IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
anche li papa si depila il culo come Lone?
Tu lo sai che sei su SZ vero? [Parakarro]
Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
dboon ha scritto:Cardinal Martini : ultime volonta' NO all'accanimento terapeutico
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Crona ... 42060.html
come al solito predicano bene poi razzolano male
e questa cosa ha già scatenato un gran dibattito....
Il sentimento più sincero rimane sempre l'erezione
Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
altre parole parole parole.... nulla cambiera'cicciuzzo ha scritto:dboon ha scritto:Cardinal Martini : ultime volonta' NO all'accanimento terapeutico
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Crona ... 42060.html
come al solito predicano bene poi razzolano male
e questa cosa ha già scatenato un gran dibattito....

"Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore." Ennio Flaiano
“Cercava la rivoluzione e trovò l'agiatezza.” Leo Longanesi
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
paese cattolico (si fa per dire.....)
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
non conoscevo la storia dell'Istituto Provolo
come al solito a parlarne Beppe e pochi altri
http://www.beppegrillo.it/2012/09/listi ... l#commenti

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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
«Incinta dopo lo stupro? Sempre volere di Dio»
La frase choc di un candidato repubblicano
Le parole di Mourdock che corre per il Senato in Indiana
Romney prende subito le distanze: non è il mio pensiero
Se una donna rimane incinta dopo uno stupro, «è qualcosa che Dio ha voluto». Questa frase choc pronunciata dal candidato repubblicano dell'Indiana al Senato Richard Mourdock, uomo del Tea Party, ha scosso il dibattito elettorale americano. Tanto che Mitt Romney ha subito preso le distanze: quanto espresso da Mourdock «non riflette» le sue idee, ha presto comunicato il portavoce del candidato repubblicano alla Casa Bianca. Ma queste parole sull'interruzione di gravidanza sono arrivate il giorno dopo il lancio di un nuovo spot elettorale che vede Romney sostenere il repubblicano dell'Indiana.
LE POLEMICHE - E dire che negli ultimi giorni di campagna elettorale Romney ha ammorbidito le sue posizioni in tema di aborto. Puntando a non inimicarsi l'elettorato femminile, ha precisato che non intende sostenere una legge per limitare l'interruzione di gravidanza. «Non c'e' un progetto legislativo sull'aborto nella mia agenda», ha detto, smorzando i toni che aveva già assunto dalle primarie, quando aveva parlato di possibili limiti. E mentre dal dibattito di Denver ha cominciato a riguadagnare posizioni anche nei sondaggi sul voto femminile, nella sfida tv successiva è inciampato nella gaffe dei «faldoni pieni di donne». I suoi avversari, comunque, l'hanno accusato di trasformismo («Se dici che vuoi tutelare il diritto di scelta delle donne sul tema dell'aborto, ma poi durante un dibattito ti alzi in piedi e dici che saresti felice di firmare una legge che bandisce questo diritto, allora soffri sicuramente di Romnesia», ha detto Obama). Il partito repubblicano, inoltre, era già finito al centro di una bufera due mesi fa, quando un parlamentare vicino a Paul Ryan, Todd Akin, convinto anti-abortista, si è detto contro l'interruzione di gravidanza anche in caso di violenza sessuale: «In caso di uno stupro legittimo, il corpo femminile può fare in modo di chiudere tutto...». Akin, candidato in Senato in Missouri, ha chiesto scusa ma non si è ritirato dalla corsa.
IL CASO - E ora l'ultimo episodio, nella notte di martedì, rischia di riportare in primo piano un tema delicato. Al senatore era stato chiesto se fosse favorevole all'aborto dopo lo stupro o l'incesto. «Ho capito che la vita è un dono di dio - è stata la risposta -. E penso che anche quando comincia nell'orribile situazione dello stupro, è comunque qualcosa che Dio ha voluto accadesse». Parole che rischiano di riaccendere un caso difficile da gestire per Romney, che dovrà mediare tra la posizioni più radicali degli ultraconservatori e quelle degli indecisi, fondamentali a meno di due settimane dal 6 novembre.
La frase choc di un candidato repubblicano
Le parole di Mourdock che corre per il Senato in Indiana
Romney prende subito le distanze: non è il mio pensiero
Se una donna rimane incinta dopo uno stupro, «è qualcosa che Dio ha voluto». Questa frase choc pronunciata dal candidato repubblicano dell'Indiana al Senato Richard Mourdock, uomo del Tea Party, ha scosso il dibattito elettorale americano. Tanto che Mitt Romney ha subito preso le distanze: quanto espresso da Mourdock «non riflette» le sue idee, ha presto comunicato il portavoce del candidato repubblicano alla Casa Bianca. Ma queste parole sull'interruzione di gravidanza sono arrivate il giorno dopo il lancio di un nuovo spot elettorale che vede Romney sostenere il repubblicano dell'Indiana.
LE POLEMICHE - E dire che negli ultimi giorni di campagna elettorale Romney ha ammorbidito le sue posizioni in tema di aborto. Puntando a non inimicarsi l'elettorato femminile, ha precisato che non intende sostenere una legge per limitare l'interruzione di gravidanza. «Non c'e' un progetto legislativo sull'aborto nella mia agenda», ha detto, smorzando i toni che aveva già assunto dalle primarie, quando aveva parlato di possibili limiti. E mentre dal dibattito di Denver ha cominciato a riguadagnare posizioni anche nei sondaggi sul voto femminile, nella sfida tv successiva è inciampato nella gaffe dei «faldoni pieni di donne». I suoi avversari, comunque, l'hanno accusato di trasformismo («Se dici che vuoi tutelare il diritto di scelta delle donne sul tema dell'aborto, ma poi durante un dibattito ti alzi in piedi e dici che saresti felice di firmare una legge che bandisce questo diritto, allora soffri sicuramente di Romnesia», ha detto Obama). Il partito repubblicano, inoltre, era già finito al centro di una bufera due mesi fa, quando un parlamentare vicino a Paul Ryan, Todd Akin, convinto anti-abortista, si è detto contro l'interruzione di gravidanza anche in caso di violenza sessuale: «In caso di uno stupro legittimo, il corpo femminile può fare in modo di chiudere tutto...». Akin, candidato in Senato in Missouri, ha chiesto scusa ma non si è ritirato dalla corsa.
IL CASO - E ora l'ultimo episodio, nella notte di martedì, rischia di riportare in primo piano un tema delicato. Al senatore era stato chiesto se fosse favorevole all'aborto dopo lo stupro o l'incesto. «Ho capito che la vita è un dono di dio - è stata la risposta -. E penso che anche quando comincia nell'orribile situazione dello stupro, è comunque qualcosa che Dio ha voluto accadesse». Parole che rischiano di riaccendere un caso difficile da gestire per Romney, che dovrà mediare tra la posizioni più radicali degli ultraconservatori e quelle degli indecisi, fondamentali a meno di due settimane dal 6 novembre.
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
SORELLA MORTE - UNA RAGAZZA DI 26 ANNI DI BUSTO ARSIZIO SI IMPICCA DOPO AVER SUBITO PER ANNI VESSAZIONI E VIOLENZE SESSUALI DA PARTE DI UNA SUORA DEL PAESE - UN INCUBO INIZIATO QUANDO LA RAGAZZA AVEVA 12 ANNI E PEGGIORATO SEMPRE DI PIÙ, FINO AL TREMENDO EPILOGO - DOPO CHE SI È TOLTA LA VITA, SONO SCATTARE LE INDAGINI CHE HANNO PORTATO ALL’ARRESTO DELLA RELIGIOSA, RITENUTA SOCIALMENTE PERICOLOSA

L'avrebbe vessata per anni, fino a condurla all'esaurimento psicologico, e infine al suicidio. Avance sessuali, atti persecutori, violenze, morbosità: una triste storia di pedofilia, maturata nel silenzio della più profonda provincia lombarda, fino al drammatico epilogo. Siamo a Busto Arsizio, ottantaduemila anime nel cuore del Varesotto.
Qui la vittima - una ragazzina all'epoca minorenne, con qualche problema relazionale - frequentava l'oratorio della parrocchia. Ed è lì, tra i campetti di pallavolo, le aule per il catechismo e le sagrestie, che conobbe la sua persecutrice: una insospettabile suora, oggi cinquantaduenne, anche lei nativa di Busto Arsizio.
Il primo incontro avvenne nel lontano 1997, quando la giovanissima parrocchiana aveva solo 12 anni. Di lì a poco iniziarono i tormenti: il rapporto tra la religiosa e la ragazzina «assunse presto connotazioni sessuali - come si legge in una nota diramata ieri dai dirigenti della questura locale -, sino a trasmodare nel tempo in veri e propri atti persecutori e crescenti violenze fino a quando, nel giugno 2011, la ragazza, in preda ad una profonda crisi morale e psicologica, si tolse la vita all'età di ventisei anni».
Il suicidio avvenne per impiccagione, e avviò a una serie di indagini. Gli agenti del commissariato di Busto, coordinati dal pm Roberta Colangelo, cominciarono a esaminare gli oggetti personali della ragazza: il suo diario, le lettere, gli scritti, i file contenuti nel computer, le fotografie. Pian piano, da quella corposa mole di fogli dattiloscritti emersero i contorni della terribile vicenda: fatti, circostanze, episodi, luoghi, date. E poi, soprattutto, il nome e il cognome dell'inimmaginabile persecutrice.
suora
Negli ultimi mesi, grazie all'esame di questo materiale, le indagini hanno subito una rapida accelerazione, fino a culminare, nel pomeriggio di ieri, con l'incriminazione della religiosa: il gip di Busto Arsizio ha immediatamente disposto che la suora venga sottoposta a regime di sicurezza attraverso il ricovero in una casa di cura designata dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, dove è stata scortata dai poliziotti di Busto Arsizio e della squadra mobile di Varese. La donna, nel corso degli ultimi anni, si era trasferita nel Milanese, dove dirigeva un centro di formazione professionale.
Sottoposta a consulenza tecnica, è risultata pericolosa socialmente e affetta da un disturbo della personalità che incide parzialmente sulle sue capacità di intendere e di volere. L'accusa, nei suoi confronti, è di violenze private e atti persecutori. Un'imputazione gravissima, che ha immediatamente monopolizzato i titoli dei vari media locali. «Indagini shock»: strilla uno dei più quotati giornali online della provincia. Ci vorrà del tempo, prima che placida routine di questi sonnolenti paesotti tra il lago e la pianura torni a scorrere con la consueta calma.

L'avrebbe vessata per anni, fino a condurla all'esaurimento psicologico, e infine al suicidio. Avance sessuali, atti persecutori, violenze, morbosità: una triste storia di pedofilia, maturata nel silenzio della più profonda provincia lombarda, fino al drammatico epilogo. Siamo a Busto Arsizio, ottantaduemila anime nel cuore del Varesotto.
Qui la vittima - una ragazzina all'epoca minorenne, con qualche problema relazionale - frequentava l'oratorio della parrocchia. Ed è lì, tra i campetti di pallavolo, le aule per il catechismo e le sagrestie, che conobbe la sua persecutrice: una insospettabile suora, oggi cinquantaduenne, anche lei nativa di Busto Arsizio.
Il primo incontro avvenne nel lontano 1997, quando la giovanissima parrocchiana aveva solo 12 anni. Di lì a poco iniziarono i tormenti: il rapporto tra la religiosa e la ragazzina «assunse presto connotazioni sessuali - come si legge in una nota diramata ieri dai dirigenti della questura locale -, sino a trasmodare nel tempo in veri e propri atti persecutori e crescenti violenze fino a quando, nel giugno 2011, la ragazza, in preda ad una profonda crisi morale e psicologica, si tolse la vita all'età di ventisei anni».
Il suicidio avvenne per impiccagione, e avviò a una serie di indagini. Gli agenti del commissariato di Busto, coordinati dal pm Roberta Colangelo, cominciarono a esaminare gli oggetti personali della ragazza: il suo diario, le lettere, gli scritti, i file contenuti nel computer, le fotografie. Pian piano, da quella corposa mole di fogli dattiloscritti emersero i contorni della terribile vicenda: fatti, circostanze, episodi, luoghi, date. E poi, soprattutto, il nome e il cognome dell'inimmaginabile persecutrice.
suora
Negli ultimi mesi, grazie all'esame di questo materiale, le indagini hanno subito una rapida accelerazione, fino a culminare, nel pomeriggio di ieri, con l'incriminazione della religiosa: il gip di Busto Arsizio ha immediatamente disposto che la suora venga sottoposta a regime di sicurezza attraverso il ricovero in una casa di cura designata dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, dove è stata scortata dai poliziotti di Busto Arsizio e della squadra mobile di Varese. La donna, nel corso degli ultimi anni, si era trasferita nel Milanese, dove dirigeva un centro di formazione professionale.
Sottoposta a consulenza tecnica, è risultata pericolosa socialmente e affetta da un disturbo della personalità che incide parzialmente sulle sue capacità di intendere e di volere. L'accusa, nei suoi confronti, è di violenze private e atti persecutori. Un'imputazione gravissima, che ha immediatamente monopolizzato i titoli dei vari media locali. «Indagini shock»: strilla uno dei più quotati giornali online della provincia. Ci vorrà del tempo, prima che placida routine di questi sonnolenti paesotti tra il lago e la pianura torni a scorrere con la consueta calma.
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
incerto al 76%.
- OSCAR VENEZIA
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
’Osservatore Romano difende il film hard della Ferrari
Incredibile ma vero a difendere Isabellina Ferrari, crocefissa e subissata di fischi per il film decisamente hard che è stato premiato al festival del Cinema capitolino scende in campo la Chiesa, con un commento dell’Oservatore Romano. “Caso da manuale di psicanalisi su una perversione, è un film poco riuscito come tanti altri, che dunque non meritava i premi vinti, ma nemmeno i fischi da stadio ricevuti da un pubblico forse imbarazzato dalla rappresentazione esplicita dell’argomento sessuale, che però non diventa mai celebrazione, ma rimane sempre entro i confini della descrizione di un malessere”. E’ severo, ma non senza appello il giudizio dell’Osservatore Romano su “E la chiamano estate” di Paolo Franchi, premiato dalla giuria per la miglior regia, di Paolo Franchi, e la migliore interpretazione femminile, di Isabella Ferrari.
Per il giornale vaticano, e quindi per i vescovi, la Ferrari non meritava quindi le violente espressioni di dissenso di cui è stata vittima almomento della premiazione, con una bordata di fischi che coprivano i pochi applausi, al momento della consegna del premio per il film più criticato del Festival.
“La settima edizione del Festival internazionale del film di Roma ha deluso pubblico e critica” scrive ancora l’Osservatore Romano sottolineando che sarebbe stato meglio modificare la formula trasformando l’appuntamento romano in una semplice “vetrina”, in quanto “la premiazione ha reso persino più marcato lo scarto tra l’idea iniziale e le attese. Da subito – spiega Gaetano Vallini, che firma il commento – era parso evidente che proprio la sezione dei film in concorso fosse l’anello più debole. Le proiezioni non hanno fatto altro che confermarlo”.
Del cappellano del carcere arrestato oggi perchè lo piazzava in culo ai detenuti l'osservatore romano ,invece, non dice niente, forse per non offendere la sensibilità dei fedeli
Incredibile ma vero a difendere Isabellina Ferrari, crocefissa e subissata di fischi per il film decisamente hard che è stato premiato al festival del Cinema capitolino scende in campo la Chiesa, con un commento dell’Oservatore Romano. “Caso da manuale di psicanalisi su una perversione, è un film poco riuscito come tanti altri, che dunque non meritava i premi vinti, ma nemmeno i fischi da stadio ricevuti da un pubblico forse imbarazzato dalla rappresentazione esplicita dell’argomento sessuale, che però non diventa mai celebrazione, ma rimane sempre entro i confini della descrizione di un malessere”. E’ severo, ma non senza appello il giudizio dell’Osservatore Romano su “E la chiamano estate” di Paolo Franchi, premiato dalla giuria per la miglior regia, di Paolo Franchi, e la migliore interpretazione femminile, di Isabella Ferrari.
Per il giornale vaticano, e quindi per i vescovi, la Ferrari non meritava quindi le violente espressioni di dissenso di cui è stata vittima almomento della premiazione, con una bordata di fischi che coprivano i pochi applausi, al momento della consegna del premio per il film più criticato del Festival.
“La settima edizione del Festival internazionale del film di Roma ha deluso pubblico e critica” scrive ancora l’Osservatore Romano sottolineando che sarebbe stato meglio modificare la formula trasformando l’appuntamento romano in una semplice “vetrina”, in quanto “la premiazione ha reso persino più marcato lo scarto tra l’idea iniziale e le attese. Da subito – spiega Gaetano Vallini, che firma il commento – era parso evidente che proprio la sezione dei film in concorso fosse l’anello più debole. Le proiezioni non hanno fatto altro che confermarlo”.
Del cappellano del carcere arrestato oggi perchè lo piazzava in culo ai detenuti l'osservatore romano ,invece, non dice niente, forse per non offendere la sensibilità dei fedeli
Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
Ovvio, i soliti merdaioli
Per il mio ego può bastare che SCB mi citi nella sua firma, tutto il resto è noia.
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
Furore 1.3.2017
Cicciuzzo 1.6.2016
Mi spiegate come postare le immagini, sono scemo oltre che cornuto
Furore 1.3.2017
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
CAPPELLANO-ANO-ANO - ARRESTATO CON L’ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE IL PRETE DEL CARCERE MILANESE DI SAN VITTORE - DON BARIN È ACCUSATO DA 6 DETENUTI E I PM INDAGANO ANCHE PER IL REATO DI CONCUSSIONE: AVREBBE CONCESSO FAVORI (CIBO, GENERI DI CONFORTO, POSIZIONE CARCERARIA) IN CAMBIO DI PRESTAZIONI SESSUALI…
l cappellano del carcere di San Vittore, don Alberto Barin, 51 anni, è stato arrestato per violenza sessuale continuata e pluriaggravata e per concussione. Sei detenuti lo accusano di aver concesso favori, dal cibo alle condizioni all'interno del carcere, in cambio di prestazioni sessuali da parte di detenuti stranieri.
IL COMUNICATO - In un comunicato il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati spiega che «nel pomeriggio odierno, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il tribunale di Milano, ufficiali di polizia giudiziaria della IV sezione della Squadra Mobile e della Polizia Penitenziaria di Milano, hanno tratto in arresto don Alberto Barin, cappellano della Casa Circondariale di Milano, indagato per violenza sessuale in danno di sei detenuti e per concussione».
CHI E' - Don Alberto Barin opera a San Vittore dal 1997. L'arresto è avvenuto in seguito ad indagini svolte dalla Squadra Mobile con la collaborazione della polizia penitenziaria e coordinate dalla procura di Milano. Il cappellano è indagato per violenza sessuale nonché per concussione ai danni di sei detenuti stranieri, per aver ottenuto prestazioni sessuali come compenso per la fornitura di generi di conforto o per interessamento alla loro posizione carceraria.

l cappellano del carcere di San Vittore, don Alberto Barin, 51 anni, è stato arrestato per violenza sessuale continuata e pluriaggravata e per concussione. Sei detenuti lo accusano di aver concesso favori, dal cibo alle condizioni all'interno del carcere, in cambio di prestazioni sessuali da parte di detenuti stranieri.
IL COMUNICATO - In un comunicato il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati spiega che «nel pomeriggio odierno, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il tribunale di Milano, ufficiali di polizia giudiziaria della IV sezione della Squadra Mobile e della Polizia Penitenziaria di Milano, hanno tratto in arresto don Alberto Barin, cappellano della Casa Circondariale di Milano, indagato per violenza sessuale in danno di sei detenuti e per concussione».
CHI E' - Don Alberto Barin opera a San Vittore dal 1997. L'arresto è avvenuto in seguito ad indagini svolte dalla Squadra Mobile con la collaborazione della polizia penitenziaria e coordinate dalla procura di Milano. Il cappellano è indagato per violenza sessuale nonché per concussione ai danni di sei detenuti stranieri, per aver ottenuto prestazioni sessuali come compenso per la fornitura di generi di conforto o per interessamento alla loro posizione carceraria.

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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
Il dio dell'amore non uccide una madre
di MICHELA MARZANO
Lo leggo dopo
Savita è morta di setticemia all'University Hospital di Galway, in Irlanda. Era una dentista trentunenne di origine indiana, incinta di quattro mesi. E questo bambino lo voleva veramente. Solo che, durante la gravidanza, qualcosa è andato storto. E quando la donna si è presentata in ospedale dichiarando di soffrire di dolori lancinanti, i medici, nonostante le evidenti complicazioni, hanno rifiutato di praticare un aborto terapeutico. "Finché si sente il battito cardiaco del feto, non possiamo far niente. L'Irlanda è un Paese cattolico", le hanno risposto in ospedale. Costringendo Savita ad aspettare e a soffrire in silenzio. Fino a quando il cuore del feto ha smesso di battere. Anche se, per la madre, era ormai troppo tardi.
SCOPRI LA PRIMA PAGINA DI RSERA
I fatti risalgono al 28 ottobre. È solo in questi ultimi giorni, però, che la notizia ha cominciato a fare il giro del mondo scatenando una tempesta mediatica sull'Irlanda. Nonostante il governo laburista si fosse battuto per dare seguito alla decisione della Corte europea - che ha già più volte invitato l'Irlanda a legalizzare l'aborto - vige ancora la legge del 1861 che considera l'aborto come un reato. Il mondo cattolico resiste. Nega non solo che una donna abbia il diritto di autodeterminarsi. Nega anche la possibilità di salvare una madre quando si tratta di scegliere tra lei e il feto. Come se fosse evidente che, per un credente, una donna dovesse sacrificare la propria vita per la sopravvivenza del nascituro.
Il problema che solleva il dramma della giovane Savita non è solo quello del rispetto e della dignità delle donne - nonostante si costringano ancora tutte coloro che vogliono abortire a lasciare il proprio Paese e
a farlo altrove. È anche e soprattutto un problema religioso, legato all'idea che talvolta ci si può fare di Dio. Quale Dio potrebbe infatti pretendere un sacrificio di questo tipo senza essere "perverso", per utilizzare le parole della psicanalista cattolica Marie Balmary? Siamo sicuri che sia questo il Dio dell'amore di cui si parla nel Vangelo?
poi mi chiedono perchè non credo in questa banda di assassini!!!!!
a fare in culo dovete andare voi e le vostre idee di merda che volete imporre agli altri,brutte teste di .....!!!!!!
di MICHELA MARZANO
Lo leggo dopo
Savita è morta di setticemia all'University Hospital di Galway, in Irlanda. Era una dentista trentunenne di origine indiana, incinta di quattro mesi. E questo bambino lo voleva veramente. Solo che, durante la gravidanza, qualcosa è andato storto. E quando la donna si è presentata in ospedale dichiarando di soffrire di dolori lancinanti, i medici, nonostante le evidenti complicazioni, hanno rifiutato di praticare un aborto terapeutico. "Finché si sente il battito cardiaco del feto, non possiamo far niente. L'Irlanda è un Paese cattolico", le hanno risposto in ospedale. Costringendo Savita ad aspettare e a soffrire in silenzio. Fino a quando il cuore del feto ha smesso di battere. Anche se, per la madre, era ormai troppo tardi.
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I fatti risalgono al 28 ottobre. È solo in questi ultimi giorni, però, che la notizia ha cominciato a fare il giro del mondo scatenando una tempesta mediatica sull'Irlanda. Nonostante il governo laburista si fosse battuto per dare seguito alla decisione della Corte europea - che ha già più volte invitato l'Irlanda a legalizzare l'aborto - vige ancora la legge del 1861 che considera l'aborto come un reato. Il mondo cattolico resiste. Nega non solo che una donna abbia il diritto di autodeterminarsi. Nega anche la possibilità di salvare una madre quando si tratta di scegliere tra lei e il feto. Come se fosse evidente che, per un credente, una donna dovesse sacrificare la propria vita per la sopravvivenza del nascituro.
Il problema che solleva il dramma della giovane Savita non è solo quello del rispetto e della dignità delle donne - nonostante si costringano ancora tutte coloro che vogliono abortire a lasciare il proprio Paese e
a farlo altrove. È anche e soprattutto un problema religioso, legato all'idea che talvolta ci si può fare di Dio. Quale Dio potrebbe infatti pretendere un sacrificio di questo tipo senza essere "perverso", per utilizzare le parole della psicanalista cattolica Marie Balmary? Siamo sicuri che sia questo il Dio dell'amore di cui si parla nel Vangelo?
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il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
jhonnybuccia ha scritto:due in un colpo solo.
http://www.dailymail.co.uk/news/article ... untry.html
scusa,non lo avevo letto....
il passato non può essere cambiato,il presente offre solo rimpianti e perdite,solo nei giorni a venire un'uomo può trovare conforto quando i ricordi svaniscono.CRASSO!
Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
probabilmente perché l'osservatore romano non è giornale normale, ma commenta religione, eventi sociali, guerre e cultura e spettacolo.OSCAR VENEZIA ha scritto:’Osservatore Romano difende il film hard della Ferrari...
Del cappellano del carcere arrestato oggi perchè lo piazzava in culo ai detenuti l'osservatore romano ,invece, non dice niente, forse per non offendere la sensibilità dei fedeli
cmq curioso che sei andato sulla pagina dell'osservatore romano. io l'ho scoperta col tuo post.
su avvenire invece c'è. ed è il quotidiano dei vescovi.
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/barin.aspx
"L'ho imparato molto tempo fa, non combattere mai con un maiale! Tu ti sporchi, e inoltre, al maiale piace". G. B. Shaw
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Re: IL PAPA, IL FORUM E LA MORALE
Ratzinger era nell'era dgitale
@pontifex Papa record su Twitter
In due ore oltre 35mila follower
http://www.agi.it/in-primo-piano/notizi ... ollowerbr-
http://www.asca.it/news-Vaticano__arriv ... 6-ATT.htmlVaticano: arriva la app del papa per smartphone e un ebook per Anno fede
"Non devo essere io ad insegnarvi che avete nemici ed in gran numero, che non sanno perché lo siano, ma che come cani bastardi di villaggio, si mettono ad abbaiare quando i loro simili lo fanno" (Shakespeare, Enrico VIII)