
drogato lo sai di sicuro
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Casta, mi hai fatto pensare ai miei natali da bambino...e commuovere un po'casta diva ha scritto:Ho trascorso ormai parecchie feste di Natale, come pure son passate diverse primavere.
Il Natale dell'infanzia, cattolico ma senza esagerazioni: era il rito, Gesù Bambino che io e mio fratello, tornati dalla Messa di mezzanotte, trovavamo nella minuscola mangiatoia, il miracolo di pensare che fosse nato davvero lì, in quel presepe, senza che neanche ci venisse in mente che mani amorevoli potessero avercelo deposto, in nostra assenza, l'odore del muschio vero.
Il Natale della giovinezza, le tombolate e le pokerate senza fine con gli amici, l'eccitazione senza affanno e senza stress di comprare i regali per il primo ragazzino, per le amiche: cose di scarso valore venale, nel ricordo inestimabili.
I Natali coi figli piccoli, tutto era di nuovo magia, le loro poesie imparate a memoria e recitate in piedi sulla sedia, l'applauso commosso dei nonni, i loro occhi lucidi.
Il Natale col primo nonno andato via, scomparso come un soffio, senza che niente avesse potuto farlo presagire, proprio mentre il Natale arrivava. L'ecatombe di fiocchi, nastri, pacchi squarciati e squartati dai bambini mentre il gelo catturava il cuore.
I Natali successivi, di tanto in tanto - accendendone le luci dell'albero - il pensiero andava a qualcun altro che nel frattempo era andato via, un altro pezzo di vita, un altro pezzo di storia.
Ogni Natale a me ricorda qualche perdita, ogni Natale.
Compro ugualmente regali, faccio visite, mi piace cantare anche qualche canto natalizio, mentre sono in macchina, nel traffico dello shopping obbligato.
Ma gli occhi dei bambini che guardavano incantati l'albero e il presepe, solo il ricordo dei loro occhi mi fa tollerare il Natale di oggi.
Grazie di esistere Casta,con post come questo mi dai la forza di resistere.casta diva ha scritto:Ho trascorso ormai parecchie feste di Natale, come pure son passate diverse primavere.
Il Natale dell'infanzia, cattolico ma senza esagerazioni: era il rito, Gesù Bambino che io e mio fratello, tornati dalla Messa di mezzanotte, trovavamo nella minuscola mangiatoia, il miracolo di pensare che fosse nato davvero lì, in quel presepe, senza che neanche ci venisse in mente che mani amorevoli potessero avercelo deposto, in nostra assenza, l'odore del muschio vero.
Il Natale della giovinezza, le tombolate e le pokerate senza fine con gli amici, l'eccitazione senza affanno e senza stress di comprare i regali per il primo ragazzino, per le amiche: cose di scarso valore venale, nel ricordo inestimabili.
I Natali coi figli piccoli, tutto era di nuovo magia, le loro poesie imparate a memoria e recitate in piedi sulla sedia, l'applauso commosso dei nonni, i loro occhi lucidi.
Il Natale col primo nonno andato via, scomparso come un soffio, senza che niente avesse potuto farlo presagire, proprio mentre il Natale arrivava. L'ecatombe di fiocchi, nastri, pacchi squarciati e squartati dai bambini mentre il gelo catturava il cuore.
I Natali successivi, di tanto in tanto - accendendone le luci dell'albero - il pensiero andava a qualcun altro che nel frattempo era andato via, un altro pezzo di vita, un altro pezzo di storia.
Ogni Natale a me ricorda qualche perdita, ogni Natale.
Compro ugualmente regali, faccio visite, mi piace cantare anche qualche canto natalizio, mentre sono in macchina, nel traffico dello shopping obbligato.
Ma gli occhi dei bambini che guardavano incantati l'albero e il presepe, solo il ricordo dei loro occhi mi fa tollerare il Natale di oggi.
Alex Teflon ha scritto:Ti droghi con le due ruote?