 e il 66 da Otto Muehl (guida teorica del movimento), Adolf Frohner and Hermann Nitsch. Filmate da Kurt Kren e fotografate da Ludwig Hoffenreich, si tratta di messe in scena estremamente crude e destabilizzanti (incluse la rappresentazione esplicita di atti sessuali e il reciproco cospargersi di fluidi corporei) con l'obiettivo di rivolgere un violento attacco estetico ai tabù autoritari e mostrare la valenza liberatoria della naturalità degli istinti. Ispirazioni teoriche: Freud, Marx e soprattutto W. Reich. Serata davvero imperdibile per la rarità e l'eccezionale valore documentario del materiale filmato.
Otto Muehl e gli Azionisti Viennesi
Conversazione tra Daniele Roussel et Thierry Laurent
traduzione dal francese di Sergio Ponzio
Da "Chroniques" (www.visuelimage.com/ch/muehl/)
T.L. Otto Muehl è una figura storica dell'Azionismo Viennese, movimento attivo dal 1961 al 1971. Lei è responsabile degli archivi Muehl a Parigi ed è un esperto dell'artista.
D.R. Dal 91 al 95 ho intrapreso delle ricerche sull'Azionismo Viennese. Ho avuto l'occasione di incontrarne i protagonisti principali: artisti, spettatori, amici uomini politici e anche giornalisti. Ho ritrovato gli articoli dei giornali dell'epoca. L'Azionismo Viennese è stato trattato in termini ingiuriosi. Ho cominciato davvero a occuparmi dell'Azionismo Viennese a partire dall'arresto di Otto Muehl nel 1991. La sua detenzione per me ha significato una condanna della sua concezione dell'esistenza. Otto Muehl è rimasto in prigione fino al 1997. Non ha beneficiato d'alcun sconto di pena.
T.L. Qual'è stata la ragione della carcerazione?
D.R. Otto Muehl aveva creato negli ultimi anni dell'azionismo viennese, nel 1970 con esattezza, una comunità ispirata alle tesi Freud, Reich e Marx, fondata sui principi della sessualità liberata e della proprietà collettiva. Nessuno sarebbe dovuto appartenere a nessuno, le donne non avrebbero più dovuto dipendere dagli uomini, nè economicamente, nè intellettualmente, nè sessualmente. Una grande avventura, insomma. Ma rischiosa. Per un po' ci hanno provato; come del resto hanno tentato gli hippies, ma in quel caso le conseguenze furono disastrose. Invece la comunità di Otto Muehl durerà 20 anni tutto sommato e registrerà fino a 350 appartenenti. Gli adolescenti avevano accesso alla sessualità che desideravano, dai 14 anni in su... Questa visione permissiva tipica degli anni '60 si riveló un errore fatale. Otto Muehl fu dunque condannato a 7 anni di prigione. Immaginate una comunità basata sulla proprietà collettiva e sulla libertà sessuale assoluta nel contesto della società viennese conservatrice fondata sulla coppia, la famiglia e la proprietà privata. Otto Muehl riconoscerà le difficoltà del suo progetto: "Il mio errore", affermerà , "è stato quello di voler fare scalare l'Himalaya a persone in espadrillas.". Di fatto è accaduto che queste persone si sono rivoltate violentemente contro Muehl accusandolo di aver avuto relazioni sessuali con adolescenti, Lo stato autoritario condannó severamente Muehl, soprattutto per ridurre al silenzio un artista scomodo.
T.L. Questo progetto comunitario aveva connotazioni artistiche?
D.R. Certamente. Il principio di Muehl era di innestare l'arte nella vita quotidiana. In seguito al dadaismo e in particolare con Beyus si è cominciato a porre la questione del legame tra arte e vita. L'arte comincia ad esprimersi al centro stesso della vita di tutti i giorni. La sfida artistica posta alla comunità stava nell'idea di vivere tutti insieme, in armonia, girando le spalle alle convenzioni morali del passato. Ciascuno era libero di "scolpire" la propria esistenza come se si trattasse di un'opera d'arte.
T.L. Torniamo alla fase iniziale dell'Azionismo Viennese, agli anni '60. Questo principio di fare della vita un'opera d'arte esisteva fin dall'inizio?
D.R. No, Otto Muehl è prima di tutto un pittore e l'Azionismo deriva direttamente dalla pittura. Muehl si è confrontato negli anni '50 con L'Action Painting e il Tachisme, movimenti che sperimentano l'energia pura dell'artista. Otto Muehl si era reso conto che l'arte è energia, azione dunque. L'incontro con l'artista Gà¼nter Brus è stato decisivo. Brus era parecchio più giovane di Muehl e praticava all'epoca una pittura informale. Si cospargeva le mani di pittura e si metteva così a dipingere il più violentemente possibile sulla tela. Quando Muehl incontra Brus è ancora sotto l'influenza del Cubismo e Brus si prende gioco apertamente di Muehl, lo tratta da vecchio.
T.L. Quanti anni aveva Otto Muehl quando incontra Brus?
D.R. Otto è nato nel '25: aveva 36 anni nel 1961.
T.L. Non è ancora un'età canonica per intraprendere una rivoluzione estetica!
D.R. Esatto. Dopo la visita a Brus, Otto Muehl torna al suo atelier. Un vero e proprio big bang si scatena nella sua coscienza!Muehl realizza la sua prima "distruzione" di un quadro. Tela e telaio vengono lacerati, recisi, spezzati, tritati, annodati. Muehl realizza così un oggetto a tre dimensioni. Artisti come Millares o Fontana avevano già intrapreso un lavoro di distruzione della tela, praticando lacerazioni e strappi. Duchamp, da parte sua, non faceva altro che trasportare un orinatoio in un museo e di metterlo in qualche modo sotto vetro. L'intenzione di Otto Muehl è un'altra: s'impara dall'oggetto, non abbellendolo o rendendolo sacro, ma distruggendolo. L'idea non è tanto quella di mostrare questa distruzione, ma di rappresentare il processo stesso della distruzione.
T.L. Ma distruggere non è proprio il contrario dell'arte. Penso al termine greco di "poièsis", che vuol dire creare, inventare. In che modo un processo di distruzione puó essere assimilato a un processo d'invenzione?
D.R. La distruzione è la premessa stessa di qualsiasi costruzione. La libertà dell'arte si afferma attraverso la distruzione delle barriere intellettuali, morali, sociali, che impediscono questa libertà . Per poter creare bisogna prima di tutto distruggere.
T.L. Non sarebbe meglio definirla trasformazione della materia piuttosto che di pura distruzione?
D.R. Otto Muehl preferisce la nozione più radicale di "distruzione". Non si accontenta di mettere in conserva delle albicocche per l'inverno alla maniera di una casalinga, no, va più lontano, le schiaccia e confeziona un prodotto nuovo, sebbene non si possa più riconoscere il frutto d'origine. Muehl distrugge quindi subito l'oggetto prima di trasformarlo in qualcosa d'inedito. Noi assistiamo attraverso queste distruzioni di oggetti alla distruzione simbolica delle morali passatiste, delle idee desuete del passato. La parola "distruzione" è dunque importante e bisogna rifletterci. Se non si distrugge prima un oggetto, ne resta sempre qualcosa. La creazione non discende dal cielo, come per incanto. L'arte funziona come l'evoluzione del cosmo dove tutto si distrugge incessantemente per potersi trasformare in qualcosa di diverso. Tutto non è che un riciclarsi permanente. L'arte ha anzitutto una finalità filosofica nel senso che abolisce e ricicla le idee che raccoglie.
T.L. E' la nozione di "Tabula rasa".
D.R. "Tabula rasa" ha una connotazione negativa che suppone che si sopprima definitivamente ció che è stato fatto. Con L'Azionismo Viennese si tratta invece di "distruggere creativamente", distruggere per ricostruire con le macerie della distruzione. Otto Muehl raccoglie tutta la sporcizia, i mozziconi, la cenere, tutti i rifiuti della società dei consumi, e poi le rielabora per ottenere delle tele "materiali", delle strutture di ciarpame.
La seconda fase, al più importante forse, consiste nell'utilizzare il corpo umano attraverso delle azioni concrete, materiali. Il loro scopo è quello di mettere in scena quei tabù che ci si rifiuta sempre di rappresentare: l'aggressività umana e le pulsioni sessuali. L'Austria fascistoide non ha mai accettato questo comportamento. La stampa si è affrettata a considerare gli Azionisti come dei mostri, mentre gli azionisti sono soltanto degli artisti che denunciano attraverso un processo di creazione le mostruosità dell'umanità . Bisognerà aspettare circa trent'anni perchè la scena artistica cominci a interessarsi all'Azionismo.
T.L. In cosa consiste concretamente una "azione materiale"?
D.R. Otto Muehl ci mostra un corpo femminile nudo; poi lo ricopre d'argilla, di pigmenti colorati, di latte, d'uova, di legumi e frutta, d'ogni sorta di materiali. In questo modo intende rappresentare il confronto tra l'individuo e l'ambiente ostile. La prima "azione materiale" ha avuto luogo nel 1963. Muehl oppone il corpo nudo alla realtà esteriore, che considera come fonte di sporcizia, come degradante. Muehl intende mettere in risalto i guasti provocati dall'educazione. Grazie alle "azioni materiale" e più tardi attraverso il progetto comunitario del 1970, si sviluppa una comunicazione creativa, la "Selbsdarstellung", fatta di parole, di canti, e di danza. Arte, terapia e realtà della vita si giustappongono strettamente. L'essere umano si deve scoprire e deve auto-realizzarsi attraverso passioni autentiche.
T.L. Nel corso delle "azioni materiali" degli anni '60, se ho ben compreso, si tratta di cospargere un corpo femminile di materiali. Dove sta l'umanesimo, nello sporcare il corpo di una ragazza?
D.R. Otto Muehl rifiuta la nozione tradizionale d'umanesimo, di civilizzazione. Nelle "azioni" mette in causa i tabù inculcati dalla nostra società attraverso i secoli. Invita a liberare l'essere umano dai suoi tabù atavici, fornendo loro una forma artistica.
T.L. A quali tabù ci stiamo riferendo esattamente?
D.R. Quello della sessualità . Per Muehl, la sessualità è il bisogno primario dell'uomo. Tuttavia la nostra cultura tende a relegare la sessualità all'ultimo posto, dopo il lavoro, le preoccupazioni economiche, i debiti da pagare e altre preoccupazioni sociali. Tutti soffrono di questa banalizzazione della sessualità . Muehl intende eliminare ogni ostacolo sulla strada della sessualità .
T.L. Non vedo dove sia lo scoop! Questo ormai si dice anche sulle riviste di moda.
D.R. Sì, ma Muehl intende mettere direttamente in pratica queste idee, di sperimentarle nella realtà , provare la loro validità , questo è il senso della sua comunità .
T.L. Torniamo alle prime azioni materiali. In che modo distruggono i tabù sessuali?
D.R. Otto Muehl è il primo artista ad aver messo in scena l'atto sessuale. Il suo vero obiettivo è la provocazione. L'Azionismo vuole assestare uno schiaffo al cervello, far esplodere il cemento che ci hanno messo nelle meningi: rompere le barriere dell'inconscio, liberarci dai tabù imposti dalla nostra educazione. Per esempio gli attori si scagliavano contro un'oca, la facevano a pezzi, la mordevano, e infine la ingoiavano, mentre una ragazza suonava placidamente il violoncello. Gli spettatori rimasero sconvolti. All'epoca questa radicalità era necessaria. Oggi meno.
T.L. Lei dice "all'epoca". In che situazione si è sviluppato l'Azionismo Viennese, un contesto che puó fornire un senso credibile al movimento?
D.R. Bisogna risalire alla storia dell'Austria per comprendere l'Azionismo Viennese. Prima della prima guerra mondiale, L'impero austro-ungarico era immenso, culturalmente molto attivo, la cui capitale era in concorrenza con Parigi. Dopo il conflitto non resterà niente di questo splendore. L'Austria, svuotata della sua popolazione e amputata dei suoi territori, continua a vivere con l'idea dell'impero e una struttura sociale da antico regime.: clero, nobiltà e stato. Nasce allora un insopprimibile sentimento di frustrazione a fronte della perdita di quest'impero. Con Hitler, l'Austria tornava ad essere la grande potenza che era stata. Hitler era prima di tutto austriaco: era tornato in Austria acclamato dalla folla nel 1938. Uomini, donne e giovani ebrei, erano costretti a pulire i marciapiedi con degli spazzolini da denti per accogliere il fuhrer. Alcune foto lo testimoniano. Questa infatuazione per Hitler si spiega con l'amputazione di territori e di prestigio di cui gli austriaci soffrivano ancora. C'è una spiegazione più generale al fenomeno nazista: esso fa emergere quello che diventa l'animo umano quando viene lasciato libero dopo secoli di addomesticamento. Hitler è il prodotto di duemila anni di Cristianesimo e di cultura castratrice.
T.L. Il Cristianesimo professa piuttosto l'amore per il prossimo...
D.R. In origine è possibile, ma in seguito l'amore per il prossimo è diventato pura ipocrisia. I sistemi religiosi e sociali hanno ridotto la sessualità e la vita familiare a un contesto talmente angusto che non c'è più stato modo di sfogare la pulsione sessuale, e la pulsione sessuale così a lungo repressa si è trasformata all'improvviso in violenza collettiva. Per Otto Muehl la coppia è il sarcofago della sessualità . L'oppressione della sessualità crea delle perversioni terribili, dunque il terzo reich. Il terzo reich rivela quello che è veramente l'umanità , ma un'umanità resa inumana da secoli di costrizioni religiose e sociali.
T.L. In che ambiente repressivo si è dunque sviluppato l'Azionismo Viennese?
D.R. Nel 1955, l'Austria è stata dichiarata "vittima di guerra", il che è un'enorme menzogna, fatta passare dagli alleati. Gli austriaci non si sono mai posti il problema delle loro colpe. I vecchi nazisti hanno ripreso tranquillamente il loro lavoro, ed è contro quest'atmosfera irrespirabile che gli Azionisti Hermann Nitsch, Otto Muehl e Gunter Brus, hanno voluto colpire, cercando di eliminare il fetore di fascismo che persisteva a Vienna. In seguito alle loro azioni saranno perseguitati e incarcerati. Quanto alla scena artistica internazionale, non li sosterrà in alcun modo.
T.L. Oggi lei crede che sia dunque necessario di lasciare libero corso alle nostre pulsioni violente, sessuali, per evitare esplosioni collettive e totalitarie. Tutto deve essere permesso sessualmente? Altrimenti assisteremmo all'insurrezione brutale e imprevedibile delle masse?
D.R. Tutto è permesso, tutto è possibile, ma solamente nel quadro di riferimento di un mezzo artistico. Shakespeare decreta una ventina di morti in una sola tragedia, ma unicamente sulla scena, sottraendo agli spettatori il desiderio di diventare criminali essi stessi. L'arte contemporanea dovrebbe rappresentare ció che è insopportabile, inaccettabile nella realtà , con umorismo se possibile. La sessualità è un'energia positiva. Ma se è troppo repressa, ne risultano una serie di aggressioni violente. In un paese, nella misura in cui la sessualità è repressa, la violenza aumenta: o ci si uccide, o si fa l'amore oppure si diventa artisti.
T.L. Non siamo molto lontani dalla buona vecchia teoria aristotelica della "catharsis". L'essere umano è un fascio di pulsioni violente, omicide, sessuali e così via, e a causa della vita in società , queste pulsioni sono fortemente represse, castrate. L'arte è una maniera di mettere in scena queste pulsioni e di esprimerle, tanto dal lato dell'artista quanto da quello degli spettatori. Dunque c'è bisogno di un'arte violenta per creare una società pacifica?
D.R. E' giusto: le pulsioni devono avere come valvola di sfogo l'arte e non la realtà . Le pulsioni sono pura energia. Ma l'energia diventa mostruosa quando è repressa. L'energia che permette di esprimersi positivamente con l'arte, contiene qualcosa di meraviglioso, è l'estasi. Per essere chiaro: l'Azionismo Viennese rappresenta l'immagine del mondo che reprime queste pulsioni, mostrando in maniera estrema e brutale la realtà oppressiva. C'è sempre come un'ancora agganciata alla realtà castratrice. Come arrivare a fare in modo che l'odio non domini più? Lasciate in totale libertà dei bambini e arriveranno a uccidersi a vicenda. Ma se dotate i bambini, senza reprimerli, di mezzi per esprimere i loro sentimenti senza restrizioni morali, con la pittura, la danza, il canto, la musica, il jazz, il teatro, etc, allora i bambini impareranno a rappresentare quello che sentono senza colpevolizzarsi, senza reprimere le proprie energie. L'arte umanizza e rende liberi.
T.L. Trasformare le pulsioni criminali in pulsioni estetiche?
D.R. In pulsioni estetiche e sociali. E' per questo che Otto Muehl ha dato vita negli anni '70 alla sua utopia collettiva, una comunità dove la sessualità fosse libera.
T.L. Torniamo all'Azionismo storico, quello degli anni '60. Certo, mette in scena l'aggressività e la violenza simbolica generata dalla repressione del desiderio. Ció nonostante io rimango scioccato dalla profanazione e dalla degradazione del corpo femminile. Come si puó conciliare la visione di un corpo umiliato, sporcato, con la volontà d'emancipazione e di rispetto dell'essere umano, di rispetto per la donna in particolare?
D.R. Lei parla di sporcizia del corpo, d'immondizia, ma è la sua educazione che sta parlando... In effetti la vernice non sporca. L'argilla neanche. Non s'imbratta una tela o un corpo femminile prima di aver dato l'imprimitura al materiale e ai pigmenti. Questa visione "sporca" dei materiali deriva dall'educazione. Con cosa giocano spontaneamente i bambini piccoli? Col fango, con quello che gli capita a portata di mano, anche con gli escrementi! Il bambino nasce vergine da tutti i tabù, che poi gli saranno imposti dall'educazione: gli vengono prescritti dei doveri, delle interdizioni. Il fatto di ricoprire il corpo con diversi materiali ha scioccato il pubblico viennese, mummificato dalle proibizioni introiettate. Si era trasgredita una tradizione di dissimulazione dei corpi antica di secoli. I nostri corpi sono composti di carne, sangue, ossa, peli: si tratta di un mèlange di materiali, nè più nè meno. Che c'è di male a spalmarsi in pubblico altri materiali?
T.L. Dov'è l'emancipazione della donna e della sessualità nel momento in cui il corpo femminile è esposto a questo imbrattamento?
D.R. Una vera liberazione per la donna è poter stare nuda, senza restrizioni, ricoperta d'argilla... è un ritorno all'origine, alla materia primordiale, alla madre terra. C'è una sensualità evidente nel fatto di ricoprire il corpo di fango, un avvicinamento alle sensazioni primitive.
T.L. E' una maniera per desacralizzare il corpo?
D.R. Sì, di renderlo umano, accessibile allo sguardo e al contatto fisico. I corpi dei miei genitori erano considerati come intoccabili, come tabù.
T.L. Potrebbe descriverci una "azione materiale" storica?
D.R. « O Sensibility » del 1965, qui è stata presentata di recente al Centre Pompidou. Una donna nuda si lascia andare a un gioco erotico con un oca. Otto Muehl partecipa a questa azione erotica. C'è una sorta di coreografia nella forma di un collage a tre: due corpi umani e un uccello piumato. L'oca viene poi decapitata e il suo sangue spruzzato tutto intorno, come in un sacrificio rituale.
T.L. Perchè gli schizzi di sangue?
D.R. Il sangue simboleggia la vita ma anche la morte, l'aggressività . Ma le azioni di Otto Muehl sono assai meditate, le loro messe in scena sono descritte nei dettagli su dei libretti distribuiti al pubblico.
T.L. La messa in scena dell'universale carica di violenza dell'umanità ?
D.R. Esatto.
T.L. Le azioni hanno causato a Muehl l'arresto e il carcere. Oggi la sola prigione di cui i nostri artisti possono beneficiare è il museo.
D.R. (Ride) Nel '68 Muehl e Brus sono stati condannati al carcere a causa delle loro azioni all'università . Brus aveva urinato e defecato sulla bandiera austriaca. Muehl aveva organizzato un concorso consistente nel gettare il più lontano possibile della birra, scuotendo violentemente le bottiglie.
T.L. E in cosa urinare, defecare in pubblico su una bandiera o spargere birra puó considerarsi arte?
D.R. L'arte è prima di tutto una provocazione. Marcel Duchamp è stato il primo a dichiararlo. Provocare è molto più difficile di quanto s'immagini. Lo scopo della provocazione è quello di infliggere un salutare schiaffo alla mente. L'atto di urinare e defecare sulla bandiera austriaca voleva interrogare i giovani studenti sull'idea del rispetto per la bandiera di un paese che ha commesso i peggiori crimini durante la II guerra mondiale.
T.L. Il ruolo dell'arte è dunque quello di provocare una presa di coscienza dei problemi del mondo e dei crimini commessi ?
D.R. La vocazione dell'arte è quella di "de-borghesizzare" le coscienze sollecitandole continuamente attraverso degli elettrochoc. L'Azionismo di Muehl vuole mettere in pratica anzitutto questo processo in chiave anti-borghese. Da qui la creazione della comunità negli anni '70, situata vicino Vienna, a Friedrichshof, nel Burgendland. Si tratta a mio parere della più grande esperienza artistica realizzata dopo la II guerra mondiale.
T.L. La comunità è poi morta a causa del suo successo ?
D.R. Della sua istituzionalizzazione, resa obbligatoria dalle sue dimensioni crescenti. Oggi la comunità continua a esistere in Portogallo, con soltanto cinque famiglie d'artisti, in tutto otto donne, cinque uomini, nove adolescenti e tre bambini. Una comunità ridotta. Small is beautiful.
sono ancora più crudi e senza compromesi probabilmente,mai assistito a un loro spettacolo peró,ma letto e guardicchiato parecchio su internet e un pó ovunque.
Credo siano i precursori di questa "arte performante"
Si trova parecchia robba su internet.
http://www.cinedetour.it/eventi/azionisti/muehl.htm







ART&(SC)ART: LA DISTRUZIONE DEI TABU' (IN COLLABORAZIONE CON MEDIA BLITZ )
21.30 OTTO MUEHL E GLI AZIONISTI VIENNESI: la body art della crudelta'
(Austria 1961-66) "Aktionsveranstaltung"(azioni materiali), sorta di performance dove il corpo è lo scenario dell'azione, realizzate tra il 60 e il 66 da Otto Muehl (guida teorica del movimento), Adolf Frohner and Hermann Nitsch. Filmate da Kurt Kren e fotografate da Ludwig Hoffenreich, si tratta di messe in scena estremamente crude e destabilizzanti (incluse la rappresentazione esplicita di atti sessuali e il reciproco cospargersi di fluidi corporei) con l'obiettivo di rivolgere un violento attacco estetico ai tabù autoritari e mostrare la valenza liberatoria della naturalità degli istinti. Ispirazioni teoriche: Freud, Marx e soprattutto W. Reich. Serata davvero imperdibile per la rarità e l'eccezionale valore documentario del materiale filmato.
Otto Muehl e gli Azionisti Viennesi
Conversazione tra Daniele Roussel et Thierry Laurent
traduzione dal francese di Sergio Ponzio
Da "Chroniques" (www.visuelimage.com/ch/muehl/)
T.L. Otto Muehl è una figura storica dell'Azionismo Viennese, movimento attivo dal 1961 al 1971. Lei è responsabile degli archivi Muehl a Parigi ed è un esperto dell'artista.
D.R. Dal 91 al 95 ho intrapreso delle ricerche sull'Azionismo Viennese. Ho avuto l'occasione di incontrarne i protagonisti principali: artisti, spettatori, amici uomini politici e anche giornalisti. Ho ritrovato gli articoli dei giornali dell'epoca. L'Azionismo Viennese è stato trattato in termini ingiuriosi. Ho cominciato davvero a occuparmi dell'Azionismo Viennese a partire dall'arresto di Otto Muehl nel 1991. La sua detenzione per me ha significato una condanna della sua concezione dell'esistenza. Otto Muehl è rimasto in prigione fino al 1997. Non ha beneficiato d'alcun sconto di pena.
T.L. Qual'è stata la ragione della carcerazione?
D.R. Otto Muehl aveva creato negli ultimi anni dell'azionismo viennese, nel 1970 con esattezza, una comunità ispirata alle tesi Freud, Reich e Marx, fondata sui principi della sessualità liberata e della proprietà collettiva. Nessuno sarebbe dovuto appartenere a nessuno, le donne non avrebbero più dovuto dipendere dagli uomini, nè economicamente, nè intellettualmente, nè sessualmente. Una grande avventura, insomma. Ma rischiosa. Per un po' ci hanno provato; come del resto hanno tentato gli hippies, ma in quel caso le conseguenze furono disastrose. Invece la comunità di Otto Muehl durerà 20 anni tutto sommato e registrerà fino a 350 appartenenti. Gli adolescenti avevano accesso alla sessualità che desideravano, dai 14 anni in su... Questa visione permissiva tipica degli anni '60 si riveló un errore fatale. Otto Muehl fu dunque condannato a 7 anni di prigione. Immaginate una comunità basata sulla proprietà collettiva e sulla libertà sessuale assoluta nel contesto della società viennese conservatrice fondata sulla coppia, la famiglia e la proprietà privata. Otto Muehl riconoscerà le difficoltà del suo progetto: "Il mio errore", affermerà , "è stato quello di voler fare scalare l'Himalaya a persone in espadrillas.". Di fatto è accaduto che queste persone si sono rivoltate violentemente contro Muehl accusandolo di aver avuto relazioni sessuali con adolescenti, Lo stato autoritario condannó severamente Muehl, soprattutto per ridurre al silenzio un artista scomodo.
T.L. Questo progetto comunitario aveva connotazioni artistiche?
D.R. Certamente. Il principio di Muehl era di innestare l'arte nella vita quotidiana. In seguito al dadaismo e in particolare con Beyus si è cominciato a porre la questione del legame tra arte e vita. L'arte comincia ad esprimersi al centro stesso della vita di tutti i giorni. La sfida artistica posta alla comunità stava nell'idea di vivere tutti insieme, in armonia, girando le spalle alle convenzioni morali del passato. Ciascuno era libero di "scolpire" la propria esistenza come se si trattasse di un'opera d'arte.
T.L. Torniamo alla fase iniziale dell'Azionismo Viennese, agli anni '60. Questo principio di fare della vita un'opera d'arte esisteva fin dall'inizio?
D.R. No, Otto Muehl è prima di tutto un pittore e l'Azionismo deriva direttamente dalla pittura. Muehl si è confrontato negli anni '50 con L'Action Painting e il Tachisme, movimenti che sperimentano l'energia pura dell'artista. Otto Muehl si era reso conto che l'arte è energia, azione dunque. L'incontro con l'artista Gà¼nter Brus è stato decisivo. Brus era parecchio più giovane di Muehl e praticava all'epoca una pittura informale. Si cospargeva le mani di pittura e si metteva così a dipingere il più violentemente possibile sulla tela. Quando Muehl incontra Brus è ancora sotto l'influenza del Cubismo e Brus si prende gioco apertamente di Muehl, lo tratta da vecchio.
T.L. Quanti anni aveva Otto Muehl quando incontra Brus?
D.R. Otto è nato nel '25: aveva 36 anni nel 1961.
T.L. Non è ancora un'età canonica per intraprendere una rivoluzione estetica!
D.R. Esatto. Dopo la visita a Brus, Otto Muehl torna al suo atelier. Un vero e proprio big bang si scatena nella sua coscienza!Muehl realizza la sua prima "distruzione" di un quadro. Tela e telaio vengono lacerati, recisi, spezzati, tritati, annodati. Muehl realizza così un oggetto a tre dimensioni. Artisti come Millares o Fontana avevano già intrapreso un lavoro di distruzione della tela, praticando lacerazioni e strappi. Duchamp, da parte sua, non faceva altro che trasportare un orinatoio in un museo e di metterlo in qualche modo sotto vetro. L'intenzione di Otto Muehl è un'altra: s'impara dall'oggetto, non abbellendolo o rendendolo sacro, ma distruggendolo. L'idea non è tanto quella di mostrare questa distruzione, ma di rappresentare il processo stesso della distruzione.
T.L. Ma distruggere non è proprio il contrario dell'arte. Penso al termine greco di "poièsis", che vuol dire creare, inventare. In che modo un processo di distruzione puó essere assimilato a un processo d'invenzione?
D.R. La distruzione è la premessa stessa di qualsiasi costruzione. La libertà dell'arte si afferma attraverso la distruzione delle barriere intellettuali, morali, sociali, che impediscono questa libertà . Per poter creare bisogna prima di tutto distruggere.
T.L. Non sarebbe meglio definirla trasformazione della materia piuttosto che di pura distruzione?
D.R. Otto Muehl preferisce la nozione più radicale di "distruzione". Non si accontenta di mettere in conserva delle albicocche per l'inverno alla maniera di una casalinga, no, va più lontano, le schiaccia e confeziona un prodotto nuovo, sebbene non si possa più riconoscere il frutto d'origine. Muehl distrugge quindi subito l'oggetto prima di trasformarlo in qualcosa d'inedito. Noi assistiamo attraverso queste distruzioni di oggetti alla distruzione simbolica delle morali passatiste, delle idee desuete del passato. La parola "distruzione" è dunque importante e bisogna rifletterci. Se non si distrugge prima un oggetto, ne resta sempre qualcosa. La creazione non discende dal cielo, come per incanto. L'arte funziona come l'evoluzione del cosmo dove tutto si distrugge incessantemente per potersi trasformare in qualcosa di diverso. Tutto non è che un riciclarsi permanente. L'arte ha anzitutto una finalità filosofica nel senso che abolisce e ricicla le idee che raccoglie.
T.L. E' la nozione di "Tabula rasa".
D.R. "Tabula rasa" ha una connotazione negativa che suppone che si sopprima definitivamente ció che è stato fatto. Con L'Azionismo Viennese si tratta invece di "distruggere creativamente", distruggere per ricostruire con le macerie della distruzione. Otto Muehl raccoglie tutta la sporcizia, i mozziconi, la cenere, tutti i rifiuti della società dei consumi, e poi le rielabora per ottenere delle tele "materiali", delle strutture di ciarpame.
La seconda fase, al più importante forse, consiste nell'utilizzare il corpo umano attraverso delle azioni concrete, materiali. Il loro scopo è quello di mettere in scena quei tabù che ci si rifiuta sempre di rappresentare: l'aggressività umana e le pulsioni sessuali. L'Austria fascistoide non ha mai accettato questo comportamento. La stampa si è affrettata a considerare gli Azionisti come dei mostri, mentre gli azionisti sono soltanto degli artisti che denunciano attraverso un processo di creazione le mostruosità dell'umanità . Bisognerà aspettare circa trent'anni perchè la scena artistica cominci a interessarsi all'Azionismo.
T.L. In cosa consiste concretamente una "azione materiale"?
D.R. Otto Muehl ci mostra un corpo femminile nudo; poi lo ricopre d'argilla, di pigmenti colorati, di latte, d'uova, di legumi e frutta, d'ogni sorta di materiali. In questo modo intende rappresentare il confronto tra l'individuo e l'ambiente ostile. La prima "azione materiale" ha avuto luogo nel 1963. Muehl oppone il corpo nudo alla realtà esteriore, che considera come fonte di sporcizia, come degradante. Muehl intende mettere in risalto i guasti provocati dall'educazione. Grazie alle "azioni materiale" e più tardi attraverso il progetto comunitario del 1970, si sviluppa una comunicazione creativa, la "Selbsdarstellung", fatta di parole, di canti, e di danza. Arte, terapia e realtà della vita si giustappongono strettamente. L'essere umano si deve scoprire e deve auto-realizzarsi attraverso passioni autentiche.
T.L. Nel corso delle "azioni materiali" degli anni '60, se ho ben compreso, si tratta di cospargere un corpo femminile di materiali. Dove sta l'umanesimo, nello sporcare il corpo di una ragazza?
D.R. Otto Muehl rifiuta la nozione tradizionale d'umanesimo, di civilizzazione. Nelle "azioni" mette in causa i tabù inculcati dalla nostra società attraverso i secoli. Invita a liberare l'essere umano dai suoi tabù atavici, fornendo loro una forma artistica.
T.L. A quali tabù ci stiamo riferendo esattamente?
D.R. Quello della sessualità . Per Muehl, la sessualità è il bisogno primario dell'uomo. Tuttavia la nostra cultura tende a relegare la sessualità all'ultimo posto, dopo il lavoro, le preoccupazioni economiche, i debiti da pagare e altre preoccupazioni sociali. Tutti soffrono di questa banalizzazione della sessualità . Muehl intende eliminare ogni ostacolo sulla strada della sessualità .
T.L. Non vedo dove sia lo scoop! Questo ormai si dice anche sulle riviste di moda.
D.R. Sì, ma Muehl intende mettere direttamente in pratica queste idee, di sperimentarle nella realtà , provare la loro validità , questo è il senso della sua comunità .
T.L. Torniamo alle prime azioni materiali. In che modo distruggono i tabù sessuali?
D.R. Otto Muehl è il primo artista ad aver messo in scena l'atto sessuale. Il suo vero obiettivo è la provocazione. L'Azionismo vuole assestare uno schiaffo al cervello, far esplodere il cemento che ci hanno messo nelle meningi: rompere le barriere dell'inconscio, liberarci dai tabù imposti dalla nostra educazione. Per esempio gli attori si scagliavano contro un'oca, la facevano a pezzi, la mordevano, e infine la ingoiavano, mentre una ragazza suonava placidamente il violoncello. Gli spettatori rimasero sconvolti. All'epoca questa radicalità era necessaria. Oggi meno.
T.L. Lei dice "all'epoca". In che situazione si è sviluppato l'Azionismo Viennese, un contesto che puó fornire un senso credibile al movimento?
D.R. Bisogna risalire alla storia dell'Austria per comprendere l'Azionismo Viennese. Prima della prima guerra mondiale, L'impero austro-ungarico era immenso, culturalmente molto attivo, la cui capitale era in concorrenza con Parigi. Dopo il conflitto non resterà niente di questo splendore. L'Austria, svuotata della sua popolazione e amputata dei suoi territori, continua a vivere con l'idea dell'impero e una struttura sociale da antico regime.: clero, nobiltà e stato. Nasce allora un insopprimibile sentimento di frustrazione a fronte della perdita di quest'impero. Con Hitler, l'Austria tornava ad essere la grande potenza che era stata. Hitler era prima di tutto austriaco: era tornato in Austria acclamato dalla folla nel 1938. Uomini, donne e giovani ebrei, erano costretti a pulire i marciapiedi con degli spazzolini da denti per accogliere il fuhrer. Alcune foto lo testimoniano. Questa infatuazione per Hitler si spiega con l'amputazione di territori e di prestigio di cui gli austriaci soffrivano ancora. C'è una spiegazione più generale al fenomeno nazista: esso fa emergere quello che diventa l'animo umano quando viene lasciato libero dopo secoli di addomesticamento. Hitler è il prodotto di duemila anni di Cristianesimo e di cultura castratrice.
T.L. Il Cristianesimo professa piuttosto l'amore per il prossimo...
D.R. In origine è possibile, ma in seguito l'amore per il prossimo è diventato pura ipocrisia. I sistemi religiosi e sociali hanno ridotto la sessualità e la vita familiare a un contesto talmente angusto che non c'è più stato modo di sfogare la pulsione sessuale, e la pulsione sessuale così a lungo repressa si è trasformata all'improvviso in violenza collettiva. Per Otto Muehl la coppia è il sarcofago della sessualità . L'oppressione della sessualità crea delle perversioni terribili, dunque il terzo reich. Il terzo reich rivela quello che è veramente l'umanità , ma un'umanità resa inumana da secoli di costrizioni religiose e sociali.
T.L. In che ambiente repressivo si è dunque sviluppato l'Azionismo Viennese?
D.R. Nel 1955, l'Austria è stata dichiarata "vittima di guerra", il che è un'enorme menzogna, fatta passare dagli alleati. Gli austriaci non si sono mai posti il problema delle loro colpe. I vecchi nazisti hanno ripreso tranquillamente il loro lavoro, ed è contro quest'atmosfera irrespirabile che gli Azionisti Hermann Nitsch, Otto Muehl e Gunter Brus, hanno voluto colpire, cercando di eliminare il fetore di fascismo che persisteva a Vienna. In seguito alle loro azioni saranno perseguitati e incarcerati. Quanto alla scena artistica internazionale, non li sosterrà in alcun modo.
T.L. Oggi lei crede che sia dunque necessario di lasciare libero corso alle nostre pulsioni violente, sessuali, per evitare esplosioni collettive e totalitarie. Tutto deve essere permesso sessualmente? Altrimenti assisteremmo all'insurrezione brutale e imprevedibile delle masse?
D.R. Tutto è permesso, tutto è possibile, ma solamente nel quadro di riferimento di un mezzo artistico. Shakespeare decreta una ventina di morti in una sola tragedia, ma unicamente sulla scena, sottraendo agli spettatori il desiderio di diventare criminali essi stessi. L'arte contemporanea dovrebbe rappresentare ció che è insopportabile, inaccettabile nella realtà , con umorismo se possibile. La sessualità è un'energia positiva. Ma se è troppo repressa, ne risultano una serie di aggressioni violente. In un paese, nella misura in cui la sessualità è repressa, la violenza aumenta: o ci si uccide, o si fa l'amore oppure si diventa artisti.
T.L. Non siamo molto lontani dalla buona vecchia teoria aristotelica della "catharsis". L'essere umano è un fascio di pulsioni violente, omicide, sessuali e così via, e a causa della vita in società , queste pulsioni sono fortemente represse, castrate. L'arte è una maniera di mettere in scena queste pulsioni e di esprimerle, tanto dal lato dell'artista quanto da quello degli spettatori. Dunque c'è bisogno di un'arte violenta per creare una società pacifica?
D.R. E' giusto: le pulsioni devono avere come valvola di sfogo l'arte e non la realtà . Le pulsioni sono pura energia. Ma l'energia diventa mostruosa quando è repressa. L'energia che permette di esprimersi positivamente con l'arte, contiene qualcosa di meraviglioso, è l'estasi. Per essere chiaro: l'Azionismo Viennese rappresenta l'immagine del mondo che reprime queste pulsioni, mostrando in maniera estrema e brutale la realtà oppressiva. C'è sempre come un'ancora agganciata alla realtà castratrice. Come arrivare a fare in modo che l'odio non domini più? Lasciate in totale libertà dei bambini e arriveranno a uccidersi a vicenda. Ma se dotate i bambini, senza reprimerli, di mezzi per esprimere i loro sentimenti senza restrizioni morali, con la pittura, la danza, il canto, la musica, il jazz, il teatro, etc, allora i bambini impareranno a rappresentare quello che sentono senza colpevolizzarsi, senza reprimere le proprie energie. L'arte umanizza e rende liberi.
T.L. Trasformare le pulsioni criminali in pulsioni estetiche?
D.R. In pulsioni estetiche e sociali. E' per questo che Otto Muehl ha dato vita negli anni '70 alla sua utopia collettiva, una comunità dove la sessualità fosse libera.
T.L. Torniamo all'Azionismo storico, quello degli anni '60. Certo, mette in scena l'aggressività e la violenza simbolica generata dalla repressione del desiderio. Ció nonostante io rimango scioccato dalla profanazione e dalla degradazione del corpo femminile. Come si puó conciliare la visione di un corpo umiliato, sporcato, con la volontà d'emancipazione e di rispetto dell'essere umano, di rispetto per la donna in particolare?
D.R. Lei parla di sporcizia del corpo, d'immondizia, ma è la sua educazione che sta parlando... In effetti la vernice non sporca. L'argilla neanche. Non s'imbratta una tela o un corpo femminile prima di aver dato l'imprimitura al materiale e ai pigmenti. Questa visione "sporca" dei materiali deriva dall'educazione. Con cosa giocano spontaneamente i bambini piccoli? Col fango, con quello che gli capita a portata di mano, anche con gli escrementi! Il bambino nasce vergine da tutti i tabù, che poi gli saranno imposti dall'educazione: gli vengono prescritti dei doveri, delle interdizioni. Il fatto di ricoprire il corpo con diversi materiali ha scioccato il pubblico viennese, mummificato dalle proibizioni introiettate. Si era trasgredita una tradizione di dissimulazione dei corpi antica di secoli. I nostri corpi sono composti di carne, sangue, ossa, peli: si tratta di un mèlange di materiali, nè più nè meno. Che c'è di male a spalmarsi in pubblico altri materiali?
T.L. Dov'è l'emancipazione della donna e della sessualità nel momento in cui il corpo femminile è esposto a questo imbrattamento?
D.R. Una vera liberazione per la donna è poter stare nuda, senza restrizioni, ricoperta d'argilla... è un ritorno all'origine, alla materia primordiale, alla madre terra. C'è una sensualità evidente nel fatto di ricoprire il corpo di fango, un avvicinamento alle sensazioni primitive.
T.L. E' una maniera per desacralizzare il corpo?
D.R. Sì, di renderlo umano, accessibile allo sguardo e al contatto fisico. I corpi dei miei genitori erano considerati come intoccabili, come tabù.
T.L. Potrebbe descriverci una "azione materiale" storica?
D.R. « O Sensibility » del 1965, qui è stata presentata di recente al Centre Pompidou. Una donna nuda si lascia andare a un gioco erotico con un oca. Otto Muehl partecipa a questa azione erotica. C'è una sorta di coreografia nella forma di un collage a tre: due corpi umani e un uccello piumato. L'oca viene poi decapitata e il suo sangue spruzzato tutto intorno, come in un sacrificio rituale.
T.L. Perchè gli schizzi di sangue?
D.R. Il sangue simboleggia la vita ma anche la morte, l'aggressività . Ma le azioni di Otto Muehl sono assai meditate, le loro messe in scena sono descritte nei dettagli su dei libretti distribuiti al pubblico.
T.L. La messa in scena dell'universale carica di violenza dell'umanità ?
D.R. Esatto.
T.L. Le azioni hanno causato a Muehl l'arresto e il carcere. Oggi la sola prigione di cui i nostri artisti possono beneficiare è il museo.
D.R. (Ride) Nel '68 Muehl e Brus sono stati condannati al carcere a causa delle loro azioni all'università . Brus aveva urinato e defecato sulla bandiera austriaca. Muehl aveva organizzato un concorso consistente nel gettare il più lontano possibile della birra, scuotendo violentemente le bottiglie.
T.L. E in cosa urinare, defecare in pubblico su una bandiera o spargere birra puó considerarsi arte?
D.R. L'arte è prima di tutto una provocazione. Marcel Duchamp è stato il primo a dichiararlo. Provocare è molto più difficile di quanto s'immagini. Lo scopo della provocazione è quello di infliggere un salutare schiaffo alla mente. L'atto di urinare e defecare sulla bandiera austriaca voleva interrogare i giovani studenti sull'idea del rispetto per la bandiera di un paese che ha commesso i peggiori crimini durante la II guerra mondiale.
T.L. Il ruolo dell'arte è dunque quello di provocare una presa di coscienza dei problemi del mondo e dei crimini commessi ?
D.R. La vocazione dell'arte è quella di "de-borghesizzare" le coscienze sollecitandole continuamente attraverso degli elettrochoc. L'Azionismo di Muehl vuole mettere in pratica anzitutto questo processo in chiave anti-borghese. Da qui la creazione della comunità negli anni '70, situata vicino Vienna, a Friedrichshof, nel Burgendland. Si tratta a mio parere della più grande esperienza artistica realizzata dopo la II guerra mondiale.
T.L. La comunità è poi morta a causa del suo successo ?
D.R. Della sua istituzionalizzazione, resa obbligatoria dalle sue dimensioni crescenti. Oggi la comunità continua a esistere in Portogallo, con soltanto cinque famiglie d'artisti, in tutto otto donne, cinque uomini, nove adolescenti e tre bambini. Una comunità ridotta. Small is beautiful.
Siam del popolo gli arditi contadini ed operai non c'è sbirro non c'è fascio che ci possa piegar mai.
di recente ho visto una mostra
e foto video di Hermann Nitsch
Pazzesco !
In Austria e' considerato un genio
http://www.nitsch.org/
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Pazzesco !
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"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
NITSCHdboon ha scritto:di recente ho visto una mostra
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In Austria e' considerato un genio
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E'
UN GENIO
(POP-PORNO STO CAZZO)
misha71
"La pretesa della felicità : ecco la grande illusione! Essa complica tutta la vita! Rende la gente così velenosa, canaglia, insopportabile. Non c'è felicità nell'esistenza, non ci sono che dolori più o meno tardivi, segreti, differiti, dissimulati" Cèline
"La pretesa della felicità : ecco la grande illusione! Essa complica tutta la vita! Rende la gente così velenosa, canaglia, insopportabile. Non c'è felicità nell'esistenza, non ci sono che dolori più o meno tardivi, segreti, differiti, dissimulati" Cèline
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Re: la fura dels baus - request info...
_______________________________________detlef ha scritto:Ciao ragazzi.
vi chiedo se, per vostra conoscenza, esistono o possedete o avete mai trovato delle risorse on-line inerenti le performance della compagnia teatrale di cui l'oggetto. Nel P2P ho scovato filamati di qualche minuto soltanto e un film (fausto 5.0) che peró oltre ad essere in spagnolo, è un horror con (credo) la partecipazione di uno o più attori della "fura".
Volevo avvicinarmi al genere e conoscere in particolare tali performances... So che qualcuno di voi ha visto anche gli spettacoli qui in Italia anni fa (ricordo qualche post). Ben vengano info di ogni tipo, a prescindere dal gusto personale e dal giudizio sugli spettacoli.
Grazie a tutti e a presto.
Detlef.
Domani sera al teatro ventaglio Smeraldo !!
Ci vado di corsa, sono fantastici !!
Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato ( Arthur Schopenhauer )
" Ste sgallettate che non sanno fare un cazzo e non partoriscono un concetto nemmeno sotto tortura
sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )
" Ste sgallettate che non sanno fare un cazzo e non partoriscono un concetto nemmeno sotto tortura
sono sacchi a pelo per il cazzo " ( Cit. ZETA )
danny hai preso i biglietti?danny ha scritto:li ho visti a teatro una volta, l'esperienza mi è piaciuta ed è stata meno disturbante di quanto mi aspettassi.
questo nuovo spettacolo mi incuriosisce, l'idea sembra interessante.
fino al 7 marzo al Teatro Smeraldo
Sequestrati dalla Fura dels Baus
Il gruppo catalano in «Boris Godunov» mette in scena un gruppo di terroristi che prende in ostaggio il pubblico
Per certi aspetti dispiace un po' raccontare questo spettacolo. Per altri è meglio andarci preparati. Nel «Boris Godunov» che i catalani della Fura dels Baus portano allo Smeraldo, pubblico, attori e personale del teatro vengono presi in ostaggio da un manipolo di terroristi, passamontagna sul viso, tute mimetiche e cinture esplosive (attori, naturalmente). Tra raffiche di mitra, trattative frenetiche, dichiarazioni del presidente in tv, un maxischermo che permette di vedere come il «mondo di fuori» vive l'assedio, prende forma un docu-drama mozzafiato.
E il pensiero va subito al teatro Dubrovka di Mosca dove, nel 2002, un gruppo di militanti ceceni sequestró oltre 700 spettatori durante una replica di un musical. L'epilogo fu tragico: l'irruzione delle teste di cuoio russe e i gas usati fecero quasi 200 vittime. Nel riprendere questo 11 settembre moscovita, la Fura insiste sulla funzione catartica del teatro immergendo il pubblico in una delle principali paure dell'era contemporanea: il terrorismo. «Non si tratterà di analizzare le cause del terrorismo», dice à€lex Ollè, drammaturgo e regista insieme a David Plana, «ma di mostrare quanto il terrorismo abbia cambiato radicalmente la nostra visione del mondo». La vicenda del sequestro scorre in parallelo con il dramma di Puskin che si sta rappresentando al momento dell'irruzione: Boris Godunov, zar eletto sul sangue e deposto con l'inganno, diventa emblema «del potere corrotto e dell'opposizione a esso che è l'altra faccia della stessa triste e amara medaglia».
Boris Godunov. Smeraldo. Ore 20.45. Fest. 18. P.zza xxv Aprile 10. Tel. 02.29.00.67.67. Euro 40-18. Dal 26 febbraio al 7 marzo.
http://milano.corriere.it/milano/notizi ... 0789.shtml
noi ci andiamo nel weekend