No, vista una viste tutte, tranne quella di Las Vegas, Axel puo confermare quello che dico!Kronos ha scritto:mhmmm non e' mica che ti riferisci a qualche manifestazione in particolare?Jessica Gayle ha scritto:Ragazzi, non ve la prendete, tanto i premi li danno quasi sempre alle persone sbagliate, al giorno d'oggi chi non vince premi ( salvo eccezzioni ) ha la coscienza pulita!
Concorso letterario: istituzione del premio Axel Braun!
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Ecco il mio racconto.
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DULCIS IN FUNDO
Presi la decisione nel momento stesso in cui la vidi, quella mattina. Ero appena uscito dalla chiesa.
"Questa me la chiavo", dissi a me stesso.
La ragazza nuova della pasticceria di via Zanoni non era niente male. L'avevo osservata mentre aiutava la vecchiaccia ad aprire il locale. Ed evidentemente non ero il solo ad averla notata, perché già nel pomeriggio un nugolo di ragazzini si affaccendava rumorosamente di fronte alla vetrina. A lei la cosa non doveva dispiacere molto, dato il numero di sorrisi che lanciava loro continuamente.
Non era alta, ma aveva un bel corpicino sodo, con le curve giuste. Se c'è una cosa che mi piace terribilmente in una donna, è la giusta proporzione tra tette e culo. E questa puttanella aveva un culetto tondo e compatto accompagnato da una splendida terza di seno. Soprattutto, quelle tette sembravano puntare con decisione verso l'alto. Doveva essere mia, cazzo.
Decisi di non aspettare troppo, altrimenti qualcuno me l'avrebbe soffiata.
Scansai la folla di maschietti in calore, entrai e mi diressi verso il bancone delle paste.
"Un cannolo e una pesca, grazie".
Lei mi guardò e per un attimo ebbi come la sensazione che mi stesse squadrando. Anzi, ne fui sicuro. In pochi secondi mi venne duro da farmi male.
Mi fece un mezzo sorriso e si inchinò per prendere il cazzo e la figa che le avevo chiesto senza preoccuparmi della volgarità del doppio senso.
Il grembiule che aveva addosso non bastò a coprire quelle morbide tette rosa, sembravano debordare dalla magliettina, e sono certo di aver visto mezzo capezzolo.
Il cazzo mi premeva contro i pantaloni, facendomi sempre più male.
"Aggiungo altra crema nel cannolo?".
Era ancora inchinata, e mi guardava. E io guardavo le sue tette.
Sapeva cosa mi stava facendo, lo sapeva eccome, quella puttana.
"Solo se è veramente buona", risposi.
"Oh, vedrà che non si lamenterà ". E sorrise, rialzandosi col cannolo in mano.
Sentivo i commenti dei ragazzini dietro di me, seguivano la scena con interesse.
"La pesca va bene così com'è, grazie".
Lei rise, mi osservò per qualche attimo, poi fissò lo sguardo sulla mia patta, palesemente rigonfia.
Stavo scoppiando, avevo un pezzo di marmo nelle mutande. Marmo vivo, fottutamente vivo.
Prese anche la pesca, offrendo ancora alla mia vista quelle tette appetitose. Mi ricordò la Margot di Lupin, che mi aveva sempre arrapato.
"Due euro, grazie", mi disse sempre sorridendo, e tendendo il sacchetto delle paste verso di me.
Aveva delle labbra di un rosso vivo, carnose ma non troppo grosse.
Me le immaginavo indugiare sulla mia cappella, mentre toglievo senza guardare i soldi dalla tasca.
Le diedi i soldi e non riuscii a trattenermi, le sfiorai la mano per sentire la sua pelle.
Lei se ne accorse, incrociò lo sguardo con il mio e allargò il sorriso.
Che troia, che troia, pensai. L'uccello quasi usciva dalle mutande, sentivo la punta umida sui pantaloni.
"Ecco a te. Grazie", le dissi, "Certo che è un peccato mangiare queste prelibatezze da solo..."
Non si scompose, e mi rispose: "Non amo molto i dolci".
Cazzo, dovevo trovare qualcosa con cui ribattere, ma lei mi sorprese.
"Preferisco la carne", mi disse piegando la testa da un lato.
La fissai come stordito, e d'improvviso schizzai nei pantaloni. Quattro getti di sborra calda, uno dopo l'altro, in rapida successione.
Dovevo fare in fretta. "Allora vada per la carne. Stasera va bene? A che ora chiudete qui?".
Mi guardò senza rialzare la testa, dondolando un po'. "Alle otto".
"Perfetto. Alle otto", dissi frettolosamente, e me ne andai.
I ragazzini ridacchiavano più rumorosamente, ora, ma non mi curai di loro.
Tornai al postaccio dove vivevo, buttai i pantaloni nella cesta del bucato e feci una doccia fredda.
Non riuscivo a togliermela dalla mente, era sempre lì, con quelle labbra e quelle tette. E quelle mani calde. Sorrideva.
Mi sdraiai ma non riuscii a chiudere occhio. Tra l'altro il cazzo mi si induriva ogni volta che la immaginavo senza vestiti. Aveva i capezzoli piccoli o grandi? E le fossette sopra il culo? Come avrebbe avuto i piedi?
Mi tormentavo con quelle domande, quando mi accorsi che bussavano alla porta.
"Si?", chiesi quasi gridando.
"Sono io, Lucia, volevo sapere se stava bene. Mi è sembrato un po' strano, entrando".
"Si, si, tutto bene. Sono solo un po' stanco, riposavo", continuai a gridare a Lucia che sicuramente origliava da dietro la porta. "Può andare".
"Va bene, mi scusi. Buon riposo, allora". Rimasi in silenzio in attesa di sentire i passi che si allontanavano. Per un minuto buono non sentii niente, poi ecco, i passi.
"Ficcanaso del cazzo, vecchia racchia ficcanaso", pensai.
Mi alzai e mi accorsi che mancavano trenta minuti alle otto.
Di nuovo mi prese l'eccitazione, questa volta con una buona dose d'ansia.
Mi vestii, mi guardai allo specchio e pisciai nel lavandino, sgrullandolo solo in parte.
Mi piace ficcarlo in bocca alle troie ancora umido di piscio.
Uscii quasi di corsa, e mi diressi alla pasticceria.
Naturalmente non portai nulla con me, se non la carne di cui mi trovavo fornito naturalmente. Non avevo nessuna intenzione di sembrare galante, e neanche a lei mi sembrava importasse qualcosa.
Arrivai lì alla chiusura, e fortunatamente non c'era nessuno.
Entrai, e lei era lì, solo che c'era qualcosa di strano.
Appena la vidi l'uccello si fece acciaio. Aveva indosso solo il grembiule. Dio, cazzo, che troia.
Era dietro il banco, e mi sorrideva.
"Chiudi", mi disse a voce bassa.
Chiusi immediatamente quel fottuto portone, in preda a una eccitazione violenta, e mi diressi verso di lei. Feci il giro del bancone, e le saltai addosso.
Mi avventai sulle sue labbra, stringendole il culo con le mani mentre la baciavo.
Le sue braccia mi avvolsero il collo e la schiena, ed erano caldissime.
Non potevo resistere, dovevo girarla, e lo feci.
La vista di quel grembiule aperto sulla schiena e sul culo mi fece impazzire. Mi gettai a terra e presi a mordere quella carne soda, schiaffeggiandola con forza come si meritava. Le ficcai la lingua in culo ancor prima che nella figa. Sapeva di culo caldo e umido, di culo lavato ormai tante ore prima e dunque ben saporito e odoroso. Con la lingua infilata fin dove arrivavo, esplorai la figa con le dita. Era già fradicia, e la mano scivolò dentro per metà . Assaggiai quel miele salato e feci un tutt'uno tra i due buchi, passando e ripassando la lingua su e giù.
Lei mugolava e tremava, le mani sulla mia testa.
Mi staccai dal culo, rialzandomi, la feci abbassare e le schiaffai l'uccello in bocca.
Dio, che caldo, che morbido... Le strinsi i capelli con una mano e con l'altra le avvicinai violentemente la testa alla base del cazzo, tentando di farlo entrare tutto.
Entrò, cazzo, e sentii la parete della sua gola contro il mio glande.
"Volevi la carne, puttana? Eccoti il tuo cannolo di carne, mangialo tutto, troia".
E lei avidamente mangiava. A un certo punto si staccò dal mio cazzo, stringendolo con una mano mentre con l'altra mi accarezzava le palle. La guardai infoiato, con l'aria di chi sta per incazzarsi seriamente, quando lei sputò sul mio uccello e riprese a mangiarlo con brama.
Dovevo fotterla, mi sentivo scoppiare, dovevo punirla.
Le tirai con forza i capelli, facendola rialzare. Le presi la faccia tra le mani, la baciai, poi sputai sulle sue labbra e la baciai ancora.
La sollevai prendendola per le chiappe e sbattendola sul bancone delle paste. Le strappai il grembiule di dosso scoprendole le tette. Aveva i capezzoli grandi, e mi ci tuffai con voracità , palpando quelle sfere del piacere. Mi abbassai del tutto i pantaloni e glielo infilai di schianto, facendola gridare. Presi a fotterla con furore, come in trance, dando dei colpi di reni violentissimi, ma sentivo che le piaceva. Evidentemente non bastava. Continuai a affondare per qualche minuto, stringendole e tirandole i capelli all'indietro e leccandola sul collo, in faccia, sulle orecchie. Gridava forte, ora, la puttana.
Uscii da lei e le presi la testa portandola verso il mio cazzo eretto. Lei ubbidì, e prese a succhiarlo.
"Ti piace il tuo sapore, troia?"
A quel punto la girai, le affondai la faccia sulle ciambelle alla crema, spingendo, e con una mano portai l'uccello a contatto con il suo buco del culo.
Lei disse qualcosa, ma aveva la bocca piena di crema, e non sentii, né mi importava.
Spinsi una sola volta, forte, e le entrai nel culo. Gridò.
Affondai la sua faccia del cazzo ancora più forte nelle paste, e presi a spingere come un dannato dentro quel culo stretto. Cosa cercavo, non lo so, ma andavo in fondo, cazzo, se andavo in fondo.
Con le due mani sulla sua testa, sporca di crema e di sfoglia, spingevo all'impazzata tanto da farmi male il cazzo, ma non mi importava. Era divina, quella troia era qualcosa di magnifico.
Mi chinai su di lei, le girai la faccia verso di me, lei mi guardò attraverso un velo di crema con occhi un po' impauriti, ma eccitati. Le sputai addosso un litro di saliva, ormai sbavavo, e le riaffondai il volto nel pasticcio di crema. Gridavamo tutti e due, sudando come bestie. Nelle sue grida c'era anche dolore, e questo mi eccitò ancora di più.
Dopo altri colpi fortissimi nel culo, mi accorsi che stavo per scoppiare.
Lo spinsi dentro per un'ultima volta, arrivando fino alla base. Tutto dentro quel culo superbo, era il paradiso. Lo sfilai di corsa, la girai e le montai sopra, imprigionandole le mani con le gambe.
Glielo appoggiai sulle labbra, per fargliele aprire come volevo.
A quel punto venni, eruttai in un flusso caldissimo dritto sulla sua faccia, in parte ricoperta di crema. Gridai come un pazzo mentre le spruzzavo bocca, naso e occhi. Durò non so quanto, ma fu bellissimo. Mentre l'orgasmo finiva, glielo spinsi in bocca, senza incontrare resistenza.
Le scosse finali furono piacevolissime, leggevo nei suoi occhi che le piaceva, e a quel punto non potevo fermarmi.
Presi a spalarle via la crema e la sborra dalla faccia col cazzo, per poi infilarglielo in bocca ancora. Le feci mangiare tutto ciò che aveva in faccia, ripulendola quasi del tutto.
Finalmente mi rimisi in piedi, guardandola. Era distrutta ora, ansimava.
Solo in quel momento mi accorsi dei ragazzi dietro la vetrina, tutti col cazzo in mano, qualcuno che aveva già spruzzato contro il vetro. Lei seguì il mio sguardo, li vide, e rise come una cretina.
"Che cazzo ridi? Sei proprio zoccola", le dissi, e le assestai uno schiaffo in faccia.
I ragazzi scapparono, io mi rivestii e prima di uscire tornai da lei, ancora sdraiata sul bancone. La guardai dall'alto in basso, presi con la mano un bel po' di crema spappolata, e gliela spalmai in faccia. Dopodichè la leccai un paio di volte, per poi risputarle tutto addosso.
"Faresti meglio a diventare vegetariana", le dissi, poi me ne andai.
Rientrato a casa, mi sdraiai senza passare dal bagno, e dormii sino all'indomani mattina.
Bussarono alla porta.
"Sono Lucia. E' ora".
Cazzo, già l'ora della funzione?
Mi lavai in tutta fretta, pensando che Cristo, non era possibile sentirsi ancora così stanchi dopo una notte intera di sonno. Non è che fosse durata ore, quella chiavata, c'era stato ben di peggio, in passato. Certo però che ne era valsa la pena. Il cazzo così duro, per Dio, non succedeva da settimane. Eh, è sempre bello sentirsi così vivi, pensai.
Mi infilai l'abito talare, uscii dalla sagrestia e mi diressi verso la chiesa per assolvere i miei doveri domenicali.

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DULCIS IN FUNDO
Presi la decisione nel momento stesso in cui la vidi, quella mattina. Ero appena uscito dalla chiesa.
"Questa me la chiavo", dissi a me stesso.
La ragazza nuova della pasticceria di via Zanoni non era niente male. L'avevo osservata mentre aiutava la vecchiaccia ad aprire il locale. Ed evidentemente non ero il solo ad averla notata, perché già nel pomeriggio un nugolo di ragazzini si affaccendava rumorosamente di fronte alla vetrina. A lei la cosa non doveva dispiacere molto, dato il numero di sorrisi che lanciava loro continuamente.
Non era alta, ma aveva un bel corpicino sodo, con le curve giuste. Se c'è una cosa che mi piace terribilmente in una donna, è la giusta proporzione tra tette e culo. E questa puttanella aveva un culetto tondo e compatto accompagnato da una splendida terza di seno. Soprattutto, quelle tette sembravano puntare con decisione verso l'alto. Doveva essere mia, cazzo.
Decisi di non aspettare troppo, altrimenti qualcuno me l'avrebbe soffiata.
Scansai la folla di maschietti in calore, entrai e mi diressi verso il bancone delle paste.
"Un cannolo e una pesca, grazie".
Lei mi guardò e per un attimo ebbi come la sensazione che mi stesse squadrando. Anzi, ne fui sicuro. In pochi secondi mi venne duro da farmi male.
Mi fece un mezzo sorriso e si inchinò per prendere il cazzo e la figa che le avevo chiesto senza preoccuparmi della volgarità del doppio senso.
Il grembiule che aveva addosso non bastò a coprire quelle morbide tette rosa, sembravano debordare dalla magliettina, e sono certo di aver visto mezzo capezzolo.
Il cazzo mi premeva contro i pantaloni, facendomi sempre più male.
"Aggiungo altra crema nel cannolo?".
Era ancora inchinata, e mi guardava. E io guardavo le sue tette.
Sapeva cosa mi stava facendo, lo sapeva eccome, quella puttana.
"Solo se è veramente buona", risposi.
"Oh, vedrà che non si lamenterà ". E sorrise, rialzandosi col cannolo in mano.
Sentivo i commenti dei ragazzini dietro di me, seguivano la scena con interesse.
"La pesca va bene così com'è, grazie".
Lei rise, mi osservò per qualche attimo, poi fissò lo sguardo sulla mia patta, palesemente rigonfia.
Stavo scoppiando, avevo un pezzo di marmo nelle mutande. Marmo vivo, fottutamente vivo.
Prese anche la pesca, offrendo ancora alla mia vista quelle tette appetitose. Mi ricordò la Margot di Lupin, che mi aveva sempre arrapato.
"Due euro, grazie", mi disse sempre sorridendo, e tendendo il sacchetto delle paste verso di me.
Aveva delle labbra di un rosso vivo, carnose ma non troppo grosse.
Me le immaginavo indugiare sulla mia cappella, mentre toglievo senza guardare i soldi dalla tasca.
Le diedi i soldi e non riuscii a trattenermi, le sfiorai la mano per sentire la sua pelle.
Lei se ne accorse, incrociò lo sguardo con il mio e allargò il sorriso.
Che troia, che troia, pensai. L'uccello quasi usciva dalle mutande, sentivo la punta umida sui pantaloni.
"Ecco a te. Grazie", le dissi, "Certo che è un peccato mangiare queste prelibatezze da solo..."
Non si scompose, e mi rispose: "Non amo molto i dolci".
Cazzo, dovevo trovare qualcosa con cui ribattere, ma lei mi sorprese.
"Preferisco la carne", mi disse piegando la testa da un lato.
La fissai come stordito, e d'improvviso schizzai nei pantaloni. Quattro getti di sborra calda, uno dopo l'altro, in rapida successione.
Dovevo fare in fretta. "Allora vada per la carne. Stasera va bene? A che ora chiudete qui?".
Mi guardò senza rialzare la testa, dondolando un po'. "Alle otto".
"Perfetto. Alle otto", dissi frettolosamente, e me ne andai.
I ragazzini ridacchiavano più rumorosamente, ora, ma non mi curai di loro.
Tornai al postaccio dove vivevo, buttai i pantaloni nella cesta del bucato e feci una doccia fredda.
Non riuscivo a togliermela dalla mente, era sempre lì, con quelle labbra e quelle tette. E quelle mani calde. Sorrideva.
Mi sdraiai ma non riuscii a chiudere occhio. Tra l'altro il cazzo mi si induriva ogni volta che la immaginavo senza vestiti. Aveva i capezzoli piccoli o grandi? E le fossette sopra il culo? Come avrebbe avuto i piedi?
Mi tormentavo con quelle domande, quando mi accorsi che bussavano alla porta.
"Si?", chiesi quasi gridando.
"Sono io, Lucia, volevo sapere se stava bene. Mi è sembrato un po' strano, entrando".
"Si, si, tutto bene. Sono solo un po' stanco, riposavo", continuai a gridare a Lucia che sicuramente origliava da dietro la porta. "Può andare".
"Va bene, mi scusi. Buon riposo, allora". Rimasi in silenzio in attesa di sentire i passi che si allontanavano. Per un minuto buono non sentii niente, poi ecco, i passi.
"Ficcanaso del cazzo, vecchia racchia ficcanaso", pensai.
Mi alzai e mi accorsi che mancavano trenta minuti alle otto.
Di nuovo mi prese l'eccitazione, questa volta con una buona dose d'ansia.
Mi vestii, mi guardai allo specchio e pisciai nel lavandino, sgrullandolo solo in parte.
Mi piace ficcarlo in bocca alle troie ancora umido di piscio.
Uscii quasi di corsa, e mi diressi alla pasticceria.
Naturalmente non portai nulla con me, se non la carne di cui mi trovavo fornito naturalmente. Non avevo nessuna intenzione di sembrare galante, e neanche a lei mi sembrava importasse qualcosa.
Arrivai lì alla chiusura, e fortunatamente non c'era nessuno.
Entrai, e lei era lì, solo che c'era qualcosa di strano.
Appena la vidi l'uccello si fece acciaio. Aveva indosso solo il grembiule. Dio, cazzo, che troia.
Era dietro il banco, e mi sorrideva.
"Chiudi", mi disse a voce bassa.
Chiusi immediatamente quel fottuto portone, in preda a una eccitazione violenta, e mi diressi verso di lei. Feci il giro del bancone, e le saltai addosso.
Mi avventai sulle sue labbra, stringendole il culo con le mani mentre la baciavo.
Le sue braccia mi avvolsero il collo e la schiena, ed erano caldissime.
Non potevo resistere, dovevo girarla, e lo feci.
La vista di quel grembiule aperto sulla schiena e sul culo mi fece impazzire. Mi gettai a terra e presi a mordere quella carne soda, schiaffeggiandola con forza come si meritava. Le ficcai la lingua in culo ancor prima che nella figa. Sapeva di culo caldo e umido, di culo lavato ormai tante ore prima e dunque ben saporito e odoroso. Con la lingua infilata fin dove arrivavo, esplorai la figa con le dita. Era già fradicia, e la mano scivolò dentro per metà . Assaggiai quel miele salato e feci un tutt'uno tra i due buchi, passando e ripassando la lingua su e giù.
Lei mugolava e tremava, le mani sulla mia testa.
Mi staccai dal culo, rialzandomi, la feci abbassare e le schiaffai l'uccello in bocca.
Dio, che caldo, che morbido... Le strinsi i capelli con una mano e con l'altra le avvicinai violentemente la testa alla base del cazzo, tentando di farlo entrare tutto.
Entrò, cazzo, e sentii la parete della sua gola contro il mio glande.
"Volevi la carne, puttana? Eccoti il tuo cannolo di carne, mangialo tutto, troia".
E lei avidamente mangiava. A un certo punto si staccò dal mio cazzo, stringendolo con una mano mentre con l'altra mi accarezzava le palle. La guardai infoiato, con l'aria di chi sta per incazzarsi seriamente, quando lei sputò sul mio uccello e riprese a mangiarlo con brama.
Dovevo fotterla, mi sentivo scoppiare, dovevo punirla.
Le tirai con forza i capelli, facendola rialzare. Le presi la faccia tra le mani, la baciai, poi sputai sulle sue labbra e la baciai ancora.
La sollevai prendendola per le chiappe e sbattendola sul bancone delle paste. Le strappai il grembiule di dosso scoprendole le tette. Aveva i capezzoli grandi, e mi ci tuffai con voracità , palpando quelle sfere del piacere. Mi abbassai del tutto i pantaloni e glielo infilai di schianto, facendola gridare. Presi a fotterla con furore, come in trance, dando dei colpi di reni violentissimi, ma sentivo che le piaceva. Evidentemente non bastava. Continuai a affondare per qualche minuto, stringendole e tirandole i capelli all'indietro e leccandola sul collo, in faccia, sulle orecchie. Gridava forte, ora, la puttana.
Uscii da lei e le presi la testa portandola verso il mio cazzo eretto. Lei ubbidì, e prese a succhiarlo.
"Ti piace il tuo sapore, troia?"
A quel punto la girai, le affondai la faccia sulle ciambelle alla crema, spingendo, e con una mano portai l'uccello a contatto con il suo buco del culo.
Lei disse qualcosa, ma aveva la bocca piena di crema, e non sentii, né mi importava.
Spinsi una sola volta, forte, e le entrai nel culo. Gridò.
Affondai la sua faccia del cazzo ancora più forte nelle paste, e presi a spingere come un dannato dentro quel culo stretto. Cosa cercavo, non lo so, ma andavo in fondo, cazzo, se andavo in fondo.
Con le due mani sulla sua testa, sporca di crema e di sfoglia, spingevo all'impazzata tanto da farmi male il cazzo, ma non mi importava. Era divina, quella troia era qualcosa di magnifico.
Mi chinai su di lei, le girai la faccia verso di me, lei mi guardò attraverso un velo di crema con occhi un po' impauriti, ma eccitati. Le sputai addosso un litro di saliva, ormai sbavavo, e le riaffondai il volto nel pasticcio di crema. Gridavamo tutti e due, sudando come bestie. Nelle sue grida c'era anche dolore, e questo mi eccitò ancora di più.
Dopo altri colpi fortissimi nel culo, mi accorsi che stavo per scoppiare.
Lo spinsi dentro per un'ultima volta, arrivando fino alla base. Tutto dentro quel culo superbo, era il paradiso. Lo sfilai di corsa, la girai e le montai sopra, imprigionandole le mani con le gambe.
Glielo appoggiai sulle labbra, per fargliele aprire come volevo.
A quel punto venni, eruttai in un flusso caldissimo dritto sulla sua faccia, in parte ricoperta di crema. Gridai come un pazzo mentre le spruzzavo bocca, naso e occhi. Durò non so quanto, ma fu bellissimo. Mentre l'orgasmo finiva, glielo spinsi in bocca, senza incontrare resistenza.
Le scosse finali furono piacevolissime, leggevo nei suoi occhi che le piaceva, e a quel punto non potevo fermarmi.
Presi a spalarle via la crema e la sborra dalla faccia col cazzo, per poi infilarglielo in bocca ancora. Le feci mangiare tutto ciò che aveva in faccia, ripulendola quasi del tutto.
Finalmente mi rimisi in piedi, guardandola. Era distrutta ora, ansimava.
Solo in quel momento mi accorsi dei ragazzi dietro la vetrina, tutti col cazzo in mano, qualcuno che aveva già spruzzato contro il vetro. Lei seguì il mio sguardo, li vide, e rise come una cretina.
"Che cazzo ridi? Sei proprio zoccola", le dissi, e le assestai uno schiaffo in faccia.
I ragazzi scapparono, io mi rivestii e prima di uscire tornai da lei, ancora sdraiata sul bancone. La guardai dall'alto in basso, presi con la mano un bel po' di crema spappolata, e gliela spalmai in faccia. Dopodichè la leccai un paio di volte, per poi risputarle tutto addosso.
"Faresti meglio a diventare vegetariana", le dissi, poi me ne andai.
Rientrato a casa, mi sdraiai senza passare dal bagno, e dormii sino all'indomani mattina.
Bussarono alla porta.
"Sono Lucia. E' ora".
Cazzo, già l'ora della funzione?
Mi lavai in tutta fretta, pensando che Cristo, non era possibile sentirsi ancora così stanchi dopo una notte intera di sonno. Non è che fosse durata ore, quella chiavata, c'era stato ben di peggio, in passato. Certo però che ne era valsa la pena. Il cazzo così duro, per Dio, non succedeva da settimane. Eh, è sempre bello sentirsi così vivi, pensai.
Mi infilai l'abito talare, uscii dalla sagrestia e mi diressi verso la chiesa per assolvere i miei doveri domenicali.
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
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- Axel Braun
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Axel, appena postato, e già leggo un tuo commento, per giunta favorevole?Axel Braun ha scritto:OTTIMO!



(Mi sono impegnato, voglio il tuo dvd sullo squirting !

Grazie, Axel, questo tuo commento mi riempie di gioia...

You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
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"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
Bel racconto, di sicuro di qualità , peró:
1) troppo standard, se ne vedono a migliaia così
2) non mi piace il fatto che appena vede una gli viene duro e sborra, va beh che i racconti porno non devono essere realisti ma così si finisce nel grottesco
3) non mi piace che tratta male la donna.
Peró questa è solo la mia opinione !
1) troppo standard, se ne vedono a migliaia così
2) non mi piace il fatto che appena vede una gli viene duro e sborra, va beh che i racconti porno non devono essere realisti ma così si finisce nel grottesco
3) non mi piace che tratta male la donna.
Peró questa è solo la mia opinione !
- Paperinik
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- Iscritto il: 31/08/2002, 2:00
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Opinione alla Benzi...
Io devo scrivere il mio, ma mi sà che non combineró granche...
Io devo scrivere il mio, ma mi sà che non combineró granche...
"E' impossibile", disse il cervello.
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
☪️ancer of humanity
"Provaci!", sussurrò il cuore.
"Vai via, brutto!", urlò la ragazza.
06/06/2019 FIRENZE LIBERA
https://www.youtube.com/watch?v=0Zp9AmCfWbI
☪️ancer of humanity
vero...soprattutto perchè non ama il politically scorrect a seconda delle occasioni...Paperinik ha scritto:Opinione alla Benzi...
Su "Sbora et labora" (fantastico), ha scritto:
"Bel racconto, con molti tratti umoristici: anch'io mi sono ritrovato a ridere spesso."
Se la donna non viene trattata male li'...

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fanculo squirto mi hai fregato "l'effetto sentinella" 
anche la mia "cagata" ( che posto in giornata ) si basava sul finale a sorpresa
romeone critico letterario è geniale come sempre ( anche se il suo meglio lo da come cineasta di solito
)

anche la mia "cagata" ( che posto in giornata ) si basava sul finale a sorpresa

romeone critico letterario è geniale come sempre ( anche se il suo meglio lo da come cineasta di solito

“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
Alan Moore the killing joke
balkan, dai, sono sicuro che scriverai un bellissimo racconto, all'altezza dei tuoi post.
Non vedo l'ora di leggerti.
(forza papero, anche tu, scrivi scrivi scrivi...)



Non vedo l'ora di leggerti.
(forza papero, anche tu, scrivi scrivi scrivi...)
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
masismo rispetto per il gran figazzo di axel..donegal ha scritto:Affascinanti e sensuali signore,
poichè madre natura mi ha munito di ben due arti superiori saró ben lieto di invitarvi entrambe a cena, accompagnandovi a braccetto, una alla mia sinistra e l'altra alla mia destra.
Al Maestro Braun - che mi vuole generosamente offrire un premio - chiedo solamente di non farsi vedere quando saró con Tiz & Jess al mio fianco, se no mi ritrovo nuovamente da solo nel giro di tre secondi netti e pure con il conto del ristorante da pagare![]()
Vi saluto, ritorno nell'autobanning che poi Romè si incazza che gli rovino i topic

ma io preferisco cenare e parlare con te

poi se lui e jekkika ci fanno comapgnia mi fa paicere

- balkan wolf
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bon non è un "racconto" in senso stretto
PORNOFANS
In una qualunque saletta pausa di una qualunque azienda occidentale due anonimi individui discutono animatamente
A - cristo santo non e' una stronzata da dire tanto per... E' storia cazzo! A quelle troie I rossi gli hanno fatto venire I muscoli pure nel buco del culo a furia di ginnastica
B - si ma...
A - si ma sta fava fresca! Non sono umane... Sono dei fottutissimi cyborg programmati per chiavare!!
B - si ma tu continui a sottovalutare il lato psicologico...
A - lato psicologico? Ma che cazzo dici?
B - si vedi a me come a molti piace pensare alle starlet varie come a delle vere zoccolette si insomma gente con un anima... Le kaligirls hanno piu' spessore umano dai
A - veramente quando vedo una troietta sbomballata tipo taylor rain Il suo spessore umano non mi passa neppure per l'anticamera del cervelletto cmq.
B - eddai creano piu' feeling con lo spettatore Insomma hanno piu' personalita'... Quelle cazzo di slave prendono ogni scena come se fosse una semi finale alle parallele asimmetriche!
A - e' una questione di professioalita'
B - si ok sono delle brave performers ma spesso ho come l' impressione che non gli piaccia
A - frena frena stai dicendo la piu' grossa stronzata che si sia sentita in occidente dopo quella della guerra contro il male
B - tu dici?
A - e dico si cazzo di budda!
Voglio dire e' un ragionamento talmente semplice...
a un operaia di odessa che prende 100 dollari al mese non puo' non piacere il fatto di farsi inculare in un bel villone per 5 volte tanto...
Non le puo fottere di meno di stronzate tipo la dignita' della donna o lo svilimento del sesso... e' ovvio
B - sei troppo economico cazzo!
io credo ancora in un porno dei grandi sentimenti
una terza voce interrompe la conversazione:
''voi due cazzoni e' finita la pausa tornate ai vostri posti che cominciamo''
A e B sbuffando si dirigono rispettivamente alle telecamere 2 e 3 e inziano ad armeggiare
A - che lavori del cazzo che ci danno
B - sempre meglio dell' operaia ukraina... Chi abbiamo oggi?
A - le solite stronzette con uno zio in parlamento... La 3 e la 7 hanno un futuro in cum on there face
Una voce fuoricampo comincia il classico countdown
5 4 3 2 1
Il drappo del palco si apre accompagnato dall' inconfondibile sigla dello zecchino d'oro.
PORNOFANS
In una qualunque saletta pausa di una qualunque azienda occidentale due anonimi individui discutono animatamente
A - cristo santo non e' una stronzata da dire tanto per... E' storia cazzo! A quelle troie I rossi gli hanno fatto venire I muscoli pure nel buco del culo a furia di ginnastica
B - si ma...
A - si ma sta fava fresca! Non sono umane... Sono dei fottutissimi cyborg programmati per chiavare!!
B - si ma tu continui a sottovalutare il lato psicologico...
A - lato psicologico? Ma che cazzo dici?
B - si vedi a me come a molti piace pensare alle starlet varie come a delle vere zoccolette si insomma gente con un anima... Le kaligirls hanno piu' spessore umano dai
A - veramente quando vedo una troietta sbomballata tipo taylor rain Il suo spessore umano non mi passa neppure per l'anticamera del cervelletto cmq.
B - eddai creano piu' feeling con lo spettatore Insomma hanno piu' personalita'... Quelle cazzo di slave prendono ogni scena come se fosse una semi finale alle parallele asimmetriche!
A - e' una questione di professioalita'
B - si ok sono delle brave performers ma spesso ho come l' impressione che non gli piaccia
A - frena frena stai dicendo la piu' grossa stronzata che si sia sentita in occidente dopo quella della guerra contro il male
B - tu dici?
A - e dico si cazzo di budda!
Voglio dire e' un ragionamento talmente semplice...
a un operaia di odessa che prende 100 dollari al mese non puo' non piacere il fatto di farsi inculare in un bel villone per 5 volte tanto...
Non le puo fottere di meno di stronzate tipo la dignita' della donna o lo svilimento del sesso... e' ovvio
B - sei troppo economico cazzo!
io credo ancora in un porno dei grandi sentimenti
una terza voce interrompe la conversazione:
''voi due cazzoni e' finita la pausa tornate ai vostri posti che cominciamo''
A e B sbuffando si dirigono rispettivamente alle telecamere 2 e 3 e inziano ad armeggiare
A - che lavori del cazzo che ci danno
B - sempre meglio dell' operaia ukraina... Chi abbiamo oggi?
A - le solite stronzette con uno zio in parlamento... La 3 e la 7 hanno un futuro in cum on there face
Una voce fuoricampo comincia il classico countdown
5 4 3 2 1
Il drappo del palco si apre accompagnato dall' inconfondibile sigla dello zecchino d'oro.
“Quando il treno dei tuoi pensieri sferraglia verso il passato e le urla si fanno insopportabili, ricorda che c’è sempre la follia. La follia è l’uscita d’emergenza!”
Alan Moore the killing joke
Alan Moore the killing joke
balkan, fantastico !!! 
Piu' che un racconto, è una scenggiatura per un corto bellissimo.... grande balkan, se tra qualche anno lo gireró, ti chiederó l'autorizzazione.

(p.s.) è Cum On Her Face (c.o.h.f.)

Piu' che un racconto, è una scenggiatura per un corto bellissimo.... grande balkan, se tra qualche anno lo gireró, ti chiederó l'autorizzazione.

eh eh eh...genialebalkan wolf ha scritto:La 3 e la 7 hanno un futuro in cum on there face



(p.s.) è Cum On Her Face (c.o.h.f.)
You are what you is (Frank Zappa)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)
"Cosa c'entra il Papa con l'apertura dell'anno accademico? E' come se a un concistoro si decidesse di invitare Belladonna" (Sacre Scuole)
"Che ci posso fare? Le banalità non mi emozionano" (Breglia)