[O.T.] I cazzi dei forumisti

[CianBellano]

In ogni caso mi chiedevo quanto sia diverso sentirsi amati, dal sentire che un'altra persona ha bisogno di te.

E' tanto diverso, ed è tanto perversa la frequenza con la quale rovina tutto.
L'amore è un ecosistema delicato, ingiusto ed anton forse sarà presto single.

Niente, edit. Devo risolvermela da solo.

Tony, anche in mp...dai che su questo argomento sono sensibile(ovviamente non sono riuscito a leggere nulla).

[Mavco Pizellonio]

Fanculo, volevo sapere.

[ziggy7]

Non capisco perche' dei genitori italiani debbano chiamare i figli con nomi stranieri..........

ieri una che lavora vicino a casa mia mi ha detto d' aver chiamato il figlio..............

Morgan !


come il cantante ha aggiunto lei.........

speriamo che cresca cocainomane allora.....come il cantante

[O.T.] I cazzi dei (papà dei) forumisti

Lavoro in un negozio con soppalco, dove ho il laboratorio di riparazioni e dove ho il PC dal quale sparo le mie cazzate.
Il babbo è rimasto fuori, nel marciapiede, per qualche minuto, forse per assaporare l'aria calda e fumosa, o forse nell'attesa di scambiare due parole con qualcuno.
Lo sento entrare e salire le scale, ormai raramente viene nel mio regno (che fino a ieri era suo), mi giro e lo guardo sorridente. Lui mi guarda ma non favella. Alla sua età (89), capita di distrarsi.

Io: "Dimmi"
Lui: "Certo che delle volte succedono cose strane"
"Cosa ti è successo?"
"Beh, ero li fuori....mi viene incontro una bella ragazza, bella eh....e mi chiede di seguirla nel portone. Una volta dentro mi dice: vuoi fare l'amore? Dai spogliati"
Strabuzzo gli occhi. "E tu che hai fatto?"
"Niente, le ho detto che ho 90 anni, che non mi reggo in piedi e sono uscito, l'ho lasciata li"
"Guarda un po se ti ha fregato il portafoglio"
"Ma figurati." Però si controlla le tasche, non ci aveva pensato. "Vedi, tutto a posto"
Gli dico: "Per me era una zingara, ti voleva fregare i soldi"
"Ma nooo...era elegante, avrà avuto 17 anni!"
Il fatto è che per lui anche le donne di 60 anni sono ragazze.
"Beh, cmq era una puttana, lo sai vero? Una volta calate le braghe ti avrebbe fregato il portafoglio e lasciato li come un fesso, oppure sarebbe entrato il suo uomo e ti avrebbe minacciato chiedentoti in cambio l'orologio o dei soldi"
"Eh....mah....mi sa di si....."

E voi che avreste fatto?

Io ora ho 5 euro in tasca...
dubito che a 90anni avro' neanche quelli visto l'andamento generale...se ci arrivo

bella sta cosa del carattere piccolo, non sapevo che si poteva

[Antonchik]

Fanculo, volevo sapere.

Andate a farvi fottere, mi fate sentire in colpa

Ecco cosa avevo scritto:

Lei è visibilmente prigioniera della reiterazione di una situazione ben precisa, nei suoi due opposti: il controllare le fonti che soddisfano determinati bisogni (e non i bisogni in sè) o l'esserne totalmente in balia.

Quindi se dò, non posso allontanarmi.

E io ho una cattiva relazione con il dare, che per me è vincolante in termini di sacrificio.

Ma ora non mi sta più bene, perchè sto attraversando una fase di cambiamento, e inizio a sentire una parte forte di me, attiva, che vuole fare mille cose e le vuole fare a modo suo. Ma il sacrificio non lo permette, perchè per essere forte l'agire sacrificato, la parte attiva deve essere spenta attraverso alcune funzioni, tipo il senso di colpa.

Il guaio è che io soltanto ora sto percependo davvero in modo nettissimo il distinguo tra agire per abnegazione e agire per volontà, che sia una volontà del mio io umano e limitato, della mia totalità o dei miei neonati impulsi e forze, poco cambia.

[scb]

Nella mia modestissima conoscenza della lingua italiana, credo di aver capito, Anton, a cosa ti riferisca.

Sono cazzi. In linea di principio sarebbe giusto essere, in tali situazioni, egoisti. Ma sono cazzi.

[Ragest]

Nella mia modestissima conoscenza della lingua italiana, credo di aver capito, Anton, a cosa ti riferisca.

Sono cazzi. In linea di principio sarebbe giusto essere, in tali situazioni, egoisti. Ma sono cazzi.

Avvocato non si butti giù.

Lei ha capito.

Lei sa.

Lei vale.

[CianBellano]

Nell pm che ho io c'è più roba

[rufus t]

Proprio per quanto mi appaiono suggestive le parole di appulos, mai capirò il senso di appartenenza ad un unico luogo.

Mi sento orgogliosamente terrestre ed umano (anche se a volte l'umanità vacilla).

In ogni caso mi chiedevo quanto sia diverso sentirsi amati, dal sentire che un'altra persona ha bisogno di te.

io ho (anzi avevo) quattro nonni di quattro posti diversi e lontani fra loro (i nonni paterni di più di mille km). per non parlare dei bisnonni, in parte sudditi di sovrani stranieri. ho un albero genealogico con radici lunghissime
da ragazzino andavo abbastanza spesso a trovare i parenti in 3 di questi 4 luoghi (il quarto è roma), poi via via sempre meno, ora in uno di questi non ci vado da più di 10 anni, in un altro da 5/6, in un altro ci vado spesso, anche se non proprio nel paesello.
ancora oggi però li sento tutti come miei
sarà il richiamo della foresta

[Antonchik]

Insomma:

[Tasman]

Fanculo, volevo sapere.

Andate a farvi fottere, mi fate sentire in colpa

Ecco cosa avevo scritto:

Lei è visibilmente prigioniera della reiterazione di una situazione ben precisa, nei suoi due opposti: il controllare le fonti che soddisfano determinati bisogni (e non i bisogni in sè) o l'esserne totalmente in balia.

Quindi se dò, non posso allontanarmi.

E io ho una cattiva relazione con il dare, che per me è vincolante in termini di sacrificio.

Ma ora non mi sta più bene, perchè sto attraversando una fase di cambiamento, e inizio a sentire una parte forte di me, attiva, che vuole fare mille cose e le vuole fare a modo suo. Ma il sacrificio non lo permette, perchè per essere forte l'agire sacrificato, la parte attiva deve essere spenta attraverso alcune funzioni, tipo il senso di colpa.

Il guaio è che io soltanto ora sto percependo davvero in modo nettissimo il distinguo tra agire per abnegazione e agire per volontà, che sia una volontà del mio io umano e limitato, della mia totalità o dei miei neonati impulsi e forze, poco cambia.

I neonati impulsi sono i più pericolosi,piccoli e bastardi..









Dai Anto' sto a scherzà..

[zio]

[O.T.] I cazzi dei (papà dei) forumisti

Lavoro in un negozio con soppalco, dove ho il laboratorio di riparazioni e dove ho il PC dal quale sparo le mie cazzate.
Il babbo è rimasto fuori, nel marciapiede, per qualche minuto, forse per assaporare l'aria calda e fumosa, o forse nell'attesa di scambiare due parole con qualcuno.
Lo sento entrare e salire le scale, ormai raramente viene nel mio regno (che fino a ieri era suo), mi giro e lo guardo sorridente. Lui mi guarda ma non favella. Alla sua età (89), capita di distrarsi.

Io: "Dimmi"
Lui: "Certo che delle volte succedono cose strane"
"Cosa ti è successo?"
"Beh, ero li fuori....mi viene incontro una bella ragazza, bella eh....e mi chiede di seguirla nel portone. Una volta dentro mi dice: vuoi fare l'amore? Dai spogliati"
Strabuzzo gli occhi. "E tu che hai fatto?"
"Niente, le ho detto che ho 90 anni, che non mi reggo in piedi e sono uscito, l'ho lasciata li"
"Guarda un po se ti ha fregato il portafoglio"
"Ma figurati." Però si controlla le tasche, non ci aveva pensato. "Vedi, tutto a posto"
Gli dico: "Per me era una zingara, ti voleva fregare i soldi"
"Ma nooo...era elegante, avrà avuto 17 anni!"
Il fatto è che per lui anche le donne di 60 anni sono ragazze.
"Beh, cmq era una puttana, lo sai vero? Una volta calate le braghe ti avrebbe fregato il portafoglio e lasciato li come un fesso, oppure sarebbe entrato il suo uomo e ti avrebbe minacciato chiedentoti in cambio l'orologio o dei soldi"
"Eh....mah....mi sa di si....."

E voi che avreste fatto?

mi sarei messo a ridere con mio babbo.

[zio]

Fanculo, volevo sapere.

Andate a farvi fottere, mi fate sentire in colpa

Ecco cosa avevo scritto:

Lei è visibilmente prigioniera della reiterazione di una situazione ben precisa, nei suoi due opposti: il controllare le fonti che soddisfano determinati bisogni (e non i bisogni in sè) o l'esserne totalmente in balia.

Quindi se dò, non posso allontanarmi.

E io ho una cattiva relazione con il dare, che per me è vincolante in termini di sacrificio.

Ma ora non mi sta più bene, perchè sto attraversando una fase di cambiamento, e inizio a sentire una parte forte di me, attiva, che vuole fare mille cose e le vuole fare a modo suo. Ma il sacrificio non lo permette, perchè per essere forte l'agire sacrificato, la parte attiva deve essere spenta attraverso alcune funzioni, tipo il senso di colpa.

Il guaio è che io soltanto ora sto percependo davvero in modo nettissimo il distinguo tra agire per abnegazione e agire per volontà, che sia una volontà del mio io umano e limitato, della mia totalità o dei miei neonati impulsi e forze, poco cambia.

se ho capito, e ripeto se,
credo Anton che tu ti concepisca da solo.
e invece l'io in azione di cui tu parli è sempre "Relazione con" qualcuno altro.
quindi credo che se ti muovi pensando la libertà come autovolontà, sarai portato comunque vada all'insuccesso inteso come soddisfazione.
invece se pensi alla libertà come in nesso con uno o degli altri, allora potrai godere soddisfazione.
il sacrificio è solo nell'idea di pensarsi da solo.
viceversa le rinunce diventano soddisfazioni se coscientemente fatte "per" e non a "causa di".

come disse un grande filosofo italiano, di cui adesso non mi ricordo il nome, "ogni accadimento diventa avvenimento totalizzante nell'esperienza di un grande amore".

[Capitanvideo]

mi sarei messo a ridere con mio babbo.

Ovviamente è finita così, è tutto il giorno che lo prendiamo in giro dicendogli:"Oggi hai cuccato eh?"

Ma avrei voluto esserci io al suo posto, sono esperienze. Ma forse meglio di no.

[zio]

mi sarei messo a ridere con mio babbo.

Ovviamente è finita così, è tutto il giorno che lo prendiamo in giro dicendogli:"Oggi hai cuccato eh?"

Ma avrei voluto esserci io al suo posto, sono esperienze. Ma forse meglio di no.

adesso saresti senza portafoglio.
e magari con uno sbrego sulla guancia.

cmq l'altra sera tornavo a casa quando ad un incrocio mi sento battere sul vetro della macchina.
lo guardo ed era un giovane ben vestito che mi chiede aiuto. apro leggermente il finestrino e mi dice se posso accompagnarlo al bar che doveva fare benzina ed era al bancomat che glielo ha preso.
un pò timoroso ho aperto la portiera e l'ho fatto salire.
mentre mi raccontava la sua storia, improvvisamente alzando la voce per la sfiga, si è messo a urlare e a battere sul cruscotto. io non mi sono impaurito e gli ho mostrato la mano davanti alla faccia e gli ho detto: si calmi. con voce ferma.
lui ha smesso.
naturalmente il bar che mi ha indicato era chiuso.
e lui allora mi ha chiesto 10 euro.
io ho detto di no.
e lui mi ha detto: allora mi faccia scendere.
accontentato.
sceso, ho chiuso le portiere e sono partito.
l'ho visto con lo specchietto che urlava e si sbracciava.

magari aveva bisogno di aiuto.
però sinceramente, credo di averla sfiorata per un soffio.
e comunque in tasca avevo 8 euro.

[Antonchik]

Fanculo, volevo sapere.

Andate a farvi fottere, mi fate sentire in colpa

Ecco cosa avevo scritto:

Lei è visibilmente prigioniera della reiterazione di una situazione ben precisa, nei suoi due opposti: il controllare le fonti che soddisfano determinati bisogni (e non i bisogni in sè) o l'esserne totalmente in balia.

Quindi se dò, non posso allontanarmi.

E io ho una cattiva relazione con il dare, che per me è vincolante in termini di sacrificio.

Ma ora non mi sta più bene, perchè sto attraversando una fase di cambiamento, e inizio a sentire una parte forte di me, attiva, che vuole fare mille cose e le vuole fare a modo suo. Ma il sacrificio non lo permette, perchè per essere forte l'agire sacrificato, la parte attiva deve essere spenta attraverso alcune funzioni, tipo il senso di colpa.

Il guaio è che io soltanto ora sto percependo davvero in modo nettissimo il distinguo tra agire per abnegazione e agire per volontà, che sia una volontà del mio io umano e limitato, della mia totalità o dei miei neonati impulsi e forze, poco cambia.

se ho capito, e ripeto se,
credo Anton che tu ti concepisca da solo.
e invece l'io in azione di cui tu parli è sempre "Relazione con" qualcuno altro.
quindi credo che se ti muovi pensando la libertà come autovolontà, sarai portato comunque vada all'insuccesso inteso come soddisfazione.
invece se pensi alla libertà come in nesso con uno o degli altri, allora potrai godere soddisfazione.
il sacrificio è solo nell'idea di pensarsi da solo.
viceversa le rinunce diventano soddisfazioni se coscientemente fatte "per" e non a "causa di".

come disse un grande filosofo italiano, di cui adesso non mi ricordo il nome, "ogni accadimento diventa avvenimento totalizzante nell'esperienza di un grande amore".