[O.T.] Il Toro
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Re: [O.T.] Il Toro
Gillet salva il Toro, col Palermo è 0-0
Il portiere granata Gillet strepitoso in campo
Rosanero all’assalto, ma il gol
non arriva: match a reti inviolate
Avanti a piccoli passi. Il Palermo di Gasperini non va oltre lo 0-0 al «Barbera» contro il Torino, ma i rosanero hanno da recriminare parecchio per non essere riusciti a portar via i tre punti. Ilicic e compagni sprecano tanto, soprattutto dopo una prima frazione ampiamente dominata, ma si trovano davanti uno strepitoso Gillet. Nella prima parte della ripresa cresce la squadra granata che si avvicina con maggiore convinzione dalla parti di Ujkani, quindi l’assalto finale dei padroni di casa che però non dà frutti.
Miccoli non è al meglio e Gasperini lancia dal primo minuto, per la prima volta da titolare, il giovane Dybala, coadiuvato da Ilicic e Giorgi; a centrocampo Kurtic viene preferito a Rios. Ventura deve rinunciare a Ogbonna, a causa di un lieve risentimento accusato nella seduta di rifinitura; al suo posto gioca Rodriguez. In avanti Meggiorini vince il ballottaggio con Sansone; l’ex Glik parte dalla panchina. Inizio di match lento con le due squadre bloccate. Al 7’ il primo tiro in porta con una iniziativa personale di Donati che avanza palla al piede e calcia dal limite, Gillet blocca distendendosi alla sua destra. Il Palermo comincia a giocar bene e sposta il baricentro in avanti. Al 13’ insidiosa conclusione da fuori di Kurtic, Gillet devia in angolo. Al 17’ sinistro di Ilicic dal limite sinistro dell’area e palla alta di pochissimo sopra la traversa. Il Torino è fin troppo attendista, rallenta il gioco, a volte lo ferma pure e i passaggi indietro al portiere sono ripetitivi. Al 26’ altra conclusione insidiosa di Kurtic che impegna Gillet. Al 35’ altro gran tiro da fuori di Barreto e palla deviata in angolo da Gillet.
Poco dopo cross di Garcia e colpo di testa di Munoz, il portiere granata para sulla linea. Al 37’ sinistro di Ilicic su punizione, miracolo dell’ottimo Gillet. Il Palermo attacca e il Torino sfiora il gol al 42’ con Bianchi che si ritrova solo davanti a Ujkani, prodigioso il salvataggio dell’estremo difensore rosanero. Al 44’ Ilicic ruba un pallone a D’Ambrosio al limite, ma invece di servire Dybala, conclude a rete e il tiro viene rimpallato. Pochi secondi dopo Gillet chiude su Morganella nell’area piccola. Il primo tempo si chiude a reti inviolate. Nessun cambio ad inizio ripresa. Il ritmo torna basso e il gioco latita. Gasperini al 10’ prova la carta Miccoli per dare più consistenza al reparto avanzato; a lasciargli il posto è Dybala. Nel Toro al 14’ Stevanovic rileva Cerci e nel Palermo Pisano entra al posto di Von Bergen. Ci prova maggiormente il Torino adesso e al 18’ bella giocata di Stevanovic che mette in mezzo, Ujkani esce con i pugni e allontana. Al 20’ ultimo cambio tra i rosanero con Brienza per Giorgi. Al 21’ stop e mezza girata aerea di Miccoli, palla deviata in angolo. Al 25’ Brienza in area appoggia per l’accorrente Barreto, conclusione di poco a lato. Al 27’ nel Toro Sgrigna prende il posto di Meggiorini. Al 29’ scivola Garcia, Meggiorini arriva da solo davanti a Ujkani, tenta l’assist per Bianchi ma il portiere si salva in uscita. Al 37’ ottimo assist di Brienza per Ilicic in area che calcia male davanti a Gillet e perde una grande occasione. Dall’altra parte Ujkani si salva su un diagonale insidioso di Masiello. Al 42’ ci prova Kurtic in area, la palla si alza un po’ troppo. Al 44’ Ilicic spreca l’occasione del match, lo sloveno dopo aver saltato Rodriguez con un rasoterra sfiora il palo alla sinistra di Gillet.
Il portiere granata Gillet strepitoso in campo
Rosanero all’assalto, ma il gol
non arriva: match a reti inviolate
Avanti a piccoli passi. Il Palermo di Gasperini non va oltre lo 0-0 al «Barbera» contro il Torino, ma i rosanero hanno da recriminare parecchio per non essere riusciti a portar via i tre punti. Ilicic e compagni sprecano tanto, soprattutto dopo una prima frazione ampiamente dominata, ma si trovano davanti uno strepitoso Gillet. Nella prima parte della ripresa cresce la squadra granata che si avvicina con maggiore convinzione dalla parti di Ujkani, quindi l’assalto finale dei padroni di casa che però non dà frutti.
Miccoli non è al meglio e Gasperini lancia dal primo minuto, per la prima volta da titolare, il giovane Dybala, coadiuvato da Ilicic e Giorgi; a centrocampo Kurtic viene preferito a Rios. Ventura deve rinunciare a Ogbonna, a causa di un lieve risentimento accusato nella seduta di rifinitura; al suo posto gioca Rodriguez. In avanti Meggiorini vince il ballottaggio con Sansone; l’ex Glik parte dalla panchina. Inizio di match lento con le due squadre bloccate. Al 7’ il primo tiro in porta con una iniziativa personale di Donati che avanza palla al piede e calcia dal limite, Gillet blocca distendendosi alla sua destra. Il Palermo comincia a giocar bene e sposta il baricentro in avanti. Al 13’ insidiosa conclusione da fuori di Kurtic, Gillet devia in angolo. Al 17’ sinistro di Ilicic dal limite sinistro dell’area e palla alta di pochissimo sopra la traversa. Il Torino è fin troppo attendista, rallenta il gioco, a volte lo ferma pure e i passaggi indietro al portiere sono ripetitivi. Al 26’ altra conclusione insidiosa di Kurtic che impegna Gillet. Al 35’ altro gran tiro da fuori di Barreto e palla deviata in angolo da Gillet.
Poco dopo cross di Garcia e colpo di testa di Munoz, il portiere granata para sulla linea. Al 37’ sinistro di Ilicic su punizione, miracolo dell’ottimo Gillet. Il Palermo attacca e il Torino sfiora il gol al 42’ con Bianchi che si ritrova solo davanti a Ujkani, prodigioso il salvataggio dell’estremo difensore rosanero. Al 44’ Ilicic ruba un pallone a D’Ambrosio al limite, ma invece di servire Dybala, conclude a rete e il tiro viene rimpallato. Pochi secondi dopo Gillet chiude su Morganella nell’area piccola. Il primo tempo si chiude a reti inviolate. Nessun cambio ad inizio ripresa. Il ritmo torna basso e il gioco latita. Gasperini al 10’ prova la carta Miccoli per dare più consistenza al reparto avanzato; a lasciargli il posto è Dybala. Nel Toro al 14’ Stevanovic rileva Cerci e nel Palermo Pisano entra al posto di Von Bergen. Ci prova maggiormente il Torino adesso e al 18’ bella giocata di Stevanovic che mette in mezzo, Ujkani esce con i pugni e allontana. Al 20’ ultimo cambio tra i rosanero con Brienza per Giorgi. Al 21’ stop e mezza girata aerea di Miccoli, palla deviata in angolo. Al 25’ Brienza in area appoggia per l’accorrente Barreto, conclusione di poco a lato. Al 27’ nel Toro Sgrigna prende il posto di Meggiorini. Al 29’ scivola Garcia, Meggiorini arriva da solo davanti a Ujkani, tenta l’assist per Bianchi ma il portiere si salva in uscita. Al 37’ ottimo assist di Brienza per Ilicic in area che calcia male davanti a Gillet e perde una grande occasione. Dall’altra parte Ujkani si salva su un diagonale insidioso di Masiello. Al 42’ ci prova Kurtic in area, la palla si alza un po’ troppo. Al 44’ Ilicic spreca l’occasione del match, lo sloveno dopo aver saltato Rodriguez con un rasoterra sfiora il palo alla sinistra di Gillet.
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Re: [O.T.] Il Toro
Città del Vaticano
Il Papa proclama 7 nuovi santi, per la prima volta una pellerossa
Città del Vaticano - Sette nuovi santi sono stati proclamati oggi da Benedetto XVI in piazza San Pietro. La cerimonia di canonizzazione ha avuto luogo prima di una grande messa concelebrata dal Papa insieme a numerosi cardinali e a 400 vescovi di tutto il mondo: i 262 che sono riuniti in Vaticano per il Sinodo e quelli giunti dai paesi dove hanno vissuto questi testimoni del Vangelo................... che uno di questi sia Jean François Gillet??????

Il Papa proclama 7 nuovi santi, per la prima volta una pellerossa
Città del Vaticano - Sette nuovi santi sono stati proclamati oggi da Benedetto XVI in piazza San Pietro. La cerimonia di canonizzazione ha avuto luogo prima di una grande messa concelebrata dal Papa insieme a numerosi cardinali e a 400 vescovi di tutto il mondo: i 262 che sono riuniti in Vaticano per il Sinodo e quelli giunti dai paesi dove hanno vissuto questi testimoni del Vangelo................... che uno di questi sia Jean François Gillet??????

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Re: [O.T.] Il Toro
L’Olimpico resta un tabù:
il Toro crolla con il Parma
La delusione di Gianluca Sansone
Nel giro di sessanta secondi il Parma, a metà ripresa, con un uno-due terribile (Sansone-Amauri) risolve una brutta partita, espugnando l’Olimpico e battendo alla fine 3-1 un Torino capace solo di uno sterile possesso palla. Senza il bomber Bianchi rimasto in panchina, la svolta del match è stata l’espulsione di Sansone, al secondo giallo per una simulazione, sul fronte Toro e l’ingresso ad inizio ripresa di Marchionni per i ducali.
I granata spingono subito sull’acceleratore. All’8’ Pavarini si salva in angolo su una conclusione di Brighi. Due minuti più tardi è Meggiorini a provarci da fuori area, ma Pavarini si fa trovare ancora pronto, respingendo. Quindi Stevanonic mette al centro per Sansone che di testa manda la palla di poco alta sopra la traversa. La prima azione del Parma al 13’ con uno scambio Biabiany-Amauri, con conclusione dell’italo-brasiliano che Gillet mette in corner. Il Torino mantiene il possesso palla ma non riesce a pungere, il Parma si rende pericoloso con le incursioni di Biabiany. Il primo tempo si chiude sul nulla di fatto.
Al rientro in campo Donadoni si ripresenta con Marchionni al posto di Ninis. Il Torino, così come nella prima parte del match, parte forte e all’8’ resta in dieci per l’espulsione per doppia ammonizione di Sansone. Al 17’ doppia sostituzione: Basha per Brighi tra i granata e Sansone per Lucarelli tra i ducali. Al 21’ Marchionni ruba palla sulla trequarti, arriva al limite e serve Amauri che perde il tempo per la conclusione a rete. Ventura nonostante l’inferiorità prova a giocarsi le proprie carte, chiamando fuori Stefanovic e mandando dentro Cerci.
Ma nel giro di un minuto il Parma mette a segno un uno-due dal quale difficilmente i granata potevano risollevarsi. Al 27’ il neo entrato Sansone si incunea nella difesa locale e poi mette alle spalle di Gillet in uscita. Palla al centro e Marchionni ruba palla all’avversario, si invola sulla destra e serve al centro dove Amauri da due passi, mette in gol di testa per il 2-0. Ventura che aveva anche fatto scaldare il bomber Bianchi, cambia idea e manda dentro Birsa per Vives. Donadoni da respiro ad Amauri e chiama dentro Pabon. Nei minuti finali è il Parma a controllare il gioco senza grossi rischi e prima del triplice fischio finale trova anche la terza rete al 43’ con Rosi. Inutile il gol di Basha al 2’ di recupero. La squadra di Donadoni porta via i tre punti che la lanciano a quota 12; mentre il Torino resta a 9.
Ventura: “Espulsione assurda”
«Oggi, obiettivamente, l’espulsione di Sansone ha alterato l’andamento della gara. Noi fino ad allora avevamo controllato bene la gara e rischiato pochissimo». Nella giornata negativa degli arbitri c’è da contare, almeno secondo il tecnico del Torino Giampiero Ventura, anche la prestazione di Giacomelli nella partita tra i granata e il Parma. «L’arbitro poteva benissimo non fischiare il rigore - insiste l’allenatore del Toro -, anche se a me sembra che ci sia il fallo, ma non ammonire il giocatore e mandare in inferiorità numerica una squadra in una gara equilibrata. Comunque credo che il Parma abbia fatto una buona gara ed è stato bravo ad approfittare degli episodi favorevoli».
Lentamente ma inesorabilmente il Toro scivola nella parte che gli compete in classifica.
Il prossimo week end................saremo sulla rampa di lancio per la B.

il Toro crolla con il Parma
La delusione di Gianluca Sansone
Nel giro di sessanta secondi il Parma, a metà ripresa, con un uno-due terribile (Sansone-Amauri) risolve una brutta partita, espugnando l’Olimpico e battendo alla fine 3-1 un Torino capace solo di uno sterile possesso palla. Senza il bomber Bianchi rimasto in panchina, la svolta del match è stata l’espulsione di Sansone, al secondo giallo per una simulazione, sul fronte Toro e l’ingresso ad inizio ripresa di Marchionni per i ducali.
I granata spingono subito sull’acceleratore. All’8’ Pavarini si salva in angolo su una conclusione di Brighi. Due minuti più tardi è Meggiorini a provarci da fuori area, ma Pavarini si fa trovare ancora pronto, respingendo. Quindi Stevanonic mette al centro per Sansone che di testa manda la palla di poco alta sopra la traversa. La prima azione del Parma al 13’ con uno scambio Biabiany-Amauri, con conclusione dell’italo-brasiliano che Gillet mette in corner. Il Torino mantiene il possesso palla ma non riesce a pungere, il Parma si rende pericoloso con le incursioni di Biabiany. Il primo tempo si chiude sul nulla di fatto.
Al rientro in campo Donadoni si ripresenta con Marchionni al posto di Ninis. Il Torino, così come nella prima parte del match, parte forte e all’8’ resta in dieci per l’espulsione per doppia ammonizione di Sansone. Al 17’ doppia sostituzione: Basha per Brighi tra i granata e Sansone per Lucarelli tra i ducali. Al 21’ Marchionni ruba palla sulla trequarti, arriva al limite e serve Amauri che perde il tempo per la conclusione a rete. Ventura nonostante l’inferiorità prova a giocarsi le proprie carte, chiamando fuori Stefanovic e mandando dentro Cerci.
Ma nel giro di un minuto il Parma mette a segno un uno-due dal quale difficilmente i granata potevano risollevarsi. Al 27’ il neo entrato Sansone si incunea nella difesa locale e poi mette alle spalle di Gillet in uscita. Palla al centro e Marchionni ruba palla all’avversario, si invola sulla destra e serve al centro dove Amauri da due passi, mette in gol di testa per il 2-0. Ventura che aveva anche fatto scaldare il bomber Bianchi, cambia idea e manda dentro Birsa per Vives. Donadoni da respiro ad Amauri e chiama dentro Pabon. Nei minuti finali è il Parma a controllare il gioco senza grossi rischi e prima del triplice fischio finale trova anche la terza rete al 43’ con Rosi. Inutile il gol di Basha al 2’ di recupero. La squadra di Donadoni porta via i tre punti che la lanciano a quota 12; mentre il Torino resta a 9.
Ventura: “Espulsione assurda”
«Oggi, obiettivamente, l’espulsione di Sansone ha alterato l’andamento della gara. Noi fino ad allora avevamo controllato bene la gara e rischiato pochissimo». Nella giornata negativa degli arbitri c’è da contare, almeno secondo il tecnico del Torino Giampiero Ventura, anche la prestazione di Giacomelli nella partita tra i granata e il Parma. «L’arbitro poteva benissimo non fischiare il rigore - insiste l’allenatore del Toro -, anche se a me sembra che ci sia il fallo, ma non ammonire il giocatore e mandare in inferiorità numerica una squadra in una gara equilibrata. Comunque credo che il Parma abbia fatto una buona gara ed è stato bravo ad approfittare degli episodi favorevoli».
Lentamente ma inesorabilmente il Toro scivola nella parte che gli compete in classifica.
Il prossimo week end................saremo sulla rampa di lancio per la B.


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Re: [O.T.] Il Toro
04/11/2012
Napoli - Torino 1-1 (cavani, Sansone)
Ottimo pareggio esterno del Toro, che dopo la Lazio ferma anche il Napoli.
Ottimo soprattutto perchè ottenuto giocando a calcio, con un possesso palla impressionante , considerando che si giocava a Napoli.Siamo pizza e fichi ma siamo una squadra e questi ci piace.
Riusciranno i nostri eroi a vincere in casa.....?
Napoli - Torino 1-1 (cavani, Sansone)
Ottimo pareggio esterno del Toro, che dopo la Lazio ferma anche il Napoli.
Ottimo soprattutto perchè ottenuto giocando a calcio, con un possesso palla impressionante , considerando che si giocava a Napoli.Siamo pizza e fichi ma siamo una squadra e questi ci piace.
Riusciranno i nostri eroi a vincere in casa.....?
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Re: [O.T.] Il Toro
A Torino si è da poco concluso un importante vertice in Municipio. Il presidente granata, Urbano Cairo, e il sindaco del capoluogo piemontese, Piero Fassino, hanno affrontato il nodo gordiano dello stadio Filadelfia, quello assurdamente raso al suolo nel 1997. I primi rumors sembrano clamorosi: sarebbe stato sciolto il nodo del nodo, il più tosto, quello economico. E il patron del Toro, spesso e ripetutamente accusato di fuggire il problema e di fare orecchie da mercante alla domanda “quanti soldi metterà per la ricostruzione del Filadelfia", avrebbe preso impegno di far fronte alla sua parte di investimento. Insomma, in soldoni, a Torino oggi è stata posta la prima, per quanto metaforica, pietra. Questa: ricostruire lo stadio del Grande Torino costerà tot e questo tot lo dividiamo così.
Che sia la volta buona ??????????????
Che sia la volta buona ??????????????
Re: [O.T.] Il Toro
lo spero vivamente. e questo da sportivo a prescindere dalla squadra che si tifa.
E' la vecchia guardia e i suoi interventi sul darkside sono imprescindibili, affronta il lato oscuro del sesso estremo con l'approccio dostojeschiano dell'uomo che soffre, mitizza e somatizza.UN DEMONE
Now I lay me down to sleep,Pray the lord my soul to keep.And if I die before I wake pray the lord my soul to take.
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Re: [O.T.] Il Toro
11/11/2012
Toro, sfatato il tabù Olimpico
D’Ambrosio stende il Bologna
I granata tornano al successo in casa Il difensore firma il gol partita. Ventura: «Vittoria del gruppo,
era importante dare continuità»
Questa volta il film non ha il solito finale: il Toro riesce finalmente a sfatare il tabù di casa e batte il Bologna soffrendo. Era dalla seconda giornata (3-0 al Pescara) che i granata non vincevano, collezionando tre sconfitte e un pari. Il gol di un difensore, D’Ambrosio, porta un po’ di tranquillità ai granata che raggiungono quota 14 staccando avversari importanti per la salvezza come Genoa e Sampdoria e allungando anche sul Pescara.
Ma il Torino ha faticato non poco contro un Bologna che nel primo tempo non è mai entrato in area e nella ripresa si è svegliato tardi, portando solo due pericoli, con Diamanti da lontano e Gilardino di testa da due passi, alla porta di Gillet. Il problema dei granata è che quando si tratta di costruire vanno in confusione negli ultimi quindici metri: macchinosa la costruzione dell’azione e troppo prevedibili i passaggi in profondità per Bianchi, che oggi non ne ha azzeccata una, sempre anticipato dai difensori avversari. Ma le palle gol sono arrivate comunque: purtroppo, sui piedi del Bianchi di oggi, che si è fatto precedere sotto porta in due casi e nel terzo ha sparato alto. Bene, anzi, benissimo il Cerci del primo tempo, che ha costruito tutte le occasioni capitate ai granata. Nella ripresa Ventura, che aveva sbagliato a giocare la carte Vives, sempre fuori dal gioco, ha rimediato con Santana (dal suo piede è partito l’assist per il gol di D’Ambrosio, ma si è anche mostrato attivo e reattivo in ogni zona di campo), per poi togliere lo statico capitano. E proprio un minuto dopo arrivava il gol granata.
Il Bologna aveva da poco alzato leggermente il baricentro e contava di prendere campo, ripetendo un po’ la partita vittoriosa del Parma su questo campo. Ma è rimasta solo un’idea nella testa di Pioli: troppo isolato Gilardino e la qualità indubbia di Diamanti non poteva bastare, perché sugli esterni la squadra rossoblu’ non aveva spinta. Il Toro ci ha creduto e dopo aver trovato il gol si è trovato ovviamente spazi più larghi in avanti: ha cercato il raddoppio due volte con Santana e Sansone, ma ha sprecato malamente i contropiede, ci ha provato anche Meggiorini, sfiorando la traversa. Ma i granata soprattutto sono stati molto attenti e compatti non concedendo più (tranne un paio di angoli) nulla all’avversario. Un salvataggio miracoloso di Rodriguez su Gilardino testimonia quanto nel finale sia stata alta la concentrazione degli uomini di Ventura.Il Toro, dunque, è questo: gioca meglio fuori casa, trova difficoltà e poco spazio sul proprio campo, segna poco (a parte Bergamo), ma quanto basta per fare punti preziosi. Adesso il Toro affronta con più fiducia le altre grandi sul proprio cammino, cioè Roma, Fiorentina, Milan e Juventus. Sempre peggio invece il Bologna: classifica preoccupante (8 punti), con il Palermo che si è staccato, futuro assai incerto e squadra che in sé avrebbe gli uomini per risalire, ma non riesce a imporre il gioco e soprattutto prende gol con troppa facilità.
Ventura: “Grande gruppo”
Giampiero Ventura è contento, ma più che altro per la gioia che ha visto nel volto dei suoi ragazzi. «Ciò che è importante è quel che facciamo in settimana. Il giorno della partita, soprattutto quando si vince, deve essere la festa e la gioia dei calciatori - ha spiegato il tecnico granata che dopo il gol di D’Ambrosio non ha neanche esultato - Volevamo dare continuità al nostro buon momento e alle nostre ottime prestazioni, ci siamo riusciti». «Non era semplice - dice il tecnico granata -: il Bologna chiudeva bene tutti gli spazi e la difficoltà per noi era aumentata dal fatto di affrontare una squadra che disputa un campionato simile al nostro. La vittoria incide sicuramente sulla classifica, ma accresce le certezze di questi ragazzi: i miei giocatori sono tutti consapevoli di far parte di un grande gruppo».
Toro, sfatato il tabù Olimpico
D’Ambrosio stende il Bologna
I granata tornano al successo in casa Il difensore firma il gol partita. Ventura: «Vittoria del gruppo,
era importante dare continuità»
Questa volta il film non ha il solito finale: il Toro riesce finalmente a sfatare il tabù di casa e batte il Bologna soffrendo. Era dalla seconda giornata (3-0 al Pescara) che i granata non vincevano, collezionando tre sconfitte e un pari. Il gol di un difensore, D’Ambrosio, porta un po’ di tranquillità ai granata che raggiungono quota 14 staccando avversari importanti per la salvezza come Genoa e Sampdoria e allungando anche sul Pescara.
Ma il Torino ha faticato non poco contro un Bologna che nel primo tempo non è mai entrato in area e nella ripresa si è svegliato tardi, portando solo due pericoli, con Diamanti da lontano e Gilardino di testa da due passi, alla porta di Gillet. Il problema dei granata è che quando si tratta di costruire vanno in confusione negli ultimi quindici metri: macchinosa la costruzione dell’azione e troppo prevedibili i passaggi in profondità per Bianchi, che oggi non ne ha azzeccata una, sempre anticipato dai difensori avversari. Ma le palle gol sono arrivate comunque: purtroppo, sui piedi del Bianchi di oggi, che si è fatto precedere sotto porta in due casi e nel terzo ha sparato alto. Bene, anzi, benissimo il Cerci del primo tempo, che ha costruito tutte le occasioni capitate ai granata. Nella ripresa Ventura, che aveva sbagliato a giocare la carte Vives, sempre fuori dal gioco, ha rimediato con Santana (dal suo piede è partito l’assist per il gol di D’Ambrosio, ma si è anche mostrato attivo e reattivo in ogni zona di campo), per poi togliere lo statico capitano. E proprio un minuto dopo arrivava il gol granata.
Il Bologna aveva da poco alzato leggermente il baricentro e contava di prendere campo, ripetendo un po’ la partita vittoriosa del Parma su questo campo. Ma è rimasta solo un’idea nella testa di Pioli: troppo isolato Gilardino e la qualità indubbia di Diamanti non poteva bastare, perché sugli esterni la squadra rossoblu’ non aveva spinta. Il Toro ci ha creduto e dopo aver trovato il gol si è trovato ovviamente spazi più larghi in avanti: ha cercato il raddoppio due volte con Santana e Sansone, ma ha sprecato malamente i contropiede, ci ha provato anche Meggiorini, sfiorando la traversa. Ma i granata soprattutto sono stati molto attenti e compatti non concedendo più (tranne un paio di angoli) nulla all’avversario. Un salvataggio miracoloso di Rodriguez su Gilardino testimonia quanto nel finale sia stata alta la concentrazione degli uomini di Ventura.Il Toro, dunque, è questo: gioca meglio fuori casa, trova difficoltà e poco spazio sul proprio campo, segna poco (a parte Bergamo), ma quanto basta per fare punti preziosi. Adesso il Toro affronta con più fiducia le altre grandi sul proprio cammino, cioè Roma, Fiorentina, Milan e Juventus. Sempre peggio invece il Bologna: classifica preoccupante (8 punti), con il Palermo che si è staccato, futuro assai incerto e squadra che in sé avrebbe gli uomini per risalire, ma non riesce a imporre il gioco e soprattutto prende gol con troppa facilità.
Ventura: “Grande gruppo”
Giampiero Ventura è contento, ma più che altro per la gioia che ha visto nel volto dei suoi ragazzi. «Ciò che è importante è quel che facciamo in settimana. Il giorno della partita, soprattutto quando si vince, deve essere la festa e la gioia dei calciatori - ha spiegato il tecnico granata che dopo il gol di D’Ambrosio non ha neanche esultato - Volevamo dare continuità al nostro buon momento e alle nostre ottime prestazioni, ci siamo riusciti». «Non era semplice - dice il tecnico granata -: il Bologna chiudeva bene tutti gli spazi e la difficoltà per noi era aumentata dal fatto di affrontare una squadra che disputa un campionato simile al nostro. La vittoria incide sicuramente sulla classifica, ma accresce le certezze di questi ragazzi: i miei giocatori sono tutti consapevoli di far parte di un grande gruppo».
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Re: [O.T.] Il Toro
20/11/2012 Gli arbitri un caso anche per il Toro
Ventura furioso: “E’ una vergogna”
Il rigore battuto da Osvaldo
Granata battuti dalla Roma ma
il rigore dell’1-0 non c’è. Penalty
segnalato dallo stesso fischietto
del black out di Padova in serie B
A volte ritornano. O forse non sono mai andati via. Come gli incubi granata legati all’arbitro
Gianpaolo Calvarese da Teramo, passato alla storia del Toro per esser stato l’incerto direttore di gara nel famoso blackout elettrico di Padova del 3 dicembre 2011, da ieri tornato prepotentemente alla ribalta per quel rigore inesistente segnalato come assistente di porta in favore della Roma. Una decisione contraria rispetto a quella assunta dal primo fischietto Guida che non solo ha fatto saltare il banco della partita, poi vinta dai giallorossi per 2-0, ma ha portato all’esasperazione il Torino intero. In primis Ventura, che ha urlato a squarciagola «E’ una vergogna» per poi rincarare la dose con «E’ quello di Padova», riferendosi appunto al precedente incriminato. Che ha tenuto banco per oltre 5 mesi nell’ultimo campionato tra ricorsi, perizie, appelli e sentenze, regalando alla fine una profonda ingiustizia e una pagina brutta per il calcio italiano. I giocatori granata reduci dalla promozione della scorsa stagione non hanno mai dimenticato il volto di Calvarese, figurarsi i dirigenti del Toro. Che sul referto dell’arbitro hanno visto ballare prima il rinvio dei restanti 14’ da giocare (recuperati il 14 dicembre in un clima surreale e con nuovi errori arbitrali), poi la vittoria a tavolino per responsabilità oggettiva del Padova (15 marzo) e il ribaltamento della sentenza di primo grado (27 aprile) con la conferma dell’1-0 illegale maturato sul campo. Una situazione kafkiana che non è mai stata digerita dal mondo granata e che ieri è tornata di moda all’Olimpico romano per la decisione di Calvarese di punire il triangolo Ogbonna- Marquinho-D’Ambrosio con un penalty che non c’era. «E’ solo una coincidenza che sia stato lui a pesare sull’incontro – sorride con amarezza Giampiero Ventura -: io purtroppo ne prendo atto ed in campo urlavo vergogna contro i miei giocatori. Non dovevano fare due falli così in area, perché
ha poi ragione Zeman: c’erano due rigori per la Roma». Il sarcasmo non manca al tecnico granata, ma la rabbia è enorme per un Toro che cade fuori casa per la prima volta per un blackout. Arbitrale, questa volta, ma con Calvarese sempre protagonista.
Ventura furioso: “E’ una vergogna”
Il rigore battuto da Osvaldo
Granata battuti dalla Roma ma
il rigore dell’1-0 non c’è. Penalty
segnalato dallo stesso fischietto
del black out di Padova in serie B
A volte ritornano. O forse non sono mai andati via. Come gli incubi granata legati all’arbitro
Gianpaolo Calvarese da Teramo, passato alla storia del Toro per esser stato l’incerto direttore di gara nel famoso blackout elettrico di Padova del 3 dicembre 2011, da ieri tornato prepotentemente alla ribalta per quel rigore inesistente segnalato come assistente di porta in favore della Roma. Una decisione contraria rispetto a quella assunta dal primo fischietto Guida che non solo ha fatto saltare il banco della partita, poi vinta dai giallorossi per 2-0, ma ha portato all’esasperazione il Torino intero. In primis Ventura, che ha urlato a squarciagola «E’ una vergogna» per poi rincarare la dose con «E’ quello di Padova», riferendosi appunto al precedente incriminato. Che ha tenuto banco per oltre 5 mesi nell’ultimo campionato tra ricorsi, perizie, appelli e sentenze, regalando alla fine una profonda ingiustizia e una pagina brutta per il calcio italiano. I giocatori granata reduci dalla promozione della scorsa stagione non hanno mai dimenticato il volto di Calvarese, figurarsi i dirigenti del Toro. Che sul referto dell’arbitro hanno visto ballare prima il rinvio dei restanti 14’ da giocare (recuperati il 14 dicembre in un clima surreale e con nuovi errori arbitrali), poi la vittoria a tavolino per responsabilità oggettiva del Padova (15 marzo) e il ribaltamento della sentenza di primo grado (27 aprile) con la conferma dell’1-0 illegale maturato sul campo. Una situazione kafkiana che non è mai stata digerita dal mondo granata e che ieri è tornata di moda all’Olimpico romano per la decisione di Calvarese di punire il triangolo Ogbonna- Marquinho-D’Ambrosio con un penalty che non c’era. «E’ solo una coincidenza che sia stato lui a pesare sull’incontro – sorride con amarezza Giampiero Ventura -: io purtroppo ne prendo atto ed in campo urlavo vergogna contro i miei giocatori. Non dovevano fare due falli così in area, perché
ha poi ragione Zeman: c’erano due rigori per la Roma». Il sarcasmo non manca al tecnico granata, ma la rabbia è enorme per un Toro che cade fuori casa per la prima volta per un blackout. Arbitrale, questa volta, ma con Calvarese sempre protagonista.
- amoidoors69
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Re: [O.T.] Il Toro

Chelsea, un omaggio profondo
Rinnovato il pellegrinaggio dei tifosi a Superga.
Ci sono rapporti che riescono ad andare al di là del semplice tifo. Si tratta di rispetto e di memoria storica, quella che molti tifosi del Chelsea avevano dimostrato di avere nella loro prima visita a Torino tre anni fa e che hanno rinnovato anche ieri.
Perché nelle ultime ore sta girando la foto di quella maglia di un celeste vivo appoggiata sulla lapide del Grande Torino a Superga, con quella scritta ‘Respect’ capace di racchiudere tutto in sette semplici lettere. Spacciarla per attuale sarebbe un falso storico, ché risale alla precedente visita dei londinesi in città tanto da essere anche immortalata al MUseo del Grande Torino di Grugliasco. Ma in ogni caso ci risulta che anche ieri siano stati in molti a salire sul Colle non solo per avere una vista da cartolina, ma sopratutto per rendere omaggio ad una squadra unica, capace di unire trasversalmente tifosi in tutto il mondo.
Un bel gesto, come tanti ce ne vorrebbero in un mondo del tifo incapace tropo spesso di inquadrare i fatti nelle giuste prospettive.
Da Toronews
- Capitanvideo
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Re: [O.T.] Il Toro
In un paese dove sarei orgoglioso di vivere, la storia del Grande Torino sarebbe studiata a scuola, anche come simbolo di unità e rinascita di una nazione dopo il disastro fascista.
Il giorno della tragedia (il 4 maggio) sarebbe ricordato dallo Stato e non solo da qualche tifoso ormai di terza età.
Lo stadio Filadelfia sarebbe stato mantenuto in ordine e al passo con i tempi, con un museo a testimonianza dei quello che successe e di quello che significava, che dovrebbe ancora significare.
Invece questa cloaca di nazione ha sfasciato tutto lo sfasciabile, cancellato il ricordo e i simboli, stendendo tappeti rossi al passaggio di chi vive di forza e prepotenza.
La cosa che mi fa vergognare ancora di più (mentre a farlo dovrebbero essere le istituzioni) sono le testimonianze di affetto e comprensione da parte di tifosi (Ultras?) di altre nazioni, solitamente associati a scimmie senza cervello.
"Lasciali fare, lasciali urlare, ormai non mi servono più ahahah" (Onorevole Chiamparino.)
Il giorno della tragedia (il 4 maggio) sarebbe ricordato dallo Stato e non solo da qualche tifoso ormai di terza età.
Lo stadio Filadelfia sarebbe stato mantenuto in ordine e al passo con i tempi, con un museo a testimonianza dei quello che successe e di quello che significava, che dovrebbe ancora significare.
Invece questa cloaca di nazione ha sfasciato tutto lo sfasciabile, cancellato il ricordo e i simboli, stendendo tappeti rossi al passaggio di chi vive di forza e prepotenza.
La cosa che mi fa vergognare ancora di più (mentre a farlo dovrebbero essere le istituzioni) sono le testimonianze di affetto e comprensione da parte di tifosi (Ultras?) di altre nazioni, solitamente associati a scimmie senza cervello.
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“Il più bravo, anche se è il più bravo e ne si ammiri il talento, non può prendersi tutto”
- amoidoors69
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Re: [O.T.] Il Toro
Capitanvideo , qua la mano ! 

- amoidoors69
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Re: [O.T.] Il Toro
25/11/2012 -
Toro, colpo soltanto sfiorato
Doppia rimonta della Fiorentina
La Fiorentina risponde colpo su colpo al Torino e esce imbattuta dall’Olimpico. La sfida fra i granata e i viola finisce 2-2: apre Cerci nel primo tempo, Rodriguez su rigore firma il pari degli ospiti poi nel finale botta e risposta Birsa-El Hamdaoui. La squadra di Montella porta a casa un punto prezioso e l’ottavo risultato utile consecutivo, che le permette di assaporare almeno per 24 ore il secondo posto in classifica ex-aequo con l’Inter e a +1 sul Napoli. La Fiorentina produce buon gioco nonostante le assenze pesanti di Pizarro a centrocampo e Jovetic in attacco, ma non sfugge alla legge dell’ex e arriva all’intervallo sotto di un gol e in vera e propria emergenza per gli infortuni di Aquilani e Toni. Proprio Aquilani al quarto d’ora crea il primo pericolo del match con un’incornata di poco alta. Alla mezz’ora, poi, Glik e Toni fanno a testate e pagano entrambi dazio: il difensore granata viene portato fuori in barella, l’attaccante dei viola lascia il posto a Seferovic prima del riposo. Il primo a raggiungere gli spogliatoi in casa Fiorentina è Aquilani, fermato da un problema muscolare al 38’ e sostituito da Ljajic. Due minuti dopo, Cerci punisce la sua ex squadra capitalizzando una veloce azione di contropiede: Roncaglia va liscio sul cross rasoterra di D’Ambrosio, sul secondo palo sbuca tutto solo il n.11 che col piatto destro batte Viviano.La reazione della Fiorentina è immediata: Cuadrado pesca Fernandez, che si libera di un difensore ma calcia di poco al lato. Il passivo al giro di boa potrebbe diventare addirittura più pesante per i viola, ma Viviano si oppone alla conclusione di Santana, un altro ex indemoniato. La Fiorentina spinge a testa bassa e il pericolo per Gillet in avvio di ripresa arriva dalla difesa: è il solito Rodriguez ad improvvisarsi attaccante, ma il suo colpo di testa su corner al 58’ esce di poco. Passano cinque minuti e Seferovic centra il palo esterno con una conclusione ravvicinata sul cross di Pasqual, poi al 66’ i viola hanno un’altra doppia chance: prima con un tiro da fuori di Ljajic respinto da Gillet e poi con il tap-in di testa di Pasqual che non trova lo specchio.L’assedio dà i suoi frutti a un quarto d’ora dal termine, quando Cuadrado va giù in area dopo un lieve contatto con D’Ambrosio e l’arbitro Damato assegna il rigore che Fernandez trasforma. Ma nemmeno il tempo di esultare che Viviano, complice un liscio di Rodriguez, si fa ingannare da un tiro-cross di Birsa: 2-1. Sembra finita per la Fiorentina, poi nel finale El Hamdaoui entra e fa subito centro: stop, tiro immediato sull’assist di Cuadrado e il 2-2 è servito.
Contento per gli amici della Viola, ma rosico perchè si vince poco e si pareggia tanto.
Cmq tanto cuore e tanto squadra il Toro !
Toro, colpo soltanto sfiorato
Doppia rimonta della Fiorentina
La Fiorentina risponde colpo su colpo al Torino e esce imbattuta dall’Olimpico. La sfida fra i granata e i viola finisce 2-2: apre Cerci nel primo tempo, Rodriguez su rigore firma il pari degli ospiti poi nel finale botta e risposta Birsa-El Hamdaoui. La squadra di Montella porta a casa un punto prezioso e l’ottavo risultato utile consecutivo, che le permette di assaporare almeno per 24 ore il secondo posto in classifica ex-aequo con l’Inter e a +1 sul Napoli. La Fiorentina produce buon gioco nonostante le assenze pesanti di Pizarro a centrocampo e Jovetic in attacco, ma non sfugge alla legge dell’ex e arriva all’intervallo sotto di un gol e in vera e propria emergenza per gli infortuni di Aquilani e Toni. Proprio Aquilani al quarto d’ora crea il primo pericolo del match con un’incornata di poco alta. Alla mezz’ora, poi, Glik e Toni fanno a testate e pagano entrambi dazio: il difensore granata viene portato fuori in barella, l’attaccante dei viola lascia il posto a Seferovic prima del riposo. Il primo a raggiungere gli spogliatoi in casa Fiorentina è Aquilani, fermato da un problema muscolare al 38’ e sostituito da Ljajic. Due minuti dopo, Cerci punisce la sua ex squadra capitalizzando una veloce azione di contropiede: Roncaglia va liscio sul cross rasoterra di D’Ambrosio, sul secondo palo sbuca tutto solo il n.11 che col piatto destro batte Viviano.La reazione della Fiorentina è immediata: Cuadrado pesca Fernandez, che si libera di un difensore ma calcia di poco al lato. Il passivo al giro di boa potrebbe diventare addirittura più pesante per i viola, ma Viviano si oppone alla conclusione di Santana, un altro ex indemoniato. La Fiorentina spinge a testa bassa e il pericolo per Gillet in avvio di ripresa arriva dalla difesa: è il solito Rodriguez ad improvvisarsi attaccante, ma il suo colpo di testa su corner al 58’ esce di poco. Passano cinque minuti e Seferovic centra il palo esterno con una conclusione ravvicinata sul cross di Pasqual, poi al 66’ i viola hanno un’altra doppia chance: prima con un tiro da fuori di Ljajic respinto da Gillet e poi con il tap-in di testa di Pasqual che non trova lo specchio.L’assedio dà i suoi frutti a un quarto d’ora dal termine, quando Cuadrado va giù in area dopo un lieve contatto con D’Ambrosio e l’arbitro Damato assegna il rigore che Fernandez trasforma. Ma nemmeno il tempo di esultare che Viviano, complice un liscio di Rodriguez, si fa ingannare da un tiro-cross di Birsa: 2-1. Sembra finita per la Fiorentina, poi nel finale El Hamdaoui entra e fa subito centro: stop, tiro immediato sull’assist di Cuadrado e il 2-2 è servito.
Contento per gli amici della Viola, ma rosico perchè si vince poco e si pareggia tanto.
Cmq tanto cuore e tanto squadra il Toro !
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Re: [O.T.] Il Toro
Coppa Italia - Siena-Torino 2-0
Da Toronews:
In una giornata di intensa pioggia che ricorda altre stagioni e tristi eventi passati oggi il Toro ha segnato una non entusiasmante pagina della sua storia agonistica. Non era una sfida importante quella del turno di Coppa Italia ma la brutta sconfitta con il Siena, diretta concorrente nella salvezza che conta, quella del campionato, lascia alquanto perplessi per le modalità con cui si è svolta.Da una parte una squadra che sopperisce alla scarsità di organico con la grinta del suo allenatore che considera ogni partita importante, da onorare e da affrontare con il massimo impegno.Dall'altra una squadra moscia, senza idee, quasi fosse infastidita dal fatto di dover timbrare un cartellino di lavoro poco sentito. Ed un allenatore che vedendo la propria squadra non rispondere alle sollecitazioni ed alle indicazioni presumiamo impartite dopo un attenta analisi nel pre match, si rassegna all'evidenza, mettendosi le mani in tasca e scuotendo la testa.Evidente il diverso approccio e la diversa mentalità, ed è questo che preoccupa di più. Probabilmente Cosmi ha capito che la psicologia è un fattore importante utile nel motivare i giocatori e colmare in parte i loro limti tecnici. Ha compreso che la grinta e le motivazioni possono fare la differenza per raggiungere un obiettivo importante come la salvezza, pur partendo con un handicap importante quale la penalizzazione ereditata dallo scorso campionato, nonostante ormai da tempo annullata.Purtroppo il Toro ed il suo allenatore evidentemente seguono altre strategie, forse per noi poveri e semplici tifosi non facilmente comprensibili.Nelle conferenze stampa pre partita Ventura ha più volte affermato di non voler pensare al derby, che prima di sabato si doveva pensare al Siena ed impegnarsi per superare il turno di Coppa.Alla luce di quanto visto stasera non sappiamo se il mister avesse intenzione di deviare l'attenzione dei suoi da un impegno sentito e atteso da tre anni anche da tutto l'ambiente granata o se avesse pensato utile che con la squadra a disposizione fosse meglio concedere ai suoi giocatori ed alla società, che gli ha messo a disposizione cotanto organico, un momento di rilassamento psicologico per non arrivare all'appuntamento esausti psicologicamente e con troppi timori.
Giornata triste e di cattivi presagi, speriamo si sia trattato solo di un brutto sogno.
Da Toronews:
In una giornata di intensa pioggia che ricorda altre stagioni e tristi eventi passati oggi il Toro ha segnato una non entusiasmante pagina della sua storia agonistica. Non era una sfida importante quella del turno di Coppa Italia ma la brutta sconfitta con il Siena, diretta concorrente nella salvezza che conta, quella del campionato, lascia alquanto perplessi per le modalità con cui si è svolta.Da una parte una squadra che sopperisce alla scarsità di organico con la grinta del suo allenatore che considera ogni partita importante, da onorare e da affrontare con il massimo impegno.Dall'altra una squadra moscia, senza idee, quasi fosse infastidita dal fatto di dover timbrare un cartellino di lavoro poco sentito. Ed un allenatore che vedendo la propria squadra non rispondere alle sollecitazioni ed alle indicazioni presumiamo impartite dopo un attenta analisi nel pre match, si rassegna all'evidenza, mettendosi le mani in tasca e scuotendo la testa.Evidente il diverso approccio e la diversa mentalità, ed è questo che preoccupa di più. Probabilmente Cosmi ha capito che la psicologia è un fattore importante utile nel motivare i giocatori e colmare in parte i loro limti tecnici. Ha compreso che la grinta e le motivazioni possono fare la differenza per raggiungere un obiettivo importante come la salvezza, pur partendo con un handicap importante quale la penalizzazione ereditata dallo scorso campionato, nonostante ormai da tempo annullata.Purtroppo il Toro ed il suo allenatore evidentemente seguono altre strategie, forse per noi poveri e semplici tifosi non facilmente comprensibili.Nelle conferenze stampa pre partita Ventura ha più volte affermato di non voler pensare al derby, che prima di sabato si doveva pensare al Siena ed impegnarsi per superare il turno di Coppa.Alla luce di quanto visto stasera non sappiamo se il mister avesse intenzione di deviare l'attenzione dei suoi da un impegno sentito e atteso da tre anni anche da tutto l'ambiente granata o se avesse pensato utile che con la squadra a disposizione fosse meglio concedere ai suoi giocatori ed alla società, che gli ha messo a disposizione cotanto organico, un momento di rilassamento psicologico per non arrivare all'appuntamento esausti psicologicamente e con troppi timori.
Giornata triste e di cattivi presagi, speriamo si sia trattato solo di un brutto sogno.
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Re: [O.T.] Il Toro
02/12/2012
Juve-Toro 3-0
Difficile guardare oltre un 3-0 ma il Toro ha il dovere di farlo se con l’acqua sporca non vuole buttare via anche il bambino. Soprattutto per dare un senso a una classifica che se non pericolosa, da ieri sera potrebbe diventare quantomeno precaria: 15 punti, 16 sul campo, sono pochi per il gioco messo in mostra fin qui dai granata, (vessati troppe volte da decisioni arbitrali, ma, sia chiaro, non nel derby), sufficienti però per capire che cosa va e che cosa non va nella macchina pilotata da Ventura.
Che cosa va
Sicuramente l’organizzazione di gioco. Anche nel derby il Toro ha mostrato di sapere stare in campo persino oltre i propri limiti. Almeno fino alla scellerata entrata di Glik, la Juve ha faticato e non poco a mettersi in moto: chiusi gli spazi, limitato Pirlo da una marcatura a francobollo di Meggiorini, i bianconeri sembravano la brutta copia dei campioni d’Italia. Il gran merito va a Ventura che alla squadra ha dato una forma che nemmeno una partita speciale come il derby è riuscita snaturare. L’attenzione nelle marcature, la lucidità nelle ripartenze, il controllo quasi maniacale della palla: tutte variabili positive che ci sarebbe piaciuto vedere applicate fino al novantesimo e che invece l’uomo in meno ha frustrato. Ma questa è la strada da seguire. Ventura ha parlato di passi in avanti, forse ha esagerato con il paradosso, ma quella mezz’ora è un punto fermo da cui ripartire.
Che cosa non va
L’incapacità di sfruttare le occasioni a rete, innanzitutto. Ancora una volta la squadra granata ha scialacquato un capitale sottoporta, Meggiorini poteva entrare nella storia del derby e invece ne è uscito dalla finestra; lo stesso Bianchi, stremato da un lavoro che ne ammazza le qualità di bomber, ormai ha con il portiere avversario un rapporto epistolare da quanto ci sta lontano. Solo il mercato di gennaio potrà ovviare il problema, un attaccante più concreto, a costo di sacrificare il Bianchi di fine contratto, sarebbe la miglior medicina.
Ma le ombre non finiscono qui: nell’entrataccia di Glik, in quella meno pericolosa ma altrettanto scomposta di Basha in area di rigore, il Toro ha mostrato molti dei suoi limiti. E l’inadeguatezza di certi giocatori. Un conto è l’aggressività, un altro è la disordinata foga con cui mettere a repentaglio, fino a farli saltare, gli equilibri della squadra. Un esagerato agonismo che il derby non può giustificare: si stava ancora nel primo tempo, la stanchezza non aveva ancora morso i muscoli e annebbiato la mente, così le giustificazioni sono davvero poche. Contro c’era la Juve, d’accordo, ma farsi male da solo, davvero, era l’ultima cosa di cui il Toro aveva bisogno.
Juve-Toro 3-0
Difficile guardare oltre un 3-0 ma il Toro ha il dovere di farlo se con l’acqua sporca non vuole buttare via anche il bambino. Soprattutto per dare un senso a una classifica che se non pericolosa, da ieri sera potrebbe diventare quantomeno precaria: 15 punti, 16 sul campo, sono pochi per il gioco messo in mostra fin qui dai granata, (vessati troppe volte da decisioni arbitrali, ma, sia chiaro, non nel derby), sufficienti però per capire che cosa va e che cosa non va nella macchina pilotata da Ventura.
Che cosa va
Sicuramente l’organizzazione di gioco. Anche nel derby il Toro ha mostrato di sapere stare in campo persino oltre i propri limiti. Almeno fino alla scellerata entrata di Glik, la Juve ha faticato e non poco a mettersi in moto: chiusi gli spazi, limitato Pirlo da una marcatura a francobollo di Meggiorini, i bianconeri sembravano la brutta copia dei campioni d’Italia. Il gran merito va a Ventura che alla squadra ha dato una forma che nemmeno una partita speciale come il derby è riuscita snaturare. L’attenzione nelle marcature, la lucidità nelle ripartenze, il controllo quasi maniacale della palla: tutte variabili positive che ci sarebbe piaciuto vedere applicate fino al novantesimo e che invece l’uomo in meno ha frustrato. Ma questa è la strada da seguire. Ventura ha parlato di passi in avanti, forse ha esagerato con il paradosso, ma quella mezz’ora è un punto fermo da cui ripartire.
Che cosa non va
L’incapacità di sfruttare le occasioni a rete, innanzitutto. Ancora una volta la squadra granata ha scialacquato un capitale sottoporta, Meggiorini poteva entrare nella storia del derby e invece ne è uscito dalla finestra; lo stesso Bianchi, stremato da un lavoro che ne ammazza le qualità di bomber, ormai ha con il portiere avversario un rapporto epistolare da quanto ci sta lontano. Solo il mercato di gennaio potrà ovviare il problema, un attaccante più concreto, a costo di sacrificare il Bianchi di fine contratto, sarebbe la miglior medicina.
Ma le ombre non finiscono qui: nell’entrataccia di Glik, in quella meno pericolosa ma altrettanto scomposta di Basha in area di rigore, il Toro ha mostrato molti dei suoi limiti. E l’inadeguatezza di certi giocatori. Un conto è l’aggressività, un altro è la disordinata foga con cui mettere a repentaglio, fino a farli saltare, gli equilibri della squadra. Un esagerato agonismo che il derby non può giustificare: si stava ancora nel primo tempo, la stanchezza non aveva ancora morso i muscoli e annebbiato la mente, così le giustificazioni sono davvero poche. Contro c’era la Juve, d’accordo, ma farsi male da solo, davvero, era l’ultima cosa di cui il Toro aveva bisogno.
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Re: [O.T.] Il Toro
Un simpatico e bellissimo articolo da Toronews:
Dalla parte di Glik
Non è andata come speravamo. Per niente. Al contrario, questo derby è stato forse molto più simile a quello che nel nostro immaginario definiamo un derby da incubo: la solita decisione arbitrale che condiziona la partita, un rigore contro, tre gol sul groppone, le reti segnate da quelli che meglio (quindi peggio) rappresentano la juventinità e, nel tutto, uno stadio completamente bianconero con solo uno spicchio di luce granata. Un incubo, appunto. Neanche la fugace ricomparsa del “fantasma di Salas” verso la fine del primo tempo è riuscito ad addolcire un po' l'amaro calice che abbiamo dovuto trangugiare.
CAPRO ESPIATORIO - Eppure nell'amarezza di una serata che non augureresti neanche al tuo peggior nemico (anzi magari a lui sì, soprattutto se tifa Juve e magari si tratta del 28 aprile 2013), la cosa che più mi ha fatto imbufalire è stato, durante e dopo la partita, sentire il coro unisono di condanna e di criminalizzazione del povero Glik. Perchè passi imputare a Kamil l'eccesso di agonismo, passi addebitargli l'ingenuità, al limite della stupidità, di un simile intervento in una zona del campo così lontana dalla nostra porta, passi la colpa grave di aver rotto l'equilibrio della squadra, ma sentire tutta la solita serie di frasi fatte e banalità assortite tipiche di un certo giornalismo che del sensazionalismo e del qualunquismo “all'italiana” ha sempre fatto una bandiera, quello no, non lo accetto! Perchè, signori mi spiace, ma io quell'entrata l'ho rivista decine di volte da tutte le angolature possibili e ancora adesso non riesco ancora a capacitarmi come un arbitro possa tirare fuori il rosso diretto per un intervento deciso sulla palla. Sulla palla. Magari scomposto, magari duro, ma chiaramente ed inequivocabilmente sulla palla. Tant'è che Giaccherini non si è fatto assolutamente nulla ed è stato sostituito non per problemi fisici ma a causa del fatto che era stato semplicemente nullo, come quasi tutto il resto della sua squadra, per tutto il primo tempo.
DALLA PARTE DI KAMIL - Io sto con Glik perchè sono stufo di vedere arbitraggi a doppie velocità e a doppio senso: rapidissimi a tirare fuori i cartellini contro certe squadre, un po' meno con altre. Io sto con Glik perchè odio quei saccentoni di commentatori che seduti al caldo del loro studio pontificano contro questo o quello dimenticandosi troppo spesso di avere, molti di loro, un passato da calciatori. Io sto con Glik perchè quei commentatori ex calciatori sono quasi sempre “casualmente” ex di una della tre intoccabili del calcio italiano (Inter, Milan, Juve). Io sto con Glik perchè non è possibile che non ci sia mai una voce fuori dal coro che abbia il coraggio di dire su stampa e tv nazionali che contro il Parma Sansone non aveva simulato ma era stato effettivamente toccato, che il rigore fischiato a Roma era inesistente, che il fuorigioco di Bianchi sul gol annullato contro il Cagliari neanche un cyber-guardialinee avrebbe potuto stabilirlo con certezza. Io sto con Glik perchè non si capisce come mai al Comunale se ti tirano una bordata da due metri e ti sposti per ripararti il corpo con le braccia è rigore (Torino-Cagliari) mentre se allo Juventus Stadium fermi da ultimo uomo l'incursione di un avversario toccando la palla con la mano è tutto regolare...
SIAMO NOI GLI ISTIGATORI? - E poi sto con Glik perchè, guardando in casa nostra, siamo noi tifosi del Toro i primi a chiedere un gioco maschio ai nostri giocatori, siamo noi i primi a “caricare”i giocatori per partite come il derby, siamo noi a chiedere di metterci le palle e di non tirare mai indietro la gamba, siamo noi che in passato cantavamo “picchia per noi Giacomo Ferri” o “picchia per noi Pasquale Bruno”. E allora dovremmo essere noi i primi a perdonare Kamil se si è fatto cacciare da un arbitro che, a parti inverse, non giurerei che avrebbe sventolato lo stesso cartellino. Perchè io capisco se si fosse fatto buttare fuori per un fallo di reazione o per una scorrettezza a gioco fermo. Ma il nostro Glik ha solo voluto ringhiare su tutto ciò che di bianconero gli passava vicino ed è stato esageratamente condannato per un fallo di gioco che, come hanno sottolineato sia Ogbonna che D'Ambrosio, al massimo era da ammonizione. Ed io di questo a Glik non ne farò mai una colpa. L'essere stato “granata” fino al limite non può mai essere una colpa ai miei occhi. Perchè se no smettiamola con la retorica del tremendismo, del cuore Toro: un conto è fare dell'agonismo un punto di forza, un conto è essere cattivi. Non si può chiedere ai giocatori di “darci dentro” salvo poi “scaricarli” se vengono espulsi: ci vuole coerenza. Kamil non è stato affatto cattivo, checchè ne dica un certo tipo di giornalismo sportivo ipocrita che ama il processo alle intenzioni e ama “sbattere il mostro in prima pagina”.
Kamil, non sarai un adone, ma non sei nemmeno un mostro, tranquillo...
Dalla parte di Glik
Non è andata come speravamo. Per niente. Al contrario, questo derby è stato forse molto più simile a quello che nel nostro immaginario definiamo un derby da incubo: la solita decisione arbitrale che condiziona la partita, un rigore contro, tre gol sul groppone, le reti segnate da quelli che meglio (quindi peggio) rappresentano la juventinità e, nel tutto, uno stadio completamente bianconero con solo uno spicchio di luce granata. Un incubo, appunto. Neanche la fugace ricomparsa del “fantasma di Salas” verso la fine del primo tempo è riuscito ad addolcire un po' l'amaro calice che abbiamo dovuto trangugiare.
CAPRO ESPIATORIO - Eppure nell'amarezza di una serata che non augureresti neanche al tuo peggior nemico (anzi magari a lui sì, soprattutto se tifa Juve e magari si tratta del 28 aprile 2013), la cosa che più mi ha fatto imbufalire è stato, durante e dopo la partita, sentire il coro unisono di condanna e di criminalizzazione del povero Glik. Perchè passi imputare a Kamil l'eccesso di agonismo, passi addebitargli l'ingenuità, al limite della stupidità, di un simile intervento in una zona del campo così lontana dalla nostra porta, passi la colpa grave di aver rotto l'equilibrio della squadra, ma sentire tutta la solita serie di frasi fatte e banalità assortite tipiche di un certo giornalismo che del sensazionalismo e del qualunquismo “all'italiana” ha sempre fatto una bandiera, quello no, non lo accetto! Perchè, signori mi spiace, ma io quell'entrata l'ho rivista decine di volte da tutte le angolature possibili e ancora adesso non riesco ancora a capacitarmi come un arbitro possa tirare fuori il rosso diretto per un intervento deciso sulla palla. Sulla palla. Magari scomposto, magari duro, ma chiaramente ed inequivocabilmente sulla palla. Tant'è che Giaccherini non si è fatto assolutamente nulla ed è stato sostituito non per problemi fisici ma a causa del fatto che era stato semplicemente nullo, come quasi tutto il resto della sua squadra, per tutto il primo tempo.
DALLA PARTE DI KAMIL - Io sto con Glik perchè sono stufo di vedere arbitraggi a doppie velocità e a doppio senso: rapidissimi a tirare fuori i cartellini contro certe squadre, un po' meno con altre. Io sto con Glik perchè odio quei saccentoni di commentatori che seduti al caldo del loro studio pontificano contro questo o quello dimenticandosi troppo spesso di avere, molti di loro, un passato da calciatori. Io sto con Glik perchè quei commentatori ex calciatori sono quasi sempre “casualmente” ex di una della tre intoccabili del calcio italiano (Inter, Milan, Juve). Io sto con Glik perchè non è possibile che non ci sia mai una voce fuori dal coro che abbia il coraggio di dire su stampa e tv nazionali che contro il Parma Sansone non aveva simulato ma era stato effettivamente toccato, che il rigore fischiato a Roma era inesistente, che il fuorigioco di Bianchi sul gol annullato contro il Cagliari neanche un cyber-guardialinee avrebbe potuto stabilirlo con certezza. Io sto con Glik perchè non si capisce come mai al Comunale se ti tirano una bordata da due metri e ti sposti per ripararti il corpo con le braccia è rigore (Torino-Cagliari) mentre se allo Juventus Stadium fermi da ultimo uomo l'incursione di un avversario toccando la palla con la mano è tutto regolare...
SIAMO NOI GLI ISTIGATORI? - E poi sto con Glik perchè, guardando in casa nostra, siamo noi tifosi del Toro i primi a chiedere un gioco maschio ai nostri giocatori, siamo noi i primi a “caricare”i giocatori per partite come il derby, siamo noi a chiedere di metterci le palle e di non tirare mai indietro la gamba, siamo noi che in passato cantavamo “picchia per noi Giacomo Ferri” o “picchia per noi Pasquale Bruno”. E allora dovremmo essere noi i primi a perdonare Kamil se si è fatto cacciare da un arbitro che, a parti inverse, non giurerei che avrebbe sventolato lo stesso cartellino. Perchè io capisco se si fosse fatto buttare fuori per un fallo di reazione o per una scorrettezza a gioco fermo. Ma il nostro Glik ha solo voluto ringhiare su tutto ciò che di bianconero gli passava vicino ed è stato esageratamente condannato per un fallo di gioco che, come hanno sottolineato sia Ogbonna che D'Ambrosio, al massimo era da ammonizione. Ed io di questo a Glik non ne farò mai una colpa. L'essere stato “granata” fino al limite non può mai essere una colpa ai miei occhi. Perchè se no smettiamola con la retorica del tremendismo, del cuore Toro: un conto è fare dell'agonismo un punto di forza, un conto è essere cattivi. Non si può chiedere ai giocatori di “darci dentro” salvo poi “scaricarli” se vengono espulsi: ci vuole coerenza. Kamil non è stato affatto cattivo, checchè ne dica un certo tipo di giornalismo sportivo ipocrita che ama il processo alle intenzioni e ama “sbattere il mostro in prima pagina”.
Kamil, non sarai un adone, ma non sei nemmeno un mostro, tranquillo...