[O.T.] Serie A e Champions League:fatti e misfatti

[scb]

Dai Viz. Quel Napoli era una bellissima squadra ma non un collettivo.

Aveva ottimi giocatori, un campione come Careca, e poi Dio.

Con Dio in campo, cambiava tutto.

Il Milan non aveva Dio, ed esprimeva un calcio più bello da vedere. E' indiscutibile.

[Antonchik]

Facile vincere con Maradona in campo!

[tiffany rayne]

Le solite cazzate di Berlusconi.

Forse dentro di sè era convinto di aver pure inventato la pizza.

E' un peccato che tale soggetto si sia potuto fregiare dei trionfi di quella squadra.

Però, per amore di verità, va detto che quella squadra, per organico, ideologia tattica, metodi di preparazione, approccio alle agre internazionali, ha davvero cambiato la storia del calcio italiano.

E ha fatto di me un milanista.

Non lo nego ma non esageriamo. Oltre a quel Milan il calcio italiano ha avuto tante squadre che ne hanno cambiato la storia e hanno segnato un'epoca.

Tanto per dirne qualcuna e non passare da juventino di parte faccio il nome del Grande Torino e dell'Inter di Helenio Herrera.

Vero, ma in quel periodo fu un apporto determinante, una vera e propria rivoluzione. Si giocava non solo per vincere, ma anche per dominare. Questo tanto in casa che, scandalosamente, fuori casa.

Su questo non ci sono dubbi, prima di quel Milan di Sacchi le italiane che giocavano all'estero in coppa pensavano nella quasi totalità dei casi a difendersi e si costruivano la qualificazione in casa. Il Milan di Sacchi giocava alla stessa maniera, in casa e fuori, imponendo il suo gioco.

In Italia comunque in precedenza qualche squadra che praticava un gioco definito "all'olandese" e simile a quel Milan esisteva. Il Torino di Radice, che vinse il campionato del 1976, in casa giocava in pressing furioso, il famoso tremendismo granata, e dominava gli avversari. Fuori invece era piu' "timido", come facevano tante altre squadre del campionato italiano dell'epoca si accontentava del pareggio come risultato principale per mantenere la famosa "media inglese", era ottimale la vittoria in casa e pareggio fuori che alla fine ti garantiva quasi sempre la possibilità di vincere il campionato.

Poi questa mentalità ti rimaneva anche nelle partite di coppa e all'estero le italiane vincevano davvero poco.

[Plo Style]

Non dimentichiamoci quest'uomo.

[scb]

E di questo

[Masuka]

se famo er terzo ve vengo sotto a curva

[Antonchik]

Non dimentichiamoci di Dio.

[scb]

Non dimentichiamoci di Dio.

[Plo Style]

Sacchi deve tantissimo al barone: niente libero, difesa in linea, pressing, velocità!

[Plo Style]

Non dimentichiamoci di Dio.

È meno noto però quello che fece Guardiola nella finale di Champions 2009 disputata dal suo Barcellona,guarda caso proprio a Roma,i blaugrana affrontano il Manchester united di sir Alex Ferguson e qualche giorno prima telefona al suo Maestro Mazzone che quando risponde pensa a uno scherzo:”ma ti pare che Guardiola con tutto quello a cui poteva pensare, proprio a me?” Pensa Carletto , invece è realmente lui! E lo chiama per invitarlo ad assistere alla finale all’olimpico, Mazzone è incredulo ” Mister se viene lei sicuro vinciamo” gli dice il suo ex allievo.

[scb]

Che Guardiola sia un signore ed un maestro di buone maniere, è indubbio.

Ricordo anche la dedica della CL a paolo Maldini, che aveva dato l'addio al calcio pochi giorni prima.

[Antonchik]

Guardiola, un vero Uomo, che sa rispettare ed amare il proprio Maestro.

Santificatelo!!!! (non sono ironico!)

[Termopiliano]

Non dimentichiamoci di Dio.

Io di Dio della panchina attualmente in attività ne conosco uno solo...

[Antonchik]

Termo se parliamo di tattica, secondo me Guardiola ha avuto un grande aiuto dallo staff del Barca. Mourinho invece è troppo egocentrico per farsi aiutare.

Ma la differenza sta nell'uomo. Se Dio avesse un volto, sarebbe quello di Guardiola.

Come cura la squadra, come si prende carico delle responsabilità sui singoli, cercando di capire le loro caratteristiche per impiegarle nel modulo del Barcelona che non è fatto solo di posizioni e movimenti, ma anche di attitudini psicologiche.

Pedro, che ha segnato in non so quante finali, è stato scoperto proprio da Pep. Ed è un esempio.

Mourinho comunque lo apprezzo all'infinito.

[tiffany rayne]

Sacchi deve tantissimo al barone: niente libero, difesa in linea, pressing, velocità!

Pressing e velocità no, le squadre del maestro svedese giocavano un calcio ragionato e di possesso palla. La famosa "ragnatela" che mandava spesso e volentieri gli avversari in confusione. Come il Barcellona di Guardiola ma meno in velocità e con minor pressing.

Sacchi a mio avviso ha preso come modello il calcio totale all'olandese e in Italia proprio quel Torino di Radice che ho citato. Sacchi si è formato negli anni settanta come allenatore, da spettatore avrà seguito quelle squadre che ho citato e da li ha tratto ispirazione per il suo gioco.