micetta84 ha scritto:Ragest ha scritto:Miss Spring ha scritto:Torno adesso dalla casa dei vicini singalesi. Hanno acquistato un frullatore da Carrefour ma non riescono a farlo funzionare, dal momento che le istruzioni sono per loro incomprensibili. Così chiamano la bianca, che, senza dubbio, domina le leggi della tecnologia.
Col cazzo che sono riuscita a far funzionare quell'aggeggio.
Alla faccia della cosiddetta superiorità della cultura occidentale.
No, cara Miss...
Non centra la cultura occidentale ed i suoi fardelli di "sapienza".
Centra la totale mancanza di feeling tra l'essere femminile e qualsiasi cosa abbia a che fare con la tecnologia-elettricità-termodinamica: e per quello, non c'è manuale d'istruzioni che tenga.
occazzo sono un maschio
Oggi ho fatto come Cappuccetto Rosso e sono andata a trovare la nonna, quindi passeggiata di mezz'ora con l'ipod a far compagnia ai miei pensieri, mentre osservavo la mia bella cittadina e i suoi mutamenti nel tempo.
Ad un certo punto parte "Indipendent Woman", ottima per scandire i miei passi. Mi son persa nei miei ragionamenti sull'indipendenza e una domanda è sorta in proposito: questo termine si associa sempre al concetto di emancipazione femminile ma non si parla mai mai mai di indipendenza maschile?
Cosa rappresenta per voi?
@Volpe: hai ragione: in effetti, le donne sono solite avere una grande confidenza con tali attrezzi.
Sul quesito felino (gradirei molto, che tutti i maschioni abbiano la bellezza e la perspicacia della micetta, ma temo che questo non sia possbile, a meno che in Italia da quando me ne sono andato non siano cambiate troppe cose in senso Copernicano...), tenderei a distinguere tra indipendenza ed emancipazione.
La prima è un dato di fatto: basta avere un redditto fisso e collegarlo al presunto ma canonizzato socialmente parlando, prestigio sociale che ne deriva per potersi illudere di godere di quella libertà che ci fa sentire indipendenti dai fattori esogeni (famiglia, rapporti interpersonali, giogo del bisogno materiale).
Se poi, però, si è schiavi di se stessi la ruota torna a girare: anzi, a ben vedere, non smette mai di essere in moto.
L'emancipazione, invece, è da ricercare in una tale numerosità e profondità di elementi che è difficile affermarla o anche solo definirla: esempio zingaresco....
E' chiaro che anche qui le donne lavorano e "fanno carriera" (si prendono la loro indipendenza, soprattutto con le "cose", e come tutti i paesi in via di sviluppo, più hai più sei indipendente: tralasciamo come molti, entrino in possesso di questa "roba", da intendere in senso Verghiano...), tuttavia non si sono ancora emancipate dai vincoli che una cultura ultra-maschilista gli ha imposto per secoli; cosa che in Italia, per fortuna, sembra essere avvenuta con buona pace dei controlli di famiglia e santa-romana-kiesa.
Qui le donne, sono ancora un passo dietro gli uomini in ogni senso: a poco è servito, in questo senso, il relativo benessere capitalista.
Esempio nell'esempio: con la mia consorte in avanzato stato di gravidanza, è chiaro che ho cercato di provvedere alle faccende domestiche (anche con un braccio solo): niente di che; si tratta di cucinare, lavare, stirare e pulire: per me sono cose abitudinarie, a maggior ragione motivate dal fatto che con in questo stato fisico, Lei fa fatica ad alzarsi dal letto, figuriamoci a fare il resto.
Ebbene sono stato ripreso più volte sul fatto che non sono miei compiti, che qui non funziona così e che queste cose le deve fare Lei: in base a quale Costituzione o testo sacro, non è dato sapere.
Alla mia domanda sul perchè fosse compito suo, la rispsta rivela l'arretratezza dell'emancipazione femminile locale: "è così e basta".
Ma questa è tutta un'altra storia.